Mostra organizzata con fasto eccessivo ed allestimento roboante. Il
risultato? Mah! Il buon vecchio Brueghel
il vecchio viene celebrato con questa esposizione insieme ai figli e
parenti e altri pittori. Pittura che ha raggiunto negli ultimi anni vasta notorietà sopratutto tra i giovani,
giovanini. L'impatto visivo, fatto di
molti personaggi ben caratterizzati ed i colori accesi e contrastanti
colpisce indubbiamente. Agevolmente
compiamo un viaggio nel passato: scene di banchetti, di feste, di vita
quotidiana. Una rappresentazione di
umanità spesso derelitta, grottesca e viziosa. Siamo nel nord
dell'Europa, lontani dal rinascimento italiano
pieno di "consolatio Philosophiae" e con devota partecipazione
religiosa. Le debolezze umane sono schernite
e ben sono rappresentate dall'unica tavola in mostra di Hieronymus
Bosch, "I sette vizi capitali", evidente
fonte di ispirazione dei nostri fiamminghi. Uomini in attesa di un
crudele destino di morte incombente.
Le numerose nature morte floreali, cariche di simbologie di prossima
corruzione, non ci esaltano: ci permane
il disagio di una partecipazione emotiva. Solamente i paesaggi e la
natura, sempre bella e presente, maestosa
quinta alla vicenda umana. Mi piace ricordare Il buon David Teniers il
giovane, anche lui parente, che sa
cogliere nei personaggi la loro storia personale.
Pranzo
in trattoria: fritto misto del lago (lavarelli, alborelle a agoni) ed
una bottiglia di verdesa ghiacciata.
Prosit!
VETRI A ROMA
CURIA IULIA al Foro Romano
16 febbraio – 16 settembre 2012
Siete amanti del vetro, come me, cioé io? Vetro inteso come soggetto
di storia, ispiratore di forme, oggetto magico e prezioso? Ebbene,
questa esposizione per voi sarà gioia pura! Il vetro è esaltato nella
sua storia plurimillenaria e ne narra i percorsi artistici, culturali ed
umani. Ci accoglie una tavoletta assiro babilonese, datata 1400 a.C. In
cui sono rivelati i segreti per la sua costruzione: le sostanze, le
quantità ed i procedimenti necessari alla creazione della materia
vetrosa. Ricordatevi che questa materia rappresenta il primo prodotto
interamente artificiale dell'umanità. Fin dall'inizio di questa
produzione si sono introdotte tecniche varie, come l'introduzione di
ossidi metallici per conferire le varie colorazioni, che hanno conferito
al vetro dignità di vero gioiello, fino a rivaleggiare con i
tradizionali metalli preziosi. Oggetto di estremo lusso, riservato ad
una committenza esclusiva.
Per dare un'idea di questa lavorazione basti
ricordare che il vetro blù, lavorato con il cobalto, rivaleggiava con
lavorazioni di lapislazzuli che provenivano dal Badakhsan, in
Afghanistan. La versatilità e duttilità del vetro fa sì che ben presto la
sua produzione, attraverso le molteplici lavorazioni e colorazioni
presto arriva a rivaleggiare con altri preziosi materiali ed a
superarli. Il luogo di eccellenza di questa lavorazione diventa
Alessandria d'Egitto, grazie al suo rapporto constante con i popoli del
Vicino Oriente. Nei corredi funerari di Tutankhamon, 1333 a.C.,abbondano
vetri policromi in forma di gioielli e negli arredi. Recentemente a
Cipro, presso Pyrgos, è stato fatto un ritrovamento sensazionale: un
opificio destinato alla produzione di profumi risalente al II° millennio
a.C. Le preziose essenze qui prodotte in che tipo di contenitori
potevano trovare rifugio se non in raffinati "Alabastros"?
Coloratissimi, preziosi, artistici e stupefacenti, questi contenitori si
diffusero rapidamente in tutto il mediterraneo. Nel corso delle guerra
intraprese, via via, da Roma negli ultimi due secoli della repubblica,
nella città affluiscono i tesori depredati ai sovrani orientali. Non
solo. Con essi i romani portarono con sé in patria, volenti o nolenti,
anche quegli stessi artigiani-artisti che avevano prodotto siffatta
magnificenza. Ed arriva ora la grande rivoluzione nella fabbricazione
del vetro nel I° secolo a.C.: la soffiatura. Grazie all'utilizzo di
soffiatoi usati per ossigenare i forni vetrai per aumentarne la
combustione, nasce il vetro soffiato. Nasce così una vera e propria
industria vetraria che facilita la diffusione di vasellame, bottiglie,
bicchieri e coppe vitree come testimoniano i mosaici ed affreschi
pompeiani, che entrano nell'uso quotidiano dell'aristocrazia romana. La
qualità del vetro, la purezza, la trasparenza, la facilità di pulizia,
la leggerezza, l'armonia, la bellezza, ne decretano il successo. Il vetro,
grazie alle sue complesse decorazioni e la continua ricerca, raggiunge
una raffinatissima fattura ed una estrema bellezza diventando un
elemento portante dell'arte, della storia e della civiltà.
Mostra fondamentale per conoscere il vetro ed un po' della sua storia.
Uscirete soddisfatti e paghi! Rinfrancato lo spirito, rinfrancate anche
il corpo: una pasta cacio e pepe e mezza bottiglia di Cesanese del
Piglio! Benone!
I BORGHESE
E L'ANTICO
7 dicembre 2011 – 9 aprile 2012
ROMA
L'esposizione comprende la raccolta archeologica personale del
cardinale Scipione Borghese, creata dal 1607 al 1622. Nel corso del
1807, il principe Camillo Borghese, suo discendente ed erede, vendette a
Napoleone Bonaparte, ben 695 pezzi di questa sterminata raccolta. Le
statue finirono così al Musée Napoleon a celebrare i fasti novelli del
neo imperatore che tanto teneva ad una gloria presente quanto a quella
della romanità della quale si sentiva necessario erede.
Questo
è l'antefatto. In mostra, provenienti dal Louvre, sessanta sculture, tra
cui "L'ermafrodito", "Sileno che regge in braccio Bacco bambino", la
"Venere marina", il "Centauro cavalcato da Amore" ed altri strepitosi
marmi di epoca imperiale. Il percorso è arricchito dalle altre opere che
nel corso degli anni hanno continuato ad entrare nella collezione
Borghese. Comprese varie opere del sommo Bernini, delirio barocco di
forme perfette e deliranti in movimento perpetuo che non smettono di
stupire ed emozionare. In più la presenza della quadreria, ricca di tele
del milanese Michelangelo, ci dà il colpo di grazia! Solo queste tele
meritano la visita. Obbligatoria! Benen!
FUTURO TEXTILES
surprising textiles design & art
Museo del Tessuto di Prato
30 settembre 2011 - 13 novembre 2011
Sorprendente mostra! Grande Prato, capitale indiscussa della scienza e
della tecnica dei tessuti! Neanche è immaginabile
cosa riescono a fare al giorno d'oggi. La mostra è, giustamente,
itinerante: Barcellona, Cordoba, Ronse (B) e Lodz (PL).
Scienza, tecnologia e arte vi accompagneranno in un viaggio ricco di
sorprese ed emozioni. Si parte con una ciclopica
scultura di Max Streicher, Silenus, di tessuto aereospaziale, che sembra
volersi muovere e destarsi dalla sua immobilità
con un respiro insieme vitale e sofferente. Eppoi tessuti usati in
architettura, nei lavori estremi e nel tempo libero.
Tessuti di basalto, di bambù, di soia, di alghe ed anche di acciaio
inox! Tessuti idratanti che rilasciano al bisogno,
olii idratanti, burro di karithè e vitamina E per il benessere della
pelle. Capi di abbigliamento per strutture ospedaliere,
anti infezioni ed ad alta protezione batterica. Abiti in Kevlar per
lavori in situazioni estreme e tessuti che si caricano
di energia per rilasciarla al bisogni. Non potevano mancare i tessuti
per vigneti, oramai già ampiamente utilizzati,
leggerissimi e provenienti da riciclaggio.
Chissà perché non è presente
un padiglione cinese... Per noi il massimo
è una specie di tuta di un tessuto assai strano fatto di celle
esagonali. Se indossata permette di dormire in ambienti
disagiati privi di riscaldamento mantenendo la temperatura corporea allo
stato ottimale (homeless). Anche a noi
potrebbe far comodo, non si sa mai... Viva i pratesi!
CIOTTOLI D'ARNO
Fondazione Giovanni Pratesi
Oratorio dello Spedale Serristori
Figline Valdarno (FI), giugno-ottobre 2011
Nel 1588 Ferdinando I° dé Medici fondò l'Opificio delle Pietre Dure,
istituto che si occupa della lavorazione di rare
e preziose pietre dure, comprese le pietre raccolte nell'Arno ed
utilizzate dalla manifattura. Comprendono Verdi
d'Arno, Lineato, Tigrato, Alberese, Diaspro d'Arno e la famosa Pietra
Paesina. Grande risonanza ebbero le lavorazioni
di queste pietre presso tutte le corti europee.
Recentemente Giovanni Pratesi con curiosità ed amore ha ripercorso le
rive del Cesto e del Ponterosso là dove
confluiscono nell'Arno, antico luogo di elezione per il ritrovamento dei
famosi "ciottoli".
La sua passione e pazienza
sono state premiate. Non solo ha trovato le pietre storiche ma anche le
Lumachelle d'Arno, il Rosso, la Breccia
del Cesto e le Dendriti. Questa ricerca, grazie anche all'abilità di
Ernesto Tucciarelli, tecnico dell'Opificio,
ha prodotto una raccolta rara per quantità e qualità di pietre
meravigliose. Nel rimirarle lo stupore prima ci assale
e poi la meraviglia. La magia di un tesoro gelosamente custodito nel
cuore di umili ciottoli di fiume! E allora si
comprende come ne fossero tanto appassionati ammiratori i Medici! Sempre
la pietra,le pietre hanno suscitato, negli
animi eletti, grande meraviglia e rispetto e amore. L'anima segreta
della terra è ora qui esposta per svelarvi i
suoi reconditi segreti! Accorrete! Il vostro spirito per un momento avrà
il sopravvento sulla vostra mente!
ALDILA' L'ULTIMO MISTERO
Illegio, UD, Casa delle Esposizioni 22
MAGGIO - 30 OTTOBRE 2011 Ben sessanta opere tra tele, sculture,
opere di oreficeria, bassorilievi, ceramiche, dal primo millennio a. C.
fino al Novecento. In comune il tema del mistero che tutta l'umanità ha
condiviso e condivide: l'aldilà. L'argomento che ci affascina è studiato
in culture contemporanee e passate. Il percorso è a ritroso: si parte da
Annigoni e Severini, attraverso Federico Barocci, il Guercino e via via
fino a Luca di Tommé e Jacobello Alberegno. Notevole l'apporto della
cultura greca e romana con marmi, vasi, anfore e crateri. La cultura
etrusca è rappresentata da numerose urne e canopi. Anche una sepoltura
egizia è ricostruita con un sepolcro ligneo colorato ed un papiro dei
IV° secolo a.C., il libro dei morti di Nesmin, passaporto per l'aldilà.
Mostra ricchissima e molto ben curata. Appassionante, emozionante ed
esaltante. L'apparato didattico è curatissimo ed approfondito. Accanto
alla sede espositiva un tendone ospita un ristorante allestito da un
agriturismo di Ravascletto specializzato in cucina carnica e piatti
della tradizione. Scelta dei vini dell'eccellenza locale. Dopo pranzo
potete smaltire il cibo con una passeggiata di trenta minuti alla vicina
Pieve di San Floriana dell'inizio del IX°. Buon viaggio! Mandi!
ETRUSCHI: DAL LOUVRE A CORTONA
Al MAEC, museo di arte etrusca di
Cortona, grande mostra. Esposti
importanti reperti provenienti dal museo
parigino del Louvre.
Impressionante il busto, in terracotta,
di Arianna, sposa di Dioniso. Questa
opera, perfettamente conservata, sembra
essere il simbolo della città:
ellenizzante nell'espressione artistica
ma con originali influssi del nuovo
corso
che la civiltà etrusca intraprende.
L'espansione della potenza dell'antica
civiltà si espande inarrestabile anche
in assenza delle vie marittime scelte
dalle altre popolazioni. Ed al commercio
fluviale viene affidato il lavoro di
sviluppo e di predominio che si
affaccia al mondo. Basti ricordare le
innumerevoli statuette votive rinvenute
nel "lago degli idoli" nell'alto
Falterona, rinvenute casualmente. Il
saccheggio si fece capillare e la mostra
riporta in patria parte delle opere
che da qui presero il volo per Parigi.
MEDITERRANEO
da COUBERT a MONET a MATISSE
Genova, Palazzo Ducale
27 novembre 2010 - 1 maggio 2011
L'esposizione, in tutto ottanta dipinti,
narra il mar Mediterraneo in due secoli
di pittura, con il cambiamento
sopravvenuto della percezione di natura,
l'uso del colore e dell'idea di
rappresentazione. Il mare... per tutti è
un richiamo, un ricordo, un'esperienza.
Di giorni passati in Provenza, sulla
riviera o nelle vicinanze, ci racconta
questa poderosa mostra. Dal naturalismo
della metà del '700 allo sfolgorio dei
colori divenuti ormai protagonisti nel
'800. Si va da Vernet, con un racconto
di festosi momenti con il panorama
protagonista, in un angolo, un ricco
desco apparecchiato, alla montagna
incantata, la Sainte-Victoire, di
Cezanne. Cambiano, gli uomini, cambiano
le idee, cambia la pittura. Monet,
Renoir, Cezanne, Braque, tutti
affascinati dal paesaggio del sud, tutti
stupefatti da questi colori incredibili
che
cercano di riprodurre
nelle loro tele. Ben cinque opere di
Cezanne, quattro di Van Gogh, tra cui
l'emozionante tramonto di giallo
ricolmo. Un lungo mare di Munch,
inquietante che precede e supera il
raggelato sguardo di Hopper. Accorrete!
Vi aspettano anche le trofie al pesto e
una bottiglia di vermentino del Tigullio,
in una qualche bettole del porto!
I VINI DELL'IMPERATRICE
LA CANTINA DI JOSEPHINE ALLA MALMAISON
Museo Napoleonico ROMA
25 novembre 2010 - 27 febbraio 2011
Marie-Josèphe-Rose de Tascher de la
Pagerie-Beauharnais, Imperatrice di
Francia e Regina d'Italia. Questo il
nome completo e parte dei suoi titoli.
Amante del lusso e, specialmente,
dell'arte del ricevimento, raggiunse
livelli di raffinatezza e di perfezione
impossibili da eguagliare. Dopo il
divorzio da Napoleone si ritirò nel suo
castello di Malmaison, nei pressi di
Parigi. Qui ella potè dare libero sfogo
alla sua arte di perenne ricerca della
perfezione nei pranzi e nelle cene che
quotidianamente vedevano assisi nella
sala da pranzo le persone più importanti
dell'epoca. Alla sua morte fu redatto un
dettagliato inventario dei beni della
principessa. Nella sua cantina furono
contate oltre tredicimila bottiglie di
vino.
Proveniente da tutto il mondo, compreso il
Sud Africa. I vini italiani erano rappresentati dal
Picolit, vino a tutt'oggi pressoché sconosciuto,
vini calabresi ed i famosi vermouth piemontesi. Lei
prediligeva il Bordeaux che beveva con ghiaccio e
poca acqua. Suo marito invece preferiva il Borgogna,
eh, la classe non è acqua! Naturalmente le
cristallerie abbondavano così come le porcellane, il
tutto proveniente dalle manifatture imperiali. In
mostra una scelta raffinata di bicchieri, bottiglie
ed accessori vari di prodigiosa fattura. Accorrete
folti e numerosi: è un evento imperdibile!
PADDY CAMPBEL
MOMENTS IN TIME
San Giovanni Valdarno (AR)
Palazzo D'Arnolfo, Piazza Cavour
15 gennaio 2011 – 12 febbraio 2011
Irlandese di Dublino, nasce nel 1942.
Fin da bambino manifesta ingegno ed
abilità particolare nel disegno.
Diventato
adulto, la vita lo porta ad interessi
molto più prosaici: la ristorazione. Ed
a l'arte culinaria. Si occupa con
fervore e passione alla gastronomia e
segue corsi specialistici in vari paesi
d'Europa. Ritorna all'amata Irlanda e
mette a frutto il suo sapere. Presto la
sua ditta di catering raggiunge il
successo. Ed ora riemerge dal passato il
suo talento e l'amore per il disegno. Si
trasferisce a Firenze per studiare
scultura e nel 2005 apre il suo studio
in via della Luna.
Della scultura ha un'idea ben precisa: essa deve
essere linguaggio. Deve narrare, raccontare delle
storie, con profondità e partecipazione. Ecco allora
che le sue sculture di bronzo ci vengono incontro,
nella piazza di San Giovanni Valdarno, imponendo le
loro presenze e la loro storia. Momento magico di
incontro! L'osservatore, con la propria personale
storia e fantasia, fa sua quella figura, costruendo
un incontro che modificherà entrambi. Divertitevi ed
appassionatevi a queste figure eloquenti che vi
conquisteranno completamente, esperienza appagante e
profonda.
In mostra anche dei quadri viventi, figure in cera,
in scala 1:3. Ricostruzioni di interni,
minuziosamente e con cura maniacale, rispondenti a
reali scene di vita vissuta. Ironici e divertenti,
fugaci attimi eterni. Vitali.
Mostra assolutamente imperdibile! Affrettatevi!! Si
consiglia la bevuta di una bottiglia di "Ieratico"
vino della cantina sociale di San Giovanni, fatto
per festeggiare il buon Masaccio al borgo natio.
CHARDIN
IL PITTORE DEL SILENZIO
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
17 ottobre 2010 - 30 gennaio 2011
Prima mostra italiana del grande pittore
Jean-Baptiste Siméon Chardin,
detto
" Il pittore del silenzio". Da qui, dopo
aver visto questa mirabile esposizione,
si esce pervasi da una ossessione.
Avvolti da suoni e parole, rumori e
brusii, che ci giungono dalla via,
stentiamo a lasciare quelle stanze.
L'Artista ci ha imprigionato, con la sua
profonda riflessione e la sua tecnica,
in una tenace e silenziosa presenza di
cose ed oggetti, che pervicacemente ci
sbarrano ancora i sensi. Siamo ancora
all'interno, in questo momento, della
sua ossessione concentrata attorno a
momenti, brevi attimi. E di questi
attimi ben sentiamo di quanta cura e
rispetto abbisognano.
A queste delicate e poetiche rappresentazioni di
vita "silente" (Stillebens) e di interni familiari,
risponde la nostra ammirata consapevolezza che ci
colma di grazia. Riverenti ringraziamo Chardin di
donarci con la sua arte l'amore che le cose e gli
oggetti di uso comune sempre ci sussurrano... Grande
Chardin! Cercheremo di vedere, almeno un poco, con i
suoi occhi! All'ombra (per l'appunto) del Castello,
angolo Savonarola, c'è un'osteria che vale anch'essa
una visita. Approfittatene!
AUTORITRATTE
"Artiste di capriccioso e destrissimo
ingegno".
Galleria degli Uffizi
Sala delle Reali Poste
FIRENZE
17 dicembre 2010 – 30 gennaio 2011
Dai favolosi depositi degli Uffizi
vengono alla luce parte delle quadrerie
appartenenti al fondo degli
"Autoritratti", in totale oltre 1700. In
mostra un centinaio di autoritratti di
donne artiste che vanno dal '500 fino ai
giorni nostri. Dall'autoritratto di
Maria Hadfield Cosway all'autoscatto di
Francesca Woodman, un insieme insolito e
stupefacente. Percorso storico che ci
accompagna in una scoperta del mondo
femminile nella sua capacità di profonda
introspezione ed enigmatica
introspezione. Non sempre è la fisicità
a rivelarsi ma l'immagine parla
dell'autrice e della sua arte in modo
personale e disvelante. Percorso tra
generi e mezzi espressivi diversi, che
si offre per la prima volta alla
conoscescenza del pubblico. Occasione
unica per cercare di comprendere la
magia del mondo femminile. Da non
perdere!
RITRATTI DEL POTERE
Volti e meccanismi dell’autorità
STROZZINA 1.10.2010 – 23.1.2011
Questa è la rappresentazione del potere.
Quelli che il potere lo hanno e lo
gestiscono: politici, aristocratici,
finanzieri, ricconi. Ognuno di questi
signori è rappresentato nel suo modo di
fare potere. Diciotto artisti affrontano
questo tema, ognuno a modo suo, i
meccanismi del potere, delle autorità e
delle istituzioni. Ci sono le foto di
Annie Leibovitz che ritraggono la regina
Elisabetta, nella pienezza della sua
artificiosità ritratta in casa sua (Buckingam
Palace) in un ambiente che sottolinea la
storica posizione sociale. Hiroshi
Sugimoto ritrae invece le statue di cera
di illustri personaggi: alla fine quello
che conta non è la fisicità della
persona bensì l’immagine stessa,
diventata un icona densa di significati.
Ecco allora fotografata la statua in
cera di Fidel Castro, più “realistica”
dello stesso leader. Video installazioni
che documentano l’enfasi retorica di tre
grandi politici attuali sottolineando le
loro personali strategie adottate per la
ricerca del potere. E poi ritratti
dell’alta borghesia, satolla e
soddisfatta, a proprio agio
nell’ambiente creatosi attorno
.Impressionanti le foto di Rineke
Dijkstra, della serie “Oliver” che
ritraggono un giovane arruolatosi nella
legione straniera. L’identità del
militare via via si trasforma fino a
trasformarsi completamente. Conoscere il
potere ed i suoi meccanismi ci permette
di meglio difenderci. In un video
performance. Un signore si presenta ai
poveri contadini di Bophal,
assicurandoli che la società chimica
risarcirà
tutti coloro che hanno subito
danni. La Chemical Carbride perdeva il
giorno dopo il suo valore in tutte le
borse del mondo! Il potere più lo
conosci più lo combatti! Andate a
vederla, servirà!
L'URLO DEL SILENZIO La
natura morta contemporanea tra l'Italia e i
Paesi Bassi
Le Gallerie dei Gerosolimitani
Via della Sposa 1 PERUGIA
11 giugno - 19 settembre 2010 (prorogata)
Merito di questa mostra è il proporre al grande
pubblico questo genere di pittura, la natura
morta, di grande vitalità
ed attualità. Le opere in mostra, più di
quaranta, si rifanno ai temi ed alle tecniche
dell'antica tradizione.
Ripercorrono quelle atmosfere famigliari,
casalinghe, domestiche, ripercorrendone le
valenze simboliche.
Protagonisti strumenti ed oggetti di uso
comune,
rappresentanze della vita quotidiana. Della vita
sottolineando la caducità della vita e la "vanitas vanitatum". Ed è un invito a
riflettere sulla nostra fragilità, riscoprendo
la profonda religiosità insita nelle
cose che tutti i giorni si presentano ai nostri
sensi. Il silenzio, sì, ascoltiamo con profonda
attenzione il suo rumore!
ANGELI. VOLTI dell’INVISIBILE
A cura di Alessio Geretti.
Illegio, Casa delle Esposizioni. Fino al 3
ottobre
Anche quest’anno a Illegio (UD) una mostra assolutamente imperdibile.
Sono ottanta le opere qui proposte che
percorrono un interessante itinerario che ci fa
scoprire il messaggio, la missione, di quei
custodi celesti che accompagnano gli esseri
umani e che affollano la Sacra Scrittura..
Creature, narratori dell’invisibile, che
percorrono tutta la tradizione iconografica del
nostro mondo. E che partecipano ai nove cori,
Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù,
Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini.
Ricordate la parabola delle dieci dracme?
Ebbene, le nove dracme rappresentano le nove
schiere degli angeli rimasti fedeli a Dio dopo
la ribellione di Lucifero e dei suoi angeli. E
la decima dracma? Quella rappresenta l’umanità
destinata a colmare il vuoto lasciato
dall’angelo ribelle, ristabilendo così l’ordine
del cielo. Interessante il percorso iconografico
di queste figure, lo spuntare delle ali, dovuto
al riconoscimento rispetto ad altre figure,
riprendendo le figure alate della mitologia
classica..
Durante il Medioevo si pervenne ad una
definizione delle varie iconografie, dal “De
Coelesti Hyerarchia” dello pseudo Dionigi fino
ad arrivare alla “Divina Commedia” del buon
vecchio Dante.
Ebbene, gli angeli, conosciuti come “le cose
invisibili” siano il soggetto più rappresentato
in assoluto dalle arti. Si va
dall’Annunciazione” di Filippo Lippi, alla
“Vergine con bambino e sei angeli” di Sandro
Botticelli, al “Cristo sorretto da due angeli”
di Paolo Veronese. Ancora Savoldo, Tiepolo,
Giovanni da San Giovanni, Garofolo.
Insomma, il cuore della realtà è altrove: lo
spirito è la dimensione dell’uomo. Il reale è
più grande del visibile.
Perdetevi in questo mondo straordinario che
affascina, che apre porte, emozioni e speranze.
Visitate il paesello, ad ogni angolo vi sembrerà
di scorgere una presenza…
SEBASTIANO RICCI
Tra le sue Dolomiti
Belluno – Feltre 30 aprile –
29 agosto
Nato a Belluno nel 1659, ha contribuito alla
diffusione dell’arte e della cultura veneta in
tutta Europa. Il grande bellunese, uomo di genio
strepitoso ed immaginazione senza limiti, ha
rivoluzionato la forma, la tecnica il gusto ed
anche la visione. Giocoso sperimentatore,
riprende le intuizioni di Luca Giordano,
conosciuto a Venezia, il brillantissimo
rischiaramento della tessitura pittorica e lo
snellimento della figura..
Persegue la subordinazione dei
fini contenutistici dell’opera a quelli più
propriamente estetici. Viaggia da Bologna a
Roma, da Firenze a Milano. Va in Austria e poi
in Inghilterra e ancora in Francia. Ben presto
divenne l’autore veneziano più richiesto della
sua epoca. Soffermativi a scoprire la sua
ricchezza cromatica e la sfrenata invenzione di
grande libertà.
Ben visibile nella “Caduta di Fetonte”,
composizione di grandissima complessità ed ad un
tempo di estrema leggerezza. Oppure lo studio
coloristico, enigmatico, psicologico del
“S.Antonio abate in preghiera”. Ebbene,
divertitevi. Fate un giro per la città, ne vale
la pena. Godetevi le belle montagne,
incombenti
ARTE NEL LIBRO
a cura di Marcello Bossini e Giada Batti
Circolo Culturale Pestello
Montevarchi AR
"Ehi, Bossini, e c'è un tizio che chiede
della mostra...". Non senza fatica ho
trovato il "Circolo Ricreativo".
L'enorme edificio ha un aspetto di
recente abbandono, forse per l'ora.
Mezzogiorno. Dal bar deserto dove ho
chiesto informazioni, chiamano il
signore che con cura sta spazzando il
piazzale. Riposta la ramazza, viene
verso di me, si presenta e mi accompagna
all'interno del mastodontico edificio.
Scale, scalette, sale, vecchi poster
sindacali, qualche sedia. Infine
arriviamo in una grande sala, ordinata e
pulita. Ampie bacheche, protette
da vetri, espongono decine di libri.
Ognuno di essi ha una sua storia
artistica e culturale ben precisa.
Avendo la fortuna di una guida erudita
ed esperta, la visita diventa un
piacevolissimo viaggio attraverso tutte
le varie tecniche di stampa: xilografie,
linoleumgrafie, calcografie, litografie,
serigrafie. Gli autori presenti sono circa
una quarantina: dalla Abakanowicz a Pietro
Parigi, da Venturino Venturi a Godwin Ekhard: una raccolta davvero sorprendente
per qualità e vastità. Il mio Virgilio oltre ad illustrare tutti gli aspetti
tecnici ed artistici
delle
opere con passione ed erudizione,mi ha rivelato
essere il fortunato proprietario dei libri
esposti... Non solo, grande esperto di arte,
amico di galleristi ed artisti, nel corso della
vita ha riunito ben 15.000 volumi di arte: una
collezione più che ragguardevole. Personaggio
squisito e schivo, animato da passione e
profonda competenza è stata una guida veramente
speciale per una mostra al di là di ogni
aspettativa. Viva il Sig. Bossini!
AS SOON
AS POSSIBLE
l'accelerazione nella società contemporanea
STROZZINA
Firenze
14 maggio - 18 luglio 2010
Gli artisti non possono indicare la
strada da percorrere ad un Paese ma
possono segnalare la strada dove l'arte
imprime i suoi passi. Ora gli artisti si
interrogano sulla comunicazione e sulle
tecnologie che la modulano. Il loro
compito è testimoniare l'attuale
rapidissimo evolversi. Tra
sperimentazione, rallentamenti ed
inganni. Si va dal tappetto di Marzia
Migliore che riporta alcune delle
incitazioni al correre rivolte agli eroi
del ciclismo, al video di Reynold
Reynolds, una natura che rapida si
deteriora su di un corpo che nulla può
arrestare. Un altro video, del tedesco
Mark Francanek. Degli operai aggiornano
l'ora. Una gigantesca struttura di travi
di legno, segna l'ora, dovrà
continuamente essere cambiata. Il lavoro
è destinato a non arrivare mai all'ora,
non avrà fine. Fiete Stolte inganna il
tempo e regola il suo su giorni di 21
ore, ottenendo una settimana di otto
giorni, una notte in più da dormire. Le
sue foto testimoniano il progressivo
scollamento dal tempo degli "altri".
Arcangelo Sassolino propone una
istallazione nella quale, noi
spettatori, siamo partecipi. In una
specie di cabina telefonica si erge un
bottiglione solitario. In questo viene
insufflato, come spiega la didascalia,
azoto. Quando la pressione del gas
supera la resistenza del vetro, avviene
l'esplosione. Si attende pazientemente: gli addetti ci assicurano che qualche
volta è successo. Non si può sapere quando. Incredibili sono le parole scritte
con gocce d'acqua che rapidissime cadono dall'alto formando una cortina,per un
infinitesimo momento ci appaiono.
Per ultimo vorrei citare Jens Risch. Egli fa i nodi. Uno dopo l'altro, su
fili di seta elasticizzati lunghi chilometri.
Titanica perseveranza e sconfinata pazienza,
anni di tempo. Il risultato sono dei
sorprendenti micro fossili divorati da
invisibili organismi invisibili. Noi con ,lui,
restiamo fedeli al nostro motto: "FESTINA
LENTE"!
Tesori dalle dimore storiche del veneto
Nell'ex convento degli Olivetani di
San Bartolomeo in Rovigo, è in corso una
straordinaria mostra di ben cento tele, tutte
provenienti da antiche dimore del Veneto. Vanno
dal seicento al settecento inoltrato. Oltre a
due splendidi Marco Ricci, suo quello della
locandina, a Giambattista e Domenico Tiepolo,
Jacopo Tintoretto, Giovanni Bellini, Matteo Ghidoni, detto "Matteo dei pitocchi", Giulio
Carpioni ed il notevole Gaspare Diziani. Sua la
tela della scena dell'osteria, la mia opera
preferita! L'esposizione è affascinante e
divertente, utile a capire lo spirito del tempo
ed i gusti di una aristocrazia colta ed
abbiente. Ci sono anche ritratti e nature morte,
una di Brueghel, uno dei pochi artisti non
veneti. L'esposizione è ospitata nel Museo dei
Grandi Fiumi: si sa, il Polesine è terra di
acqua. Merita anche questo una visita. La mostra
si concluderà il 13 giugno. Aperta tutti i
giorni, meno il lunedì. Dopo la visita lauto
pranzo alla "Tavernetta Dante" con menù di
specialità locali e carta dei vini più che
soddisfacente.
NEL SILENZIO DELLA LUCE
mostra fotografica
Chiesa di San Francesco MONTONE PG
30.04.2010 - 16.05.2010
L'Umbria, si sa, è ben nota per i suoi paesi
arroccati, per il suo verde abbagliante, per il
suo paesaggio mirabolante. Pochi conoscono il
borgo di Montone, In alta Valtiberina, fondato
attorno all'anno mille. Straordinario per il
panorama che l'avvolge e per gli storici edifici
presenti. Nella trecentesca chiesa di San
Francesco, con annesso maestoso convento, è ora
in corso una sorprendente mostra fotografica.
Foto rigorosamente in bianco e nero, che fermano
momenti di vita delle religiose che vivono in
conventi della zona. Sono monache
dell'ordine delle Clarisse, di stretta clausura.
Il misticismo esaltato dai contrasti dei due
colori esaltano il misticismo e l'austerità
della scelta di vita e ce ne fa rispettosamente
partecipi. Sono momenti di preghiera e di
lavoro, attimi quotidiani, in cui la luce pare
accecante ed il silenzio assordante. Semplici
figure, ambienti essenziali e rigorosi, che per
un brevissimo momento ci appaiono davanti. Non
vedremo nessuna vita, della vita ci è illuminata
un'armonia perfetta. Andate. Ne abbiamo proprio
bisogno.
Io sono andato a mangiare alla taverna "Del
Verziere". Mangerete bene, vino ottimo, un rosso
del Trasimeno, e buoni prezzi.
no - where / now - here
CASA MASACCIO Arte contemporanea
Corso Italia, San Giovanni Valdarno AR
17.04.2010 - 16.05.2010.
Riflessione. Ed è il momento di una profonda
riflessione che ci propone la mostra:
arrestarci per un tempo, per ri-vedere il
video di Sigurdur Gudjonsson. Uno
spazio-casa, non più umano, con un abitante,
non più umano: il tempo trascorre.
L'uomo è divorato dallo spazio ed il tempo, lento, instancabile,
beffardo, agisce.
Inter-agisce nell'immobilità del sul
travolgente divenire incessante. Perfetto
equilibrio. Degrado senza fine, parte del nostro
esserci. E ci spaventa non per la sua fisica
presenza ma per l'angosciante partecipazione che
ci ispira. Noi stessi complici nella nostra
anima: è esattamente quella.
Questa terra è la nostra terra.
Questa vita è la nostra vita. Altre tracce
umane nel video di Carl Michael von Hausswolff e Thomas Nordanstad che viaggia
verso l'isola che c'è: Hashima. Alla fine
dell'ottocento questa isola fu destinata a
colonia per i lavoratori che scavavano carbone
lì vicino. Divenne, rapidamente il posto più
densamente popolato del pianeta. Finito il
carbone, l'isola venne totalmente abbandonata.
Il tempo non fugge: resta nell'immobile
pietrificazione di un transito ruggente. E
non vogliono consolarci le foto di Paolo Meoni,
sottolineano un accerchiamento che ci ha
stretto,
provvisorio certo. Sapremo
aspettare? Riflettere per guardarci. E, forse,
vederci.
oSTENSIONE DEL CORPO DI
SANT'ANTONIO
Stracciato ogni record di
visitatori!!! I funzionari romani delle Scuderia
del Quirinale, ancora si vantano dei loro
successi. Cinquemila visitatori in un solo
giorno. Ammazzate! A Padova, facendo la coda fin
dall'alba, i visitatori, in una settimana, sono
stati duecentomila! Stima per difetto! Era il 13
giugno del 1231 quando il Santo per antonomasia
lasciò questa terra per tornare alla casa del
Padre. Come da suo desiderio, fu seppellito in
una chiesetta vicina al convento francescano
allora esistente. La prima ricognizione fu fatta
nel 1263 dall'allora generale dei francescani,
San Bonaventura da Bagnoregio. La lingua del
Santo era rimasta incorrotta. Bonaventura,
fortemente colpito fece risalire il miracolo ai
meriti acquistati presso tutti gli uomini grazie
alle sue predicazioni. Egli parlava anche agli
animali, ma mentre Francesco lo faceva con le
creature terrestri, Antonio lo faceva con i
pesci. Forse per le sue portoghesi. A Rimini,
nella darsena, vi è affissa una lapide che
ricorda di quanti pesci era formato il suo
auditorio. Recentemente i resti mortali erano
stati trasferiti, per permettere i lavori di
ristrutturazione della Cappella dell'Arca, dove
ora riposano in pace. Dal 15 settembre al 20
sono esposte in una teca i suoi resti mortali.
Andate con devozione e ricordate il responsorio:
SI QUAERIS MIRACULA, !!!
Bortoloni, Piazzetta, Tiepolo - il '700
veneto.
Nato lo stesso
anno di Tiepolo, il 1696, Mattia
Bortoloni, ha in questa esposizione il
giusto posto che merita nella storia
dell'arte, insieme a Giovanbattista
Piazzetta e a Sebastiano Ricci.
Interessante notare che il gusto di
questa pittura, il cosidetto rococò, si
diffonde in tutta Europa, allargando la
sua influenza ad ogni espressione
artistica: l'arredamento, la scultura,
la decorazione, la moda ed anche nella
progettazione dei giardini. Le figure
sono leggiadre ed eteree, ferma restando
l'analisi introspettiva dei personaggi
ritratti. Guardando l'autoritratto del
pittore rodigino, ritrattosi come
"giovane matematico" si intravede
l'ironia beffarda ma anche la nostalgia
di un tempo che sta cambiando portando
con sè i sogni dell'arcadia,
lasciandoci, venato di malinconia, un
sentimento speranzoso verso una nuova
epoca. Epoca che sarà caratterizzata
dalla portentosa nascita dei "Lumi",
trionfo del pensiero positivo e
raziocinante. Niente più pastorelli e greggi ma
profonda ispirazione che trova il suo
trionfo nella cupola del santuario di
Vicoforte,
nei pressi di
Mondovì, che celebra Maria Assunta e la gloria dei
Savoia: è il più grande cielo affrescato mai
realizzato!
Mangiate, specialità venete, presenti nelle
tante osterie della città!
DA REMBRANDT A GAUGIN A PICASSO
L'incanto della pittura
Castello di Sismondo Malatesta, Rimini
Fino al 21 marzo 2010.
Dal Museum of Fine arts di Boston arrivano in
Italia 65 opere di pittori europei. L'evento si
è reso possibile per i lavori in corso presso il
museo americano. Norman Foster ha progettato una
nuova sala chediventerà la sededi questa
importante collezione. Si va da Tintoretto a
Rembrandt, da Monet a Cezanne, da Van Gogh a
Picasso. Alcuni quadri sono veramente notevoli,
il Van Gogh è strepitoso, così come il Cezanne
ed El Greco.
Altri sono meno notevoli. Merita
la visita un Legèr che segna una tappa nella
storia dell'arte: nonostante l'avvento della
fotografia e della sua perfetta riproduzionalità
del reale, sottolinea lo sguardo sulla realtà di
un artista.
Dopo la visita un pranzo a base
di pesce è obbligatorio. Ma non
fermatevi alla città, ma visitate il
vecchio quartiere di pescatori,
quello amato da Fellini, oltre il
Ponte diTiberio
SEPOLTURE ANOMALE
Ecco la mostra che farebbe impazzire Geoge A.
Romero (4 febbraio 1940)
In mostra i risultati di una lunga campagna di
scavi nella zona di Castelfranco Emilia e
dintorni. Con cura sono stati ricostruiti i
resti mortali ritrovati dagli studiosi della
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna e di varie altre Università
e risalenti al terzo-quarto secolo d. C. Nelle
urne si possono vedere le ossa umane ritrovate e
posizionate esattamente come al momento del
ritrovamento. L’inumazione era un momento carico
di valenze religiose ma anche di credenze ricche
di superstizioni e timori. Infatti, non solo i
morti potevano tornare in vita, ma potevano
rappresentare potenze del bene ed anche del
male. L’esito di questo ritorno era ignoto,
incerta la scelta tra bene o male che avrebbe
guidato il passo dei ri-nati. Per sicurezza,
la miglior difesa è la prevenzione! Qui si può
ben vedere a cosa alludo. Un sistema era quello
di tagliare ai morti i piedi onde rendergli
difficoltoso l’eventuale cammino. Per maggior
sicurezza gli tagliavano anche le mani: mangiare
sarebbe stato assai difficoltoso. Ad altri
veniva tagliata la testa senza la quale
risultava molto arduo ritrovare la via
casa.
L’aspetto più
interessante, e qui l’interesse per le pellicole
cinematografiche, è l’uso della confissione di
chiodi. Pensate a quanto valevano i chiodi
forgiati manualmente con un uso spropositato di
legna per il fuoco. Un signore ne ha ben tre nel
capo, in un occhio, nell’orecchio e nella
sommità del capo: uno ortogonale all’altro. E
crepi l’avarizia! Chissà mai chi era! Non
semplici paletti conficcati nel petto. Allora
volevano essere sicuri. Altri venivano legati
talmente stretti con lacci di cuoio che ancora
se ne vedono le traccia lasciate sulle ossa..
Visita molto interessante: vi regalerà ricordi
ed emozioni incancellabili. Approfittatene per
far scorta li Lambrusco di Sorbara, vi aiuterà a
meglio dormire!
Museo civico Archeologico, Palazzo Piella
Corso Martiri 204, Castelfranco Emilia (MO)
Fino al 21 febbraio
LA PERFEZIONE NELLE FORME
La mostra fiorentina mette a confronto il
fotografo americano Robert Mapplethorpe e lo
scultore Michelangelo Buonarroti. Si ratta
di un deliri di corpi e di forme che si
inseguono e rimbalzano nel museo. La ricerca
dello scultore è ricerca di bellezza e
perfezione. Per l americano, ossessionato dalle
forme rinascimentali di Michelangelo,la
perfezione porta con sé la personalità del
soggetto e dell' occhio che lo scruta. Uomo e
donna sono analizzati nel loro essere, aldilà
della mera rappresentazione. Robert aveva
incominciato il suo percorso artistico come
pittore per poi passare alle foto polaroid per
finire al bianco e nero, con ritratti
esclusivamente in studio.
Le sue foto di fiori, sono vere
e proprie nature morte, che trasmettono una
personalità caravaggesca che inquieta. La
natura, nella sua perfezione ritratta, immobile,
in un tempo arrestato, che diventa corruttibile.
Gli occhi dei molti ritratti, fissano, immobili,
i nostri. Ci parlano, ci gridano il loro animo e
i loro desideri più profondi. I corpi, levigati,
rinforzati, aggrovigliati, ignudi, perfetti.
Perfetti? Noi restiamo turbati da questa
ostentazione che ci assale. E ci rincorre per
raccontarci dell' abisso in cui precipitare.
Guardate il "Selfportrait" qui riportato.
E l ultimo che si è fatto. La morte in primo
piano. Dietro anche. C è soddisfazione per quel
tragico destino che lo avvolge. Come il sudario
indossato da Lysa Lion.
Alla Galleria dell' Accademia, Firenze.
Fino al 10 gennaio 20010
TRA TERRA E TEMPERA
PITTURA E SCULTURA A CONFRONTO ATTRAVERSO I
MAESTRI DEL RINASCIMENTO
Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie
SAN GIOVANNI VALDARNO
24 – ottobre -2009 - 6-gennaio - 2010
Piccola e splendida mostra che dà lustro alla
città di San Giovanni e a tutto il Valdarno. Nel
bel museo, recentemente riallestito sono
presenti opere mirabili del 400 fiorentino.
Innanzitutto ve segnalata la “Annunciazione” del
Beato Angelico, in mostra permanente, tempera su
tavola di finissima fattura, dai colori
abbaglianti e dal movimento leggiadro che
diffonde serenità e religioso raccoglimento.
Stupenda la terracotta della “Madonna col
Bambino detta Madonna della mela” dove è
ritratto il Santo Bambino che , stretto al collo
della Madre si ritrae ma al contempo guarda, con
curiosità e senza timore, da un lato.
Maria invece, che regge per il picciolo una
melagrana simbolo di resurrezione, appare
preoccupata: Ella sa del destino che aspetta la
sua creatura. La “madonna con Bambino” di Filippo Brunelleschi, altra
terracotta, è una composizione di rara armonia.
Il Bimbo sembra
pensare già alla sua vita futura ed alla sua
missione, mentre la mamma sua lo conforta e lo
protegge col suo velo stringendolo a sé.
Incantevole e commovente.
Un’altra opera del Beato Angelico è presente
alla mostra. Si tratta di uno strappo di
affresco proveniente dal Museo Nazionale di
Piazza Venezia. Ritrae il volto di Cristo che
fissa davanti a sé con tranquillità ma anche con
sicura consapevolezza. Uno sguardo pieno
d’amore! Completano il percorso opere di
Giovanni di ser Giovannino, dello
Scheggia, di Domenico di Michelino, Giovanni da
Piamonte, Mariotto di Cristofano. A
completamento della mostra è curato un percorso
tra le Pievi del Valdarno, con visite alle
terrecotte invetriate robbiane ivi custodite.
Venite numerosi! Sarà un’occasione e…
gastronomiche!
INGANNI AD ARTE
Meraviglie del trompe-l’oeil dall’antichità al
contemporaneo
Nella mostra è ben rappresentata tutta la storia
di questa tecnica pittorica che si prefigge come
base l’inganno, da cui nasce lo stupore e la
sorpresa che attraverso la falsificazione arriva
a darci un valore d’irrealtà. Emozione che oltre
a stupirci, ci turba. Come è possibile? Su una
superficie completamente piatta, figure ed
oggetti si animano e dalla cornice vogliono
evadere. Questo genere ha pervaso tutte le
tecniche artistiche, tarsie, sculture,
porcellana, pietre dure. La più antica opera in
mostra è un frammento di intonaco romano, datato
al terzo secolo a. C. Ci sono opere del
Mantegna, del Tiepolo, Tiziano, Veronese che
documentano la rinascita di questa arte dopo
l’oblio nel medioevo. Oltre ad una miriade di
altri autori, attraverso vari secoli. Sono
presenti supporti tattili ed olfattivi. Per
ristabilire i nostri sensi perturbati, alla fine
del percorso c’è un gabinetto scientifico con
vari apparecchi ottici. Ricco di spiegazioni per
aiutarci a penetrare nel mistero della visione.
Ciò che si vede passa dall’analizzatore visivo
ma poi il cervello deve decodificare le
immagini. Non è facile, alle volte s’imbroglia!
Ricordatevelo!
PALAZZO STROZZI, Firenze.
Fino al 10 gennaio 2010..
QUELL’INSTABILE OGGETTO DEL
DESIDERIO…
L’immaginario del seno femminile nella
fotografia d’autore
Il Museo di Storia della Fotografia presenta
questa rassegna di foto d’autore. Curata dalla
Direzione Scientifica ed il Coordinamento del
Progetto “Europa Donna”. Nato per la lotta alle
malattie del seno e che punta sulla salute
globale e la fiducia nella scienza. In
concomitanza si è svolta la giornata sulle
attualità in senologia.
Sono esposti scatti di Cartier-Bresson, Brandt,
Erwitt, Alvarez Bravo, Doisneau, Scianna, Horvat,
Gibson, Mapplethorp e Francesca Woodman, vedi,
qui sotto la recensione della sua mostra a
Siena. Tutti i generi sono presenti: dal
reportage al ritratto, dalla cronaca al
fotomontaggio. Tutte la foto sono splendide,
intime, colme di tenerezza, alcune sofferte,
alcune esibite. Per riflettere, per capire, con
il cuore e con la mente. Occasione per svelare
particolari ed interezza della magia femminile.
Per noi così lontana ed inafferrabile.. Forse
l’esperienza estetica ci può aiutare.
Al MNAF, Piazza S. M. Novella, Firenze.
Fino al 10 gennaio 2010
FEDERICO BAROCCI
Nato ad Urbino nel 1535 fu
pittore di grande rilevanza. Ammirato dal
vecchio Michelangelo influenzò l’epoca
contemporanea ed ebbe grande rilevanza in tutta
Europa. Chiamato a Roma, fu incaricato da San
Filippo Neri di lavorare per una sua chiesa.
Dipinse un incontro tra Elisabetta e la Madonna
secondo i dettami dello spirito degli oratoti,
l’istituzione del Santo. E’ una scena di
carattere popolare ed al contempo soffusa di
sospiro divino L’artista aderì alla
Controriforma Cattolica e nelle sue tele ben si
nota questa partecipazione.. Abbandonata Roma fu
chiamato in varie corti. A Perugia dipinge la
straordinaria Deposizione, restaurata per questa
mostra, che lascia stupefatti! La scena è
affollata di persone, ognuna delle quali ha il
proprio sentimento che rifulge tra i colori
Molti sono i personaggi che affollano i suoi
quadri, vedi la splendida ultima cena,
con il lavapiatti in primo piano.
E Federico partecipa commosso
all’evento, con i colori e con le
prospettive, infondendo il carattere
spirituale, raggiungendo effetti visivi
impressionanti.
Fu anche unan
ritrattista, abile nell’uso del carboncino e dei
pastelli che usava per i disegni preparatori.
Spesso nei paesaggi compare il Palazzo Ducale
della sua città, segno di appartenenza e di
amore per il luogo natale. Mostra assolutamente
imperdibile, di un maestro poco noto ma di
valore immenso. A Siena, al complesso museale di
Santa Maria della Scala, di fronte al Duomo,
fino al 10 gennaio 2010. Correte, vale
certamente la visita!
FRANCESCA WOODMAN
Nata a Denver il 3 aprile
del 1958 in una famiglia di artisti, incominciò
fin da piccolissima a fare fotografie. E’
considerata la fotografa più influente del
ventesimo secolo. Il soggetto è quasi sempre lo
stesso: il suo corpo. Ritratto sempre,
rigorosamente in un bianco e nero mai nitido e
spesso senza abiti. Gli ambienti, interni sono
spogli, sovente squallidi, claustrofobici.. In
questi ambienti freddi ed ostili compaiono
particolari sorprendenti, come approdi per un
salvataggio impossibile da raggiungere. Aumenta
così il senso di solitudine ed abbandono. Ecco
che il suo corpo ci appare di fronte con le sue
emozioni ed angosce…
Lontano il mondo
degli altri che rapidamente cambia, trasportando
con sè tutta la realtà per trasformarla. In vita
ha pubblicato un solo libro: “SONE DISORDER
INTERIOR GEOMETRIE”, quasi un epitaffio per se
stessa. Pose, pochi giorni dopo, termine alla
sua vita. Si gettò nel vuoto. Distruggendo quel
corpo, fonte della sua ispirazione poetica. La
mostra è molto bella ed inquietante. A compendio
sono proiettati alcuni suoi video. Il disagio
dell’esposizione di un fragile essere umano ci
rattrista.
A Siena, fino ai primi di
gennaio 2010, al complesso museale Santa Maria
della Scala.
IL CIBO IN POSA
Mostra da non perdere! Sono
esposti pochi quadri, diciannove, tutti di
pittori emiliani. Si va da Paolo Antonio
barbieri, di Cento, nato nel 1603 al
conterraneo Giuseppe Artioli del 1739. Tutti tra
‘600 e ‘700, tutte nature morte. Un delirio di
frutta, verdure, carni, pesci, fiori, formaggi e
salumi. Non manca il vin santo co’ cantuccini!
Eppoi, figure femminili, cagnetti e puranco
gatti. Con tanto di paesaggi onirici a far da
contorno a tutto quel ben d’Iddio! La sala della
mostra, l’attuale aula magna dell’Accademia di
belle arti, antica chiesetta, abbraccia la
mostra al centro della quale si aggira il
fortunato visitatore. Si rimane sbalorditi dalla
perfezione degli alimenti, e frastornati! Siamo
all’apice della cultura di questo genere che
vede in Caravaggio il maestro supremo.
Emozionante la ricerca di particolari non sempre
visibili di primo acchito che riservano sorprese
inimmaginate. Ma le cipolle? Il pane?
L’anguria?... La mostra non è dotata di
rilevatori sicchè ci si può avvicinare
senza tema di far scattare l’allarme. Che bel
piacere! Non ultimo, l’ingresso è libero.
Conviene investire i soldini in una trattoria lì
vicino: affettati vari e lambrusco, obvious!
GIUSTO FIAMMINGO
PARLARE CON DIO
Alla restaurata cappella dei Cavalieri di Malta,
denominata ora GALLERIE dei GEROSOLIMITANI, in
via S. Francesco 3, è aperta una mostra
imperdibile. Si tratta di un percorso attraverso
i Vangeli, le predicazioni e la liturgia
cristiana, del rapporto dell’uomo con Dio. Sono
in tutto una ventina di tele, italiane ed
olandesi, dal XIV al XVII secolo. Comprende
anche delle stupende nature morte ed alcuni
fondi oro di maestri del trecento. La tela più
rappresentativa è un’opera di Giusto Fiammingo,
personaggio sconosciuto, di probabile origine
nordica e di passaggio a Roma. L’opera,
descritta per la prima volta da Federico Zeri,
chiamato a catalogare la collezione della
Galleria Pallavicini, alla fine degli anni
cinquanta, rappresenta “ La fuga del giovane
nudo durante la cattura di Cristo”. Narra di un
episodio che è raccontata solo nel Vangelo di
Marco, il Vangelo più breve e messianico degli
altri. Rappresenta la cattura del Cristo nel
Getsemani.
Figura centrale un
giovane in fuga a cui viene strappato il
lenzuolo con cui si copriva, rimanendo ignudo.
Molte sono le persone che si sono interrogate
sull’identità del giovane. Gabriele D’Annunzio
sosteneva che il giovane era il terzo apostolo,
quello che avrebbe preso il posto di Giuda.
Altri che si tratta di Giovanni, l’apostolo
prediletto. Ancora, chi sostiene trattarsi
del redivivo Lazzaro oppure, più semplicemente,
la figura significa la paura di coloro i quali
si trovavano vicino al Messia nel momento della
prova ultima. Restando nell’allegoria, si pensa
anche di una profezia circa il popolo d’Israele,
costretto a fuggire, privato di ogni avere. A
noi è cara una interpretazione che ci avvicina a
quel ragazzo. Si tratterebbe del figlio del
padrone della camera dove l’ultima cena ebbe
compimento. Egli seguì con attenzione quel
gruppo di sconosciuti e ne ascoltò le parole.
Intuì la tragedia che stava preparandosi e ne
restò turbato profondamente. Nella notte, non
riuscendo a prendere sonno, si coprì con il
lenzuolo e salì all’oliveta. proprio nel momento
scelto dai gendarmi per la cattura del figlio di
Dio. Si trovò, suo malgrado, nel frastuono delle
grida e nel fragore delle armi. Terrore e
disperazione invadono il ragazzo che cerca di
fuggire. Ci riesce ma avrà sempre negli occhi
l’immagine di quell’uomo mite trascinato con
violenza prigioniero. Tutte le interpretazioni
sono possibili. Possiamo rifletterci anche noi…
alla fine Egli resterà solo! Proprio davanti
alla grande tela una capiente panca in questo ci
aiuta!
APHRODISIAC
Accorrete numerosi! A Città della Pieve:
grande manifestazione che comprende eros e
piaceri vari.
Avrebbe fatto la felicità di Oscar Wilde, noto
dissipato-dissipatore e di Dante Alighieri, noto
dissacrato-dissicratore. Per
esempio: tavola rotonda sul tema: “ Paolo e
Francesca, fu galeotto il libro o il pan di
zenzero?” Forse era quello con lo zafferano, qui
prodotto industrialmente e con risultati
eccellenti. C’è la possibilità di farsi
decorazioni con l’hennè, in parti nascoste, da
svelare, sapientemente, con calma ed eleganza,
al(ai) compagno(i). Cosa di meglio
di una passeggiata nei cupi boschi con spruzzi
di luce, alla ricerca di antiche e misteriose
erbe? Vi guideranno nella ricerca sapienziale
discrete vecchine. Esse si tramandano da
generazioni le dirompenti proprietà di questi
prodigi vegetali: attenzione! Fatene un uso
assai misurato. Le cene sono numerose e
varie: quelle a base di ostriche e champagne,
per risvegliare i sensi, e cene medievali,
all’insegna di Lucrezia Borgia! Voluttà e paura,
notoriamente, entrambi, afrodisiache. Danze
in cerchio tra profumi inebrianti. Tanghi
argentini(!) danza del ventre, Turan Dance.
Teatro e cinema, tra cui il mitico “Mangiare
Bere Uomo Donna (vedi la rubrica
cinema).
Degustazioni multietniche, la caipirinha
corre a rivoli), vini di ogni dove con annesso
dibattito: è meglio, per accendere i sensi, il
Prosecco dei verdi mammelloni della Marca
Trevigiana, o il Passito delle assolate pianure
di Pantelleria? Una camminatina a scoprire il
vicolo più stretto d’Italia, ottanta centripeti,
detto “BACIADONNE”. Ma attenzione! Non fatevi
scappare la mano! Il paese è bellissimo e merita
una gita. Poi alla sera, stanchi e non solo
(!) fermatevi in una delle tante locande… Ma che
avete capito? Solo per ripensare alle erbe, ai
documentari, alle lezioni dantesche.
All’indomani, freschi e frizzanti compratevi dei
bulbi di zafferano. Adorneranno il vostro
balcone e qualche sera vi aiuteranno in cucina…
Uscita CHIUSI dellA1, a due passi! Buon
divertimento!
ARTE, GENIO E FOLLIA
Ebbene
si! Nel genio spesso alberga la follia e come in
questa mostra è ben documentata, questa follia
genera inquietudine in chi guarda queste opere.
Sconcerta e ammira questa genialità che nasce
dal disagio e dalla malattia. Oltre ad
opere di misconosciuti artisti che nel manicomio
hanno vissuto, sono esposti strumenti di “lavoro
e cura”, mezzi di contenzione,cinghie e altri
apparecchi in uso nelle strutture di
segregazione. Mondi di sofferenza ed
alienazione che hanno
trovato nell’espressione artistica il
modo per esprimere profondi sentimenti che ci raggiungono
nel profondo. Il nostro Ligabue, pittore autodidatta, sempre
vissuto isolato nella sua Bassa. Nei suoi autoritratti ci
guarda sconsolato e sconfitto ma nella “Tigre che balza”
sembra dare una zambata violenta a chi lo deride per i suoi
lavori. Ed il grande Van Gogh, ora presente in tutti i musei
e collezioni private che diede i suoi giorni nel manicomio
di Arles. Non manca l’allucinato Munch con i suoi “Urli” che
sembrano assordarci, sordi alle atrocità del mondo.
Kikchner, Max Ernst, Grosz ed il “Trionfo della morte” di
Guttuso. Presente anche il ritratto di Dino Campana, l’unico
esistente, eseguito da Giovanni Costetti poco prima che il
poeta finisse al manicomio di Firenze. Otto Dix e August
Strindberg con lo splendido “Marina con scogliera”. La
creatività ci appare chiara e manifesta. Fino ad arrivare ai
disegni di Henry Michaux, eseguiti sotto l’influenza della
mescalina: l’inconscio che si manifesta prepotentemente. E’
sicuramente una mostra da non perdere: ci aiuta a guardare
con più rispetto questa creatività che ghermisce di forza
questi artisti. Follia e arte e creazione. Indissolubilmente
legati insieme. Alla mostra è collegata una visita all’ex
complesso manicomiale, con annessi orti, di San Niccolò.
Vicino a Porta Camollia, a due passi da Piazza del Campo c’è
un ristorantino niente male. Chianti Classico Riserva, mi
raccomando, ne avrete di bisogno!.
Ligabue
Ritratto di
Dino Campana
Messerschmidt
E.
Munch
O.
Dix
M. Ernst
H. Bosch (
attribuito a )
PAROLE CONTRO
E’ nel 1963 che
un gruppo di artisti, di varie estrazioni e
provenienza, pittori, poeti, musicisti fondano
IL GRUPPO 70 a Firenze. Alla base della loro
ricerca, il variegato, vasto, variopinto mondo
della parola. La produzione di parole viene
stravolta, non solo alla lettera, ma diventa
presupposto fondamentale per alimentare
illusioni ed emozioni. Per ricordare che chi
scrive continua a considerare la parola come
fine. Ogni parola non equivale ad un’altra
uguale ma possiede una propria trascendenza che
riflette i mutamenti, le contraddizioni ed i
conflitti del mutamento. L’immagine produce uno
spazio mentale nuovo confrontandoci con la
relazione dell’autore con la sua arte. E la
parola è anche corpo ed il concetto è ben
sottolineata nelle opere di Malquori: figure
femminili sul cui corpo compaiono parole.
Ricerca di una libertà dell’artista con la sua
materia partecipando così allo sviluppo della
lingua. Lingua che viene arricchita di nuovi
contenuti. Alla mostra sono presentati anche
video e filmati. Collegate delle serate di
musica e canti: Tra cui Paolo Pietrangeli, Ivan
Della Mea.
LORENZO BONECHI
Della purezza fece scopo della
sua vita. Paesaggi toscani popolati da semplici figure, in
attesa, attesa serafica eppur ieratica. Da questa natura
perfetta ed immutabile nasce un imperativo: sono i nostri
occhi e dunque il nostro cuore a cogliere il rapporto tra le
immobili figure umane ed una natura che ci chiede di essere
rispettata. Ed il sacro si discopre e si rivela
nell’apparente semplicità, quasi controvoglia, così, con
naturalezza, facendoci discoprire il nostro bisogno di
sacro.
E vediamo il bronzo della lotta tra il bene ed il male: San
Michele Arcangelo che lotta contro il drago malefico,
citazione dall’Apocalisse di San Giovanni.
Giona,che, contro la volontà di Dio, non vuole predicare e
gettato in mare dai pescatori, viene inghiottito dalla
balena e riportato a riva.
JOSEPH MALLORD WILLIAM TURNER
(1775-1851)
Grande pittore, considerato
l’anticipatore dell’impressionismo, ha fatto del
paesaggismo un’arte a sé stante. Maestro
ineguagliato della tecnica dell’acquerello,
studiò alla Royal Academy of Arts, dove si
dedicò principalmente allo studio del paesaggio
classico. William girò tutta l’Europa, visitando
la Francia e la Svizzera, in particolare
per i suoi paesaggi alpini ben si prestava al
suo vedutismo lirico e romantico. Visitò anche
Venezia e l’Italia che ebbe un ruolo
fondamentale sia per lo studio del grandi
Maestri italiani, sia per gli scorci dei
paesaggi e delle città.
In
mostra scenari montani della Gran Bretagna e
della Francia, delle Alpi e dell’Italia. Di
quest’ultima subisce prepotentemente il fascino
dell’architettura e della luce. Ritorna in
Italia una seconda volta visitando Roma e
Napoli. L’emozione è soverchiante e la sua
produzione aumenta, ampliando l’espressioni
delle sue emozioni. Soggiorna per lungo tempo a
Roma, dove crea opere pittoriche sempre più
sognanti dove il vero protagonista, al di là del
soggetto è la luce. Ritorna ancora a Venezia
ed è qui che raggiunge l’assoluta modernità. Le
architetture spariscono la sciando il
loro posto ai colori dell’acqua e del
cielo che si mescolano creando
immaginifiche visioni.
Che sono il riflesso dell’interiorità
dell’artista, ora completamente preso da un delirio
sognante, uno sguardo che riflette la visione
interiore dell’artista della luce. Luce che diventa
commozione e condizione di un mondo che William ha
saputo aprire a sé e altri.
Mostra imperdibile! Andateci! A mangiare andate
in una piccola enoteca vicino al ghetto: si
mangia bene ed il vino è al bicchiere. Grande
Billy!
I DELLA ROBBIA
Modellare l’argilla di
biblica memoria, impastarla, smaltarla,
cuocerla… In molti borghi della Toscana si
trovano queste preziose opere. Il primo, colui
che riscoprì i segreti della terracotta
invetriata fu Luca (1399-1482) che trasmise ai
figlioli i segreti di questa lavorazione. Questa
raffinata tecnica veniva dall’oriente,
attraverso i Romani e i Bizantini, passando
dalla spagna araba. Ora in questa grande mostra
presso il Museo d’arte medievale e moderna di
Arezzo sono esposte ben 140 opere robbiane in
gran parte a carattere religioso. La
spiritualità degli ordini mendicanti, Domenicani
e Francescani era ben rappresentata dalla
sobrietà del bianco e del blù cobalto.
Attorniate da ghirlande di fiori e frutti.
Imperdibile una visita al convento Francescano
della Verna, dove Francesco ricevette le
stimmate..Altra visita consigliata è al convento
di San Marco, a Firenze dove visse il Beato
Angelico ed il gran fustigatore Gerolamo
Savonarola. I Della Robbia lavorarono anche per
l’estero e la loro fama si sparse in tutta
Europa.
Sono anche previste visite
alle varie pievi che conservano opere robbiane
nella provincia di Arezzo.
ANTONIO ALLEGRI DETTO IL CORREGGIO
Nato a Correggio nel 1489 e lì morto nel
1534. Fu pittore di larga fama, ammirato da
tutti i suoi contemporanei, compreso
Michelangelo che ebbe a dire, dopo aver visto
gli affreschi della cupola del duomo di
Parma,1526, che riempirla di denari non sarebbe
stato sufficiente per ricompensarlo per quel
capolavoro. Si formò alla scuola di Andrea
Mantegna ma fu sempre aperto ad ogni influenza:
dai pittori ferraresi, a Durer, da
Raffaello a Altdorfer. Qui alla mostra nel suo
paese natale sono presenti il trittico della
misericordia, il Cristo, il San Giovanni
Battista e San Bartolomeo Apostolo. Altre sue
opere si trovano all Ermitage di San
Pietroburgo, al Louvre, alla National Gallery di
Londra, al Metropolitan Museum di New York, alla
Galleria Borghese, agli Uffizi, al
Kunsthistorische Museum di Vienna, al Prado
diMadrid.
Interessante anche la rilettura di un
particolare del Correggio fatta dall’artista
contemporaneo Omar Galliani. Si tratta di un
riferimento di un’opera dell’Allegri: Il
rapimento di ganimede da parte di un aquila,
opera conservata a Vienna. Dopo numerosi disegni
preparatori e alla collaborazione del gruppo
sportivo correggese e delle cave di marmo di
Carrara che ha fornito la granaglia di marmo, è
stata realizzata un’opera commemorativa.
Segnati sul prato i punti precisi, l’autore ha preso il volo
grazie ad una mongolfiera e dall’alto ha diretto i lavori.
Il risultato un’opera di land-art, che ricorda i famosi
disegni di Nazca, nel Perù. Per poter ben vedere il Ganimede
bisogna fare un viaggetto in aria! La mostra vale un
viaggio: la cucina è ottima,magari il vino portatevelo da
casa!
P.S. Ed il buon Ganimede di cui si
invaghì Giove che fine fece? Divenne coppiere degli dei!
Mica male! Eppoi faceva la cresta sul vino, beh, gli toccava
anche fare qualcos’altro!
Omar Galliani
ARTE, PREZZO E VALORE ALLA
STROZZINA, FIRENZE, fino all’ 11/1/2009
Potere ed economia, soldi et ignoranza,
furbi and aste, Nasdaq und arte.
Alla
Fincantieri di Muggiano (La Spezia) è in stato
avanzato di costruzione uno yacht: nome in
codice “Hull 6154”. Beh? Ha sette ponti, due
eliporti, piscina, un hangar per l’aereoplano,
un sommergibile, sistema antimissile. Impegnati
nil lavoro 350 persone per almeno 4 anni.
Professori, specializzati, Esper Oeino et studio
di Pascal Reymond Longton. Presupposto proprio
dello stesso profitto.
A Milano ha riaperto, finalmente!, dopo
ristrutturazione, il negozio monomarca Patek
Philippe. Per l’occasione in vendita 50 arologi,
“Calatrava Reference 5296”. Costo 175 mila euri.
Gran coa: Tutti venduti! Tanti schei! Tutti,
tuttini, hanno soldi! L’arte è un nuovo
(nuovo?) paradigma di (nuovi?) valori.
La crisi generale dell’economia genera un
bisogno di nuovi valori: è all’arte che bisogna
guardare!! L’artista è soggetto libero, di
approccio creativo, è da loro che dobbiamo
trarre la lezione. Il suo lavoro ricorda la
bottega d’arte di antica tradizione! At Firenze
esposta è una tela di D. Hirsch: Lo sfondo,
rigorosamente omogeneo, marron, la han fata i
suoi aiutanti! D. ha attaccato delle farfalle
con un spillon! Creazione ed abilità artistica!
Bisogna aver innovazione ed intuizione a sfare!
Bisogna adattarsi, l’arte serve a vedere le cose
in un modo altro! Il profitto non coincide co i
guattrini ma con tutti quegli elementi correlati
alla valorizzazione di quella persona in quanto
presupposto proprio dello stesso profitto:
LA FELICITA’ E’ IL FINE DELL’ECONOMIA! Alla
mostra di Firenze espone D. Hirst, Murakami,
borse per Gigi Vuittone. Cesare Pietralusti
regala dollari artistici, non spendibili, che
sennò i poareti facevano la coa e no va ben!
Thomas Lacher riporta, su belle tavole colorate,
frasi di Harlo Marss (Do you rimember?) tratte
da un libro, corposo assaje, Das Kapital, par
exemplo: “Il carattere mistico della merce non
sorge dal suo valore d’uso”. Come dire che è
molto difficile vangare un campo con una tela di
Paolo Picazzo. Proprio un quadro di egli
(L’arlecchino) è stata ritirato da Sotheby’s da
un’asta: valutata almeno 30 dollar million non
sarebbe stata data via neanche a gartis! Ni il
yacht vogliano imbarcare un animale morto in the
formaldeide. Ci riusciranno? Sarà difficile!
Almeno una volta usavano il alcool puro. Cesare
Lombroso, ha donato la sua testa al museo che ha
il suo nome. A GRATISSE! In una boccia di
alcool piena! Segata! Beh, è anche vero che non
è un museo di arte. Se avete una testa segaha
sul comodino, non bevetene il alcool! Un domani
potrebbe valere euroni, eurini! Andate alle
mostre ma non bevete, di nascosto, dai boccioni:
usano il formaldeide che costa meno! Ma fuori
trovate un benefattore, vi darà un goto di vino
dietro compenso altissimo: cari miei la vita di
artista è carissima! Prosit Pronobis!
DA COROT A PICASSO DA FATTORI A DE PISIS
A Perugia mostra pubblicizzata alla grande.
Collezione Phillips di Washington e quella di Ricci Oddi,
nostrale. C’è un Van Gogh strepitoso, un Picasso orrendo,
but un Cezanne ci rimette in pace col mondo e con noantri.
Il Modigliani, come da foto, è hello che è. La raccolta
di autori italiani, beh, lasciamo perdere. Un grande De
Pisis, con fiori in vaso.
Vu volete ire in Perugia town? Fur cibus, not for art
looking! Vinus bonus? Est difficoultous da rinvenire! Prosit
Pronobis!
Kandinsky
Paul Cezanne
Van Gogh
MUSEO DEL VINO
Fondazione Lungarotti, Torgiano PG
Tutto un delirio! Di boccali, attrezzi di lavoro, stampe,
pressatoi, ex- libris: ogni hosa di il vino! Tute kamere of
stone, i omani trabajono assaje fur trasformation di uva ni
vino. Sed beverone, nobil dionisiac father gift, fur
trabajo far più soft. All mundo vinum fecit… Why? Sed
alcoholic bibit! El xe bon! In Grek Olimpus Dionysos el gera
l’unique Deo qui abla avec human people, basta que bibat
assaje… el Deo el xe là, sentà und bibe avec moi! In Umbra
land, Lungarotti beaucoup di travail for new vida di i vino!
Vini bboni, fati ben e costen i giust!
Ndè a le kantinen verte da Lungarotti, la xe la mejo festa
der wein!
Dans la route di Ruckkehr, in the car a friend por conduire
l’automovil, mi son de là! Noantri drinking a GIUBILANTE,
botegia.
Montepulciano, sangiovese, canaiolo e cabernet. Di il 1991.
Prosit Pronobis!
LA MINERVA
Prassitele, scultore ateniese nel trecento a.C.
scolpì una statua di Afrodite. Per la prima
volta una divinità veniva rappresentata ignuda.
Beh, aveva un nastro a trattenere i capelli ed
un braccialetto. Lo sguardo è trasognato e
sereno, la nudità non la imbarazza.
Da questa statua di marmo, quello dell’isola di
Paro, il più bianco e pregiato, simile a quello
che il buon Michelino andava a scegliere
sull’Apuane, nacquero infinite imitazioni.
Arriva ora, dopo otto anni di restauro, la
Minerva di Arezzo, fusione in bronzo. Gli
studi effettuati durante il restauro, fanno
risalire al III° secolo a.C. la creazione di
questa meraviglia, ritrovata nel 1541 nell’area
della chiesa di San Lorenzo e probabilmente
copia di un modello di Prassitele. La statua fu
prontamente acquisita da Cosimo I°, Granduca di
Toscana. Mica bischero! Se la teneva nel suo
studiolo sopra il tavolino! Come per altre
statue famose dell’antichità, le copie non si
contano: lei, ieratica e dolce svetta su tutte.
Il culto di Atena venne introdotto dagli
Etruschi che la chiamavano Menrva, poi i Romani
trasformarono il nome. I Greci la chiamavano
Atena a cui avevano dedicato il Partenone al cui
interno si trovava una statua enorme della dea
in oro e avorio attribuita a Fidia. Era venerata
come dea della medicina, della poesia, della
saggezza e delle arti.
Ora risplende, nei
suoi due metri e mezzo di statura
nella Sala Vasari in piazza del
Praticino. Il drappeggio delle
vesti, il piede e l’anca destra
leggermente avanzati, il capo
lievemente inclinato, lo sguardo
sicuro… una Dea che chiede
ammirazione e dona l’appagamento
della nostra tensione al bello. E
come succedeva con l’Afrodite di
Prassitele, irresistibile, tanto che
innumerevoli erano le persone che,
nottetempo, cercavano di accoppiarsi
con lei! Anche da questa visita
si esce, nuovamente, innamorati!
Ci beviamo un brunello delle terre etrusche e
brindiamo alla "nostra" Dea! Prosit Pronobis!
L'Afrodite Cnidia
INCANTAMENTI
L’evento Immobile
Alla “Casa Masaccio” altro evento
storico-culturale che pone questo spazio al
centro dell’interesse artistico di livello.
La mostra si pone come obbiettivo l’indagine tra
le varie forme creative che ruotano attorno a
quella linea, evanescente, tra le varie
espressioni artistiche: pittoriche, materiche,
cinematografiche ed anche acustiche.
Quest’ultima è ben rappresentata nel video di
Kan Xuan, 100 Times. Stoviglie in
terracotta, bicchieri e brocche cadono
dall’alto. Si ammucchiano in un caos-storico
del proprio uso, frantumandosi col
caratteristico scroscio: attimi del percorrere
inesorabile del tempo. Nel film di Sophie
Whettnall, accompagnamo due gambe di donna,
velate di nero, i cui tacchi a spillo risuonano
all’orecchio… Dopo aver attraversato villaggi e
brughiere finiamo di fronte ad una scogliera ove
il mare s’infrange, ultima meta emblematica che
carica-scarica il tempo. Ci troviamo ora in un
campo innevato, si erge la Kleine Kappel di
Christiane Lohr.
Nell’infinita distesa di neve
pochi rami disposti a cerchio, in cui le cime si
sfiorano, simboleggiano un rifugio, caduco, che
ci sospinge in dimensioni dello spirito che
tra-valicano il nostro viaggio interiore.
Notevole il video di Mark Lewis. Un tipico
non-luogo delle odierne periferie: un palazzone
in stato di abbandono. All’interno figure umane
si muovono senza apparente scopo. Un uccellino
su un blocco di cemento ci riporta ad una
umanità in cui sperare-disperare. Nostro compito
una riflessione: adottare uno sguardo
incantato-disincantato. Niente è immobile. I
confini per essere attraversati. HIC SUNT
LEONES, anche loro felini proprio come il mio
gatto che sale sulle gambe per essere coccolato.
Poi esigerà di uscire per s-confinare dal nostro
incanto- disincanto. Lasciamo impronte sulla
neve e presto saranno cancellate.
Chi ci segue cambierà percorso-discorso… La
borraccia è piena di grappa alla pera, obiuvsly!
Prosit-Pronobis!
GABRIELLA SCARPI A VENEZIA
Grande mostra! Irrinunciabile! A
Palazzo Mocenigo sede del Centro
Studi del Tessuto e del Costume si è
aperta una mostra di Gabriella
Scarpi, nostra amica nonché
collaboratrice (!!!).
Qui è ben rappresentato il percorso
storico ed artistico dell’artista.
Tessuti lavorati a mano con la
consueta poetica: assemblaggi
violentemente cromatici tesi alla
creazione di costumi che lei chiama
“Abiti da non indossare”.
Nelle grandi tele sa unire una
sensibilità estrema ad uno spiccato
senso dell’armonia dei colori e
delle forme. Vi campeggiano volute
di colori insieme ad inserti di
sottilissimi fili ad impreziosire
l’opera, effettuando sovrapposizioni
incessanti anche a coprire
precedenti lavorazioni. Insomma, è
una festa per gli occhi e
soprattutto una festa per l’anima.
Accorrete numerosi: vi accoglierà
con la consueta allegria e
cordialità!
Nella Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme a Roma, sarà letta la
Bibbia, dalla prima parola
all’ultima. Ci vorranno sette giorni
e sei notti per completare
l’impresa, circa 140 ore.
Incomincerà il Santo Padre Papa
Benedetto XVI° Joseph Alois
Ratzinger alle ore 19 di domani 5
ottobre 2008. Il secondo lettore
è il metropolita Hilarion, patriarca
ortodosso di Mosca. Terzo il
presidente delle Chiese evangeliche
in Italia, il pastore Domenico
Maselli. Poi niente popodimeno
che Roberto Benigni.
Seguiranno, in ordine sparso:
Andreotti, Ciampi, Scalfaro,
Boccelli, Carlucci, Mennea,
Cucinotta, Bondi, Placido. Sarà
trasmessa in diretta su rai 1. Si
alterneranno 1250 persone, preti e
suore, ebrei ed ortodossi, luterani
e laici. Insomma un grande
evento. Proprio sul mistero
dell’inizio è dedicata la mostra di
quest’anno di Illegio, di cui in
queste pagine abbiamo parlato di
quella sull’Apocalisse, l’anno
scorso e di quella su San Martino
l’anno precedente.
Del principio delle Rivelazione divina nella
scrittura tratta la Genesi. Protagonista l’uomo
in quanto tale, in ebraico ha- ‘adam. Le opere
esposte sono una sessantina. Ci introduce lo
splendido acquarello di William Dio Padre
allontana il caos e le tenebre con un compasso
di luce. La formella con la creazione di Adamo,
opera di Andrea Pisano, realizzata per il
campanile di Santa Maria del Fiore a Firenze, ci
stupisce e teneramente ci mostra l’armonia del
paradiso terrestre. Poi l’inquietante incisione
di Albrect Durer dove attorno alle figure di
Adamo ed Eva, lussureggia una natura piena di
docili animali. Al centro, però, il serpente
malefico e nella mano sinistra la prima donna
cela un frutto. La Genesi ci spinge ad
interrogarci sulla presenza del Male ma anche ci
dice che l’inizio dell’uomo è l’attesa dell’Uomo
Nuovo.
Corriamo giù a Tolmezzo, ci aspetta frico e
polenta fritta. E bottiglione di Cabernet
del Collio friulano. Prosit Pronobis!
Illegio, Udine, Casa delle Esposizioni. Visitare
il sito
www.illegio.it
P.S. Per la ricetta del frico e polenta andare
alla sezione
CUCINA.
LA MEMORIA DENTRO IL FUTURO
MARCO BOLOGNESI
Grande mostra a San Giovanni
Valdarno, protagonista assoluto il
volto femminile, nella sua
intangibilità e nel suo mistero.
Marco Bolognesi segue un percorso
artistico per decifrare il
segno-significante. E segue la
via più difficile: non per
sottrazione ma per accumulo. Così da
svelare l’ aspetto alchemico della
profondità di questi visi che
beffardi ci osservano e si fanno
osservare. Allora il feticismo
estremizzato ci riporta all’arte
africana delle maschere ( pensiamo a
quando, per primo, Picasso le
scoprì)
dove i colori e le forme concorrono
alla magia del non detto, del non
compreso. Del nostro incessante
bisogno di conoscere-riconoscere.
Entriamo in questo viaggio con
grande curiosità e desiderio: forse
qualcosa dell’universo femminile ci
verrà svelato!
Alla
Galleria Navona 42 (Roma) grande
mostra: KAKUSHIAJ, in giapponese,
che
tradotto in italiano significa: il
gusto nascosto. In Giappone
riescono a trasformare semplici atti
di vita quotidiana in forme d’arte.
La calligrafia, la composizione dei
fiori, i bonsai, i giardini con i
sassi… Riuscendo sempre a stupire e
rendendo queste forme d’arte una
necessaria poesia quotidiana.
Reiko Hiramatsu, l’artista in
mostra, si occupa di fotografia.
Dopo aver frequentato vari corsi di
cucina, apre un ristorante, dove
l’allestimento della tavola è
fondamentale. Vuole andare oltre
ed inizia a lavorare in uno studio
fotografico specializzato nella
fotografia del cibo. La cucina
giapponese è
completamente diversa da quella
occidentale.
I sapori non si mescolano
mai
e le varie portate vengono presentate
tutte insieme per permettere ai commensali
di variare continuamente i sapori.
Ecco allora che la fotografia trasforma
i piatti in autentici capolavori facendoci
entrare
in un mondo sconosciuto: forme e colori,
leggerezza ed eleganza. La tavola
diventa un capolavoro di arte e poesia! Beh,
a questo punto bisognerà anche mangiare, con
sapienza, curiosità e rispetto.
Alla sezione
cucina la ricetta delle seppie
mascherate per carnevale.
Il pane degli angeli
Capolavori dai depositi degli Uffizi
Alla Sala delle Reali Poste, fino al
3 febbraio, è visitabile la mostra
"Il pane degli angeli". Si tratta di
un exursus nel quadri della Galleria
degli Uffizi mai esposti prima al
pubblico. Il carattere dei dipinti è
a carattere eucaristico, ci narra
una storia che a tutti è familiare e
proprio per questo così tanto vicina
alla nostra sensibilità. Il
linguaggio del sacro ci corre
incontro ed a noi, così sensibili
all'argomento non resta che restare
ammirati a riflettere su questo alto
tema. In particolare quello del pane
e del vino. Si incomincia con un
dipinto di Fabrizio Boschi del
1594-1597 circa. E'
rappresentata la caduta della manna.
Questa manna si trovava ogni giorno,
tranne il sabato, ed aveva il sapore
del miele. Anzi aveva il sapore che
ognuno desiderava che avesse!
Pensate voi! Noi possiamo desiderare
sapori ma... PUNTI!
Ora siamo davanti ad un'ultima cena.
E' un dipinto di Bonifacio Dè Pitati
del 1550. In primo piano una cesta
piena di pane e due fiasche per il
vino.
Al centro il nostro Giuda che prende
il pane, il Cristo è
nell'atteggiamento di porgerglielo.
Il pane ed il vino, sempre presenti,
sempre evocativi, sempre essenziali!
Ed infine, Cristofano Allori
con un dipinto intitolato
"La cena di Emmaus". Gesù risorto,
incontrati sulla via di Emmaus due
ignari discepoli, li invita alla sua
mensa. Spezza per loro il pane ed
allora loro lo riconoscono. Questa
pagnotta è così fragrante che
vorremmo assaggiarne un boccone.
Bella mostra, accorrete!
Eppoi in piazza San Lorenzo, panino
e bicchierone di Chianti. Il vino
non sarà quello, il pane non sarà
quello, ma proviamo ad immaginarlo!
Prosit Pronobis!
La cena di Emmaus
La caduta della manna
L'ultima cena
Apocalsse a Illegio
Anche quest'anno a Illegio, piccolo
borgo nella valle del But, grande
mostra! L'argomento è
"L'Apocalisse". Testo scritto nella
seconda metà del primo secolo d.C.
ed attribuito all'apostolo Giovanni,
da lui scritto mentre era in esilio
nell'isola di Patmos, nel mare Egeo,
La parola in greco significa
RIVELAZIONE ed è l'ultimo libro ed
il solo profetico, del Nuovo
Testamento. Il testo è indirizzato
alle sette chiese dell'Asia Minore,
Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira,
Saro, Filadelfia e Laodicea. Ognuna
di queste chiese rappresenta una
confessione religiosa, ebrei,
musulmani, cristiani... San Giovanni
vede i quattro cavalieri
dell'apocalisse che partono al
galoppo.. Essi sono:
la fame, la guerra, la pestilenza e
la morte. C'è anche un drago a sette
teste. Lotta dura. L'Arcangelo
Michele dà una mano, uccidendo il
drago. I demoni sono ricacciati e
viene annunciata la caduta di
Babilonia, città perversa. Alla fine
c'è il Giudizio Finale e la
Gerusalemme Celeste! Chi di qua e
chi di là: i dannati senza alcuna
pietà finiranno, trascinati da
orrende creature, nella GHEENNA! I
beati saliranno a cospetto del
Salvatore.
Le oltre cento opere esposte,
provenienti da musei di tutto il
mondo, rappresentano i vari aspetti
del racconto giovanneo. Stupendo un
El Greco, la raccolta completa delle
stampe di Albrecht Durer
sull'argomento. Vari giudizi
universali con diavolacci veramente
impressionanti, come quelli di
Ruprecht Euetrer. La mostra
merita una visita. Resterà aperta
fino al 30 settembre poi sarà
trasferita in Vaticano. In auto o
treno fino ad Udine, poi verso
Tolmezzo, a nord. Da qui con
servizio di autobus fino a Illegio.
Consiglio di mangiare in qualche
osteria della zona: tutte buone, di
qualità e modico prezzo. Noi ci
beviamo una bottiglia di Picolit con
qualche fetta di prosciutto
affumicato di Sauris. Prosit
Pronobis!
Cézanne a Firenze
Fino al 29 luglio a palazzo
Strozzi, in Firenze, mostra su Paul Cezanne.
Assolutamente imperdibile!
I quadri in mostra, circa un
centinaio, ripercorrono i temi
dell'epoca e ne ricostruiscono i
successi, tardivi e gli epigoni
del grande artista. Di Paul ci
sono una ventina di quadri:
ognuno di essi merita il viaggio
per vederli. Cosa centra Cézanne
con Firenze? Egisto Fabbri e
Charles Loeser, americani di
origine italiana, furono i primi
grandi collezionisti del pittore
francese. Abitavano
prevalentemente a Firenze.
All'epoca Cézanne non era amato
dalla critica e snobbato dai
collezionisti. I due
incominciarono a comprare quadri
affascinati dalla luminosità
delle sue opere. Misero insieme
un bel numero di opere, col
tempo un valore inestimabile e
per loro l'avventura di una
vita. Come è andata a finire?
Vendettero tutto per comprare il
palazzo dove abitavano a
Firenze, palazzo Capponi.
In mostra un solo quadro di
Cézanne è in Italia, fa parte
della collezione Grassi ed è il
meno bello.
Splendido l'autoritratto con il
basco, le due nature morte, i
paesaggi... Buona visita e per
festeggiare un Pernod, liquore
del sud della Francia. Il grande
Paul era nato a Aix-en-Provence
il 19 gennaio 1839. Prosit
Pronobis!
La mostra prende il nome dal settimo cielo di
Dante, i melanconici. Già ai tempi di Platone si
dibatteva dei rapporti tra genio e follia.
L’anima che cerca di afferrare per mezzo dei
sensi quanto può della bellezza e dell’armonia
divina, è rapita da una divina frenesia. Anche
Seneca continua nel solco tracciato. “nullum
magnum ingenium sine mistura dementiae fuit”.
La mostra si articola in modo assai complesso ed
articolato. Racconta dell’espressione di questo
stato, la melanconia, che ha sempre interessato
gli artisti e molti ne ha colpito. Corpi
melanconici in melanconici luoghi. C’è una
Maddalena dolente di Caravaggio, un Botticelli,
un Tintoretto. Uno splendido bronzo di
Modiglioni, Giorgine, de Chirico… Anche la
famosa stampa di Albrecht Durer che racchiude in
sé tutta la riflessione ed il significato: genio
e follia, depressione ed azione è presente Un
disegno di Michelangelo, noto melanconico, come
anche Leonardo da Vinci, Borromini e tanti
altri. E’ proprio dei geni essere portati
ad una riflessione profonda che confina con
l’angoscia del vivere. L’eccessiva sensibilità
porta al male di vivere.. Mostra irrinunciabile!
Ci sono anche due Bacchi ridenti e beati, beh,
beatini. Le opere esposte sono duecento!
Verona ora è un’esplosione di colori e profumi.
Obbligatoria passeggiata lungo l’Adige e bevuta in una delle tante osterie.
Per tranquilli SOAVE, per tosti AMARONE.
Prosit Pronobis
DANIEL SPOERRI
NON PER CASO
Retrospettiva
dedicata a Daniel Spoerri dal Centro per l'Arte
Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Nato a
Galati, porto romeno sul Danubio, il 27
marzo del 1930 da madre svizzera e padre
ebreo, pastore anglicano. All'arrivo del
nazismo riesce a rifugiare in Svizzera: il
padre troverà la morte in un campo di
concentramento. Nel 1949 conosce Max Terpis,
coreografo del corpo di ballo dell'Opera di
Zurigo: diventa ballerino! Nel '52 si
trasferisce a Parigi. Jean Tinguely e Eva
Aeppli vivono nella sua stessa camera
d'albergo. Dal 1954 al 1957 Spoerri è primo
ballerino all'Opera di Berna. Qui incontra
Meret Oppenheim e lavora come direttore
teatrale. Nel suo "Teatro Teller" avviene la
prima mondiale del "Desir attrappè par la
queue" di Picasso. A Parigi incontra Yves
Klein e i suoi monocromi, quello del blù
dipinto di blù! Daniel si butta: la sua
prima opera è un pezzo di muro da appendere
come un quadro. Abita all'albergo Carcasson,
la cui stanza ha riprodotto in bronzo, in
scala 1:1, ed è presente in mostra. Nel 1960
ha l'idea dei "tableaux-piége. Nel 1963 apre
un ristorante a Parigi. Incomincia la EAT
ART, pezzi fatti con cibo. Si trasferisce a
Colonia nel 1977 dove insegna all'Accademia
di Belle Arti.
In questi
anni organizza le "insepolture des
tableaux-piège". Durante una di queste cene,
con 120 persone, il tavolo, così com'è è
sepolto a due metri di profondità. Dal 1992
abita a Seggiano, Grosseto.
Ha
fondato il "giardino di Daniel Spoerri Hic
Terminus Haeret" che ospita numerose
sculture di artisti contemporanei.
I quadri
trappola, quei tavoli di ristoranti, oggetti
quotidiani che ripercorrono e sollecitano i
sensi dell'osservatore, sono i miei
preferiti. Creano un rapporto dinamico con
l'osservatore. Interessanti anche
"les objets
de magie à la noix, oggetti di magia balorda,
che indagano i rapporti tra gli oggetti e la
loro dimensione arcana ed antica.
Quindi gita a Prato, ma a
maggior ragione, gita a Seggiano, Castel del Piano,
Arcidosso. Brindiamo al Maestro con un Morellino di
Scansano! Prosit Pronibis
APOXYMENOS
Ultimi giorni per
poter vedere l' APOXYMENOS, l'atleta della Croazia a
Palazzo Medici-Riccardi.
Statua di bronzo
raffigurante un atleta nell'atto di
detergersi l'olio dopo una qualche gara:
all'epoca tutti gli atleti si cospargevano
di olio il corpo prima di qualsiasi gara. La
statua è stata rinvenuta nel 1999 a 45 metri
di profondità al largo dell'isola di
Lussino. Ora, dopo anni di restauri, è in
mostra a Firenze, poi tornerà per sempre in
Croazia. Il bronzo è datato 50-40 a.C. ed è
copia di un originale greco del 360 a.C.
forse di Dedalo di Sicione o Policleto il
Giovane. Era comune realizzare copie di
statue famose. La datazione al Carbonio 14 è
stata resa possibile grazie al ritrovamento,
all'interno di una gamba, di un nido di
topi: c'erano noccioli di pesche, di uva e
di ciliegie. Questo significa che la statua,
prima del suo ultimo viaggio, era in
posizione orizzontale.
Il bronzo è di
straordinaria fattura: il giovane, di circa vent'anni, è
alto quasi due metri. La presenza nei capelli del sudore
segna il passaggio da uno stile classico ad uno più
realistico. L'allestimento in un bianco diffuso e
abbagliante, sottolinea la perfezione statuaria.
Correte, correte! Brindiamo, in onore dei topolini
inquilini dell'atleta, con un bicchiere di maraschino!
Prosit!
POESIE D'INTERNI
Presso la Sala delle Reali
Poste fino al 31 gennaio 2007 è possibile visitare una
mostra imperdibile! Tutti quadri mai
visti in deposito della Galleria degli Uffizzi.
Particolarmente a noi gradita in quanto si tratta di scene
di interni, con particolare riguardo alle osterie ed anche
ai postriboli.Sono luoghi teatrali dove la vita sisvolge
nella sua quotidianità esprimendo al pieno la propria
condizione sociale ed umana.Come ci sentiamo vicini e
partecipi all'"Interno con contadini"
di David Teners il Giovane o alla sensualissima "Cortigiana
olandese"
di Frans Van Mieris il Vecchio? Non poteva mancare una scena
da osteria, ma alla grande! E' un olio su tavola di 69 X 112
di Jan Miense Molenaer del 1635 che ci fa rimpiangere di non
poter partecipare alla felice baldoria! Ancora un pittore
olandese per la magia di una degustazione femminile con
tanto di musica, come noi amiamo! Infine il "Convito di
Baldassare" del pittore montevarchino (!) Givanni
Martinelli. Coppe d'oro e d'argento per il re caldeo. Dotta
citazione dal vecchio Testamento.Questi sono solo alcuni dei
quadri esposti.
Accorrette numerosi, ne vale proprio la pena, in più è a
gratis! Con i soldi risparmiati, cena al Cibreo, quello
popolare. Consiglio la ribollita! Prosit Pronobis!
ANNIBALE CARRACCI
Grande Annibale! Più
del famoso anti-romano belligerante a vita.
In quel di Bologna nasce
nel 1560. Talento grande e stupefacente: la sua mano disegna
rapida e senza esitazione.
I
risultati suscitano ammirazione e rispetto. E' naturalista.
Ama la vita, la sua rappresentazione e tutta l'umanità
partecipe. Il Caravaggio lo considera un VALENTHUOMO,
ossia un grande artista a lui vicino. Ad Oxford è conservata
la "Grande macelleria"
che
è una sorte di "pala laica" che celebra le attività umane
degne dell'onore dell'opra e dell'umanità quotidiana: la
vita! Così è "il villan
che mangia fagioli"
sorpreso nell'atto del mangiare, rivela la dignità dell'atto
sublime: il bicchiere innanzi alla brocca, la mano, cortese,
appoggiata al pane, a protezione e coccola.
Questa
rappresentazione ci racconta della nostra fragilità, la
fame, e la nostra divinità, l'essere umano.
Questa potente mente,
ricca di talento e amor vitale, di ispirazione e
creatività, si scontrò con personaggi aridi e
sprezzanti. Committenza ignorante ed egoista.
Dopo otto anni di lavoro
alla Galleria Farnese a Roma, ebbe un compenso ridicolo. A
chi non sarebbe preso lo scoramento? Si ritirò più
amareggiato che irato. Restò nell'allogio capitolono,
oppresso
da depressione e malinconia. Sul giaciglio che mai
abbandonava, circondato da discepoli che in amorosa cura lo
tenevano, si spegneva il 15 di luglio del 1609, il pittore
che tanto ci aveva amato. Per lui un brindisi.
Nella caraffa versiamo un
Pignoletto. A lenire il nostro dolore non basterà...
I Profumi di Cipro
Trevi 23 Giugno - 12 Novembre 2006
"Museo della civiltà dell'ulivo"
Mostra
sorprendente ed evocativa! Profumi e porta profumi vecchi di
migliaia di anni.
Frutto
degli scavi della dott.ssa Maria Rosaria Belgiorno
dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali
del CNR: Ricerche iniziate nel 1997. A Pyrgos, nel sud di
Cipro, è stata trovata la più antica fabbrica: data 4000
anni fà! Miracolosamente scampata al terremoto del 1990-1850
a.C. che spazzò via la misteriosa civiltà minoica. In questa
fabbrica venivano prodotti utensili, tessuti, vino,
profumi... La fonte energetica era l'olio, che serviva
bruciando, a fornire il calore necessario. Infatti al centro
era posto un grande frantoio. L'olio serviva anche per
macerare le erbe , anice stellato, coriandolo, alloro,
prezzemolo e tante altre, per la preparazione dei profumi.
Poi avveniva la distillazione grazie ad un grande
distillatore, perfettamente conservato e presente nella
mostra. Grazie a tecniche ultra sofisticate quali la
cromatografi a gas e liquidi, spettrometri di massa,
strumenti per la risonanza magnetica nucleare, sequenziatori
di DNA, è stato possibile ricreare molti degli antichi
profumi. Metodi già sperimentati da Patrick E. McGovern per
capire il contenuto delle anfore ritrovate nella tomba di Re
Mida. Forse sarà possibile rifare il CIPERUM famoso in tutta
l'antichità e ancora sconosciuto. Nella mostra sono
presentati molti di questi profumi ed è possibile provarli.
Potete ben immaginare gli effluvi che si possono provare!
Ed è possibile anche l'acquisto. Assolutamente da visitare:
esercitate il vostro olfatto!
P.S. Alla sezione
libri cercare
"L'archeologo e l'uva" di Patrick E. McGovern
San Martino
Aprile - Settembre 2006 Illegio
(Tolmezzo)
Pregevolissima
e preziosa mostra a Illegio, incantevole paesino a qualche
chilometro da Tolmezzo, nell'alta Carnia. Si ripercorre la
storia del mito di San Martino, vescovo di Tours, il più
venerato santo francese dell'antichità e del medioevo. Sono
presenti settanta opere provenienti dai Musei vaticani, Louvre,
Rjiksmuseum di Amsterdam e altri ancora. Tele , reliquiari,
statue, codici miniati, incisioni.
Nato nel 316 a Sabaria,
nell'odierna Ungheria, figlio di un ufficiale romano, si arruola
all'età di 15 anni. Sente la vocazione: a 18 anni lascia
l'esercito e si mette a studiare di buzzo buono teologia.
L'11 di novembre l'incontro col vecchierello debole e tremante.
Arrestato prontamente il cavallo, taglia in due il mantello e
gliene offre la metà. Poco dopo le nubi diradano e appare un bel
sole caldo: l'estate di San Martino, per l'appunto! Il 4/7/371
si nasconde per non essere, a furor di popolo ,eletto vescovo.
Ma delle oche ne svelano il nascondiglio. Predicò
incessantemente e dette impulso al monachesimo. Morì a Candes
il l8/11/379. Al funerale, 2 giorni dopo, erano presenti oltre
2000 monaci oltre ad una moltitudine di popolo. Protettore dei
bottai, dei poveri e dei... vinattieri! Per S. Martino c'è la
tradizione di mangiare oca e vino nuovo. Fare trasloco e dei
contratti contadini. Essendo essenzialmente un Santo popolare ci
sono molti proverbi.
"Se stà
nel canton del fogo coi maroni atorno atorno
e con un bon bozzon de vin
farghe viva a San Martin".
" E che odori
da pignatta se magna ben pro ti
faccia
se sarà bon el vin
canteremo Sa. Martin!".
"San Martin
castagne e vin"
"San Martin
nespole e vin"*
"Chi no magna oca a San Martin
no fa al beco de un quatrin!".
"A San Martin
el mosto el se vin"
*Per saperne di più
circa nespole e vino vai alla sezione "libri
da leggere" e leggere "Il mistero del menù francese". Prosit
pronobis!
In
copertina: Kantarus a figure nere configurato a doppio volto
femminile, 480 a.C. Firenze, Museo Archeologico Nazionale
Firenze, Museo
Archeologico Nazionale
18 marzo 2005 -
15 maggio 2006
La mostra inizia
dal neolitico.. Cosa mangiavano i nostri progenitori
del neolitico? Erano popolazioni nomadi: cacciavano,
pescavano e raccoglievano frutti, erbe e radici. La
cottura delle carni avveniva direttamente sulle
braci o nella cenere. Esisteva anche un metodo
indiretto. In contenitori di legno venivano inserite
pietre scaldate a più riprese fino a mantenere
l'ebollizione a lungo. Attorno agli 8000 anni
fa inizia l'agricoltura e l'allevamento. Nasce il
primo pane. L'invenzione della ceramica permette di
mettere direttamente sul fuoco le vivande. Si
preparano zuppe d'orzo e legumi, tutte calorie.
Si produce la birra con malto d'orzo, miele e bacche
di corbezzolo per facilitare la fermentazione.
La vite è stata coltivata fin dal II° millennio a.C.
Si arriva all'alimentazione nell'antico Egitto. Le
attività di coltivazioni dei cereali viene favorita
dalle annuali inondazioni del Nilo. La base
dell'alimentazione: pane e birra. Il vino è
riservato alle classi più abbienti. Usavano miele e
olio, Si passa al simposio (simposion=bere insieme)
greco e romano. A quello etrusco, l'unico che
ammetteva le donne e per questo ritenuto scandaloso
dai romani. Anche in Etruria tanti cereali e fave.
Allevamento di bovini, la famosa mucca chianina,
balzata all'onore della cronaca per via delle
ricerche sul suo DNA effettuata dall'Università di
Piacenza. Le innumerevoli rappresentazioni di pesci
nelle loro sepolture indica l'importanza della
pesca. Del vino e dell'olio, beh, ne sappiamo tutti
e bene! I reperti in mostra sono centinaia:
straordinari, stupefacenti, stupendi!
Nel catalogo ogni oggetto presente alla mostra è
riportato.
Commovente ed esaltante!
Quando uscite dal museo andate in qualche osteria a
S. Lorenzo: rivivrete cibi e sapori antichi!
Prosit pronobis.
In
copertina Amore e psiche, II° secolo d. C., Firenze,
Galleria degli Uffizi
Firenze,
Palazzo Pitti. Palazzo degli Argenti
2 ottobre 2005 - 15
maggio 2006
Arte ed amore. Connubio indispensabile e
prezioso, compagno nella nostra vita. La mostra ci accompagna
nella storia dell'abbraccio di questi
sentimenti che tanto possono lenire le pene del nostro vivere. Dalle
miniature del Cantici dei Cantici della Bibbia alle metamorfosi di Ovidio.
Dagli innumerevoli miti degli dei dell'Olimpo agli affreschi delle case di
Pompei. Le tre grazie, per esempio, che ebbero numerosi imitatori in
tutti i tempi. Dalle tele seicentesche del barocco fiorentino a carattere
agreste alle ceramiche rinascimentali a carattere più" esplicito". Pan e
Siringa, Satiri e Ninfe, Venere e Cupido...
Presente una ricchissima sezione di opere
di arte "minore": cammei, ceralacche. calchi in gesso, miniature, xilografie
e disegni. Non poteva mancare il buon vecchio Bacco. Una statua del I°secolo
d:C. sottolinea la sua colta partecipazione all'azione dell'amore. Il
catalogo (35 euri), è di grandissimo interesse. Riporta, a colori, tutte le
opere in mostra. Abbiamo così una preziosa ed unica raccolta iconografica
sull'argomento: Omnia Amor Vincit!
All'uscita un calice di Chianti classico
ed un panino col lampredotto!
Prosit Pronobis!
DORA MAAR & PICASSO
Haus der Kunst
PrinziegantenstraBe 1
Monaco, Germania
dal 13/10/2005 al 13/1/2006.
Info 0049 8921127.
Si è inaugurata a Parigi una
rassegna sul legame umano, artistico e sentimentale tra M. Picasso e
Dora Maar. Con questa mostra iniziamo un percorso tra eventi
d'arte e interessi
vari, momenti che risveglino ansie di nuovo, di
profondo, di bello e di buono.
"Homo sum. humani nihil a me alieno puto." *
Nata a Parigi nel 1907, figlia di un architetto jugoslavo,
si trasferisce da piccina in Argentina.
Rientra in Francia che ha 28 anni M. Picasso di anni ne ha
54. Ha lasciato la moglie Olga Khokhlova, ha avuto una figlia, Maya,
da Marie Thérèse Walter. E' in crisi nera: non dipinge da
mesi.
Dora dipinge e fotografa. Fa parte dell'avanguardia
surrealista.
Realizza reportage fotografici da Barcellona, Parigi e
Londra durante la crisi economica del 1934-35. Attivista di estrema
sinistra, incontra George Bataille in una splendida giornata di
maggio: i due si fidanzano. L'autunno è piovoso e M. Picasso entra
nel bar Les Deux Magots per riscaldarsi il corpo e non solo. Nota
seduta ad un tavolino una signora che si trastulla amenamente con il
gioco della marineria corsa: rapidamente pianta un coltellino tra le
dita aperte della mano. Poche volte ci riesce.
M. Picasso la fissa affascinato. Ha coraggio da vendere: le
chiede i guanti insanguinati in dono!
E' l'inizio del loro amore-sodalizio. Il pittore riprende,
frenetico l'attività. Dora è l'ispiratrice, la dea, la folgore
che porta a scoprire l'arcaico, il mito, la classicità. Insieme
sperimentano strade nuove tra fotografia e pittura ed altre tecniche
ancora.
Il tempo passa, infuria la guerra. Il bombardamento di
Guernica dilania il pittore che nella donna piangente ritrae Dora,
l'unica che può consolarlo. Ed usa bianco nero e grigio, linguaggio
fotografico. Nel 1943 il rapporto inizia a declinare. La fine per
Dora è tragica: deve ricorrere al ricovero in un ospizio per
alienati. L'antico, grande amico, Paul Eluard riesce a convincere
Jaques Lacan ad occuparsi di lei.
Lui è un grande: gliela fa! Dora ricomincia a dipingere ed a
fotografare.
Ha quasi novant'anni. Non esce mai da casa.
E' il 16 luglio 1997 sorte di casa per andare a dire addio
alla sua vita.
Grande Dora Maar, ha fatto grande M. Picasso e... calci nel
culo.
Beh, pratica abituale per il pittore.
Il 4 maggio di quest'anno un ritratto di Dora Maar è stato
battuto da Sotheby's per 95,2 milioni di dollari, mica male.
Nel ritratto scelto la musa è ritratta seduta, con una blusa
nera con arzigogolati arabeschi ed una gonna rossa a quadri. Nella
posa e nello sguardo altero ben evidente il carattere forte ed
indipendente.
..-.Grande Dora Maar.-..
* Sono uomo: non considero nulla di ciò che è umano
come cosa che possa non toccarmi."