BENJAMIN ALIRE SAENZ
 
 TUTTO INIZIA E FINISCE AL KENTUCKY CLUB
 
Sellerio Editore Palermo, 2014, pp246. €16
 
Il confine tra il Messico e gli Stati uniti, scorre il Rio Grande. A congiungere i due stati il ponte sul fiume, il Santa Fe, allo stesso tempo valico inviolabile e labile passaggio. Dalla parte texana si trova El Paso, da quella messicana, Ciudad Juarez, tra le più violenti città al mondo. Qui, già negli anni '50 esisteva il Kentucky Club. Mitico locale ove trovare frescura e compagnia, alcool e hierba buena.Frequentato allora da grandi scrittori in cerca di storie, avventure e compagnia. Al suo bancone si appoggiava il buon vecchio Ernestino Hemingway. Al suo fianco trangugiava Frank Sinatra con la Marilyn. Più in là, ad un tavolo Elisabeth Taylor con variegata compagnia. Bevevano bourbon, obviously, anche il margarita andava e scorreva a fiumi. Una leggenda narra che proprio in questo locale è stato preparato per la prima volta per una accaldata signora in cerca di novità, da un riccone messicano che aveva mire sulla biondona assatanata, no, assetata.. Le due città confinanti sono una unica area metropolitana tagliata da un confine invalicabile, un profondo taglio che separa due mondi profondamente diversi. Il ponte separa modi di vita diversi tra loro, destini diversi, e

diverse speranze. Disillusioni e ineluttabili futuri in agguato. Di questo narrano i sette racconti raccolti in questo volume. L'autore, che abita ad El Paso sa bene di cosa parla: le feroci divisioni che dividono le due comunità, al Kentucky Club, si affievoliscono, gli incontri si fanno possibili e per un momento è possibile trovare la pace. Sono storie di confine, appunto, di legami e conflitti famigliari, tragici ed eroici, legami umani di struggente profondità e fierezza.. Personaggi alla deriva in cerca di approdi. Umanità derelitta tra possibili riscatti ed inevitabili miserie. Povertà e dipendenze che negano riscatto e talentuosi ragazzi che vivono opportunità. Che cambieranno la loro vita anche grazie ad un incontro. Al Kentucky Club! Il Benjamin insegna scrittura creativa all'università del Texas a El Paso ed ha qualità  e sentimento in abbondanza. I suoi personaggi entreranno nel vostro ricordo e nel vostro cuore. Leggetelo!
 
 
      GIUSEPPINA TORREGROSSA    

            PANZA E PRISENZA   
  Mondadori 2013, pp187  €13

Sulla scalinata del tribunale di Palermo, l'avvocato Maddaloni cerca il posteggiatore a cui ha affidato le chiavi della sua vettura. Il caldo è soffocante ed il sole l'acceca. "Beneditto omo, dove ti cacciasti?" Penza l'avvocatone, nun ci sta nisciuno! Anzi, qualcuno c'é, e si avanza, benone, penza il Professore. Chisto omo gigante è e tiene na' mazza in mano! "Che vole chisto fetuso?" Penza il notissimo leguleio. Chillo sa cosa fare: Piffe e paffe, tricche e tracche, in men che non si dice riduce il povero Prof. Maddaloni in una aggrovigliata poltiglia sanguinosa! Provato, il signore con mazza, non visto da niuno(?) si allontana. La notizia si sparge in un baleno: "Hanno acciso ù Professore!". Il dr. Prof. Maddaloni assai conosciuto era e omo bono ed integerrimo! Cu fu? Ah, zaperlo! Subito indagare si deve e chi lo pote fare meglio de issa? Dottoressa Pajno Maria Teresa, detta Marò. Una quarantina con minne giganti e tutto il resto anche: bonazza assai è! E pure in fregola! Benone! Issa si ietta nu travaglio sojo e con l'aiuto di il su collega, D'Alessandro Rosario detto Sasà. Chisto ci dice: "Mafia non è, fruga dinta vita soja!". E bravo Sasà, lui sì che s'intende! Chisto omo anch'isso in perenne fregola, e amico di issa da é mò, e si piacciuono pure! Così la bonazza recasi nilla dimora di l'avvocatone. Condominio? No. Villone gigante in parco secuolare. La povirazza vedova et rattristata è,, ma solo un pochino. Ci sta pure una giovane fimmina, Caterinedda.
Che ci fa costì? No se sa. Marò sospetta et indaga. Ma anca la pulizia ndaga e trovano a' mazza a casa del posteggiatore! Vualà chi ha acciso! O' posteggiatore! Macari abusivo. Eh chisti abusivi un problema sono! Sasà ci ha una soffiata da on soje cumpare: Caterinedda figlia è di Caronia, schifezza umana, che si abusa di issa. Ma anco o' Professore ci piace a Caterinedda e siccome salvato ha il losco Caronia, chiesto ha la ricompensa dovutagli, come da tariffario regionale. Ma... colpo di scena! Da un filmato di telecamera è provato che il posteggiatore (abusivo) era al super a far la spesa in chillo momento!! E a macchina del Prof. Chi ce la dava? Se sa no. Insomma, Caronia è una merda ma col cuore dolze: vuleva la picciredda nella soja casa e in esclusiva. Ugoista! Finita l'indagine La dottoressa Pajno si jetta addosso al dottore D'Alessandro e copulano vieppiù selvaggiamente. La grande tensione dell'indagine? Può essere. Ad ogni incontro tra i due segugi, la Bonazza prepara leccornie al suo spasimante. Nella sezione cucina due ricette da lei preparate.
Ci dice Sasà, c'aggio a' portà? Gnent! Panza e prisenza! Bon appetit a todos!
 
 

GIANPAOLO ANDERLINI

I CALICI DELLA MEMORIA
Il vino nella tradizione ebraica

Wingsbert House ed. 2014, pp.90, €)

Racconto colto, appassionato e partecipato della tradizione ebraica, ed anche cristiana, del vino.  Il vino viene posto al centro della storia dell'umanità. Gli ebrei benedicono il calice del QADDISH, così come i cristiani benedicono il calice del vino durante la messa.  Con grande piacere ho scoperto un'infinità di storie che riguardano il vino e la vite. Ne volete sapere una? Ebbene secondo alcuni Maestri, l'albero da cui Eva colse il frutto proibito, offrendolo ad Adamo, era proprio una vite.  E come Adamo, primo uomo, ha a che fare con la vite, così anche Noé, primo uomo dopo il diluvio, pianta la vite.  Il primo uomo porta fuori dall'Eden la vite mentre il secondo dona all'uomo il piacere dell'ebbrezza e le sue conseguenze: l'irruzione dello spirito dionisiaco nell'umanità, continuando nell'indicazione di Adamo ed Eva. In più egli si ubriaca e da questo episodio nascono infinite vicissitudini. Sono poi in definitiva gli effetti del vino e non il vino stesso ad essere messo in discussione.
La Bibbia ebraica riconosce gli effetti positivi e lo proibisce esplicitamente solo ai sacerdoti quando sono nel pieno delle loro funzioni.

E per finire, come non parlare del Cantico dei Cantici? Canto dell'amore e della passione che lega un lui ed una lei, travolti in un vortice d'amore. Talmente bello, poetico ed appassionato che debbo trascriverne qualche versetto qui di seguito, canta l'innamorata:

Come melo tra gli alberi del bosco,

Il mio diletto tra i giovani,

Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo

e dolce è il suo frutto al mio palato.

Mi ha fatto entrare nella Casa del vino

e il suo vessillo su di me è amore.

(Ct2,3-4).

P.S. Adesso sapete perché una linea dei miei bicchieri si chiama Cantico! E l'altra Noé!

 
 

EUGENIO DEL TOMA

IL GOURMET di LUNGA VITA

Edizioni Laterza 1999, pp.157, €6,20

Tutto quello che c'è da sapere per una corretta alimentazione. Senza banalizzazioni e con approfondimenti di interesse generale. A partire dai cereali, pasta, riso, pane, patate, e dai legumi, fagioli, ceci, lenticchie, per finire con la frutta e le verdure. Indispensabile il ruolo protettivo delle loro vitamine, dei minerali e degli antiossidanti. Pochi zuccheri e poco sale! Pochi o punti alcoolici. Fondamentale l'alternanza: cachi ed albicocche forniscono vitamina A mentre arance, kiwi e fragole vitamina C Per quanto riguarda le proteine, costituite da amminoacidi, in particolare quelli cosiddetti "essenziali" bisogna ricorrere alle carni, ai pesci, uova, latte ed i suoi derivati. Non tralasciate il pesce, ricco di acidi grassi polinsaturi, da consumare due o tre volte alla settimana. State tranquilli: la pasta al pomodoro è un alimento dietetico! Infatti gli enzimi digestivi impiegano più tempo a ridurre il glucosio dei carboidrati (zuccheri) forniti dalla pasta. Esattamente come per i legumi il cui lento assorbimento presenta un indubbio vantaggio dietetico, specie per i diabetici. Insomma, niente di nuovo ma tutto chiaro e ben spiegato. Non poteva mancare un invito al movimento, fatto con costanza e, direi, tenacia! Segue un utilissimo Glossario con ben 107 voci esplicative dei termini usati nel testo e non solo. Testo fondamentale, da tenere in cucina!

 
 
L'ASSAGGIATRICE

di Giuseppina Torregrossa

Ed. Rubettino, 2010, pp.151,

Improvvisamente, l'ingegnere Gaetano, scompare! C'è da pensare al peggio, siamo in Sicilia: Forse un delitto di mafia? Egli lavora al comune, ufficio tecnico! Da casa sono spariti i guaddrini e in più tutto sottosoprs è! Ancilluzza, l'amata sposa disperata è: tiene dò figghie! Chi penzera ad issa e alle soje criature? Di delitto si trattò? Povirazza, Ancilluzza, come farà? Cosa farà? Accussi: issa tiene sul mare nu piccolo magazzino, era del su patri, piscatore. Lo rassetta e a vendere cibi e vini si mette! E pure un mangiari fa! E bono assaje! E si scanta: idda è bonazza assai e tiene du minne come montagne de petra! Odori e sapori se nomina la vendita.
Nù jorno, assai fortunato per Ancilluzza, bussa alla soja porta il Sign. Hamed, profugo. Benone! Chisto omo bbuono assai e forte e jovine è! Mangiano e bevono! Beh, Gaetano sparì, forse è vedova... EVVAI! Ancilluzza ci dà dentro! Cioè l'Hamed ci dà dinto! E ci ha preparato la caponata, bona. Poi ci capita una soia amica, l'Adele, Eh, c'è caldo, l'ora pomeridiana, languori e via. Chiude la porta, cartello: CHIUSO, e via, ci dà dentro, davvero! Ma il meglio deve arrivari, u' Scecco! Chi è costui? Tiene anch'egli un ristorante, ma è rozzo e sudicio, na schifezza... Ma... A cosa deve quel soprannome, sceccu e cosa vuol

dire? Vuol dire che isso tiene a' minchia come o' asino!!! Ed in più assatanato è! Benone, cartello sulla porta e o' scecco ci dà dentro, dentrone, a sfare, tre , quattro e più volte, benone! Eppoi magna.
Un brutto giorno, povirazza Ancilluzza, ritorna il buon ingegnere Gaetano. E chi se lo ricordava chiù? Fece una scappatella, gli perdonasse! Ennò, merda di un ingegnere! Iddu è pintito, tornò dalla mujera! E voje anch'isso la sò parte! Ma chilla indiavolata è e ci fa solo a' polluzione volontaria assistita. Tié. Intreccio tra gastronomia ed erotismo, ogni incontro è sottolineato da prelibatezze siciliane
Alla sezione "CUCINA" le ricette che hanno accompagnato gli incontri d'amocina.

 
 

MASSIMIANO BUCCHI
  
 IL POLLO DI  NEWTON
La scienza in cucina
 
Guanda, 2013, pp175 €14
 
Il giovane professore Massimiano Bucchi, sociologo, in questo libro si occupa della trasformazione  del rapporto tra scienza e società, ed in particolare della scienza in cucina. Quest'ultima, regno incontrastato della donna viene, poco per volta osservato da scienziati che decidono, con il loro studio, di indagarne i meccanismi onde comprenderne le trasformazioni dei cibi e possibilmente di migliorarle. Le cucine, quindi incominciano ad essere frequentate da professori e professoroni! Bacone, che sembra aver scoperto l'azione benefica del freddo per la conservazione, Pasteur, che ha svelato i segreti dell'acidificazione del vino, bisolfito a sfare ed il vostro prezioso nettare non si trasformerà in aceto. Ora sappiamo che la presenza della licitina, contenuta nel tuorlo, permette l'amalgama, come e perché si forma la maionese: servirà ad aiutarci nella preparazione? Non credo. Un mondo tradizionalmente femminile, incomincia ad essere osservato con interesse. Il professor Bucchi si occupa anche della pubblicazione dell'"Annuario Scienza, Tecnologia e Società", e lamenta l'analfabetismo scientifico in Italia. L'italiano medio non evita le controversie scientifiche, anzi, ci si getta a capofitto. Naturalmente infischiandosene della cultura scientifica.

E dopo il "Manuale di cucina pratica per signore e cuochi professionali, contenente l'intera scienza e arte della preparazione dei cibi umani" di Pierre Blat, del 1867 si fanno altri progressi fino ad arrivare alla cucina molecolare che studia le trasformazioni che avvengono negli alimenti durante la loro preparazione e quindi di trasformane la cucina da una scienza empirica ad una vera e propria scienza.
Comunque, fermamente cultore delle scienze, con piacere grande cito la frase di Brillat-Savarin: "La scoperta di un manicaretto nuovo fa la felicità del genere umano più della scoperta di una nuova stella!".
 
 
 
MARYLINE DESBIOLLES  

Qualcosa che non ho mai mai cucinato prima
Sellerio editore, Palermo, 2013, pp 210, €10,44  

Bel libro. Un racconto colto ed appassionato sospeso tra autobiografia e gastronomia. Aspetti che sempre si intrecciano ed avviluppano. Così che l'evocazione dei gusti e dei sapori dell'infanzia sono legati alle persone con cui abbiamo condiviso i nostri pasti. Così facendo il momento della preparazione prima, e del mangiare poi, il filo conduttore del nascere della storia personale in un amalgama solido ed armonico. Dunque la narrazione diventa il recupero della propria storia con il presente: gli aromi ed i profumi che durante la preparazione delle seppie, nascono e si mescolano, presente e passato. Ed é vera passione, quella che nasce, che assume connotati erotici. Passione erotica che nasce in cucina e che poco per volta si trasforma in desiderio di appagamento. Attraverso il sapiente percorso che trasforma il cibo attendiamo la giusta ricompensa.. Al volume sono acclusi due brevi racconti, "Mangiare con Piero" e "Risotto alle fragole". Il primo é il racconto del viaggio nel triangolo Arezzo-Monterchi-San Sepolcro, fatto in compagnia del grande John Berger, scrittore, critico d'arte e pittore, in un pellegrinaggio artistico e non solo, alla ri-scoperta del sommo Piero.
Qui traspare lussureggiante lussuria e pasti di grande tradizione toscana. L'ultimo é un inno al risotto, tipico piatto italiano, che all'Autrice ricorda le sue passate vacanze in Italia presso alcuni parenti. Leggete questo libro, indispensabile per cultori gastronomici.
P.S. Alla sezione "cucina" la benedetta ricetta delle seppie.
 
 
 
JEAN ROBERT PITTE

IL VINO E IL DIVINO
Sellerio, 2012, pp110,  €10

Libro delizioso! E prezioso. Profondo, ricco di pensieri e riflessioni  tenere ed appassionate. Da grande conoscitore della storia e della culture, esperto di enologia.. Non manca una critica sulla moderna enologia che esercita un controllo deciso sulla fermentazione e sulla sua temperatura, nonché sull'uso di lieviti selezionati. Credendo così di poter comandare l'esuberanza della vite. La vera arte è quella che sa dare al vino il senso del terreno e dell'annata. Bene. Da buon francese predilige il vino del mediterraneo che ha venerato Dioniso e Bacco. Che poi vedrà anche un nuovo culto, quello cristiano. Ed il racconto del miracolo delle nozze di Cana, primo atto pubblico di Gesù, è fatto con soave partecipazione. Al di fuori dell'areale della vite vivono i barbari, che mai potrebbero riconoscere un dio nel vino. I confini dell'impero romano sono i confini deela vite Ed è per questo che la Riforma nega la transustanziazione. Ed il divieto musulmano del consumo di alcoolici, seppure non in atto nel Maghreb, in Libano, Siria, Giordania ed Egitto. Lodato dal grande poeta Omar Khayyam. Si spazia al Giappone, con il saké, al pulche, al vino di palma... Leggete questo libro prezioso, sarete bevitori mistici!
 
 
 

MARTIN SUTER
 
IL TALENTO DEL CUOCO
Sellerio editore 2012, pp 335 € 16
 
Maravan Vilessam: Tamil, decisamente alto, più di metri uno e ottanta, naso dritto, baffi piccoli e ben curati, ombra di barba nero-blù, scriminatura perfetta, aggraziato come un danzatore, sguattero.
Andrea: alta, pallida, lunghi capelli neri pettinati verso destra, cameriera. Strafiha.
Lavorano nello stesso ristorante: Chez Huwyler. Si conoscono e dopo uno, due giorni, lei si fa invitare a cena a casa di egli.. Lui cuoco sopraffino é! Conosce tutte le spezie per trasformare una innocente ragazza lesbica in una assatanata divoratrice di peni (penis penis). Regolarmente così avviene. Benone! Da cosa nasce cosa! Cosa? Beh, anche gli altri hanno diritto di fottere: vecchi derelitti, anziani depravati, balordi pervertiti, invalidi bavosi. Essi non sono ugoisti! Decidono di fondare la "FOOD LOVE", catering specializzato. Volilà! A tutti daranno un aiutino nelle loro relazioni umaniche a condizione che siano portatori di guaddrini a iosa. Benone! La novella attività va alla grande, tanti clienti, tutti contenti. Il Sig. Maravan, ogni tanto ha dei sensi di colpa: cucina per bavosi riccastri nel mentre che nel suo Paese c'è la

guerra civile. Presto arriva l'occasione per redimersi nella figura di tale Dalmann, un loro affezionato cliente. Egli è una merda! Commercia armi e le vende anche nello Sry Lanca. Ed in più si sollazza la bellissimissima morosa dell'Andrea. Benone! Quello richiede una cenetta-orgietta: la sua ultima cena. Lo avvelenano! Così impara! Herr Dalmann parte per tornare alla casa del Padre, Maravan si trova una Tamil come lui, Andrea e l'altra potranno coronare il loro sogno d'amore. Lieto fine.
 
P.S. Alla fine del libro sono riportati due menù speciali della FOOD LOVE. Nella sezione "cucina" é riportato quello eiaculatorio. Auguri.
 
 
 

MAURO CORONA

GUIDA POCO CHE DEVI BERE

Manuale a uso dei giovani per imparare a bere
Mondadori, Le libellule, 2013 pp105 €12

Il grande Mauro Corona! Personaggio poliedrico e di grande popolarità. Autore di oltre venti volumi, scultore e poeta. Alpinista estremo ed affascinante conferenziere. Scrive queste pagine per amore. Per amore dei giovani. Sente urgente il bisogno di mettere in guardia tutti i ragazzi dal troppo bere, non dal bere. Ben sa che sarebbe demagogo il tentativo di dissuaderli dal non farlo. Lo fa con grande partecipazione e con una grande conoscenza del problema dell'etilismo. Rispetta il desiderio di trasgressione che anima i giovani ed é consapevole, per esperienza personale, dei pericoli insiti nel bere. Dall'alto della sua storia personale e gli aneddoti raccontati sono eloquenti, ben conosce la trasgressione. Sente dunque l'urgenza di accludere, alla fine del suo racconto, un doppio decalogo di regole da seguire OBBLIGATORIAMENTE. Tutti devono, o dovrebbero, seguire puntigliosamente!
Caro Mauro, ti ringrazio per questo volume, appassionato e sincero. E devoto. Nel retro di copertina un suo autoritratto dove si racconta nella sua lotta quotidiana per riuscire nella sua lotta per l'astinenza totale dall'alcol. Al momento della stampa del libro son diciassette mesi.

1)BERE UN SOLO TIPO DI ALCOLICO, PER QUANTO VI
E' POSSIBILE VINO, ANCORA MEGLIO SE ROSSO.
10)BERE ADAGIO E MAI ROBA FREDDA, SOPRATTUTTO
MANGIANDO QUALCOSA. 
2)NON METTERSI ALLA GUIDA DI ALCUN MEZZO E,
MEN CHE MENO, FAR GUIDARE SCONOSCIUTI.
11)MAI PASSARE DAI GRADI ALTI A QUELLI BASSI,
BENSI' IL CONTRARIO 
3)SE AVETE BEVUTO TROPPO, CHIAMATE QUALCUNO CHE VI PORTI A CASA, GENITORI COMPRESI 13)DURANTE LE BEVUTE FARE MOVIMENTO, FATICARE, BALLARE, CAMMINARE UN POCO ALL'ARIA APERTA FUORI DAI LOCALI.
4)NON BERE MAI FINO A PERDERE COMPLETAMENTE
IL CONTROLLO, ALLENARSI A FERMARSI PRIMA
14)PROVARE, ANZI FARE, OGNI TANTO PERIODI DI ASTINENZA DALL'ALCOL DI ALMENO UN MESE.
5)NON SALIRE IN AUTO IN CINQUE O SEI BENSI' IN DUE, MASSIMO TRE. 15)PENSARE, MENTRE BEVETE, A COLORO CHE VI VOGLIONO BENE E AL DOLORE CHE POTETE ARRECARGLI IN QUEL MODO.
6)TENETE SEMPRE IN AUTO UN SACCO A PELO, O QUALCHE COPERTA, E UNA TORCIA ELETTRICA. 16)MAI FARE L'AUTOSTOP, SOPRATTUTTO LE RAGAZZE, NEMMENO SE PIU' D'UNA.
7)MAI SCARICARE O LASCIARE SOLO, OVUNQUE SI TROVI, L'AMICO IN DIFFICOLTA'. 17)DOPO LA SBRONZA DOCCIA FREDDA, DIGIUNO E TAZZE DI ACQUA BOLLENTE CON ZUCCHERO.
8)TENERE D'OCCHIO IL BICCHIERE: CHE QUALCUNO NON VERSI DELLE PORCHERIE PER DROGARVI. 18)PER QUANTO POSSIBILE, MUOVERSI CON MEZZI PUBBLICI, LASCIANDO LE AUTO IN GARAGE.
9)NON PORTARE MAI IN TASCA COLTELLI NE' ARMI DI QUALSIASI TIPO. 19)FARE MOLTA ATTENZIONE A BERE IN LUOGHI PERICOLOSI, RIFUGI SU DIRUPI, COSTIERE, SCOGLIERE ecc
  20)BERE SOLO OGNI TANTO, SOLO NEL FINE SETTIMANA, IL RESTO REGIME ASSOLUTO AD ACQUA.
 

 

DAVID GENTILCORE

ITALIANI MANGIAPATATE
Fortuna e sfortuna della patata nel Belpaese
Il Mulino 2013, pp 299, €29

L'esplosione del vulcano Tambora, nell'isola indonesiana di Sumbawa nel 1815, alterò, con le sue emissioni, il clima mondiale. I raccolti andarono distrutti e si abbatté una gravissima carestia che colpì particolarmente l'Italia. Il prezzo del mais salì alle stelle e così anche il grano, la segale, l'orzo e l'avena. L'unica risorsa sembrò essere la patata, da poco introdotta e diffusa in Europa in particolare nel nord. Per questo, agronomi, ecclesiasti e possidenti, impiegarono ogni sforzo per una diffusione capillare del tubero. Non fu facile. Il mondo contadino era tradizionalista nelle sue colture e comunque ha sempre privilegiato quelle cereoagricole. Non solo. Nonostante l'interessamento dei vari esperti non erano chiare le differenze tra le molte varietà di patate e di vari e differenti terreni. Nel museo della patata di Lima sono custodite circa 5,000 varietà di patate. Già Alexander von Hunboldt, entusiasta sostenitore del tubero raccomandava la coltivazione in montagna copiandone l'uso andino. Ancora eravamo lontani dalla scoperta della predilezione delle patate per le giornate brevi. Ancora. L'uso in cucina era osteggiato ed il tubero coltivato solo come foraggio per gli animali.

Nel 1798 il monaco Vincenzo Corrado, napoletano, dà alle stampe il suo “Trattato delle patate per uso di cibo”, primo manuale Italiano di cucina per le patate. Insomma, il consumo incomincia a prendere piede e si diffonde in tutta la penisola. Dal Nord, sotto l'influenza degli Austriaci e via fino alla Campania e dalla Calabria. Ed arriviamo al settembre del 1935 quando venne organizzato il Primo Convegno Nazionale per l'incremento della produzione della patata; Essendo questa produzione insufficiente al consumo nazionale. Ancora oggi l'Italia è costretta ad importare patate nonostante il consumo, pro capite, sia di 38 Kg. La Bielorussia, campione di consumo 180Kg  mentre l'Irlanda 120Kg.
Attualmente sono in corso nuove campagne di sensibilizzazione al consumo. Dall'introduzione delle patate irrorate di selenio sulla cui efficacia il Prof. Garattini, si è sempre dimostrato scettico. Alla valorizzazione di varietà di nicchia, come la patata rossa di Cetica in Casentino. Varietà, che secondo gli esperti, non è altro che la “King Edward”, qualità molta amata e consumata in Gran Bretagna.
L'Autore dedica ampio spazio alla storia agricola della montagna Italiana, costatandone il progressivo abbandono e degrado. Ormai la coltivazione della patata è intensiva ed il maggior produttore. È bene sottolineare che su quattro patate una sola è destinata al consumo umano, due a quello a quello animale e una a quello industriale (Alcool). Quando si parla di consumo sono compresi i vari sneackers, patatine fritte eccetera. Insomma il buon puree, le crocchette, le centinaia di ricette regionali che non fanno parte della gastronomia quotidiana.
Volume ricco di note e con un perfetto indice dei nomi di ben 76 pagine.
Nella sezione “Cucina” una ricetta tratta del manuale del cuoco napoletano Vincenzo Corrado del 1798,  entrata nella tradizione campana. Nonché ricette tratte dal manualetto “Patate in cento modi”, libretto erede dei molti scritti per istigarne la coltivazione.

 

 

HARRY KRESSING

IL CUOCO

Mondadori, gli Oscar settimanali, 1967, pp. 257. Lire 350

In una fredda e buia notte, in una valle boscosa e persa, sferraglia una bicicletta. L'inforca una figura svolazzante nel suo nero mantello. Ecco, si ferma. Il solitario ciclista guarda con attenzione il profilo di un gigantesco castello che incombe su di un altipiano, Si avvicina alla scoscesa rupe. Egli è alto e secco, un cappellaccio gli copre il capo. Cosa penserà questo tristo figuro? Questi è il cuoco del titolo e che cosa pensava lo scopriremo nel corso della lettura. Riprende il suo viaggio e raggiunge un borgo, Cobb. Si ferma all'osteria e nonostante la notte avanzata, nessuno si stupisce di questo arrivo. Pace. Egli scopre che tutti i colli sono di proprietà dei Hill, e tutte le valli dei Vale, ovviamente. Nomen omen. Il cuoco prende servizio dalla famiglia Hill. E la trasforma con la sua arte culinaria. Il padrone di casa diventa maggiordomo, il suo figlio aiuto cuoco e così via. Questa figura demoniaca si impossessa in breve del paese, degli abitanti e delle loro anime. In breve il castello diventa un luogo di perdizione. Cibi e bevande scorrono dall'alba al tramonto. E tutta la notte. Si debbono costruire numerosi vomitatoi per convogliare l'incessante produzione di abominevoli rigurgiti. Il diavolo, probabilmente.

Quando uscì negli Stati Uniti , il libro ebbe un'eco enorme, anche perché l'autore usò uno pseudonimo che ancora copre il suo nome. Che volete che vi dica, di cucina non si parla mai, solo che il cuoco è bravissimissimo. Il tormento della sua arte di sopraffazione delle coscienze è solo suggerita. Il clima è quello di una sobria vita di borghesia di provincia.. Io l'ho letto per una curiosa coincidenza, attratto dal titolo e dall'aria misteriosa che aleggia su questo romanzo. E' stata dura!

Voto: ¥

 

 

NICOLAS BARREAU

GLI INGREDIENTI SEGRETI DELL'AMORE

Feltrinelli 2011, pp.239, €15
(tit. Originale: Das lacheln der Frauen)

Una tenera e travagliata storia d'amore, per di più a lieto fine. Una splendida ragazza, proprietaria e chef di un piccolo e graziosissimo ristorante di Parigi, è brutalmente lasciata dall'infido fidanzato. Ahimé, il dolore è grande, soffre terribilmente, la nostra Aurélie. Girovagando per vicoletti parigini, romantici quel tanto da acuire il suo dolo, entra in una libreria per depistare un seccatore. Il proprietario, fine psicologo, le consiglia un libro... Questo libro le cambierà, aspettativamente, la vita. Tornata a casa, ne legge le prime righe: al mattino lo ha finito di leggere. Occomemai? La protagonista del libro è lei!!! La descrizione del personaggio è precisissima: lunghi capelli d'oro, occhi smeraldoni, figura alta e slanciata, insomma, lei. Addirittura come si veste: con i suoi vestiti! Da non credere. Non solo, ha un ristorante, che si chiama:"Les temps des cerises", a Saint.Germain des Prés! E' il suo! Le tovaglie sono le sue! Non è possibile! Bisogna assolutamente conoscere colui che ha descritto lei ed il suo ristorante. Si mette in caccia, va alla sede delle edizioni e conosce il Sig. André: alto, slanciato, belloccio assai. Ma và? Eppure è così. Questo signore conosce l'autore, eh eh eh, ma si tratta di persona assai riservata, solitaria e raminga, impossibile contattarlo.

La bonazza insiste, il bellone è già innamorato perdutamente. Conosce bene il Robert Miller, l'autore, e glielo presenterà. Benone! C'è un piccolo problema. In realtà non esiste R. M. In quanto lo ha scritto EGLI! Aurélie cerca disperatamente il suo autore, André cerca disperatamente di avere con lei una conoscenza più approfondita. Bisogna dargli del tempo. Li aspetta una notte d'amore e di passione che, ovviamente, nessuno dei due aveva mai goduto e sperato. Benone! Lui finirà lavapiatti nel ristorante? No. Continuerà il suo lavoro alla casa editrice. Avrà una nuova segretaria? No. Lei continuerà a ristorare gli avventori. L'amore trionfa: la bellezza fa bene a chi c'è l'ha. Agli altri panini e vestiti della caritas!

Arricchisce il volume i vari menù serviti nel corso del romanzo, con descrizione della preparazione. Cosa volete, così impone l'andazzo attuale, che, tra l'altro, giustifica la presenza di questo libro in questo sito.

P.S. L'autore assicura che il ristorante c'è davvero. Il prossimo fine settimana che andate a Parigi, cercatelo!

 

 

MAROSIA CASTALDI

LA FAME DELLE DONNE

Manni, 2012, pp190 €17.00

Un grandioso e solenne inno. Inno alle donne, inno alla vita. Inno a Dio. Inno a tutti gli uomini vissuti e che vivranno. Sulla terra e sul mare, nelle pianure, lungo i fiumi, nelle campagne.Nelle case. Tra nebbie e brume, tra visioni possenti del mare di Napoli e della costa azzurra. Inno al cibo, di cui la protagonista è ancella e sapiente custode. Inno alla cucina, nutrimento ed appagamento di corpo e anima e mente. Questa torrenziale narrazione canta della fame , della bramosia, dei desideri e della lussuria. Inno di purezza, inno di saggezza. Nel suo ristorante, Rosa, celebra un rito antico di condivisione, di cultura, di storie antiche, di sapienze millenarie. Il racconto ci disvela una passione umana che travalica le storie per aprirci, con grazia, la Storia.  Scritto come una salmodia, a volte gridata, altre solo sussurrata, ci affascina e ci prende per l'anima ed anche per il corpo: pagine e pagine di preparazioni culinarie, dalle più semplici alle più elaborate e complicate. Leggetelo: è obbligatorio. Amerete di più quello che mangiate e capirete qualcosa di più di queste sante donne. Leggendo le ultime pagine ho pianto.

P.S. Alla "sezione cucina" alcune preparazioni.

 

 
SAPO MATTEUCCI

C'ERA UNA VODKA
Un'educazione spirituale da 0° a 60°

Editori LATERZA, 2010, pp267, € 16.00

Grande libro! Grande mentore! E lui, Saporoso, grande guida che ci conduce amorevolmente sulle vette impervie e perigliose del bere. Si parte dal campari, si salgono le birre, chiare e scure, si arrampicano le roccette, in vero non facili, dei cocktail e finalmente siamo alla bese delle pareti più incombenti con spigoli, camini e tetti, alcuni strapiombanti: sono i super alcoolici: In questo poderoso tomo tutto è con rigore compulsato. Durante il percorso vi narrerà di assaggi e di incontri, di altre guide e delle alte vette raggiunte. Racconterà dei vini che ha bevuto e vi consiglierà i migliori per la qualità ed il prezzo. E i single malt e i cognac e i calvados e i rhum... Ma c'è proprio tutto: anche un dizionario delle "vie" per salire con sicurezza. A questo proposito la nostra guida si dimostra anche comprensiva per i nostri giovanil impeti, suggerendo il modo migliore per affrontare quelle vie che fin dall'inizio sappiamo che richiederanno tutta la nostra attenzione e spirito di sacrificio. Per la prima volta ho letto come prepararsi ad una sbronza minimizzando i danni. Tutto raccontato in prima persona, un vero conoscitore descrive le sue prodezze, grandi prodezze. Comprate questo libro e tenetelo sul comodino. Leggetene una pagina ogni sera, aprendo il volume a caso: ogni volta vi stupirà e vi divertirà vieppiù. Dall'alto il panorama è bellissimo! Rispettosamente ringraziamo la guida e ci prenotiamo per un'altra via in Dolomiti!
 

 
ENZO BIANCHI

INGORDIGIA
Il rapporto deformato con il cibo
 
San Paolo, 2012, pp63, €2,90
 
Libriccino fondamentale per una rigorosa e necessaria riflessione sulla sacralità del nutrimento mai abbastanza indagata. Si va dal racconto della tentazione di Adamo ed Eva (Gen 3,1-6) a quella subita dal Cristo ad opera del demonio nel vangelo di Matteo. Mentre nel racconto della genesi prevale l'interesse personale umano, visione illusoria, tesa a proteggerci dalle delusioni che il reale potrebbe darci. Dice San Paolo nella Lettera agli Ebrei: Egli è venuto per ridurre all'impotenza con la morte colui che della morte ha il potere, il diavolo, e liberare così quelli che della morte sono soggetti a schiavitù per tutta la vita (Eb2,14-15). Mosso dalla paura della morte , l'uomo vuole preservare per sé i beni nella vita ed il risultato sarà il percorrere a perdifiato i sentieri di morte. L'apostolo Giovanni poi presenta questa tendenza umana: "se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui perché tutto quello che è del mondo non è del Padre " (Gv 2,15-16). E sono tre le grandi passioni umane: libido amandi, libido possidendi e libido dominandi, che trasformano la condizione essenziale e spirituale dell'uomo. Da ciò nasce l'ingordigia, rapporto alterato con il cibo, la lussuria, rapporto alterato con il corpo e la sessualità, l'avarizia, rapporto alterato con le cose, la collera,
con le persone, la tristezza, il rapporto con il tempo, la vanagloria, con il fare. L'orgoglio, l'alterato rapporto con Dio. La madre di tutte le follie sembra essere la "gastrimarghia", ovvero il delirio del ventre: quando si chiedono cibi più raffinati, che siano preparati con cura meticolosa, che siano oltremodo abbondanti... L'atto del mangiare non è solo nutrimento ma appartiene al registro del desiderio. Il neonato trova consolazione dall'abbandono del paradisiaco ventre materno nel suggere al seno. La bocca diventa strumento di conoscenza e piacere. Ed il cibo è nelle relazioni con gli altri strumento di condivisione e di incontro. La tavola è il luogo per eccellenza per stringere amicizie e creano cultura, si scambiano parole. Attorno alla tavola nasce il linguaggio che investe sfera affettiva ed emozionale. Mangiando l'uomo coglie al pieno il suo legame con la terra, il lavoro, la società. Mangiando si assume il mondo in noi e lo trasformiamo: noi siamo ciò che mangiamo!
Ricordatevelo, mi raccomando, la prossima serata che si farà!
 

 

CAMILLO LANGONE

BENGODI

I piaceri dell'autarchia

Gli specchi Marsilio, 2011. pp.234,  €16.00

Langone Camillo tiene una rubrica di "buon vivere sul giornale di Ferrara Giuliano. Si chiama, appunto, "autarchia". Egli si professa monarchico e se ne vanta. Non solo. Grande fu Franco Francisco, riuscì a tenere la Spagna fuori dalla seconda guerra mondiale, per dire!

Il volume raccoglie una scelta di articoli pubblicati. Molti sono sul vino. Lui si professa amante dei lambruschi. Odia gli chardonnay e i vini con le bollicine. A parte di quei vini spumantizzati e poco conosciuti: bombino, fortana, ed altri ancora. Poi racconta di suoi incontri col violino di capra, con la vézzena, olive, pellegrinaggi, pasta, mandorle, Le fave di cioccolato. Ma anche incontri col sigaro toscano, che ci piace assai, col tabarro (egli ne possiede uno con il colletto di astrakan), che scopriamo essere ancora prodotto in ben due manifatture. Poi c'è anche l'assanzio, prodotto da due ragazzi di Bologna. Quindi ci sono notizie interessanti e luoghi da visitare. Il Langone elenca anche le sue idiosincrasie: il kebab, il cous-cous, la birra in lattina, il panino formaggio e prosciutto. Ci sono in Italia delle straordinarie produzioni di grande qualità. Bene farle conoscere.

 

 
PIERANGELO DACREMA

FUMO, BEVO E MANGIO MOLTA CARNE!
Excelsior 1881, 2011, pp. 243 €14,50

Unico nel suo genere, libro imperdibile! Finalmente! Il buon professore si erge come possente bastione a tutelare i diritti di tutti! Ha fatto quello che nessuno aveva osato prima: a gran voce ha difeso tabagisti, bacchisti e mangiatori carnisti. Questi ultimi meno bisognosi di protezione ma solo... per ora! Quindi difensore mio e di tutti i miei cari amici. Per quanto riguarda il vino, è il primo che consiglia i vini non per assurdi accoppiamenti ma per i personali stati d'animo. Grande! E io che lo vado, invano, predicando da tempo. Dei sommelier parla male. Finalmente! Parla anche di felicità e di quella che si può avere bevendo e fumando. E' il primo che sostiene questa sacrosanta verità. Ricorda che non viviamo di denaro ma per quello che materialmente siamo in grado di fare, per come lo facciamo. Per la qualità e non per la quantità, non per il denaro ma per l'umanità stessa. Vi rendete conto? Questo è rivoluzionario! Si addentra nei meandri della nostra anima di bevitori e ne scopre la voglia di sublime che la abita, la voglia di accontentarsi di stupirci per ciò che ci attornia L'autore è profondamente solidale con gli animali e sopratutto per le loro condizioni di vita. Ha partecipato alla gestione di un allevamento dove si è preoccupato di evitar loro ogni possibile sofferenza. Infine un inno alla tolleranza ed al reciproco rispetto per una condivisione della vita che ci è dato di vivere. Il professore ha il dono di una scrittura dilettevole, arguta, profonda e piacevolissima. Leggetelo, ve ne prego! Diverrete delle persone migliori!
 

 
QIU XIAOLONG  
 
VISTO PER SHANGHAI
SuperPocket Marsilio, 2012, pp 359, € 6.90

Ritorniamo in Cina con il nostro buon vecchio ispettore Chen Cao, che noi già conosciamo. L'ispettore-poeta conduce una indagine su di una sparizione misteriosa. Una signora, il cui marito e clandestinamente emigrato negli USA. La polizia americana è molto interessata alla signora Wen, potrebbe testimoniare circa il traffico di immigrati. Per questo motivo il governo americano spedisce una ispettrice ad affiancare il compagno commissario capo Chen nelle indagine. Trattasi di vecchia balorda? Anziana e tritata dal duro lavoro? Nooooooooooooo! L'ispettrice Catherine Rohn è giovane, è intelligente, è simpatica e, quello che più conta, è buona assai! Buon per il signor chen! Come sempre la cucina tradizionale cinese è la vera protagonista: ravioli di gamberi, bastoncini di tofu fermentato, pappa di riso con uova millenarie, zucchine bianche, anatra salata, tofu di Guilin con scalogno verde: questo il menù della prima cena insieme. Il tutto innaffiato da Babao, un tè per ricaricare le energie! Benon. Tutto il lungo racconto è farcito di poesie tratte dalla tradizione cinese, molto gradevoli e di millenaria saggezza. In effetti finita la lettura ci mettiamo anche noi a comporre poesie su quello che vediamo e su quello che ci accade. Si beve anche il mitico MAOTAI, distillato di grano e sorgo, prodotto da oltre duemila anni nel distretto omonimo. Il prodotto commercializzato raggiunge i 50 gradi ed oltre. Come sempre è una lettura gradevole, per un viaggio in treno.
Buona lettura.
 

 
ALEXANDRE DUMAS

LETTERE SULLA CUCINA
a un sedicente buongustaio napoletano
Archinto editore, Milano. 1997, pp. 66. L. 14.000  

Scrittore, drammaturgo, romanziere, gastronomo ed abile cuoco. Viaggiò a lungo in Europa e dovunque andasse provava con gusto e curiosità la cucina del paese che l'ospitava e ne trascriveva le ricette. Soggiornò anche a Napoli dove fu nominato direttore degli scavi e dei musei. Qui scrisse una monumentale storia dei Borboni.
Ed assaggiò la cucina napoletana... Questo lavoro, che ha la forma letteraria di lettere ad un signore napoletano, si prefigge di rendere pubblica la sua straordinaria curiosità gastronomica e sapienza culinaria. Con caustico spirito sostiene i propri gusti personali, contro tutti. Riporta una diatriba con il M. Rossini a proposito della ricetta dei "maccheroni". Il grande Dumas sostiene che, non solo a Napoli non li sanno fare, ma che la ricetta perfezionata da lui stesso è molto meglio di quella, segreta, seguita da Rossini. Per poterli assaggiare, il romanziere si era fatto invitare dal maestro restandone assai deluso. Con uno stratagemma, la complicità della Signora Ristori, riuscì ad avere la ricetta. Riuscì così a migliorarla ed a renderla irresistibile! Il Signor Dumas si dimostra anche uomo di azione: nel racconto, pieno di dottissime citazioni, sono narrate avventure nel deserto del nord Africa, a Mosca, in Germania, nel corso delle quali ha accumulato ricette varie , modi di cottura e tecniche di cucina. Nel libretto sono riportate alcune ricette compresa quella del montone all'uso arabo. Quando morì, nel 1870, stava lavorando al Grande Dizionario di Cucina, che uscì postumo. Grande Alex! Alla sezione "cucina" la ricetta dell'omelette al latte di carpa, l'unica , di Brillat-Savarin.
 

 
LUIGI VERONELLI  - PABLO ECHAURREN  

LE PAROLE DELLA TERRA
Manuale per enodissidenti e gastroribelli  
Stampa alternativa, 2003, pp.157, €10.00  

Questo volumetto riporta il botta e risposta che i due autori hanno avuto nel 2002 sulle pagine del settimanale "Carta" di cui entrambi erano collaboratori.
Qui è racchiuso tutto il pensiero eno-gastronomico di Veronelli. Il fulcro è il progetto delle De.Co., Denominazioni Comunali. Il 24 ottobre 2002 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge Costituzionale N°3 che sancisce che il potere agricolo è sottratto allo Stato ed alle Regioni e viene demandato ai sindaci.
L'idea rivoluzionaria che sta alla base del lavoro che ha portato a questa legge è che grazie a questa risoluzione è possibile per ogni sindaco di rilasciare certificazione di De.Co. Certificazione che assicura la correttezza e l'unicità dei prodotti comunali, siano essi funghi, frutti, legumi, salumi, vini. In definitiva tutto ciò che da sempre connota la produzione tradizionale del comprensorio comunale. I prodotti citati sono centinaia e centinaia: Si va dalla mela Pom Carlo di Moneu Roero a quella zanca di San Pietro al Natisone, le pere pennate di Agérola, le albicocche di Cusignano e San Felice di Albenga.
Le ciliege testa di serpe e bella Firenze di Conversano, i cetrioli di Corigliano d'Otranto, il salignon di Damaz, le trote del flumendosa di Gadoni, le cipolle di Mondragone, i mirtilli di Avasinis di Trasaghis, il maioch di Andrista e Fresine di Cero, i peperoni zafarini di Bonifati ... Probabilmente nessuno sa cosa siano i prodotti qui trascritti e nessuno ne ha assaggiato neppure uno. Occomemai? Mistero! Interessi della grande distribuzione? Indifferenza dei produttori locali? Abbandono costante dei terreni agricoli? Interessi della globalizzazzione industriale? Le mele vendute nei piccoli e grandi negozi sono: golden starking, delicious, granny smith, gala, fuji, florina. Vengono rispettivamente da: USA, Nuova Zelanda, Giappone e Francia. Dove sono le amarunche di Marano? Le limoncelle di Prezza, le camparine di Quistella, la zenca di San Pietro al Natisone? Per non parlare dello zucchero! Attualmente è il più usato dolcificante al mondo. Ma... lo zucchero provoca un alto assorbimento della vitamina C ed è sospetto di essere cancerogeno. Nei paesi dell'America Latina da sempre si usa una pianta, la STEVIA REBAUDIANA, che ha potere dolcificante maggiore dello zucchero e non provoca alcun danno. Ora questa pianta millenaria è proibita in Europa ed in nord America! Occomemai? Il libro è inoltre ricco di notizie di agricoltura, di storia, di geografia, di gastronomia e, ovviamente. Di enologia e viticoltura. E olivocoltura, con il protocollo Veronelli: denocciolatura e frangimento entro le tre ore dalla raccolta.. Nel 2006, Veronelli è venuto a mancare. Chi porterà avanti i suoi progetti rivoluzionari, a cui ha dedicato tutta la vita? Ricordiamoci anche delle battaglie a favore dei centri sociali dove correva ad arringare i giovani per farli tornare alla natura, al lavoro non come alienazione ma come appagamento... Onore al Gino 1
 

 

ROBERTA SCHIRA        Allan Bay    
       
L'AMORE GOLOSO     
Come sedurre LUI/LEI a tavola con intriganti consigli per il dopo cena  
Ponte alle Grazie, 2005, pp. 99+99, €13.00  

 Divertente manuale di seduzione, e di questi tempi, più utile che mai! Non è solo un manuale per la seduzione, peraltro già visto.
Qui si parla di seduzione ero-gastronomica: i piacere della buona tavola per accedere ai piaceri del buon letto! E giustamente il libro è diviso esattamente in due parti: una guida per lei ed una per lui. I menù proposti sono ben quattro per ogni tipo socio-psicologico preso in esame. Lo scopo esplicito è il raggiungimento della sospirata notte d'amore! Per la parte dedicata a lei ben cinque le tipologie analizzate: il "coatto", il "mammone", il "bello e dannato", "l'intellettuale di sinistra", ed "il principe azzurro". I suggerimenti per lui riguardano: la "materna", la "pseudo", "la sportiva", l'"etnica", la "competente". Per tutte le serate, sia che si abbia avuto soddisfazione o meno, ci sono anche i consigli per la colazione dell'indomani! Le ricette, a parte qualche ingrediente, sono fattibili. Non banali ma sorprendenti per il risultato che vi daranno. Non per niente c'è lo zampino del grande Allan Bay. Mi raccomando: calcolate bene i tempi ed i risultati non mancheranno!
Brava Roberta!
P.S. Alla sezione cucina quattro ricette da provare. Ricordate: nel libro sono più di cento, compresi vari cocktail "inediti"!
 

 
SIMONETTA AGNELLO HORNBY         
MARIA ROSARIO LAZZATI  
  
LA CUCINA DEL BUON GUSTO  

Feltrinelli Editore, Milano, 2012, pp.281, € 16  
"Vivevamo nel Sud di Londra in una grande casa vittoriana con giardino, costruita nel 1860, con portico di stucco bianco e colonne, bovindi simmetrici ai lati e tetto in ardesia con otto comignoli di mattoni rossi e camini funzionanti".  Simonetta Agnello Hornby.   "La zuppiera di porcellana bianca, uguale al servizio di piatti, dominava solenne sul vassoio girevole, dominava solenne sul vassoio girevole in mezzo al grande tavolo. (...) Le seggiole antiche, il grande specchio dalla cornice dorata appoggiato sopra al camino, il lampadario di vetro colorato, tutto scompariva di fronte alla maestosità del tavolo".   Maria Rosario Lazzati.   E' amore puro quello delle Autrici per il nutrimento! Inteso come attività umana indispensabile, preponderante ed appagante. Ed elegante. Cucinare è un particolare: ricerca degli ingredienti nei mercati e nei ricordi. Preparazioni elaborate che richiedono tempo, allegria, saggezza, cortesia, compassione, condivisione, religiosità. Insomma: AMORE! Per tutti? Beh, quasi tutti Se gli state antipatico può essere che la vostra porzione sia caduta nel cesso, per caso, oppure recuperata dalla pattumiera. Non abbiate paura, entrerete nelle loro grazie: loro sono coltissime, molto intelligenti, professorone, ricche e nobili, sagge e generose, appagate e dolenti. La vita è dura, anche i quattrinai piangano, almeno quello. A chi piace il racconto di memorie di solidità antica e di sapienza tetragona, è imperdibile. Per gli sfigati, la stragrande maggioranza di noi, bevete e mangiate con il piatto sulle ginocchia, i pantaloni abbassati. Alla sezione "cucina" la mitica ricetta della minestra, primo cibo dell'essere umano!
 

 
ANDREA VECCHIO

RICETTE DI LEGALITA'
Novantacento edizioni, via Libertà 34 Palermo.
Seconda edizione, pp128, €9.90

La vita di un imprenditore siciliano che ha scelto di lavorare nella sua regione. Un uomo coraggioso, retto ed onesto.
Sottoposto ad ogni genere di soprusi, ricatti, minacce. Ha subito l'incendio di cantieri, la distruzione di automezzi, attentati e minacce di morte. Niente e nessuno è riuscito a piegare la sua forza d'animo, il suo coraggio e la sua fiducia nella legalità.
Come ha potuto sopravvivere lui e la sua impresa? Grazie al sostegno ed alla solidarietà della sua famiglia e di tanta gente per bene. Non solo. Anche grazie al suo amore per le tradizioni e la storia della sua Sicilia ed in particolare la gastronomia. Ecco allora che nel racconto della sua vita affiorano le radici della cucina tipica siciliana. Così alla drammatica vita quotidiana, grande consolazione viene dalla preparazione di una ricetta che viene dalla tradizione. Alternate alla narrazione delle vicende, tragiche, sono riportate in modo dettagliato le varie preparazioni culinarie. Leggete questo libro di alta moralità civica e provate a gustarne le preparazioni
descritte. Farete un grande piacere , prima di tutto a voi e secondariamente anche a lui, Andrea Vecchio!
P. S. Alla sezione "cucina" alcune ricette tratte dal libro.
 

 
ALDO BUZZI

L'UOVO ALLA KOK
Con quattordici disegni di Saul Steinberg

Adelphi 2002, pp.154 € 9

Delizioso libro di gastronomia! Delizioso libro di storia dell'arte! Delizioso libro di aneddoti! Delizioso libro illustrato da Saul Steinberg! Delizioso libro di civiltà! Delizioso libro di colta erudizione! Delizioso libro di umorismo sapido!
Delizioso libro-manuale di sopravvivenza civile e morale! Delizioso libro di tappe gastronomiche!
Delizioso libro di ironica eccentricità! Delizioso libro di gran divertimento! Delizioso libro di ricette! Delizioso!!

P.S. Il sottotitolo così recita: Ricette, curiosità, segreti di alta e bassa cucina,
dall'insalata all'acqua
alla pastina in brodo della pensione,
da Apicio a Michel Guérard,
da Alexander Dumas a Carlo Emilio Gadda.
dal curato di Bregnier
a san Nicolao della Flue a san Nicolao della Flue

Nuova edizione riveduta e ampliata.

P.P.S. Alla sezione "Cucina" alcune delle ricette descritte nel delizioso libro!
 

 
NICOLE MARY KEILBY

TARTUFI BIANCHI IN INVERNO
Ed. Frassinelli, 2012, pp 336, €18,50
 
Biografia romanzata del sommo chef Auguste Escoffier, genio della cucina, della gastronomia, dell'alta ristorazione e dell'accoglienza esclusiva. Scritto con grande passione, con vasta cultura ed una condivisione commovente, questo racconto ci porta nell'Europa di inizio secolo facendoci partecipare agli eventi che l'hanno segnato in compagnia dei suoi protagonisti. Dal Kaiser Guglielmo II° al simpatico "Bertie", futuro Edoardo IV°. Dal disastroso viaggio del "Titanic" dove Auguste perde la sua squadra di cucina lì imbarcata, alla mitica Sarah Bernhardt, conosciuta alla mostra degli impressionisti del 15 aprile del 1874. Tutti si siedono al suo desco e tutti, invariabilmente, ne traggono meraviglia e soddisfazione celestiale. Frequenta Gustave Doré ed i pittori conosciuti, Monet, Pissarro, Degas, Cezanne. A Parigi si sta vivendo una stagione magica e grazie alla sua arte lui ne è il vero protagonista. Una vita passata al servizio per gli altri e sopratutto al servizio di se stesso, della sua arte. Che richiede sapienza, conoscenza e poesia. Lettura godibilissima ed interessante, piene di notizie, di aneddoti ma anche d'amore e di pathos. Ogni buongustaio lo dovrebbe leggere. Ammirabile! Alla sezione cucina, un menù ed una ricetta, Di Auguste, oramai da voi ben conosciuto!
 

 

MASSIMO DONA'

LA FILOSOFIA DEL VINO
Tascabili Bompiani, Milano 2003, pp230, €8.00
 
Alla base delle pratiche religiose ed al desiderio, tutto umano, del superamento del quotidiano vivere, ci sta il vino. In particolare ciò che esso provoca: l'ebbrezza! Anche i filosofi se ne sono occupati, anzi, soprattutto loro. Come avrebbe potuto essere altrimenti: gli immortali valori spirituali essendo profondamente radicati nell'uomo insieme al desiderio della ricerca filosofica.
Ecco dunque inizia un viaggio attraverso la storia del pensiero filosofico alla ricerca del rapporto intercorso tra i vari pensatori e la bevanda di Dioniso. Si incomincia da Platone, padre spirituale del pensiero occidentale, o meglio, da Socrate, suo Maestro. Famoso per la sua capacità di bere senza mai ubriacarsi ma di giungere facilmente all'ebbrezza che gli avrebbe reso possibile il farsi "uno" con l'oggetto ultimo della sua ricerca. Poi si arriva alla tradizione biblica, a S. Agostino e a S. Tommaso.  Montaigne, Descartes ed il fine intenditore J. J. Rousseau, appassionato del bianco di Arbois. Leibniz metteva lo zucchero nel vino e andava in taverna a scrivere di filosofia e calcolo integrale. Il buon vecchio Kant prediligeva il Medoc pur non rinunciando, negli ultimi anni al Bischof, sorta di vin brulé. E Carletto il biricchino? Ha, lui ed il suo amico, nelle bettole erano di casa! Tra proselitismo e plusvalore, finivano a brindare al sol dell'avvenire. I filosofi citati sono decine, raccontati nella loro riflessione perenne e nei gusti enoici. Non mancano aneddoti, storie e preferenze che rendono la lettura interessante, divertente ed istruttiva! Leggetelo, per Bacco!

 

 
GEORGE SIMENON

BETTY
Gli Adelphi
 
Adelphi Edizioni Milano 14° edizione, 2009, pp. 141 €9
 
Titolo conciso: solo un nome di donna! Nell'abisso di una psiche femminile siamo accompagnati per mano e con mano ferma dal grande Simenon. Tra deliri alcolici e desideri inconfessati ed inconfessabili, mai soddisfatti, precipitiamo! Una discesa all'inferno finalmente appagante. Un preciso desiderio di annullamento e distruzione. Complici un angelo caduto ed un diavolo nel pieno del suo quotidiano ed indefesso esercizio quotidiano. Vi si apriranno, con la lettura, ampie e luminose finestre di orrida cupezza sulla psiche di una fanciulla. Di una donna matura e con prole poi, che con rigore, felicemente e rigorosamente , persegue la sua scelta dell'orrore come scopo finale di arrivo. Abbandona la calda e sicura borghesia che a lungo l'aveva, inutilmente, ed ingenuamente, confortata e corre felice all'abbraccio del demonio nel suo schifoso antro. Perdizione consapevole ed alcolica. Simenon di tutto ciò era cultore. Grande romanzo! Leggetelo!

 

 
SIMONETTA AGNELLO HORNBY

UN FILO D'OLIO
  Con 28 ricette di Chiara Agnello.

Sellerio editore Palermo, 2011, pp.266, €14
 
L'autobiografia di un periodo felice: l'infanzia! Il racconto in particolare delle vacanze estive che la famiglia Agnello, come ogni anno, passava nella casa di campagna, in contrada Mosé. Dalla casa avita, in via Atenea ad Agrigento si partiva il mattino presto ed era un evento. Prima le masserizie e la servitù a preparare la casa poi i bambini. Il viaggio richiedeva una ventina di minuti, minuti che per i bimbi erano ore tanta era la trepidazione e l'ansia legata a quell'evento straordinario. Tanta era  l'aspettativa, tante le promesse, legate a quel felice periodo in campagna che li attendeva. Il loro arrivo qui coincideva con il risveglio della natura e del conseguente lavoro, indefesso, che richiedeva la cura dei campi. Anche il travajo in casa ne veniva segnato, in particolare il lavoro nella grande cucina. Qui si svolge la narrazione, tra piatti di tuma, melanzane, cipolle, uova ed ogni altro prodotto della terra. Arrivavano i mandulari, si raccoglievano le mandorle, si faceva festa e si ballava. Raccoglievano il cotone. Poi il grano, si curava la vigna e i fichi d'India e gli ulivi. E si mangiava: tutte preparazioni della tradizione siciliana. La cucina è la protagonista dei ricordi di Simonetta, il racconto della preparazione del pane occupa un intero capitolo. Si preparava ogni settimana e si cominciava già all'alba. Momento fondamentale e sacro, ricco di tradizioni ed attesa,di attenzione, fatica e godimento: un'autentica
pagina di storia! E si capisce come mai il nostro pane quotidiano non giunge ad essere mangiabile già alla sera!
Il mondo dei piccoli, si sa, è fatto di felicità, quello degli adulti molto meno: fa capolino anche la mafia sempre presente con la sua valenza di orrore che ci rammenta la miseria che ci avvolge! Un libro gentile e ricco che consiglio a tutti. Fondamentale la parte delle ricette, curata dalla sorella dell'autrice, che ha fedelmente trascritto, con precisione e limpidezza, le ricette per realizzare quei piatti di cui nel libro si narra. Nella sezione "cucina" alcune di queste ricette. Salutammo!
 

 

 MICHEL LE GRIS

 DIONISO CROCEFISSO
Saggio sul gusto del vino nell'era della sua produzione industriale

Derive-Approdi, 2011 pp.190  € 16.00

Sostanzialmente è un libro sulla storia del vino. Trattato che analizza gli aspetti economici, tecnici ed estetici dell'evoluzione del nettare di Bacco. Particolare attenzione e critica è posta sulla realtà attuale, fabbricata e pianificata dalle potenze finanziarie, industriali e commerciali che hanno trasformato l'appassionato amatore in un mero consumatore. Dalla storia dell'utilizzo dell'anidride solforosa al controllo dell'acidità, il lettore è preso per mano ed accompagnato nell'evolversi delle attuali produzioni enologiche. Per tutto valga l'analisi fondata sull'equilibrio tra i massicci tannini, oggi diventati di moda, per dar gusto al vino, con l'alto tenore alcoolico, necessario per raggiungere l'equilibrio necessario. I vini riflettono la loro epoca e la mentalità di chi li fa. In un mercato globale dove tutti consumano prodotti imposti ed i gusti vengono repressi e guidati in una scelta obbligata, impossibile risulta un consumo libero ed una ricerca personale di originalità e particolarità. Per esempio, l'approccio all'ossidazione del vino. Se da un lato determina una più o meno marcata riduzione degli aromi fruttati dell'uva, dall'altro questa stessa ha un'azione sui tannini, che si compie nel corso degli anni e che contribuisce alla formazione di nuovi profumi che poi si svilupperanno nel corso degli anni durante il riposo in bottiglia.

Le bottiglie non possono aspettare inerti in cantina, devono da subito dare il risultato atteso nelle degustazioni. Eppoi non si può immobilizzare un capitale! L'introduzione poi nell'enologia di lieviti selezionati a fini aromatici, hanno portato stravolgimenti che si sono trasferiti poi alla vigna, ricercando in questa, uno sviluppo in quella direzione senza il dovuto rispetto per la pianta. L'introduzione dell'uso indiscriminato del legno ha fatto il resto: si narra dell'esistenza di botti in plastica che al loro interno contengono mazzetti di legnetti! Il gusto si è oramai unificato sotto ad una pressante azione di marketing che ha puntato ed imposto vini alcoolici e dal gusto molto fruttato. Libro di assoluta attualità, utile a professionisti per farli riflettere e agli amanti del buon bere. Grido di dolore per la deriva sensoriale che ci sta trascinando e sommergendo. Completa il tutto una critica alla società attuale che ci obbliga a consumi indotti e ci guida per mano alla rinuncia costante dell'uso dei nostri sensi una volta compagni fedeli: il gusto e l'olfatto. Tutti dunque all'enoteca "Le Vinophile"! Qui si può bere veramente bene e vini fuori dal coro. Peccato che sia a Strasburgo! Affittiamo un pulmino!!
 

 
ROBERTO CIPRESSO
con Giovanni Negri e Stefano Milioni

IL ROMANZO DEL VINO
presentazione di Robert Parker jr.
Piemme, 2006 pp316

Questo è IL LIBRO DEL VINO!
Appassionato, coinvolgente, profondo, dotto, personale, divertente.
Ricco di aneddoti, di personaggi, di cultura e di storia e di storie. Storie di passioni e di amori. Di ricerche instancabili, di prove e riprove. Tutto quello che c'è da sapere sull'enologia, sui territori di elezione, sulle pratiche di cantina, sul vino, sui vitigni. Il tutto esplorato con cura, ammirazione e sapienza. Un viaggio totale nel grande nettare, in tutti i continenti. Con affettuosa partecipazione e vissuta condivisione, ci affascina e ci
commuove. I suoi gusti personali affiorano con pudore e mi sento di condividere. Non contento dell'esaustività di questo libro, alla fine aggiunge un glossario a cura di Stefano Milioni, esaustivo ed essenziale.
Vi prego, leggetelo. E fatelo leggere. Diventerete colti amanti del vino e persone migliori. Arriverete a condividere il rispetto delle persone e l'amore per tutto ciò che vi circonda. A lettura terminata vi sentirete vicini ed amici di quest'uomo illustre, capace e generoso che tanto ha dato all'enologia mondiale. Bravo, Roberto!
La partecipazione di Giovanni Negri è facilmente riconoscibile: è sufficiente leggere il suo "Il sangue di Montalcino" qui sotto riportato. Il prode e mite ed entusiasta Candido, nomen omen, miseramente assassinato, altri non è che il buon
buon Roberto! LIBRON!
romanzo del vino
 

 
GIOVANNI NEGRI

IL SANGUE DI MONTALCINO
Una indagine del commissario Cosulich

Einaudi stile libero, pp. 282, €18,50

Bel libro! Avvincente e ben scritto. I ritratti psicologici sono approfonditi, credibili, a volte dolenti altre ironiche e divertite. Un tuffo nel mondo del vino e dei più famosi personaggi che attorno vi gravitano. E son tutti personaggi reali, tratteggiati con mano lieve a volte non proprio pietosa. Tutto parte, come d'obbligo, con un omicidio. All'indagine è designato il commissario Cosulich. Personaggio indimenticabile, deciso, sensibile, acuto, solitario e di profonda umanità. Ci è rimasto nel cuore. L'indagine si snoda da Montalcino alle Langhe passando per la Franciacorta. Nel racconto sono narrati aneddoti sul vino e sulla sua storia, data anche l'origine del racconto.
La trama zoppica un po' e la credibilità ne risente. Ma la scrittura è piena, rotonda, si direbbe, e lo scopo viene raggiunto. Tra l'altro viene annunciato un nuovo libro "Roma caput vini" che proprio in questi giorni viene dato in uscita. Con presentazione in Franciacorta, forse quella raccontata nel romanzo? Comunque tutto si perdona ad uno scrittore sensibile e bravo. Leggetelo, in una serata come questa, di nebbia e freddo.
Davanti al camino, ovviamente! Bravo Giovanni!
giovanni negri libro
 

 

FRANCESCA NEGRI

SEX AND THE WINE

l'altra metà del cielo.

Curc & Genovese 2011, pp 141 € 12

L'altra metà del cielo, come avrete ben capito, è quella femminile. Cinque amiche, con molti interessi in comune, decidono di dar vita ad un club all'insegna della degustazione di vino. Queste simpatiche trentenni si riuniscono per raccontarsi dei rispettivi amanti, dell'ultimo shopping in centro, delle proposte della moda e... assaggiano vino! E dove si incontrano? Barretti di periferia? Mc Donald? Kebabbi? No. Locali esclusivi! Lusso, lussone! Divanetti Chesterfield, lampade Foscarini. Scarpe Gucci. Borse Vuitton. Cloe è l'anima del gruppo. Giornalista free lance; si occupa di economia, gastronomia, life-style, moda, e altro ancora: Alice, famosa costumista di famosissime opere teatrali: Cats, Jesus Christ Super... Giulia, non si sa. Alessandra si occupa di cinema e relative public relations. Infine Zoe, media relations e uffici stampa di ogni hosa. Benon! Come vedete, cinque giovani ragazze agguerrite, decise, affascinanti. Bevono champagne Ruinart Rosé e Laurent-Perrier. Un bel giorno si presenta nel suo ufficio il suo moroso. Attempato, sofisticato, seduttivo, bellissimo. Esperto di vino e noto artista. Le porta una bottiglia di Vina Ijalba selection especial '94. Nella guida è così descritto: sentori di pino, china, terra, polpa fruttata. Lei assaggia e così ne parla: Sole e afa, caldo d'estate, brezza tra le foglie di un salice.
sex and the wine
Mi dondolo sotto il portico, di fronte al tramonto. Da questo momento, lei e le sue amiche descriveranno i vini assaggiati in termini di sensazioni ed emozioni. Ebbene è questo il nocciolo centrale, il cuore pulsante del libro. Tutto il resto è una storiellina. Ricordatevi cari amici e colleghi, è così che si assaggia il vino, ricordatevelo!
 

 
PAOLO ROSSI

MANGIARE

Bisogno Desiderio Ossessione
Il Mulino, Intersezioni 2011 pp.156 €14
Agile volumetto che percorre il tema del titolo in tutti i suoi aspetti. Per chiarire riporto nella sua interezza tutto l'indice:
I° Idee
II° Natura
III° Cultura
IV° Il mangiare: fra natura e cultura
V° Il digiuno
VI° Digiuno e santità
VII° La fame
VIII° Scioperi della fame
IX° Cannibali
X° Vampiri
XI° Il cibo come ossessione
XII° Apocalittici della globalizzazione
XIII° Primitivismo
XIV° Un tempo il cibo era genuini?
XV° Il cervello goloso e l'obesità
XVI° Le malattie epocali
XVII° Il culto di Ana
XVIII° Moda e macilenza.
Da questo indice ben si vede il percorso storico seguito dall'autore, noto professore specialista in storia della scienza e delle idee. Ogni aspetto è trattato in modo rapido ed approfonditamente non tralasciando, ovviamente, un "gusto" divertito ed appassionato. Qualche volta, è vero, si fa prendere un poco la mano, specie nel capitolo: "Apocalittici della globalizzazione", ma non gli si può fare un torto. Una divertita rivalsa su di un modo di pensare difficilmente condivisibile. L'indignazione dell'autore non sa trattenersi sempre e nell'ultimo capitolo, quello sulla moda, giustamente si fa dirompente. I temi trattati sono molti e sviscerarli in maniera completa sarebbe impresa infinita. Si suggeriscono temi e spunti di approfondimento che la ricca bibliografia può soddisfare. I dati e le notizie sono abbondanti e soddisfacenti. Pensate che l'indice dei nomi ne riporta ben 259! Leggetelo, è idispensabile per un primo approccio al tema. Buon divertimento!

P. S. L'Ana di cui si parla è l'anoressia.
 

 

GERMANA FABIANO

IN NOME di DIO E PER MANO DEL DIAVOLO

Vita del boia Laurent Deville esecutore delle alte e basse opere a Saint-Germain sulla Somme dal 1497 al 1504.

Robin Edizioni, la biblioteca di domani, 2011, pp.311 € 14

Interessante romanzo storico che intreccia la vita quotidiana del boia Laurent Deville, a quella degli abitanti del paesino di Saint-Germain, nella Somme, nell'estremo nord della Francia. Eventi storici e vicende personali sono accuratamente descritti, aprendoci ampi squarci nella nostra visione e conoscenza del medioevo. Per mano ci conduce in quel periodo buio e difficile. Particolare interesse ci suscita la vicenda del prodigioso cuoco Marcel, nato sulle panche della cucina di un ricco borghese, l'orafo Guillot. In questo enorme stanzone il fuoco era acceso dall'alba a notte fonda e ci si affaccendavano numerosi cuochi e sguatteri, costantemente intenti alle loro mansioni con precisione e lena inesauribile. La descrizione del lavoro è accurata e precisa ed a noi è dato di assistere al lavoro in quella prodigiosa cucina. La cucina seguiva l'alternarsi delle stagioni e si cucinavano: carpe, lucci e trote. Marmotte, scoiattoli, ermellini, donnole e tassi. Gru, beccacce, fagiani, cigni e quaglie. Polli, vitelli, maiali, cinghiali, caprioli, camosci, conigli e lepri. Salsicce, lardo, trippa,frattaglie, uova. Cipolle, aglio, estragone, pepe, menta, cerfoglio, coriandolo, erba cipollina condivano questi cibi. Eppoi cavoli, rape, verze, piselli, orzo, farro, avena, ceci, lenticchie, bietole, lattughe, carote.

Non mancava il miele, le mandorle, e noci. More, mirtilli, mele, pere, pesche, ciliegie, albicocche. Si beveva anche, vino, ovviamente, ma anche birra e idromele. Ogni ben di Dio. Siamo nella cucina di un riccone, ricordiamolo. La dieta della povera gente era di tutt'altro tenore e ben viene descritta nel romanzo. Comunque anche il prodigioso cuoco Marcel Fleury, disconosciuto miglior cuoco di Francia, finirà i suoi giorni, tutti passati nella cucina, come cliente del Deville. Grave perdita, per il riccone ed i suoi amici. A tratti ci ha ricordato il film "VATTEL" la cui recensione è presente nella sezione "I film da vedere", buona visione e buona lettura!.
 

 
HERMAN KOCH

LA CENA

BEAT (Neri Pozza Editore) 2010, pp. 253 ,  € 9

Una giovane, bella ed elegante signora seduta ad un tavolo apparecchiato. Senza tovaglia. Lo sguardo inquieto ed
indagatore. Denota un carattere poco remissivo. Le braccia allargate ed appoggiate sulla tavola la predispongono
alla lotta. Un lampadario barocco, sbilenco, le insiste sul capo. La presenza di altri bicchieri suggerisce la presenza di altri convitati. Non sarà una cena conviviale.
Questa l'immagine di copertina. Infatti. Due coppie di amici si ritrovano ad affrontare un destino comune ai loro figli: hanno saputo che si sono macchiati di un orrido delitto. Il ristorante è di gran lusso e di prestigio mondiale, ci si prenota con anticipo
di mesi e mesi: fortunatamente uno di loro è il futuro primo ministro. Incominciano a chiacchierare. Sono persone per bene, casa, lavoro, amici, shopping.
Un poco alla volta si fa strada una vena di acuta follia, di sentimenti ignobili ben intrecciati al loro comune sentire. L'orrore nel quale sofficemente vivono è cristallino. Bene ci stanno e bene lo difenderanno, ad ogni costo.
 I dialoghi si dipanano e ci raccontano di vite al limite della legalità e della pazzia.
Abilmente l'autore, lentamente, sapientemente, ci fa entrare in queste menti malate. Ma, infine, sono tutti benpensanti, rispettabili esempi della ricca borghesia olandese. L'assoluzione per l'atroce crimine commesso dai figli sarà totale ed irremovibile. Per completare l'opera bisognerà commettere un altro delitto. Cosa non si farebbe per i figli!!! Romanzo duro, durone. Comunque... aggiungo il menù, forse può alleviare. Aperitivo, champagne rosé Antipasti, gamberi di fiume con vinaigrette di dragoncello, cipolline e gallinacci dei Vosgi,  Secondo, filetto di faraona avvolto in listarelle di pregiata pancetta tedesca ed uva
Dessert, parfait di cioccolato artigianale con mandorle, noci grattugiate e more
Digestivo, grappa bianca giovane, caffè espresso.
 

 
PETER MAYLE

IL COLLEZIONISTA di MARSIGLIA

Garzanti 2011 pp.195 €18
Allora. Danny Roth fa l'avvocato, avvocatone! A Holliwood! E' specializzato in attori, attoroni! E' ricchissimo!
Quadri, gioielli, proprietà... E anche vini, vinoni! Lafite-Rothschild del '53, Latour del '61, Margaux dell '83, Petrus del '70! Bottiglie, bottiglioni! magnum, jéroboam, Mathusalem, Nabuchodonosor, abacuqque! Ma, tranquilli, sono tutte assicurate: per 3 milioni di dollari! Purtroppo Egli è triste, a nessuno gliene frega nulla. Il mondo dello spettacolo, si sa, è arido. Bevono, sì, ma uiski, a litri. Che fare, M. Lenin? Idea! Mi faccio un'intervista, vado su il giornale! Così fa. Paginone, fotone, successone! Ora, finalmente, tutti lo sanno, da tutto il mondo sassi! Benon! Come si sa, il tempo passa e arriva il S. Natale. Lì, punta neve! Fortunatamente, il leguleio, ha una casuccia ad Aspen, metri tre di neve. Amici ed amiche, ora Egli è famoso e l'allegra brigata vuol sapere di il vino : E' bbono?
Di i' che sa? Ecc. Egli è finalmente felice! Ma come voi ben sapete, la felicità dura poco. Tornato a casa scopre che la sua cantina è stata saccheggiata! Ahimè. Vabbè, pace, tanto è assicurato, mica per niente fa l'avvocato!
L'assicuratore vuol vederci chiaro. Non è avvocato ma i quattrini... Pensa e ripensa, gli viene in mente un nome: Sam Lewitt. Costui abita al Chateau Marmont, un alberguccio nei dintorni. Egli è: Giovane, Bello, Ricco, Erudito. Amante del bello, del lusso, dell'arte, delle donne e... DEL VINO! Indagherà Egli! Da solo? NOOOO, gli si affiancherà una signora francese esperta in vino. Vecchia e laida? NOOOO! Strafiha, giovane, ricca ecc. ecc. A Parigi, primo lavoro si fa fare una dozzina di camicie da CHAVET, in place Vendome, N.28. Poi va a mangiare a la Coupole e così via.
In due giorni trova il colpevole. E' ricchissimissimo, possiede giornali e televisioni, società, villone, barche.
Paga le tasse, vorrebbe entrare in politica, è un pò bassino, tutti gli vogliono un bene dell'anima! Giuro, è
proprio così il libro! Comunque, sta a Marsiglia e gli garba avere una cantina piena di vino. E' Egli il colpevole! Ma è tanto buono, lo vogliono come Presidente, come si può denunciarlo? Allora glielo rubano e lo ridanno al Sig. Danny.
Tutti contentoni! Il vino è salvo, il riccone è ricco, il giovane pure, l'avvocato anche. Evviva. Presto ne faranno
un film. Sarebbe il secondo.
Ora sapete tutto. Se volete ve lo presto.
 

 
MONI OVADIA (con Gianni Di Santo))

IL CONTO DELL'ULTIMA CENA
Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico

EINAUDI stile libero, 2010 pp. 135 €16.00

Come sempre l'ottimo Moni Ovadia ci accompagna per mano in un cammino che attraverso il Vecchio ed il Nuovo Testamento,
con cultura sapienziale, ci porta in un mondo ricco di tradizione, insegnamento ed ironia. Tutto il racconto è permeato di condivisione e solidarietà, compassione ed umorismo, vissuto attraverso i secoli. Consapevolezza di un destino di esilio e sofferenza sopportata con tenacia e senso dell'umorismo. Il libro è zeppo di storielle, a cominciare da quella che dà il titolo al volumetto, che svelano l'attitudine ebraica all'autoironia e all'arguzia.
Libro divertente, istruttivo, storico, profondo. Imperdibile!
Alla fine una ricca appendice di cucina. Povera ma ricca di sapori e profumi. Semplice ma ricchissima di tradizioni millenarie, che vi darà soddisfazioni a profusione ed accontenterà i palati più esigenti.
Alla sezione cucina una scelta di ricette: le più facili da realizzare.
 

 
GEORGES SIMENON

Maigret e il produttore di vino
ADELPHI
Milano, 2010. Pagg. 167 €9.00

Oscar Chabut è stato assassinato! All'uscita di un bordello di charme. Quattro pistolettate hanno posto fine alla sua vita. Giace disteso nella neve. Uno dei più importanti produttori di vino della Francia. La sua società, la Vin des Moines, è presente in tutta la nazione. Le sue chiatte, autobotti, cisterne, percorrono il Paese in lungo ed in largo. L'indagine si presenta difficile. Il morto ha più nemici che amici. Era un donnaiolo efferato, un violento, senza scrupoli e rimorsi. Ha distrutto concorrenti e famiglie. Donne, dipendenti, conoscenti. Insomma c'era da aspettarselo. Anche il vecchio padre, che gestisce un misero bistrot, il Au Petite Sancerre, conferma il giudizio diffuso: il figlio non ha mai guardato in faccia nessuno. La sua carica malefica e mortifera era giunta al suo limite estremo. Maigret, mezzo influenzato, comincia la sua ricerca. Tra un bicchierino di acquavite ed uno di rum, incontra l'entourage del commerciante. Umanità varia, sfruttati e sfruttatori. Poveri diavoli vilipesi e ricchi corruttori. Donne offese e violentate. Borghesi tronfi ed amorali.Il commissario mal sopporta questi incontri, complice lo stato di salute precario, e ben lo fa vedere.
  Si sa come va il mondo: il colpevole, un poveraccio ex dipendente sadicamente maltrattato, si autodenuncia. Ormai abbruttito dalla drammatica situazione lo va a trovare in casa sua. Maigret non può far altro che ascoltarlo e compatirlo. Beve grog con l'assassino e si risolleva. Tornerà a letto per lenire la sua malattia. In questo breve romanzo, come sempre, il grande Simenon dà prova di fine conoscitore dell'animo umano, di compassione. E dell'ineluttabilità della trama umana: nelle sue pieghe ristagnano semi del male e della sofferenza. Leggetelo, con piacere. Con attenzione: è un saggio di sociologia.
Tenete a portata di mano un bicchierino di rum!
 

 
REDCLIFFE NATHAN SALAMAN

STORIA SOCIALE DELLA PATATA
Alimentazione e carestie dall'America degli Incas all'Europa del novecento.
Collezione Storica GARZANTI, 1989 pp434

Opera monumentale sulla storia della patata, coltivazione,uso, diffusione e della sua influenza nell'ambito del Sud America, dell'Europa e del resto del mondo. Opera unica nel suo genere, a tutt'oggi insuperata per profondità storica e scientifica con particolare approfondimento all'aspetto socio-economico. La storia della patata è strettamente intrecciata alla storia umana. Dalla sua prima coltivazione ad opera delle antiche popolazioni che, sospinte dalla ostilità della giungla amazzonica, superando le Ande, si stabilirono sugli altopiani montagnosi delle Ande atlantiche. Gli indigeni erano animisti, associavano uno spirito ad ogni soggetto, vivente o non vivente. Su tutti il sole, mentre la foresta era animata di spiriti. Timori, sospetti, crudeltà, mestizia e rassegnazione sono ritratti dominanti della mentalità dei nativi. Da questo ambiente ostile, dal terrore che ispirano le foreste, furono costretti ad allontanarsi compiendo così il completamento del loro viaggio, da mare a mere, da costa a costa. Arrivati sugli altipiani trovarono condizioni avverse, freddo, venti gelidi, terreno poco fertile.
 
 E trovarono la patata: solanum andigenum. Cominciarono la coltivazione con difficoltà e senza attrezzi adatti a quel nuovo lavoro. Mangiano il porcellino d'India (cuy) che si sono portato dalla giungla e che hanno addomesticato. Coltivano il mais, che anche distillano. scoprono la coca e sfruttano il lama. La vita si fa meno dura: L'arrivo delle popolazioni del Nord prima, gli spagnoli poi, ci penseranno a ricacciarli alla dura sopravvivenza pura e semplice. Gli spagnoli apprezzarono questo tubero, specialmente i missionari che ne intuirono le enormi possibilità. Presto fu importata in Europa dove veniva propagata sia a mezzo dei tuberi sia come pianta, usata come ornamento, cosa che ha facilitato l'ibridazione. L'uso alimentare non fu facile essendo un audace taglio con la tradizione. Non essendo mai stata vista era come mangiare il frutto proibito dell'Eden: nella Bibbia non è nominata. Così come lo zucchero ed il tabacco. Tutte queste piante furono bandite in tutte le russie e nelle Highlands. Infatti in Europa si aggirò l'ostacolo seminando le patate il giovedì Santo, per placare il senso di colpa sviluppato da quel frutto misterioso. Ma la patata è buona e non richiede particolari cure. Questo è il suo merito ma anche il suo pericolo mortale. Nei terreni ricchi di torba si propaga in modo sorprendente ed estrema facilità, e trova in Irlanda il suo habitat ideale. La popolazione vive in uno stato di miseria e degradazione totale. Dal XIV al XVIII secolo pestilenze, carestie e lotte sanguinose hanno flagellato le genti. In Irlanda ci fu la sfida tra il Rinascimento inglese e l'oscurantismo dello spirito medievale dissanguato da secoli di lotte fratricide. Lotte feroci tra clan rivali. Il capo clan era designato dallo stesso clan. Alla morte del capo, la terra era suddivisa tra i suoi figli maschi. Avveniva così una frammentazione delle proprietà eccessiva che portava all'insufficienza alimentare di un clan.
Vi erano poi continue lotte tra i clan celtici ed i feudatari Normanno-Irlandesi. Le condizioni di vita erano arretrate, abitazioni di un locale unico, in cui viveva la famiglia e gli animali. Tutti mangiavano da un unico pentolone. Le case si riempivano di fuliggine ed il tetto di paglia veniva bruciato per concimare. Era in uso il piantatoio, come gli andini, e non l'aratro. Chi lo aveva lo legava alla coda dei cavalli. La lana veniva strappata alla pecora con mani invece di tosarla. Questo fino al 1845. Il grano veniva bruciato con tutta la paglia, per poi liberarlo dalla cenere e macinarlo. In una condizione agricola così deteriore, l'arrivo della patata fu benedetto. Presto divenne l'unica fonte di sostentamento. Patate, un po' di latte, farina d'avena. Ben presto l'arte di vivere era ridotta a livelli animaleschi data la sudditanza dal tubero. Una famiglia di cinque persone abbisognava di 125 chili di patate a settimana! Quando il frutto per ben tre anni consecutivi si ammalò, fu la catastrofe. Lo spettro della fame si abbatté furiosamente sulla gente. Vagavano nelle campagne cercando radici commestibili. Le poche manifatture, boicottate dagli inglesi, fallirono.
In un ambiente esacerbato da gelosie religiose, conflitti politici, attività produttive frustrate, ridussero il tenore di vita degli Irlandesi ai livelli più bassi mai raggiunti in Europa. Si calcolano oggi in oltre un milione di morti per fame. Parliamo di centocinquanta anni or sono. Se per un qualche motivo un gruppo economico forte ha interesse a svolgere un'azione coercitiva su una parte meno forte, se non ha freni di tipo legale, morale, politico, il metodo migliore è fargli adottare come fonte principale di alimentazione un alimento semplice ed a basso prezzo. Il risultato è l'abbassamento del tenore di vita. Più è basso più si sfrutta la popolazione più il loro stato sarà simile alla schiavitù. Insomma, quando la patata predomina la società, una parte di essa corre dei rischi. Proprio perché è nutriente, è un'arma insidiosa per sfruttare i gruppi deboli. Nella Gran Bretagna del XVIII secolo, la classe imprenditoriale aveva bisogno di mano d'opera a buon mercato. La sussistenza a base di patate riduceva
il costo del lavoro al minimo. La patata è stata usata deliberatamente con lo scopo preciso di non alzare i salari. Quando la patate giunse in Irlanda la società era disgregata ed in brevissimo tempo divenne il cibo del popolo. Dopo aver dimostrato di essere lo strumento più idoneo a mantenere le masse in stato di miseria e degradazione, la patata finì con il causare la rovina degli sfruttati e degli sfruttatori. E' l'uomo che con la saggezza o la follia può decidere di un prezioso dono della natura: benedizione o sciagura. Labile è il confine tra il bene ed il male.
Libro affascinante, scritto benissimo e straripante di notizie e dati altrimenti introvabili. Ricchissima bibliografia. Insomma, lo leggerete d'un fiato e mi ringrazierete: ora vedrete con occhi diversi la storia dei popoli!
 

 
Tristam Stuart
SPRECHI
Il cibo che buttiamo, che distruggiamo. che potremmo utilizzare.
Bruno Mondadori Editore, 2009, pp. 358   € 22,00

Questo libro apre una finestra, una finestrona sul mal uso del cibo. Veramente sul bieco uso di questo bene necessario, primario, fondamentale. Se ne produce in quantità abnorme, enormemente oltre il fabbisogno. Quindi in gran parte, nel nostro mondo, viene distrutto. Già al momento dell'inscatolamento dei prodotti cotti un buon 10% viene scartato per lievi imperfezioni estetiche. Aziende agricole, specializzate nella produzione di carote, per esempio, usano un sensore ottico laser che analizza "al volo" la forma delle carote. Durante il volo le carote non diritte, vengono colpite durante il loro volo, e precipitano in un deposito che le attende: diventeranno mangime per animali. Fino alla metà degli ortaggi e della frutta prodotti per i supermercati, viene respinta per irregolarità nell'aspetto. L'agricoltura moderna ha moltiplicato la resa dei terreni, moltiplicandola resa per ettaro: gli sprechi sono aumentati in modo uguale. La pesca non sta meglio. La legislazione europea prevede, per ogni stato membro, un quantitativo di pescato diverso e diversificato, che tiene conto della quantità, delle specie presenti nei vari mari. Questo fa sì che il pescato oltre le quote stabilite e di specie diverse da quelle ammesse, sia rigettato in mare.
Una volta raggiunto il quantitativo per una determinata specie, quello eccedente nelle reti ritorna in mare. In totale, circa il 50% del pescato torna in mare. Secondo uno studio di "Nature" il 90% dei grossi predatori, merluzzi, salmoni, tonni, subiscono questo destino. Per la carne è ancora peggio. Per produrre 1 (uno) chilo di grano servono tra i 500 ei 4000 litri di acqua. Per un chilo di carne ce ne vogliono da 5000 a 100.000. Per produrre 100 Kcal di cibo vegetale, mediamente 0,5 metri cubi di acqua, Per lo stesso quantitativo di origine animale otto volte di più. Gli americani consumano 123 Kg. di carne pro capite. Gli inglesi 83, i cinesi 55, gli ugandesi 10 e gli indiani 5. In Brasile l'esportazione di carne è aumentata negli ultimi anni del 700%, causando un bisogno sempre crescente di soia come alimento animale, causando deforestazioni ed erosione del terreno. Di conseguenza è aumentato il prezzo della soia e la deforestazione ha avuto un incremento del 4%. Insomma la sovrapproduzione di cibo è fondamentale per i paesi ricchi. Occomemai paesi già ad ampia sufficienza alimentare producono in eccesso? Ma perché sono buoni! L'eccedenza, il surplus, viene donato! Beh, i paesi riceventi svilupperanno una sincera riconoscenza verso i donatori, che in cambio proporranno semplici accordi commerciali, iniqui, che serviranno a stringere un po' di più il nodo della dipendenza. L'invio in Africa e Asia cibo, spalanca agli USA nuovi mercati, rendendo i paesi riceventi dipendenti. Così funzionano i supermercati: un'infinità di prodotti per aumentare la clientela ed i consumi. Aggiungete la crescita delle popolazioni, i cambiamenti climatici, la scarsità di acqua e l'impoverimento dei suoli... La riduzione degli sprechi alimentari è l'unica soluzione al problema della deforestazione, del riscaldamento globale, della fame...Ridurre la domanda, drasticamente è una priorità essenziale!   Anche noi in Italia, non siamo da meno. Ogni famiglia butta mediamente 27 Kg. di cibo nella spazzatura, con una cifra sprecata di 515 euri all'anno. In totale, in tutto il mondo, finiscono in discarica circa 17 MILIONI di tonnellate di cibo. Naturalmente sono gli americani i più spreconi, gettano il 40% del cibo acquistato. Il libro è ricchissimo di dati raccapriccianti. Tabelle e grafici. Notizie e consigli. Insomma vi toglierà il sonno ma vi farà riflettere, magari cambiare stile di vita. Prestare più attenzione alle vostre abitudini, cambiare dieta e sensibilità: tutto si può fare!
 

 
MARCO MALVALDI

ODORE DI CHIUSO
Sellerio editore Palermo,2011, pp. 198  €13

Bisogna proprio dirlo: il buon Marco ha raggiunto un livello di scrittura ottimo. La trama è molto interessante ed avvincente. Con un tocco di originalità che avvince e ci costringe alla lettura forsennata. Piacevolissimo, divertente, ben costruito. Eppoi... il grande Pellegrino Artusi! Che da par suo attraversa i vetusti saloni dell'avito castello soffermandosi, naturalmente, nel salone da pranzo e nella cucina, dove una provetta cuoca, Parisina, regna. Tutti i personaggi sono tratteggiati con acume, ironia e simpatia. Grande umanità. Compratevelo. Leggetevelo, di questi tempi rara una buona lettura! Naturalmente non poteva mancare una ricetta!
Andate alla sezione cucina. Provatela, come io ho fatto: doppio divertimento! Un riverente ringraziamento a Marco Malvaldi!
 

 
PEPPE RUGGERO

L'ULTIMA CENA
A cena con i boss

Prefazione di Luigi Ciotti
Verdenero inchieste
Edizioni Ambiente - Milano, 2010 pp 180  €14
Il titolo fa riferimento alla cena, alla vostra cena, magari di questa sera! Ebbene sì, la criminalità organizzata ha messo le mani in pasta e non solo su quella. Anche sugli ortaggi, la carne, le mozzarelle, il pesce... Gli orti sono concimati con rifiuti tossici, la diossina smaltita negli allevamenti di bufale, il percolato finisce nei pascoli.. Le bestie destinate al consumo. infette e gonfiate con ormoni proibiti, provenienti dalla Corea, le cozze pescate in acque putride nei pressi dei collettori fognari. I vari commerci sono saldamente in pugno alle varie organizzazioni criminali. Il pane, fatto con farine scadenti e malsane, viene cotto in circa tremila forni abusivi, usando per il fuoco vecchie bare, infissi marci e sostanze tossiche.
E' noto il fatto di una signora, che notando delle fessurazioni nella tomba di famiglia, ne richiedeva la riapertura. Al suo interno furono trovate ben sette salme affastellate.  Il burro, venduto in tutta Europa, costituito da grassi animali e scarti di macelleria, ossa, interiora, cervelli, strutto e acidi vari. Una volta metabolizzate dall'organismo queste sostanze, causano gravi
disfunzioni epatiche.  Oltre 22.000 tonnellate di burro sono state prodotte nelle provincie di Napoli e Caserta. Fortunatamente esiste e sta crescendo una nuova realtà. Sono le cooperative di giovani che, grazie alla legge Rognoni-La Torre, lavorano le terre sequestrate e confiscate alle cosche. Queste terre vengono riportate alla loro naturale vocazione, coltivando e producendo con i metodi dell'agricoltura biologica ortaggi, frutta, vino, olio ed il tutto nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute.
Questa è la speranza per tutti noi: un mondo migliore, onesto ed etico, rispettoso dei lavoratori e dell'integrità della natura. Compito fondamentale di tutti è sostenere e promuovere i prodotti di queste cooperative..
Ed ora, per consolarci, alcune ricette di famosi cuochi professionisti che hanno ideato, espressamente per questi prodotti, ricette che esaltano al massimo la loro qualità.
Correte alla sezione cucina. Buon appetito!
 

 
DIEGO DE SILVA

MIA SUOCERA BEVE

Vita, affetti e cause perse
di Vincenzo Malinconico,
filosofo involontario.

Einaudi  anno 2010  Pag.338    € 18.00

In effetti, andando a trovare la suocera, l'avvocato Melanconico Vincenzo, le porta in regalo una bottiglia di una nota marca di uischi.
In una successiva visita nota che la quantità di liquido è diminuita. L'anziana ha gradito. Frizzi e lazzi.
Vicenda trascurabile.
 

 
QUI  XIAOLONG

QUANDO IL ROSSO E' NERO
SuperPocket Marsilio, 2008 pp. 285  € 5,60

L'autore, come il nome suggerisce, è cinese. Vive negli USA dove insegna... cinese. Protagonista dei suoi romanzi gialli è il detective Chen. Anche costui è un esperto di letteratura cinese. Il romanzo è infarcito di proverbi, poesie e tradizioni cinesi. Non solo, Nel corso della vicenda il poliziotto si rivela essere amante della tavola e di cibo si tratta piacevolmente e dSo Diffusamente. La vicenda è ambientata ai nostri giorni e narra l'omicidio di una scrittrice, ex guardia rossa, ex insegnante universitaria, ex amante di un illustre professore. Professorone. Ma i tempi cambiano. Muore il buon Mao, la vedova finisce in galera, i vecchi ideali vanno a farsi friggere Insomma la signora viene cacciata, il suo passato di militante rimproverato e gli amici la evitano come la peste.
Si affaccia la proprietà privata, l'iniziativa personale, il tornaconto.
Una specie di capitalismo dei poveri. Soldi! Ed è a causa del miraggio di facili guadagni che la ex intellettuale viene uccisa. Ella ha scritto un libro sul suo vecchio prof, forse non politicamente corretto. Fatto sta che qualche copia la vende e qualche soldarello lo piglia. Ma vive in un lurido tugurio, in un casamento popolare nel senso di alveare.
Chi è colui che la passò nel mondo dove i più risiedono? Il compagno ispettore capo Chen, tra una citazione ed una mangiatona, risolve il caso: parenti serpenti! Non ci sono colpi né spari. Ma poesie e massime di Confucio e Lao Tse. E storia politica della Cina negli ultimi 50 anni.
Divertente ed istruttivo, ironico e caustico. Qui alcune massime:Il coniglio non bruca mai vicino alla tana. Prima di prendere a calci un cane, bisogna pensare alla faccia del padrone. Il sentiero su cui si incrociano due nemici deve essere davvero stretto. Un gentiluomo può cercare la vendette anche dopo 10 anni. Non è lo stendardo che sventola, né il vento che soffia, ma il tuo cuore.
Ora delle poesie. Le lacrime di una candela si seccano- soltanto quando si brucia fino a diventare cenere.    LI SHANGYIN
Non puoi vedere il vero volto dei montiLu - se ti trovi ancora tra le montagne. Su Dongpo. Esiste soltanto un ciclo infinito- di vecchie gioie e nuovi dolori- un giorno qualcuno- davanti davanti alla torre gialla di notte-potrebbe sospirare per me. Su Dongpo. Ero felicissimo di bere assieme a te - mentre la luna affondava tra i salici cantando. Yan Jidao.
Per quanto riguarda la gastronomia possiamo citare alcuni dei piatti assaggiati dall'ispettore Chen: Spaghetti con cavoli verdi sottaceto e germogli di bambù invernali con maiale xiao.
Spaghetti ruvidi in brodo rosso di pepe macinato, fette di cipolla verde, il tutto condito con trippa stracotta.
Maiale macinato con vino rosso, fette di cetriolo agro caldo, su fettuccine verdi di fagioli. Interiora di passero, dorate e fritte con teste di anitra private del cranio. Sauna di gamberi di fiume vivi ma in acqua calda e un po' di vino. Poi si immergono in acqua resa bollente dalla presenza di pietre roventi.
Cozze sgusciate, mescolate a formaggio e spezie varie e rimesse nella loro conchiglia.
Gustatevi il tutto: LA CINA E' VICINA!
 

 
FRANCINE PROSE

GOLA
Raffaello Cortina Editore, Milano. 2006 pp111  €14

Curioso come nel corso dei secoli la gola sia sempre stata considerata, non un piacere, una soddisfazione, un giusto appagamento di un desiderio, di un bisogno fondamentale, vitale. Sempre è stata, e lo è ancora oggi, un vizio, anzi, un vizio capitale! La religione ne ha fatto scempio! Osservando il digiuno e la mortificazione del corpo, fino a giungere stadi di grave denutrimento. Pensiamo a santa Caterina da Siena e a santa Chiara. Eppure, Gesù, per la folla affamata, compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e sazia quella folla. Preoccupandosi poi della raccolta degli avanzi: niente sprechi! Ancora nel Medioevo, periodo notoriamente di diffusa dieta generale ipocalorica, si tuonava contro il cibo. Per non dire del bere! Nei suoi "I racconti di Canterbury" Di Geoffrey Chaucer c'è questa novella.
Ambientata nelle Fiandre, parla di tre giovani crapuloni dediti al vizio del bere, del gioco e delle
donne. Giunti in un paesino, vengono a sapere che lì la morte ha fatto strage! Essi, coraggiosamente, si impegnano e giurano che la scoveranno e la trucideranno! Baldanzosi e barcollanti, iniziano la ricerca. Incontrano un vecchio misterioso che gli indica una quercia enorme sotto la quale è solita stare. Partono rapidi e risoluti. Giunti all'albero trovano un tesoro enorme in monete d'oro malamente nascosto! Grande giubilo! Grande gioia! Bisogna festeggiare! Decidono dunque di aspettare la notte per portar via il tesoro indisturbati . Ma rimane del tempo ed è bene impegnarlo in qualche modo: non sono dei perditempo fannulloni! Che fare? Essendo assai affamati ed assetati per le forti emozioni, decidono di mandare uno di loro all'osteria a comprare cibo e vino in abbondanza. I due rimasti, rimuginando, hanno una brillante idea, in caso di morte accidentale di uno di loro, bisognerà dividere per due! Più soldi! Più bottino! La felicità aumenta. Arriva finalmente, carico di provviste, il loro amico. Tosto viene brutalmente assassinato! La felicità aumenta vertiginosamente! Ah, Ah, Ah, ben fatto! E' ora di trangugiare. Ma, ma... Anche il morto, nel suo piccolo, non era uno stinco di santo. Aveva avuto la stessa idea Il tesoro non sarebbe stato diviso, per nulla! E con questa bella pensata aveva avvelenato il vino! Tutti marti! Eh, la gola è un brutto vizio!
Ancora oggi è diffuso un sottile sentimento di sospetto ed alle volte di orrore, nei confronti dei grandi mangiatori. Nel corso del tempo si è sostituita l'equazione piacere = peccato e quindi dannazione eterna, alla più semplice e diretta equazione piacere = morte. Occomemai? Potete scegliere, con calma e cura: vasculopatie, diabete, arteriosclerosi, ictus, epatopatie, demenze eccetera eccetera. Il ciccione è guardato come un disadattato, un incosciente da commiserare: sarà certamente portatore di scarsità di mezzi materiali ed abbondanza di stoltezza. Insomma è cambiato il metro del giudizio ma resta, pietracea, la condanna sociale dura ed inappellabile!
Nel volume sono incluse numerose riproduzioni di opere di quei Maestri che nel corso della storia si sono cimentati su questo malefico vizio. Si va dal Beato Angelico a Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel, Diego Rivera... Finita la lettura concedetevi una lauta cena ed un paio di bottiglie. Brindate a Dioniso, figlio di Zeus, unico degli dei dell'Olimpo, che parla direttamente agli uomini!
 

 
AA VV
LE NUOVE RICETTE DEL CUORE
a cura di Carla Sacchi Ferrero
BLU' edizioni 2008 pp 159 €10

Progetto editoriale encomiabile e di notevole portata. Ben venticinque autori hanno scritto il racconto della loro vita e la ricetta culinaria che dall'infanzia è stata presente nel loro cuore come simbolo della famiglia e delle tradizioni. Gli autori hanno partecipato a titolo gratuito, devolvendo i proventi dai diritti d'autore alla Fondazione Banco Alimentare, che grazie all'azione di centinaia di volontari, raccoglie e distribuisce tonnellate di cibo, derivanti dalle eccedenze, in tutta Italia. Ad esse è collegata la giornata nazionale della colletta alimentare.
Tutti i racconti sono godibili, interessanti ed istruttivi. Scritti con grande passione, per la cucina e per ciò che ancora fa ricordare. Dall'Algeria di Khaled Fouad Allam alla Sicilia di Andrea Camilleri. Dal profondo Piemonte di Giorgio Faletti alla Ferrara di Folco Quilici. Dalla Napoli di Raffaele La Capria alla Roma di Rosetta Loy. Tutte le storie  meritano di essere lette, tutte le ricette meritano di essere provate.
Io ho scelto quella di Giosetta Fioroni e di Gianola Nonino. Gisetta è romana, scrittrice, poetessa ed artista a tutto campo. Ha esposto in gallerie di tutto il mondo, la sua pittura è rappresentazione di sentimento e poesia a cui è legato indissolubilmente il suo essere: sua l'opera che campeggia sulla copertina del volume.
  Il quadro dei suoi ricordi famigliari ci mostra un momento di attesa e di preparazione dell'incontrarsi attorno alla tavola. Il momento della creazione di una piccola replica del Natale colma di calore, solidarietà, amore. Il suo piatto, la "sua" minestra: la pasta e fagioli. Gianola Nonino, friulana, si occupa dell'omonima distilleria fondata dal padre. Creatrice delle celebri acquaviti conosciute in tutto il mondo, è fondatrice del premio Nonino Risit d'Aur e dal 1977 il premio di letteratura Nonino. Ebbene il suo racconto autobiografico ci narra della permanenza dello scrittore siciliano Leonardo Sciascia presso di lei. Periodo in cui scrisse "Il cavaliere e la morte". Ebbene, qualche sera l'illustre ospite si metteva ai fornelli per la cena. Gianola restò ammaliata dalla caponata, che rifece infinite volte con sue modifiche rispetto all'originale: era stato lanciato un ponte che collegava i due estremi d'Italia! Richiedete questo libro: molto più che ricette! Molto più che racconti!
Alla sezione CUCINA le due ricette
 

 
MARK CRICK

LA ZUPPA DI KAFKA
Storia della letteratura mondiale dalle origini ad oggi in sedici ricette
Ponte alle Grazie 2006 pp 113, €10

Il titolo tiene fede a questa raccolta di racconti. Tutti scritti alla moda di...  Dalla ricetta dell'agnello in salsa di aneto, scritta alla Raymond Chandler, ai fornelli un detective, che fumando e bevendo bourbon, aspetta una bionda. Ai crostini al formaggio, elaborati, parodiando Harold Pinter, in una squallida soffitta. Dalle "moules marinières" alla Italo Calvino, colloquiali e confidenziali alla "fenkata" in cui lo pseudo Omero descrive la preparazione del cibo da parte del prode Achille. Ci sono citati anche Thomas Mann, Jane Austen, Jorge Luis Borges, Graham Greene, Virginia Wolf, Franz Kafka,Irvine Welsh, Marcel Proust, Gabriel Garcia Marquez, John Steinbeck, Geoffrey Chaucer. Libro appassionato e divertente che unisce letteratura e cucina con umorismo, partecipazione e lievità. Andrebbe letto ad alta voce, in una cucina tra fornelli e vapori, lasciando agli ascoltatori il compito dello svelamento dell'autore che descrive il piatto che si apprestano ad assaggiare! Nella sezione CUCINA un paio di ricette, alla moda di J. Steinbeck e di G. Chaucer.
 

 
SERGEJ DOVLATOV

IL PARCO DI PUSKIN
Sellerio Editore 2004
pp197  € 9.00

Straordinario racconto! Resoconto di alcuni giorni passati dall'autore al famoso Parco Puskin, come guida turistica. Appassionato, struggente, lirico, tenero, ironico. La scrittura trabocca di umanità, quella di una grande anima, coraggiosa e dolente, partecipata e solidale. Il buon etilista Borja, nomignolo dell'autore, descrive così un breve momento della sua giornata: "Mi sedetti appoggiandomi ad una betulla e mi scolai una bottiglia di vodka. Il mondo non migliorò immediatamente. Poi, tutto mutò. Il bosco si schiuse e mi accolse nei suoi meandri. Le foglie sopra la mia testa vibravano appena per il ronzio delle zanzare. Ero pronto a scoppiare in lacrima, sebbene fossi ancora in grado di comprendere che era l'effetto dell'alcol. Evidentemente l'armonia universale era nascosta sul fondo della bottiglia..."
L'umorismo che pervade ogni pagina, sorregge ed esalta la sua avventura umana, con la consapevolezza dell'assurdo.
Le descrizioni dei vari personaggi che popolano le giornate al Parco Puskin, sono stupefacenti, profonde ed affettuose. Siamo immersi in una confraternita che sentiamo, irrimediabilmente, di amare oltremisura. Sono poveri contadini, fattorini, osti, fannulloni, ognuno con il suo fardello sulle spalle. Le poche forze le cercano nel fondo di tasche perennemente vuote, in letti sfatti, su tavoli consunti. Sergej ha ben chiaro il proprio destino di scrittore a cui aspira: la consapevolezza, profonda, che l'essere umano si affeziona più ai propri fallimenti che ai propri successi. Ed è così che il grande talento dell'autore scava un solco profondo nel nostro cuore. Nella vita, lo scrittore seguì la moglie negli USA. Ricomincia una nuova carriera ed inizia quella notorietà che in Russia non aveva raggiunto E' apprezzato e stimato ma gli manca la sua terra, la sua lingua... Come un personaggio dei suoi libri, raggiunto un po' di benessere, muore, non ancora cinquantenne. Al volume è acclusa una lunga nota della traduttrice, Laura Salmon, con note biografiche, storiche e letterarie, che impreziosiscono il libro.
 

 
Joseph Roth

Al bistrot dopo mezzanotte
Adelphi
pp 297, € 19,00

Il grande Joseph, dopo la fuga dalla Germania, si stabilisce a Parigi. Questo libro raccoglie i suoi articoli scritti per la "Frankfurter Zeitung". La prima parte riporta i reportage scritti dalle "città bianche", come lui definiva le città del sud della Francia, per la loro luce incredibile. Lui è un grande e queste descrizioni sono affascinanti, precise nel cogliere lo spirito dei luoghi e dei suoi abitanti, profonde e poetiche: molto meglio che andarci di persona! E la notte ci racconta dei suoi incontri, delle sue amare riflessioni sul nazismo e sull'ideologia ottusa e bieca che lo anima. Lui, ebreo errante, è un poeta ed il suo spirito, sanguinante, usa la penna per gridare il dolore e la pena di quei tempi orrendi. Gli è di conforto la scrittura ed il pastis. Con questo strema il corpo, con quella urla nella notte che tutta l'Europa sta travolgendo.
Nel suo percorso si affaccerà anche al cattolicesimo, come rifugio e culla di conforto, ben descritto nel romanzo "La leggenda del santo bevitore". Non posso non aggiungere un paragrafo dal racconto che dè il titolo alla raccolta : "Ora sono seduto davanti alla piazza vuota
e ascolto scorrere le ore. Si perde una patria dopo l'altra, dico a me stesso. Siedo qui con il mio bastone accanto. I piedi sono escoriati, il cuore stanco, gli occhi asciutti. La miseria si accovaccia al mio fianco, si fa sempre più dolce e grande, il dolore si ferma, diventa forte e benevolo, la paura avanza cantando con voce tonante e non può incutere paura. E proprio questo è lo sconforto...". Per sua buona sorte morì nel 1939 e non vide l'entrata di Hitler a Parigi. Aveva 45 anni. Ha scritto una ventina di romanzi, decine di racconti e articoli.
 

 
ENZO BIANCHI

Il pane di ieri
Einaudi,2008, € 16.00

Testo ricco, no, ricchissimo di storia, tradizioni, spiritualità. Uno dei protagonisti, ovviamente è il cibo. Raccontato attorno alla tavola, luogo fulcro dello stare insieme, del parlare e dell'ascoltare. Momento che segna il passaggio dal trangugiamento del cibo alla sua condivisione, momento che segna il passaggio e l'entrata della preparazione del mangiare, della cucina e dell'umanità. Qui si sperimentano tutti i sensi, che si educano secondo le tradizioni e le storie, fin da bambini abituati a questo rito collettivo che ci riunisce. E ciò che mangiamo di per sé è incontro di civiltà, tra spezie e erbe, tra radici ed erbe aromatiche. E qui , nella sezione CUCINA, è riportata la ricetta della "Bogna cauda", tipico intreccio di luoghi e storie. Ricordatevi sempre che la parola "sapere", deriva da "sàpere", aver gusto. Ecco che sapore è sapere. E sul desco non potrà mancare il vino, con la sua storia, fatta di sacrifici e duro lavoro.     E qui il monaco ci ricorda il primo gesto di Noè quando scese sulla terra ferma: piantò una vite. Segno del matrimonio tra l'uomo e la sua terra, il radicamento.  Ed è il momento fondante di un popolo non più nomade ma che qui metterà le proprie radici! I ricordi del giovane Enzo, sono strettamente legati alla sua terra, il Monferrato, ed alle sue tradizioni popolari. Svettano gli incontri umani, i personaggi che hanno popolato i suoi giorni e che sono presenti nelle sue meditazioni. Tutto il racconto è legato dalla spiritualità che permea come soffio vitale le pagine del libro. Sfogliatene qualche pagina ogni sera, vi darà un caldo conforto di cui tutti abbiamo bisogno.
 

 
ALEX KAPRANOS

ROCK RESTAURANT
A cena in tournée con i Franz Ferdinand
Illustrazioni di Andrew Knowles

I libri dell'INTERNAZIONALE, Fusi Orari,2008, € 12,00

Questo giovane cantante chitarrista è proprio un grande gourmet! Da ragazzo ha fatto mille lavori compresi quelli previste nei ristoranti: sguattero, lavapiatti, aiutante cuoco e tutto il resto. Alla fine è un esperto, espertone, di cottura e servizio di ogni cibo. In più è appassionatissimo di cucina. Eppoi via, in tournée con il suo gruppo a suonare il pop inglese in giro per il mondo: Curiosissimo ed amante del cibo, prima o dopo un concerto, eccolo alla ricerca di ristoranti. Tipici, strani alternativi, specializzati, tradizionali. E' stato a mangiare, e ne ah recensito le tavole, per il "Guardian", in locali tutto il mondo. E' stato a Osaka e Beverly Hills, Malibù e Utrecht, Zagabria e Lisbona, Toronto e Minneapolis, Colonia e Brooklyn, Rio de Janeiro e Singapore, Melbourne e San Sebastian, Hong Kong e Monaco,
Madrid e Parigi, San Francisco, Austin, New York, Tokio, Londra...  E' stato anche a Milano, all'Antica Trattoria della Pesa, Viale Pasubio 10. Di tutti i ristoranti sono riportati gli indirizzi, i numeri di telefono, i giorni di chiusura e gli orari. Le recensioni sono gustose, divertenti, irriverenti, salaci. Punti professoroni in giacca e cravatta in salotti sfarzosi, degustanti silenziosi preziosi manicaretti. Attorno discreto personale, cortese e distaccato, che sussurrano gli ingredienti dei piatti. Alex si diverte e ci fa divertire, e molto. Ci si sazia e ci si bea con lui. Con lui si beve e si mangiano curiosità alimentari e stranezze varie. Bisogna osare, quando necessita! Il libro ha una illustrazione a cena: sono bellissime. Anche Andrew suona nel gruppo! Non è una guida ai vari locali: è STORIA! E' CULTURA del mondo! Leggetelo, mangiucchiando qualsiasi cosa vi passi per la mente. La colonna sonora? Ma i Franz Ferdinand a volume antivicino: ne vale la pena!
 

 
JUAN BAS
VORACITA'
Ed. Alacran, Milano 2009, pp.208, € 15,00

E' un noir, eccessivo, straripante, ossessivo, debordante, in tutti i sensi! Cibo e sesso e potere e perdizione, sono i protagonisti, E ironia e ferocia. Ferocia nel descrivere questi tempi cupi che sta attraversando la Spagna e ironia per questo popolo bistrattato e vilipeso. Ma anche sentimenti di solidarietà e tenerezza per i suoi miseri personaggi stritolati da una politica avida e gretta.E la storia di un giovane che si sveglia miracolosamente da un lungo coma, frutto di un perfido avvelenamento generale: è uno dei pochi fortunati sopravissuti. La vita ricomincia, peggio che mai. Pacho Murga è un buongustaio che alterna momenti di sana ingordigia enogastronomica a momenti di insana depravazione cibareccia, passando dalle ostriche allo zampone precotto e scaduto, divorato freddo, accompagnato da tre cartoni di vino da due litri. Ebbene, così è la vita, come ben sapete! Altrettanto ferocemente è attratto dal sesso.
Ed il degrado ci viene incontro a braccia aperte! Beh, sono i tempi che viviamo, cari bevoni.   C'è anche una trasmissione alla grande fratello, tra obesi, tentati da cibi sopraffini e dileggiati cinicamente, con controlli di peso e conseguenti atti vomitatori: EVVIVA!
C'è anche un morto, morto di fame. Beh, vi divertirete a leggerlo, il testo è infarcito di dotte citazioni letterarie e cinematografiche. Così è la vita di oggi. Auguri!
 

 
CLAUDE LEVY-STRAUSS

LE ORIGINI DELLE BUONE MANIERE A TAVOLA
Edizioni Il Saggiatore, 1981, 445 pp

Volete sapere qualche cosina sulle regole da seguire a tavola? Beh, qui non ci sono. Ci sono però e ben descritti, centinaia di miti e leggende, specialmente delle popolazioni native d’America, che riguardano il mangiare, il cucinare, l’ospitalità. Durante le feste per la caccia, le donne erano vestite di sole pellicce, per essere pronte ad offrirsi ai cacciatori. Ai bianchi erano attribuiti poteri sovrannaturali, quindi a loro le spose venivano offerte, nella speranza di ottenere benedizioni. Bisognava mangiare, però, carne di bisonte putrefatta, considerata predigerita. A La digestione infatti ha una funzione mediatrice simile a quella della cucina. Gli alimenti erano crudi, solo le verdure, cotti, putridi o affumicati. Il più crudo era il miele, il più cotto il fumo. Il crudo non era condito e neanche macerato, come fanno oggi i francesi.  E veniamo alla cottura, arrosto e bollito.
 L’arrosto non abbisogna di nulla, il fuoco non è mediatore, come invece è l’acqua nella bollitura. Quindi l’arrosto fa parte della natura e la bollitura fa parte della cultura. Infatti l’arrosto era offerto agli ospiti mentre il bollito era riservato al gruppo, è un procedimento interno, alla pentola, al villaggio. Anche nel nostro medioevo, la gallina bollita era riservata alla famiglia e l’arrosto ai banchetti. Ancora oggi il bollito è ad elezione femminile e l’arrosto maschile. L’affumicatura, non richiede mediazione, tra la carne ed il fuoco c’è solo l’aria. Richiede però un trespolo per tenere sollevata la carne, quindi è culturale, come la pentola, che veniva conservata di generazione in generazione. Anche la masticatura segue delle regole. A bocca chiusa, semi aperta, aperta. Tanto che in Europa si poteva capire da che paese provenisse una persona dal suo modo di masticare, tipico della cultura di appartenenza. Così i bambini non potevano bere il vino, non per ragioni sanitarie ma perché essendo loro stessi di natura vivace abbisognavano di calma . per frenare le forze interne Mentre i vecchi avevano bisogno di essere stimolati.   E qui arriviamo alle giovinette. Perché ci sono regole così rigide nell’educazione? La ragazza modello è quella che ben controlla i propri impulsi e desideri. Quando arrivava il mestruo le ragazze venivano messe in un amaca fino a due mesi. Non potevano toccare nulla, esse erano preda di violente agitazioni interne. Mangiavano cibi inerti e stabilizzanti, ora scatolette e precotti. Noi portiamo il cappello per farci caldo e per la pioggia, usiamo la forchetta per non sporcarci le dita. Per altre culture, guanti, cappelli, cannucce per bere servono per contrastare un’infezione emanata dal corpo. Non proteggono la purezza interna contro l’impurità esterna: le buone maniere servono a proteggere la purezza degli esseri e delle cose dall’impurità del soggetto. Ma pensa te! Noi in compenso gli abbiamo sterminati.
 

 
VINO DENTRO

Fabio Marcotto
Edizioni Oppure 2001, pp62, L. 10.000

Bel libriccino del giornalista altoatesino. Il protagonista è Mariano Cuttin, insignificante impiegato bancario. Un bel giorno, invitato dai colleghi al bar Baccus, assaggia un calice di vino bianco, sauvignon della cantina trentina di La Vis, e decreta: “Profuma di ortica!”. Bene, è il suo primo assaggio. In breve diventa un infallibile sommelier, stimatissimo e richiestissimo in tutto il mondo. Non solo. Ha delle doti di scrittore, anzi, sorpassa qualsiasi altro giornalista enoico: è veramente prodigioso nelle sue accurate descrizioni dei vini degustati. Non solo, le sue degustazioni sono raccontate in modo originale, poetico, futurista. Diventa popolarissimo ed i suoi giudizi sono, nel mondo del vino, considerati Vangelo. La sua nuova carriera è stratosferica! Beh, qualche problemino comincia ad averlo.
 Il fegato tende alla cirrosi, il cuore si indebolisce e, non ultimo, ha dei problemi al caro attributo. No, non di erezione, tutt’altro. Anzi, da pendaglio innocuo e docile, si trasforma, poco alla volta, in una scura e dura bottiglia! Non ci perderà certo la testa. Continua imperterrito sulla sua strada. Le sue descrizioni entrano nella leggenda. Eccone una a proposito del lugana di Sirmione;” questo vino è il ricordo alato di un airone che si posa sull’erba bagnata in riva al fiume e si alza in volo nella pioggia verso il mare che è un mare d’inverno nel porto di Chioggia, vola sopra gli attracchi, tra i pescherecci, accanto a una giovane coppia che nell’alba cerca l’aria di cozze e di nafta, sola e padrona del giorno; questo è il lugana di Sirmione.” Al Weine Meeting del millennio a New York è nella giuria. Assaggia un Sainte-Julien e così lo descrive:” E’ il potente salto di un Sergeij Bubka in menomate condizioni fisiche ai Mondiali di Atene. Alla fine, al settimo bicchiere in assaggio, si stiracchia, muove le mani e la bocca, estrae il pene-bottiglia ed emette un prolungato scroscio di barolo! Bel finale. Libro divertente, ironico e garbato. Scritto molto bene e da chi se ne intende. Cercatelo e compratelo: è indispensabile per voi cultori!
 

 
ANDREA CAMILLERI

GOCCE DI SICILIA

Edizioni dell’Altana, 2008, pp94,€8,

Come suo solito, Camilleri non scrive cose banali. Questi racconti riuniti in elegante volumetto lo confermano. In ogni racconto c’è una storia siciliana, come ambientazione ed anche come personaggi. Nel racconto: “Piace il vino a San Calò” c’è la descrizione, sorridente e precisa, della festa di San Calogero, patrono di Agrigento. Ho vissuto quella festa ed ho partecipato a quella processione, con grande rischi per la mia incolumità. Veramente il vino corre a rivoli per le ripide viuzze della città. I consumatori più accaniti sono gli stessi devoti preposti a portare il catafalco. Consegue che, all’inizio c’è relativa sicurezza, col passare del tempo e con le vie sempre più strette, il periglio tangibile è! Vi divertirete molto e comincerete a studiare la possibilità di un viaggetto ad Akragas.
Mi raccomando: prima domenica di settembre! Bon voyage!
 

 
DAVIDE OLDANI

LA MIA CUCINA POP
L’arte di caramellare i sogni
RIZZOLI,  2009, pp.222, €16.00

Ecco il primo libro dell’astro nascente della gastronomia. Autobiografico ma anche ricco di suggerimenti e “trucchi” per diventare chef. C’è la sua storia di ragazzino lombardo, curioso della cucina ed attento osservatore delle movenze della madre tra pentole e fuochi. La scelta è obbligata, la scuola alberghiera! Poi l’apprendistato presso i numi della ristorazione mondiale, primo fra tutti Gualtiero Marchesi. Ma anche Michel Roux del “Le Gavroche”, eppoi New York, Tokio, Montecarlo, al-Bahrain … Davide è un creativo, fare lo chef non gli basta. Tutto quello che ha imparato lo soddisfa, anzi no. E allora inventa stoviglie e posate. Inventa il “D’O”, il suo ristorante. Si circonda di persone talentuose e parte per la grande avventura. Un bel giorno arriva l’ispirazione ed un assaggiatore di rango: Bruno, buongustaio ed inoltre padre suo! Sarà lui la cavia. Gli prepara la, ormai ben nota, Cipolla caramellata con parmigiano caldo e freddo. Il commento è: “L’è bun”.E’ fatta! Nel giro di poco il ristorante il “D’O” diventa luogo di culto.
  Il libro è pieno dei ricordi e dei desideri del giovane Patron, e di amicizie. Per non smentirsi, nella seconda parte acclude una lunga serie di ricette suddivise per stagioni. Nella sezione cucina ne sono riportate una per ogni stagioni. Non poteva mancare anche la preziosa ricetta del risotto alla milanese, in onore di Gualtiero Marchesi, che, riverendolo, non aggiunge la foglia di oro. Per palati curiosi alla ricerca del nuovo, anzi, del pop!
Le ricette si trovano in CUCINA
 

 
ERICA BAUERMEIST 

LA SCUOLA  DEGLI INGREDIENTI SEGRETI
Amicizie, amori, promesse: Una scuola di cucina un po’ speciale. La ricetta segreta della felicità.
GARZANTI, 2009, pp.212 € 20

Tutto ruota attorno a quella parolina del sottotitolo:”FELICITA’”.
Fin da piccola, Lillian, si dedica alla cucina. La mamma, presa completamente dalla lettura, passando direttamente dalla lettura delle fiabe ad alta voce, alla solitaria lettura di romanzoni. Ne è completamente assorbita: leggere diventa assillante ed invasivo della vita delle due. La piccola dapprima sviluppa un interesse per il suono delle parole. Il loro senso musicale l’affascina.. La mamma è ormai preda totale della lettura, la sua unica ragione di vita. La bimba rivuole la sua mamma, bisogna mangiare!Mentre quella, indefessa legge, Lillian si dedica alla cucina: è sicura di recuperarla alla vita.
Allora deve usare tutta la sua capacità e sensibilità nella preparazione del cibo. Infinite sono le prove ed infiniti sono gli ingredienti usati e sperimentati per risvegliare la madre dalla sua strana letargia. Trova un valido aiuto in un’anziana messicana, Abuelita, che ha un chiosco di spezie e specialità alimentari assai curiose. Le prove si moltiplicano,
 la mamma mangia e legge, non si accorge neppure cosa contiene il piatto che ha davanti. Uffa! La piccola non demorde! Continua la sua ricerca di sapori che la ridestino alla vita reale. Piano, piano, qualcosa avviene. Alle volte un commento o una domanda arriva. Sono ricordi che, vaghi, si vanno risvegliando. Per essere felice devi sapere chi sei! La consapevolezza: questo è il segreto. Poi lo scoprirai negli altri. Diventata ormai grande, Lillian ha un’abilità diabolica in cucina, cosa c’è di meglio che metterla al servizio di tutti? Apre un ristorante, piccolo, grazioso ed accogliente. Non si accontenta, vuole mettere al servizio degli altri l’arte che lei ben conosce. Risvegliare, con il cibo, la felicità che ognuno ricerca! Apre una scuola di cucina, corsi serali per gruppi di quindici persone alla volta, e la cucina sarà a loro indirizzata.
Il romanzo è questo racconto, di sapori, odori, ricordi, gusti, immagini creati per ognuno degli “studenti”.
Di ognuno la Chef si prende cura e cura sentimenti e corpi, ne cura l’anima. Ogni capitolo è dedicato ad un allievo, ne racconta la storia, le vicissitudine, le difficoltà e gli entusiasmi. Conoscenza e consapevolezza. Mangiare non solo per vivere ma per vivere meglio. Certo noi, meglio degli americani siamo abituati, niente vassoi surgelati già pronti, paninacci in piedi al bar. La scrittrice ha abitato per due anni in Italia e ciò le ha letteralmente cambiato la vita. Leggetelo e divertitevi, alla sezione “cucina” alcune delle preparazioni proposte agli allievi. Ricordatevi sempre: CONSAPEVOLEZZA! Mangerete e vivrete meglio!
 

 
CHIARA FRUGONI

DA STELLE A STELLE
Memorie da un paese contadino
Editori Laterza, 2003, pp. 172 €18

Questo è un libro di storia. Storia delle tradizioni popolari, storia delle devozioni, storia dell’agricoltura, storia di una comunità quasi completamente isolata. Storia di persone che sono nate, cresciute e morte a Solto, un piccolo paese a mezza costa, sopra il lago d’Iseo, dove è nata l’autrice, insigne medievalista.
Economia di sussistenza, sopravvivenza: una mucca o due per il latte ed il formaggio, a volte un maiale. Poca terra da coltivare, a granoturco e frumento, castagne da raccogliere. In tutto due o tre pertiche, una pertica circa 2000 metri, la fienagione. Si mangia polenta con il latte. Alle volte qualche pescetto, il pane solo alla domenica, e fichi secchi e noci. E lavorare, lavorare: il titolo si riferisce all’inizio ed alla fine della giornata lavorativa, sempre col buio. Pagine struggenti. C’è tenerezza e partecipazione e incredulità per quella vita durissima a cui tutti quotidianamente erano abituati. La Grande Guerra fu la tragica occasione per questi montanari di allontanarsi ed incontrare altre persone ed altre usanze. E veniamo alla vendemmia: pensate un po', i padroni volevano che tutti cantassero durante quel lavoro. Occomemai?
Ma perché così non potevano mangiare l’uva! I cesti pieni di uva venivano rovesciati su di un graticcio, le donne più anziane controllavano e ripulivano i grappoli. E cantavano. Poi i mastelli venivano portati in cantina, ogni giorno il raccolto era di 7 o 8 quintali, qui iniziava subito la spremitura. Piedi scalzi e braghe fatte su. Ci voleva mezz’ora per ogni tino. Le uve pigiate venivano messe a fermentare nelle botti a cui via via si aggiungevano le nuove uve. Restavano nella botte una decina di giorni. Le vinacce venivano ulteriormente strizzate per non lasciare nulla. Poi il loro succo andava a mescolarsi con quello della botte dove rimanevano a fermentare fino a dicembre quando finalmente si poteva assaggiare il vino nuovo .Il prodotto finale era un vinellino a basso tenore alcolico. Sette od otto gradi, con forte sentore di aceto. Non si badava alla qualità ma alla quantità e sulla porta della cantina si metteva una frasca: segno che c’era il vino! Con le vinacce si faceva anche la grappa con pentoloni ed alambicchi molto artigianali. Alla fine la grappa doveva essere, per essere buona, profumata, limpida ed avere una corona di bollicine sulla superficie. Veniva usata con gran parsimonia, per scaldarsi e come medicina, anche per i bambini, e chi poteva pagare un dottore, che veniva chiamato solo in caso di prossimo decesso.
Questi erano i nostri padri, afflitti da perenne povertà e miseri achea leggere oggi sembra impossibile. Come riscaldamento una pecora nella stanza comune, un paio di sedie e al mattino, alla cinque, la prima Messa, che quando c’era la caccia, si anticipava alle quattro:i il Prevosto gran cacciatore! E tutti in chiesa, perno della vita sociale. Beh, si ha un bel dire sui bei tempi andati, leggere per credere. Secondo gli storici nel medioevo l’apporto calorico pro capite era maggiore! La guerra pensò bene di sterminare questa meravigliosa umanità che stava risollevando la testa. In ogni paese d’Italia, anche nel più piccolo, leggete le lapidi con i nomi dei caduti in guerra, sono liste, divise rigorosamente per grado, interminabili: una strage mai abbastanza ricordata.
 

 
MARINO NIOLA

SI FA PRESTO A DIRE COTTO
Un antropologo in cucina

IL MULINO 2009, pp147 €12

Il primo concetto fondante è che ogni cucina ha la sua gastronomia. E’ completamente assurdo confondere la gastronomia, che specialmente in occidente ha assunto forme di specialisti assurdi ( fois gras, coulis di crostacei,sorbetto di carota ed ostriche …) con la cucina, sempre basata su di una fisiologia del gusto che nulla ha ad invidiare ai tavoli coperti di broccati ed impreziositi da cristalli ed argenti. Ricordiamo la trasformazione di umili ingredienti trasformati da mani sapienti in prelibatezze oggi ricercate: la minestra di pane, la pappa col pomodoro, gli spaghetti all’amatriciana, il baccalà mantecato. La nostra coscienza culinaria, l’imprinting, incancellabile, della nostra memoria. Questa memoria continuerà a rievocare questi antichi sapori che ci riporteranno al desco infantile, saziandoci, deliziandoci e rallegrandoci,ogni volta come se fosse la prima.  Come diceva il vecchio Nietzche, prima di rincoglionirsi definitivamente, “il buono della memoria è dimenticare”
 ed il piatto di minestra di pane è lì proprio per rinnovellarla! Che dire poi del pane, base della civiltà. I romani chiamavano “barbari” coloro che non ne facevano uso. Tutte le culture antiche celebravano la primavera come rinascita della “Madre Terra” che avrebbe ridonato all’uomo i cereali. L’etimo della parola compagni derivava dal latino “cum panis” proprio per sottolineare l’importanza della condivisione di questo basilare alimento. Via di questo passo, divertente ed erudito, l’Autore fa una carrellata sui vari cibi e sulla loro storia, sociale ed economica. Ed ecco, nel 1585 l’arrivo dei semi della cioccolata, usati, data la loro importanza, come monete. E la cioccolata cambierà la vita, prima delle corti europee e poi, fattasi democratica grazie alla permissione del suo uso nei periodi di astinenza da Pio V, di larga diffusione e somma soddisfazione. Dà energia, fortifica il morale ed è anche afrodisiaca! Oggi purtroppo, è uno degli alimenti messi all’indice: fa male! Sebbene sia piena di flavoinoidi, antiossidanti e teobromina, euforizzante. Il buon Linneo, nella sua classificazione la chiama teobromina cacao che è esattamente la traduzione dell’antico nome che i popoli amerindi gli davano: “cibo degli déi”. Non manca la storia del sale, anche lui, poveretto, attualmente all’indice. Ha accompagnato l’umanità nella sua storia, per la conservazione ed il consumo dei cibi, pesci e carni, condimento e prezioso medicamento Ricco di valenze religiose e sociali, la parola “salario” deriva dal sale, poteva essere di buon auspicio medi cattivo il suo cattivo uso, versare il sale. Plinio, nella sua “Historia naturalis” prescrive l’uso degli antidoto “cum grano salis. Senza sale non c’è gusto, e bisogna averne anche nel capo! E serviva per la salatura e la stagionatura del maiale, all’indice anche lui! Ma pensate al Carnevale, alla festa di S. Antonio abate, protettore del porco, da cui i monacelli estraevano lo strutto per l’unguento per curare “il fuoco di S. Antonio” Salsicce, sanguinaccio, prosciutti esalami: non si butta niente, beh, buttava. Si parla di frittura, di cipolle e carciofi, peperoni e maccheroni, limoni e cotture varie. Pieno di dissacrazioni, ricchissimo di notizie ed aneddoti, di umorismo e saggezza. Tenere sempre sul comodino e/o sulla tavola!
 

 
IL GUSTO DEL DELITTO

VARI AUTORI
LEONARDO PUBLISHING 2008, pp238 €15

Pubblicato da un’idea e con il sostegno dell’Assessorato all’agricoltura della Regione Emilia Romagna. Sono racconti gastronomici, nel senso che delle varie prelibatezze regionali ogni autore ne descrive con cura ed amore le peculiarità, i gusti, le tradizioni e la storia. Ogni specialità alimentare è descritta nel contesto di un racconto giallo: delitti ed efferatezze condiscono piadine e mortadelle, l’odore della cordite degli spari si mescola al profumo degli sbuffi del lambrusco. Non manca l’aceto balsamico ed il parmigiano, sangiovese e salame Felino. Tutti gli autori. Sono insigni giallisti, rigorosamente emiliani e con alle spalle produzioni di tutto rispetto. Così si imparano a conoscere specialità alimentari di nicchia, tipo le patate di Tolé, francamente mai assaggiate, la cui “morte sua” è la cottura sotto la brace. Trattandosi di racconti di autori molto diversi, non sempre si raggiunge suspense e brividi ma una gran voglia di mangiare i veri protagonisti.
Per amore al libro ed ai prodotti amorosamente raccontati, riporto i nomi dei partecipanti:
Eraldo Baldini, la piadina.
Danila Comasta Montanari, il parmigiano
Marcello Fois, il formaggio di fossa
Licia Gianquinto, le pesche
Carlo Lucarelli, il salame Felino
Loriano Macchiavelli, l’aceto balsamico
Valerio Massimo Manfredi, l’aceto balsamico
Gianni Materazzo, le patate di Tolé
Maurizio Matrone, il sangiovese
Giampiero Rigon, la mortadella
Sandro Toni, il pignoletto
Valerio Varesi, il maiale
Grazia Verasani, l’albana
Simona Vinci, i maiali
Francesco Guccini, il lambrusco
 

 
ROBERTO CIPRESSO – GIOVANNI NEGRI

VINOSOFIA
Una dichiarazione d’amore in 38 bicchieri
PIEMME 2008, pp. 398 € 19,50

Ebbene, ecco un libro che racconta la storia del vino, dei vini, dei vigneti. Delle persone che amorevolmente e duramente se ne sono occupati ed hanno trasmesso questo amore, questa passione a tutti gli uomini, giacché l’uso del vino è pressoché universale. Ogni capitolo tratta di un vino diverso e quindi di una diversa storia, di luoghi diversi e di persone diverse. Alla base della VINOSOFIA sta il concetto che il vino va bevuto non per dimenticare bensì per ricordare. La terra stessa apre a noi, curiosi ed attenti la sua grande diversità, armonia, capacità e misterioso cambiamento, ricco di fascino. E’ da questa profondità e dal rispetto che ne consegue che devotamente ci accostiamo a questo volume. Ogni capitolo narra di un vino, della sua storia ed origine, del lavoro e sacrificio che ha richiesto il suo nascere nel corso della storia: i suoi travagli, cambiamenti, sofferenze e riconoscimenti.
Si comincia con il TEMPRANILLO gustato da un giovane Hemingway alla festa di San Firmino.
Segue la FALAGHINA che deve il suo nome alla lunga asta che sorregge la vite, simile alla “phalanx” dei soldati romani. Non manca il COGNAC con il motto di Sir Winston Churchill: “La mia regola di vita è berne prima, durante e dopo”! Lo SYRAH, che è alla base del potente Hermitage, vino prediletto dagli Zar, ribattezzato in Australia SHIRAZ. Il BARBARESCO, nome del paese delle Langhe dove viene coltivato, da bere in assoluto silenzio. L’AMARONE con dedica all’amore eterno come quello narrato da W. Shakespeare proprio a Verona, quella zonache già i romani chiamavano Vallis-polis-cellae per le numerose cantine presenti. Lo CHAMPAGNE, con il suo consolidato connubio con l’eros, e la religiosa attenzione che richiede. Come i vini di FRANCIACORTA, cresciuti attorno all’Abbazia cistercense di Rodengo Saiano, fondata nel 1050. Pensate un po’: lo champagne è a 4,5 atmosfere, queste bollicine sono a 6! Il MOSCATO, da muschio, il vino più esportato d’Italia. La parte dei vini frizzanti si chiude con il PROSECCO, vino veneto per eccellenza. Arriva, dopo lungo viaggio, lo ZINFANDEL, che deve la sua fortuna all’enologia americana ma già presente nel vecchio continente, conosciuto come PRIMITIVO DI MANDURIA. Il MADERA, amato da Rossini e Napoleone. Sempre dal mare arriva il CINQUETERRE, con il suo prodigio di paesaggio architettonico e la dura fatica della vendemmia. L’avventurosa storia del PINOTAGE, impiantato nelle terre del Sud Africa da profughi ugonotti, Il MALBEC e la sua fortuna in Argentina. Il BARBERA, o la BARBERA? Il LAMBRUSCO, champagne rosso, amato e bevuto a tutte le tavole, celebrato da un monumento alto 12 metri e largo 6, con 240 chicchi di vetro di murano. Arriviamo al CABERNET SAUVIGNON che nella terra del bordolese raggiunge le sue vette più alte. Ed il MERLOT, proprio lì vicino, con il Chateau Petrus a 24.000 euri alla bottiglia d’annata. Il PORTO spagnolo e la MARSALA siciliana. Il VIN SANTO toscano accompagnato dal CHIANTI col suo mitico fiasco impagliato. Il SAUVIGNON BLANC che deve alla Nuova Zelanda il luogo d’elezione grazie al lavoro di Romeo Bragato da Conegliano. Il TOKAJI, attenti a come si scrive, ormai solo ungherese. Il RIESLING, la cui quantità di zuccheri determina la qualità, il massimo l’ Eiswein, fatto con grappoli lasciati ad appassire sulla vite e vendemmiati d’inverno. AGLIANICO, prediletto da Federico II di Svevia.
Ed il NERO D’AVOLA, culla tra Avola e Noto. Il PORTO che va bevuta a tavola. Garibaldi.
E cosa c’entra costui? Ma è grazie alla presenza dei magazzini stracolmi di porto a Marsala che gli inglesi riuscirono a convincere i Borboni a non cannoneggiare la navi al porto. Lo CHARDONNAY, prodotto in tutto il mondo: all’ultimo concorso erano presenti 953 campioni di 39 nazioni. Il CABERNET FRANC, ovvero Cheval Blanc, vedi il film Sideways. Il re dei vini, il vino dei re: il BAROLO! E il BRUNELLO, Biondi-Santi, il nume tutelare. Si finisce con il PINOT NERO, su tutti la tenuta Romanèe Conti

Qui si concludono in magnificenza i nostri assaggi. Ma mille sono gli aneddoti, i racconti, i personaggi di questo insaziabile tomo, e noi con lui! Finiamo con una citazione dai “Carmina” di Orazio: “ Nessun albero pianterai prima della sacra vite!” Naturalmente la citazione è tratta dal libro! Talmud e Sumeri, Bonifacio VIII e Ippocrate, Fibonacci ed Hammurabi…

 

 
ANTHONY BOURDAIN

AVVENTURE AGRODOLCI

Vizi e virtù del sottobosco culinario
Feltrinelli-Traveller 2006, pp 295 € 16,00

E’ uno CHEF! Il Tony! Bravissimo! Ricercatissimo! Ristoranti di ultra lusso lo adorano. Eppoi va in TE-VE, ci ha una rubrica di cibi e di come si cucinano, che sapete fare anche voi. Ma iddu fa il fegato della rana pescatrice, il Pho, il Sushi Edomal, il Teriyaki, midollo di tonno al caviale, cannelloni ripieni di tartufo nero, midollo di vitello ripieno di cervello di coniglio, pollo tikka, montone mysore! Eh, eh, chi capace è? Eppoi che cosa sono? Se sa no. El trabajo è duracino ed isso deve bere assaje. Vodka, wisky,martini, tequila, sakè, vermouth… Tutti gli vogliano bene! Dice le parolacce, cazzo, culo, fregna e anche delle altre. E’ bello, bravo e buono, beh, buonino:
La TE-VE lo manda a giro par magnar! Brasile, Messico, Ecuador, Spagna, G.B., Francia, Malesia, Singapore, Cina, New Orleans, Thailandia, Vietnam. (No, alla Penna no, per ora…).  Tutto bello che pagaho: albergo, viaggio, cibi, ciboni. Liquori, sigarette, carta igienica, aspirine, preservativi.
 Eh, è una bella vita! Ci ha una erezione quando mangia ventresca di tonno e wasabi. Una cena tipo: astice saltato con cetrioli e tempura di granchio. Un disco di toro denso come una purea con sopra una montagnola di caviale osetra, poi un boniz in germogli di ravanelli, indi brodo per intingere fette di fois gras e aragosta. Poi il resto non se lo ricorda, era bell’e briaho. Una volta gli pagano una settimana su una nave per miliardari, ResidentSea, lunga 196metros. Cabina da 300 metri quadri. Vi è il teatro, 4 ristoranti, bar tantissimi, biblioteca, centro congressi, casinò.
E ci deve scrivere un articulo! Poi va da Andrià. Per fare un ovo ci vogliano 65 minuti, poi va laccato al caramello e poi rivestito con una foglia di oro, no di fiho. Caro el nostro Tony, ha trovato, pur essendo una mierda,la sua via! Noi siamo merdosissimi eppure solo sentierini fangosi e/o acciottolati accidentati.
Noi hamo bruciori allo stomaco, steatosi epatica, la capa che sembra un balon … E abbiamo mangiato una pizza cartonosa e una birretta tiepida. Ve la fate portare a casa che così quando piangete non vi vede nessuno! Grande paese l’Ammerica, quasi quasi..
Alla voce cucina c’è qualche ricetta, prima il mutuo, me raccomando!
 

 
JAMES HAMILTON-PETERSON

 CUCINARE COL FERNET BRANCA
e/o edizioni 2005, pp 286  -  € 16,50

Lettura molto divertente, libro che leggerete, dall’inizio alla fine, in una di queste caldissime notti.
La trama: Gerald “Gerry” Samper è uno ghostwriter inglese.
Si guadagna da vivere scrivendo le autobiografie di famosi sportivi, ovviamente incapaci a farlo da soli, forse a scrivere la data, si. In più si diletta di cucina creativa e/o lenitiva e demenziale (english tradition?).Per poter lavorare in tranquillità acquista un casolare disperso sulle alpi Apuane, sopra Forte dei Marmi. Ahimè, la delusione è grande! Scopre che il casolare accanto è abitato. L’ha comperato Marta, un essere informe e larduto, proveniente da un piccolo Paese dell’ex Unione Sovietica., la Voynovia. Fa la musicista di mestiere, oltre che a tracannare il Fernet, ed ha avuto l’incarico dal famosissimo regista italiano, tale Pietro Pacini di scrivere la colonna sonora del prossimo film. Gerry canta a squarcia gola delle arie da lui ritenute di Puccini: fanno schifo.
Ma la vita riserva qualche sorpresa: saranno proprio queste stornellate stonate a dare l’ispirazione alla strana profuga.  Il Pacini è entusiasta! Vuole che visiti il set, una villa abbandonata, sulla spiaggia, risalente ai tempi del duce. Il titolo è “Arrazzato”, e dopo vi spiego perché. E’ la storia di una comunità di hippies, ecologisti,che vogliono ritrovare nella pesca antichi valori di fratellanza, condivisione e felicità.
La vicina convivenza tra i due strampalati eremiti è resa possibile solo dal consumo industriale del Fernet.
La vita di Marta si ammanta di mistero con via vai di elicotteri, solo di notte, e macchine di gran lusso. Anche Gerry partecipa alle riprese del film. Nota, con sagacia, che la critica sociale all’ambientalismo dei giovani trattasi in realtà di poter esplorare, collettivamente, le proprie zone erogene per poi agire alla grande E’ un film porno!
Durante le riprese notturne, tra orge e fuochi d’artificio, succede il disastro. Esplode un deposito di fuochi in un boato terrificante: le comparse sono quasi incenerite, il set distrutto. Al buon Gerry, non resta altro che il ritorno a casa, ha sempre la sua vicina balorda armata di fernet! Al mattino si svegliano insieme. Oddio! Cosa sarà successo? Chissà …
Alla sezione cucina alcune ricette del travagliato Gerry, per decenza ho tralasciato le “Cozze al cioccolato”, la “Lontra in salsa di scampi” e la “Torta aliena” a base di gatto affumicato!Indicazioni circa la comprensione del titolo del film.
Cito testualmente:”Le ragazze entrano in uno stato di esaltazione erotica e si mettono ad usare i razzi di segnalazione nei modi più sconci (donde il titolo del film). Un gabbiano morto trovato per caso viene messo allo spiedo sul cazzo eretto di qualcuno, con le ali aperte da entrambi i lati a simboleggiare il volo”.
Pag. 271..
 

 
RUTH REICHL

CONFORTATEMI CON LE MELE
Ponte alla Grazie 2005, pp344  € 15

Lettura divertente, irriverente ed istruttiva.
Siamo in una comune della Repubblica Popolare di Berkeley, California. Mobili accuratamente sfondati, altri riciclati altri ancora demoliti. Per gli abitanti due fortune insperate: affitto quasi gratis e la magnifica Ruth Reichl. Lei si occupa del pranzo e della cena, del bucato e delle pulizie. Rigoverna e apparecchia la tavola (?). Il marito, c’è anche lui, fa lo scultore. Ha diritto al micro garage ma in compenso fa un macro rumore di seghe. Gli altri fanno lavoretti: tagliare erbette sul terreno, piantare chiodi, sedere, stare, bere aiosa calcedonio boccioni di vino velenoso. Però mangiano solo cibi biologici, macrobiotici, ayurvedici, vitaminici, mineralici, evacuantici, tantrici.
Per quei quattro smandruppati di bona bontade cibi prepara. La cara Ruth contenta non è! Jssa è cuoca di grande valore! Ma anche gli sfigati ve la possano far: veglia su lei Padre Poldo. Ma nulla resta impunito! Un giornale locale, la Literatura Gazeta, ha bisogno di esperta fur pagina de recension nutrimental, popolar, proletariat, plebea.
   Ella accetta el trabajo ma i flore sons no i vol: sunto borghese t sfruttator che vant a magnar in trattoria! Ma issa la dixe:”Yesse!” Sunt in Ammmerika! E la vida cambia! Kompagna Ruth! Guattrini, trattorie con seggiole e/o tavolini. Ma eppoi? Incontra un panzone magnone lubrico, critico di cibo e la fa scrivere su la Pravda!! Angoris plus guattrini e… l’AMOUR TOUJOUR! Lei ama el vecio marxista-leninista! Et codesto hosty la porta dinto osteria de LUXO et no fumose e tossiche usine cum omani all’opra chini: essi si chinino su cibus de aristocrazia antiqua!.Cambia journal! Ora va a SVEDA de San Petersburgo Petersburgo! Pagine platinate! Ma…anche los ricos piangano cumme agnellini sgozzatiet sanguinosi! L’infido panzone trotskista si sposa con femmina ripiena de guattrini. Ke dolore al petto! Et anche giù per el bracio (a pugno chiuso). Capitalista di mmierda! Chiddu fimmina la continua ad scrivere di toki de porco in gratella (el mus, i bal, la coa).E tocheti de can e lucertoloni bolliti, nella sacra terra di Sigr. Mao! Anche di insalata, rognoni, trippa, coda alla vaccinara, lampredotto al sugo di pontego. Tuti content, contenton! El successo el xe ni il mundo nella sua interezza. Dalle stalle allo stallatico!E todos mundos el vol jssa, anche la TeVe! Felicità tiene copiosa! En plus tromba come on armadillo cum omo guattrinosone! Scribe libri et dictionnari e tomi e biglietti: hogni hosa!

Leggete el libro el xe pleno de ricette, provatele. Alla sezione cucina alcune!
P.S. Il titolo completo del libro è “confortatemi con le mele, sostenetemi con focacce di uva passa, confortatemi con le mele, perché io sono malata d’amore”. E’ una citazione dal CANTICO DEI CANTICI.

P.P.S. el vecio trippone ex-leninista che fine fece? Non ci è dato sapere. Indagherò!
 

 
BEPPE SEBASTE

PANCHINE
Come uscire dal mondo senza uscirne
Pp 177 € 9,50 - Editori Laterza 2008.

Di vino non c’è traccia. Di vino ne scorre un fiume! Questa è la panchina, segno di cultura, di intelligenza, di tenerezza, di ospitalità. Avamposto di civiltà, cura dell’utopia, viaggio immobile. Riparo all’ingiuria, aiuto devoto, accoglienza e ristoro. Nel nostro cuore, immancabile, alberga o più. Nel nostro ricordo panchine punteggiano come stelle, notti. E giorni. Nel ricordo quante panchina, quanti panini, quanto vino.
Quanti giornali, quanti libri. Sedersi sulle panchine è gratis! E’ una vacanza, è un osservatorio privilegiato sulla società, così si fa sociologia. Così si poesia. E qui Beppe riporta alcuni versi dell’”INFINITO” di Leopardi, già il titolo. Tutti sappiamo dell’arrivo dei barbari ma meglio chiamarli distruttori di civiltà. Hanno iniziato la devastazione a Trieste (Trst), città di antica cultura e di confini.  Hanno segato le panchine!!!
  Si è rischiato la sollevazione popolare! Ragazzi dei centri sociali e borghesi incravattati hanno protestato duramente. Anche l’attore Marco Paolini si è unito alla protesta: “Non credo che sia un caso che tolgano le panchine dove stare a gratis e le mettono nei centri commerciali”.
Le panchine sono l’unico posto gratuito delle città: hanno un valore d’uso per tutti e per ciascuno, dice Beppe e come contraddirlo? A Roma la sua preferita è nel Giardino degli Aranci all’Aventino. Poi all’Orto Botanico ed il cimitero acattolico, seduto tra John Keats e Gregory Corso.
Eppoi: a Parma, spocchiosi eredi di Maria Luigia non gliene importa. Meglio Reggio Emilia, consigliate quelle di piazza Fontanesi, dove c’è il progetto di installare le stufe a fungo e prese elettriche ad energia solare per i computer. E quelle lungolago a Como? Frank Nuovo, responsabile del design dei telefonini Nokia, gli chiedevano: come nasce la creatività. Lui suggerisce di lavorare all’aperto, magari seduti su una panchina in riva ad un lago.
Il libro ha formato tascabile, da leggere seduti su una panchina. Fortunatamente ce ne sono ancora tante: fotografatele! Aggiungete i vostri pensieri che lì avete avuto. La compagnia che avevate… Un abbraccio a Beppe per questa amorosa, partecipata, brillante, dottissima e un po’ nostalgica guida spirituale. Andiamo a sederci su una panchina, magari qualcheduna segnalataci dal grande Beppe. Un panino ed un fiasco di vino. Chianti. Impagliato si protegge dagli imprevedibili urti. Eppoi ha la base larga, si appoggia bene!
Yasuda kan

Venturino Venturi

 

 
L'infinito
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare »
    (Giacomo Leopardi)
 

 
DOMENICO PAQUARIELLO ANTONIO TUBELLI

Leopardi a tavola
Pp 190 € 18
Fausto Lupetti Editore

James Leopardi da il borgo nativo, Rehanati, ii in Nappule Stad with amiho suje, Tony Ranieri in tel 1833. Malaho erat et aire du mar fait bon assez! The salud por esser bona el gà da magnar: Salumos, jambon, hapihollo, hasciohavallo, provulon, happeri. Hogni hosa! El magnava comme on suin! El gera content! Contenton! Dinto o libro ricette and istoria di autores and amigo cuogo. Tuti i magna at facias of James, qui at house of Vater soje ii when stabat in seggietta for facere hosa si faciet kosty! Cibus von Nappule non bonus pur jss! At cucinas ricette di I Leopardus, no stè a provarle, pour vous reientro in hasa fhater est facile, mais de morto!

Di el bon Leopardo ligè le so mots: fur corazon el xe life und Leben! Nos somos ennamorados di Kompagno Jacob! Tuti i dì Trinkspruch por the big poetry. Cum wein Lacrima Christi, nous llorar et fur Giahomino it erat el megio!

Prosit Pronobis! Alla cucina le ricette del bon G.L.

 

 
Biografia sentimentale dell’ostrica

Neri Pozza Editore 2005 €12 pp127

Siete amanti delle ostriche? Non ve ne frega nulla delle ostriche?
Ebbene per entrambi questo libro è stato scritto, è fatto per voi!
Ricette a iosa, anche aneddoti culturali, sociali, storici, tutti divertenti assaje. Par example sapevatovi che una ostrica ingurgita da
5 a 25 litri di liquido acquatico all’ora!!!! Ma quale FERRARI di merda! Solo acqua pulita e a 25° gradi, meno dell’angolo retto. E così mangia. Noi invece le mangiamo crude o in zupponi, in brodo. Con pane nero imburrato e una goccia di limone, come io le preferisco. Al forno.
Fritte. Sono nutrienti! Sono strapiene di O, H, N, vitamine, fosforo che fa bene per quel cerebro che vu vi ritrovahe! Louis XI, re regnante di Franchreich suol, obbligava, siamo ni il anno 1461, che tutti i professori di la Sorbona magneno almeno 100 ostriche al dì. Vanno adagiate su il ghiaccio e eppoi afroditiche son!  I Signori professori trombavano emettendo parole in sanscritto e/o in greco. Voilà!Cicerone ne era ghiotto, anzi gli facevano schifo, ma per una orazione una cosa non si fa! Ma cosa ci beviamo con codesti frutti di il mare? Gli Mericani ci 
bevano la birra. Noi no. Ci beviamo un cabernet franc d’ Aujou, il rosè più longevo di il mondo, ma c’è qualcuno che lo sa? Non credo. Ci beviamo anche una grappa alla torba, come aperitivo. Et allora dotte concioni und argute elucubrazioni per tutta la cena. Arte, filosofia, storia, metamatematica, cosmologia saranno gli argomenti di gran lunga più approfonditi e sezionati. Godel, Gay-Lussac e C. Lombroso.
Il giusto sonno che seguirà ci colmerà di viaggi e sogni …. Che è la vita? Un’illusione, solo un’ombra, una finzione …
La vita è un sogno e i sogni … sogni sono.
Pedro Calderon De La Barca (1600-1684)
P. S. La barca, di il nome, serviva per andare ad ostriche!

iche son
 

 
Gaetano Cappelli

STORIA CONTROVERSA DELL'INARRESTABILE FORTUNA DEL VINO AGLIANICO NEL MONDO
Marsilio Editore 2007, pp 189 - € 16

Un bel romanzo, scritto bene.
Eppoi, finalmente, c’è una storia ed anche bella.
Purtroppo il grande vino Aglianico salta fuori solo dopo pag. 145.
Il buon Riccardo è stretto da un paesino sperduto e da studi antropologici di cui a nessuno importa un fico. Da una moglie presa da tutt’altro e da ben tre figlie da accudire. Ma il destino è in agguato! Incontra un suo vecchio compagno di scuola, oramai diventato multi-miliardario. Come ha fatto?
Beh, ai tempi dell’appropriazione proletaria, lui scassinava le casse…
Poi investimenti vari…
Mah! Costui lo incarica di far mettere i vini da lui prodotti nella empirea lista dei top wines del fetuso R. Parker: i cento vini migliori del mondo! Niente di più facile: il buon Riccardo, in età giovanile, ha avuto una travolgente storia d’amore con Chatryn Wally Triny! Di chi trattasi costei? Ma è Magister Bibendi del truce R. Parker! Basta dunque una telefonatina ed una DS spider procurata dal riccone con cui andare all’aereoporto ed accogliere la bellissima avvinazzata. Tutto va per il meglio. La Signora è affetta da una forma estrema di ninfomania, ottimo. Ma alla lunga anche gli eroi Greci debbono rinfoderare la spada, per ora. Gite per cantine a trangugiare e pellegrinaggi ai luoghi della giovanil passione.
Tra una rara pausa e una feroce copula inventa il nome per il vino del non meno trucido riccone vinaiolo. Ebbene: CARATO FEDERICIANO! In onore del grande imperatore Federico II°, detto stupor mundi, che proprio qui in Basilicata aveva uno dei suoi numerosi castelli, quello di Melfi.
Ma il diavolo fa i bottiglioni e non i tappi: di plastica o di sughero o a corona o a vite. Insomma punti tappi! Cosicchè la fedifraga, avendo mangiato la foglia di vite ed un vigneto intero, mette si l’Aglianico nella lista dei top 100, ma quelli della concorrenza. I sogni di Riccardo vanno a farsi friggere e l’amico ricco gli dà nel cul pedata tremenda. Fine del suo tentativo di fuga dalla sua bella, bellina, regione.
E qui tornerà con occhi diversi e sguardo sognante. I colli, i castelli, gli affetti gli appaiono nuovi e desiderabili, impossibile rinunciarci. Al supermercato ci compriamo un cartone di Aglianico, è buono e non costa caro. La prima la sorseggiamo. Pensiamo a Riccardo.
Infine del mondo sappiamo qualcosa di più: l’Aglianico è proprio buono!
Prosit Pronobis!
P.S. Per saperne di più sul demonio R. P. leggere qui sotto la recensione a “I nuovi barbari” di Alessandro Baricco.
Tra l’altro, l’anno scorso si era assegnato la vittoria un Brunello di Montalcino, Cà de Neri. Quest’anno nei 100 vini punti brunelli …Occomemai??? Eppure sono assaggi alla cieca …
 

 
Maria Angela Rossi
Teoria e tecnica della pappa col pomodoro

Mauro Pagliai Editore
2008, pp61, € 61
Manuale di antropologia gastronomica toscana. L’autrice si diverte e ci diverte con i suoi racconti d’infanzia in una numerosa famiglia fiorentina. Si diverte e ci diverte con filastrocche, scenette di vita di quartiere e pensieri che ruotano attorno ad un tavolo di marmo con tovaglia bianco e rossa attorniata da moltitudine di bocche vocianti presto zittite dalla pappa che arriva. Naturalmente è riportata anche la ricetta, quella canonica ed anche alcune varietà che bisognerà provare (vedi cucina). Non poteva mancare il personaggio di Gian Burrasca, inventato da Vamba. E la trasposizione televisiva di Lina Wertmuller con le musiche di Nino Rota.
E’ del 1964!! Tutti ricordano l’inno: Viva la pappa col pomodoro, viva la pappa pappa col pomo, pomo, pomo, pomodoro, viva la pappa pappa ch’è un capo po po po po po lavoro!Cantata da una giovinetta Rita Pavone!
La cucina è un luogo di creazioni dove l’immaginazione deve essere lasciata libera …
c’è anche la ricetta della pappa con le cozze!
Anche noi mettiamoci di buzzo buono, chissà. Il libro è imperdibile e lo sguardo che getta in una cucina fiorentina non può non stimolarci a nuove incursioni in quelle ricette. Magari la minestra di pane …
L’ abbinamento con il vino non è facile. Io ci metto un vin rosè, in Toscana non ne mancano di strepitosi! Prosit Pronobis!
 

 
Muriel Barbery

ESTASI  CULINARIE

Edizioni e/o 
2008, pp145 € 15,00

Trattato, per dire,sulla memoria. In particolare quella olfattiva e gustativa. Veniamo alla trama. Monsieur Arthens è il critico gastronomico più famoso ed importante di il mondo! Ed è anche il più stronzo uomo mai esistito sul globo terracqueo! Ha condotto la sua vita senza affetti, senza donare un sorriso, una carezza a chicchessia, a parte al suo gatto. Moglie e figli, amanti e cuochi, sono solo esseri di contorno. Meno dei veri contorni che ingurgita. Ormai sul letto di morte, ripercorre tutti i sapori della sua gloriosa carriera. Ricorda le ostriche, le sardine cotte alla griglia fatte dalla nonna, le torte di mele alla pasta brisée, gli asparagi al prosciutto affumicato, il sashimi preparato per lui da un vecchio cuoco giapponese, in Giappone, ovviamente. E ancora, ancora.
Disprezza quel povero minchione di Proust con la sua spugnosa madeleine mangiucchiata in un lugubre pomeriggio, inzuppata in una tisana "capace di rievocare un’emozione".  Ricerca però spasmodicamente un sapore a cui non riesce a dare un nome.

Il romanzo, come il successivo e più fortunato della scrittrice "L’eleganza del riccio" è costruito a capitoli, in ognuno di essi è presentato un narratore diverso: colleghi, famigliari, conoscenti, servitù, animali di casa. Alla fin fine si scopre che tutti gli vogliono bene. Occomemai? Non ci è dato di sapere. Ormai è alla fine, finalmente. Proprio adesso arriva l’illuminazione! Il tanto ricercato gusto è quello dei bignè ricoperti di glassa collosa che mangiava avidamente da un sacchetto di plastica quando usciva da scuola: è stato bambino anche lui! Altrochè madeleine di merda, sono i bignè che l’hanno assillato durante l’agonia, questa ricerca ha fine ed egli anche: muore felice!

E veniamo al "trattato".

Che l’odore ed il sapore permangano a lungo a sorreggere lo stupendo edificio della memoria, si sapeva. Che il potere evocativo del gusto e dell’olfatto sia superiore ai sensi, si sapeva. Più plastico e che l’ atto di richiamarli alla memoria li modifica, come genialmente aveva intuito M. Proust nel 1900. Ed è per via che questi due sensi sono collegati direttamente con lì ippocampo, struttura del cervello che controlla il centro della memoria a lungo termine. Gli altri sensi sono prima elaborati nel talamo.
Però anche l’udito… (vedi blog "le patatine) Leggerlo? Non leggerlo? Per un gastroamante forse sì.
Se non altro per pag. 57, sul concetto di "terroir" che demolisce, e su cui non si può obbiettare, e dove ammette candidamente che il vino non gli è mai piaciuto: ha amato solo birra e whisky!

 

 
Paolo Roversi
TACCUINO DI UNA SBRONZA
Kowalski Editore
2008, pp.187 -   €11.00

Cominciamo dalla trama. Amici milanesi, due, volano a Dublino:
hanno a far bisboccia! Uno di loro, Harlo, si sposerà al più presto!
La bisboccia chiama la boccia, qui Guinnes, quello dei primati. Trangugia e tracanna e viceversa. L’assunzione reiterata e massiccia di alcol ha effetti primari e secondari. UNO, non si capisce più una mazza ne ove trovasi la propria. Due, brusca perdita della conoscenza con sfracello sul pavimento. Anche sull’isola esistono le bulanze. L’eroico bevitore in una di queste ne prova l’uso. Trattasi del prode, prodino, Harlo. Ma le boccie di flebo anche fan miracoli, miracolini. Al risveglio infatti dimostra una subitanea trasformazione.
Sostiene di non chiamarsi Harlo!
Si chiama Charles Bukowski e lo è davvero, davverone! Durante l’aereo viaggio del ritorno sul giornale la feral notizia: lo scrittore americano è tornato alla casa del padre o di un altro.
 All’aeroporto di Milano folla di amici ad aspettarli. Nefasto esito, non riconosce nessuno, solo bottiglie amiche al barr. Bevi e ribevi. Sempre briaco. Lascia la morosa e il lavoro di custode pimpante d’argent, e ingolla.
Come andrà a finire?  tiremmm innanzzz... Bottiglie sul capo, frequenta bar balordi e personaggi equivoci, trova qualcheduna che gliela dà, legge le sue poesie in pubblico e finisce regolarmente pestato come tambur, giustamente, giustamentone! Dorme, barcolla di qui e di qua.
Scrive, scrivino. Ma è proprio come C. B. !! Proprino. Non risponde al nome di Harlo! Ma di BUK!
Poi dopo mesi in cui il uischi non gli fa nulla, punta capoccia ripiena di cenci merdosi, viene assunto alle poste!! postino!! Ma l’agguato si avvicina! Al suo amico gli viene in mente una questione da sottoporgli: ma cosa c’era scritto sul bancone dublinese dove lasciasti il sen?? Facile risponde Buk: PROHIBIDO EL JUEGO DE PELOTA. Ma è vero! Tutto il bevibile bevuto gli ha lasciato memoria d’acciar! Ma come puote, tuona l’antico amico, C. Bukowski ricordar di un’oscuro d’Irlanda bar la scritta al bancon?
Egli, C.B. abita a San Pedro, California, in attesa del decesso che puntual arriverà dopo pochi secondi..
L’ex Harlo protesta: sono me, cioè IO! Il grande C.B.! Alla fine siam giunti.
Uno si sposa con la ricca, riccona, ex di Harlo, l’altro per la desiata terra parte.
Fine.
 

 
Alessandro Baricco
I BARBARI, SAGGIO SULLA MUTAZIONE
Fandango Libri,
2006, pp. 213, € 12.00

Già uscito a puntate su “Repubblica” arriva ora in volume il saggio di Baricco sulle trasformazioni.
Allora, innanzitutto, chi sono i barbari del titolo?
Sono coloro che arrivano nei vari campi e si impossessano delle varie culture. Trasformandole, saccheggiandole inesorabilmente, piegandole hai propri interessi e benefici. Nel saggio sono analizzati alcuni di quei campi che sono stati già preda dei barbari. L’interesse è particolarmente attratto dai due capitoli sul vino ma bisognerebbe leggerlo tutto per apprezzare completamente il piano dell’opera e le tesi sostenute.
Nel campo del vino e della viticoltura in generale, l’arrivo dei barbari è stato particolarmente devastante. Tutto ha inizio nella tenuta di Oakville, California, di proprietà di Robert Mondavi, produttore di vino di chiara origine italiana. Decide, questo signore, di convertire gli americani al vino, da consumatori di cocktail, bibite gassate e super alcoolici.
L’ impresa non è facile: bisogna creare un prodotto ritagliato sui loro stili di vita e sulle loro preferenze. Si mette al lavoro. Il vino deve essere forte, da usare come aperitivo; privo di asperità al gusto e di facile beva. Insomma una bevanda di larga diffusione, un Hollywood wine, come lo chiama Baricco.
Ebbene è proprio questa l’azione dei nuovi barbari. Il vino viene svuotato della sua cultura millenaria, del lavoro umile di migliaia di agricoltori che hanno dedicato passione e forze alla creazione del vino. Diventa un liquido anonimo, sempre uguale, comunque accessibile. Gli americani ora consumano più vino degli europei, la quantità aumenta a discapito della qualità. Tutto ciò è reso possibile dall’innovazione tecnologica: in ogni parte del globo è possibile permettere la fermentazione!
Ora grazie al raffreddamento anche nel deserto si può vinificare, si può controllare sempre la temperatura! Ma la grande innovazione riguarda il linguaggio: non più astrusi termini adatti ad un gruppo di specialisti ma una cosa molto più semplice, all’americana. Dare i voti!
E qui entra in campo Robert M. Parker, fondatore e direttore della rivista “Wine Spectator” la più diffusa al mondo. Numeri, non parole! E’ così semplice affidarsi ai numeri, per tutti è semplicissimo! Questo, naturalmente come tutto quello che arriva dall’America, ci ha invaso. Non c’è nessuna guida che non riporti questi voti, siano “bicchieri”, “stelline”, “pallini”, eccetera. Non solo, l’assalto non è finito! Ora sotto la spinta di questa diffusa commercializzazione spinta i nuovi barbari accorrono all’
occupazione delle terre! Del mitico “terroir”, come dicono i francesi.
E’ del 1995 la prima uscita vinicola della joint venture tra R. Mondavi e la famiglia Frescobaldi, aristocrazia toscana vecchia di oltre sette secoli, nasce il “luce” ed il “luce della vite”.
Beh, direi che il cerchio si è chiuso! Tristezza a iosa calcedonio! In quarta di copertina Alessandro Baricco riporta la seguente frase:
“Perché ciò che ci salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo”.
Allora abbaiamo ancora una speranza!
 

 
WWW.ILDUE.IT
Presentazione di Renato Vallanzasca

Avanzi di galera,
le ricette dei poco di buono

Guido Tommasi Editore, 2005, pagg. 190,   €13.00

Incominciamo da “ILDUE”. Occomemai? E’ che il carcere di Milano, San Vittore, è in piazza Filangeri al 2.
Un punto fermo è stato messo.
Ora l’altro. Siamo abituati, grazie ai film americani, a pensare che i detenuti mangino tutti insieme in un mega self-service. Invece no! Ognuno mangia nella sua cella, con i compagni. Ci sono celle da quattro, ed è orro, da sei, da otto et caetera. All’ora dei pasti, orari come negli ospedali, passa il carrello del vitto. Non è termico, è malandato e scoperchiato. Al suo interno la famosa sbobba: sempre uguale, sempre fredda, sempre immangiabile.
L’alternativa è il “pacco”
cioè la possibilità di farsi portare da parenti od amici cibi dall’esterno. C’è anche la possibilità di acquistare il necessario in carcere ma costa di più ed è di qualità pessima.
Allora si cucina nella cella. Certo bisogna organizzarsi ed avere una buona inventiva.
Coltelli fatti con il fondo delle bombolette del gas, grattugie costruite bucherellando barattoli, riscaldare l’acqua con i fili della luce (!), insomma chi più ne ha più ne metta. Si riesce a far bollire l’ acqua per il
caffè con un foglio di giornale: sapientemente piegato però.
Ogni pasto è una rincorsa al poco che si ha: l’aiuto della fantasia è essenziale! Insomma il cibo diventa il collante tra questi reclusi specie ora che i penitenziari ospitano persone di culture e tradizioni diverse. Un momento di convivialità in un tempo che si ferma inesorabile. Alla sezione cucina alcune ricette di questi “chef” che certamente vi stupiranno!
La popolazione carceraria in Italia raggiunge le 60.000 persone, stipate in 207 carceri.
Il livello di sovraffollamento è di oltre il 50%.
Nelle carceri è permesso solo il vino in cartone.
Ci beviamo, alla loro salute un Amarone della Valpolicella, no, non quello sequestrato nel porto di Livorno, 40.000 bottiglie in attesa di partire per gli U:S:A: adulterato.
Un caloroso brindisi ai nostri sfortunati compagni! Prosit Pronobis!
Ma quelli della truffa dell’amarone, ci andranno in galera?
 

 
MASSIMO MONGAI

MEMORIE di UN CUOCO di UN BORDELLO SPAZIALE
Robin Edizioni s.r.l. 2003, pagg. 297,   € 15

Libro di “fantascienza”, per dire. Il nostro autore, dopo il grande successo di “Memorie di un cuoco di astronave”, ritorna alla narrazione delle imprese di Rudy “Basilico” Tuturro, ambientate nel XXVI secolo. E’ solo un pretesto per una chiacchierata a ruota libera tra cucina, poca, e bordelli molti. Si racconta di prostitute, di cui si vanta di essere profondo conoscitore.
Beh, psicologicamente parlando. Gli uomini, dice, cercano, nell’amore a pagus, rassicurazione materna. Il protagonista, il cuoco, al contrario, cerca solo sesso puro! Lui è un MACHO! Vi raccomando la dissertazione sulla capacità, a comando, di avere erezioni poderose. Il tutto è arricchito da schede segnaletiche di ristoranti sparsi per il cosmo, vedi esempio.
Pensate un po’ il Tuturro è capace di raccontare della cucina piccante dei LEEMAEJAW di GUHRBUHTAELLUH. Giuro! E’ proprio scritto così!
Ma sarà possibile? Ebbene sì. Leggiucchiatelo qua e là se non avete sotto mano un quotidiano vecchio di un paio di mesi. Sicchè conviene comprarsi un giornale in data odierna.
Un euri. Ci beviamo un single malt: non bisogna farsi sempre del male!
Prosit Pronobis!
 

 
GARY PAUL NABHAN

A QUALCUNO PIACE PICCANTE
Codice Edizioni, Torino 2005  pagg. 161   -  € 16,00

Saggio di antropologia alimentare, indaga i rapporti tra eredità genetica, la dieta e malattie correlate. Si inizia con la tolleranza all’alcol che è influenzata da otto geni. La produzione dell’alcol deidrogenasi e dell’aldeide deidrogenasi nel fegato, organo in cui l’alcol si ossida, dipende da individuo a individuo.
Chi produce molti di questi enzimi tollera forti dosi di alcol. Generalmente si è visto che le popolazioni che producono in eccesso questi enzimi hanno alle loro spalle storie di stanzialità agricola. L’ipotesi è che mandrie di animali causando con le feci l’inquinamento delle falde acquifere, abbia spinto le persone, affette da dissenteria cronica, alla realizzazione e all’utilizzo di bevande fermentate. Bevi oggi e bevi domani, un po’ alla volta si selezionano i geni “buoni”.
I nativi americani, abituati alla caccia ed a mangiare piante non coltivate, sono molto più sensibili agli effetti dell’alcol. Così la relazione tra malaria e l’anemia falciforme. Quest’ultima protegge dalla malaria ma comporta la riduzione dei globuli rossi che espone  al favismo Malattia data da una carenza di un enzima.
La malattia è, appunto, diffusa nei territori malarici.
Chi mangia fave rischia un rapido ritorno alla casa del Padre. Se non le mangia campa più di me …
La dieta mediterranea pur essendo stata selezionata in precise aree geografiche, riesce a dare benefici a tutte le popolazioni, principalmente però là dove da secoli è seguita.
Il caso più esemplare è l’isola di Creta i cui abitanti sono i più longevi del mondo: olio d’oliva, cereali, verdure, frutta.
E veniamo al peperoncino del titolo. Ebbene è di gran lunga più usato nei paesi caldi. Insieme ad altre spezie hanno il potere di uccidere particolari batteri e funghi che causano il deterioramento della carne e quindi la maggior tolleranza ai cibi piccanti di queste popolazioni. Ma veniamo a noi. L’introduzione della macina ad alta velocità ha portato farine e cereali ad essere più digeribili e quindi ad assorbimento rapido con conseguente aumento dello zucchero e dell’insulina di 2-3 volte. Aggiungete che il cibo industriale ha introdotto additivi poveri di fibra e sciroppi zuccherini.
La vita è diventata sempre più sedentaria … Insomma è un libro che si legge come un romanzo pur avendo rigorosità scientifica.
Leggendolo vi si abbasserà la glicemia! Brindiamo con Tequila e peperoncino, chi ci riesce!
Prosit Pronobis!
 

 
MONTSE CLAVE'

MANUALE PRATICO di CUCINA NOIR & CRIMINALE
Guido Tommasi
Editore, 2006, pagg. 160, € 13.00


Delizioso libro che abilmente intreccia autori famosi di gialli e noir con i loro personaggi. Non solo, per ogni investigatore sono segnalate le preferenze alimentari e culinarie con relative ricette. Si va dal crepuscolare Pepe Carvalho del grande Vazquez Montalban, al sommo Georges Simenon con il commissario Maigret, per noi italiani l'indimenticabile Gino Cervi.
L'ultra depresso Jean-Claude Izzo con il suo marsigliese Fabio Montale.
Dashiel Hammett e Raymon Chandler con il suo disilluso e mesto Philip Marlowe. E ancora la mitica P D.   James con il suo compassato Adam Dalgliesh di Scotland Yard. E ancora Ed Mc Bain del mitico 187° distretto, Ruth Rendell, Agatha Christie, come poteva mancare proprio lei nei cui romanzi non mancano mai tè e torte. Anche Conan Doyle, con Sherlock Holmes ed il dottor Watson accuditi dalla signora Hudson.
Tanti altri personaggi ed autori affollano queste pagine.
La lettura assicura godimento assai e tanta voglia di provare i piatti preferiti dei nostri investigatori-gourmand.  Alla sezione cucina alcune di queste ricette.
Buon appetito! Prima di incominciare a mangiare..... guardatevi alle spalle!
 

 
PIERO SORIA

IL PAESE DELL'UVA NERA
Edizioni La Stampa  2007  Pagg. 317.  € 17,50

Da non crederci!!!!! Non ci crederete mai!!!!!!!
La trama: una suora bellissima, bionda, occhi azzurri, va in Lousiana. USA. L’abito non lo veste (chissà perché?).
E’ laureata in cinema, botta di culo! Qui trova un piemontese, come lei, che le chiede di scrivere una sceneggiatura per un film thriller!! Alla suora!! Le dà 50.000 dollari di anticipo!
Potrà restaurare il suo convento!! Ma chi scrive la sceneggiatura? Lei e le altre tre vecchierelle suore, in divisa, del convento.
Ma sarà? Non contenta, vuole fare il vino per la messa, vino moscato (uve bianche).  C'è anche un prete suo antico amore (!!!!) A pagina 163 ho ceduto, impossibile continuare con questa boiata!
Nell’ultima pagina una perla: “ La suora riceve un invito.
E’ richiesta la sua presenza alle 11 esatte
In via MERTUZIO 21 Roma . “tailleur” (ma non fa la suora ??? E l’abito religioso???) ( Nota di me).
Lei ne trova uno. Il resto è la trascrizione esatta dal libro. “Incontra un signore attempato vestito completamente di bianco. Le porge la mano. E le sorride. – Buonciorno Zuor Mozcato…
E’ un po’ che dezideravo cognoscerla…”
Ditemi voi come si può scrivere queste s…
Per consolarci? Uve nere del titolo NO. Il moscato poi ci fa schifo. Un bottiglione di Marsala di Trapani,a morte i piemontesi!
Per dire! Prosit Pronobis!
 
L'autore
 

 
JOSE' MANUEL FAJARDO

Il SAPORE PERFETTO
Guanda Editore 2005 Pagg. 315 16 Euro.

La storia di Omar prende il via da Gijon. porto delle Asturie.
E l'acqua sarà sempre presente, dal paese natale, al Messico, alla piattaforma petrolifera fino al Jolie Paname, bateau-mouche sulla Senna. Prima marinaio poi cuoco, il percorso è d'obbligo.
Lo struggente ricordo del padre, rivoluzionario, buongustaio ed allegro filosofo, occupa la prima parte del romanzo e ne segna tutto il corso.
L'immaginazione ed i sogni fanno parte della realtà, insegna al figlio. Così per Omar cucinare diventa tangibile realtà ma anche sognare, immaginare, inventare. Alla fine del suo viaggiare approda come capo cuoco all'Arc-en-ciel ristorante night con musica e cucina ispano americana.
Si intrecciano storie d'amore e di cucina.
Nella post-fazione la frase che riassume lo spirito del romanzo, tratta dal Don Chisciotte: TUTTO ACCADRA' COME PIU' CI PIACE!
Romanzo piacevole e divertente a tratti tragico (la rievocazione della guerra dei Balcani). Si vive bene anche senza leggerlo, magari ve lo racconto.
In appendice una lista dei ristoranti preferiti dall'autore tra Francia, Messico, Italia e Spagna.
P.S. Alla sezione cucina la ricetta dei PICADILLOS, specialità cubana.
 

 
Di Nico Orengo

DI VIOLE E LIQUIRIZIA
EINAUDI 2005 pagg. 155 Euro 15,50

Racconto la trama.
Un francese esperto di vino, viene chiamato ad Alba per tenere un corso di degustazione all'enoteca "tastevin". Prima serata: ben 20 persone. Amalia, proprietaria dell'enoteca e single (ma và?), ha un fratello grullo che si gioca la sua parte di cascina e terreno con il vile Barravale. Perde! Come recuperare l'avita magione? Si propone l'esperto degustatore con una scommessa: saprà riconoscere i vini scelti dal perfido baro. In palio la GINOTTA: la tenuta dei fratelli sfigati.. Saprà riconoscere i vini scelti il nostro eroe? Bien sur!
Ecco di seguito la soluzione dell'arcano:
I°) "Colore granato, riflessi aranciati, unghia rosata tendente al bianco. Al profumo è vino selvaggio, con note di animale, direi pelli conciate, cuoio, caligine di vecchio camino, ha goudron, catramato, che finisce con virgole di pepe e chiodi di garofano. Questo è un Barolo del 1978 della cantina Beppe Rinaldi.

II°) Colore granato con riflessi aranciati da mattone di chiesa. Sentori pieni, invitanti, note di liquirizia, di menta, di canfora. Vino caldo, armonico, grande struttura e tannicità: Barolo 1978 Aldo Conterno di Bussia Soprana di Monforte.

III°) Sentore di frutta cotta, ciliegie sotto spirito, muschio, buccia d'arancia caramellate, cuoio, tisana di tiglio, fondi di caffè, cacao, lacca, olive taggiasche in salamoia, candela, cannella, noce moscata, miele di corbezzolo, legno d'acacia, zolfanello spento e tela cerata.
E' un Sorì Tildìn 1989 di Gaja.

IV°) Colore granato con brillantezza di tramonto, quando il sole color di arancia da spremere se ne va a morire tra una collina e l'altra, come se stesse ballando un tango con un'allegria melanconica. "..." C'erano viole e liquirizia. E' un Barbaresco 1989 Asili prodotto da Bruno Giacosa.

V°) Colore cupo, mattone molto cotto. Profumo primaverile: ancora viole, ma scure, poi ciliegia, le "marada" e poi rose sfatte e fumo di falò e anche castagne bianche, quelle che si mangiano nei giorni dei morti. "..." C'è sabbia e conchiglie di mari caldi, subtropicali. "..."
E' un Roche d'Ampsej del 1986 di Matteo Correggia.
Tutti indovinati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Non ho parole.
Si va in galera a dire che Nico Orengo avrebbe dovuto bersi una tanica di vino dei fratelli Ciaravegna?
O forse lo ha fatto a suo tempo?
Libro noioso oltre ogni limite. Scontato. Stupido.
Resta un dubbio: e se il vino da indovinare fosse stato Barbera d'Asti 2005 Francesco Capetta?

 

 
DAVID MADSEN

CONFESSIONI DI UN CUOCO ERETICO
Meridiano Zero 2006 Pagg216 Euro 13,50 

L'antropofagia è pratica naturale quanto antica. Ancora oggi è praticata. Non solo in remoti ed inaccessibili luoghi ai più sconosciuti ma anche in sibaritici odierni ristoranti. Consolami la notoria scarsità cronica di liquidità dei miei sodali: mai andrebbero in siffatte mense. Dei cuochi diffidar si dovrebbe. Ben vengano le cucine alla Vissani. O meglio dire alla Jeremy Bentham: l'operatore sotto palese ed inclemente sguardo, attiene solo al consentito..
Il nostro chef, Orlando Crispe, divinamente cucina. L'attesa per accedere alla  sua mensa e lunga assai. Il premio però sarà ricco assai!
E' un racconto che raccontar è poco.
Inizia lento e banale, prosegue allucinato poi febbricitante poi terrificante. Accorate perizie del Dottor Enrico Balletti inviate al Direttore del carcere di Regina Coeli, si alternano a resoconti sul piacere della disciplina totale.
Nella piazza di Roma, su un alto terrazzo, delizie orgiastiche! Finita la lettura ricominciar è obbligo.
Colpi di scena, ardita ironia, allegra demenza, simpatia per la gente con le gambe .sotto la tola: per piacere, leggetelo!
Colonna sonora: gli ABBA in MAMMA MIA, repeat!
P.S. Alla sezione cucina ben tre ricette del sommo chef, attualmente operante al PLAT D'ARGENT  GINEVRA
SVIZZERA
 

 
TOM STANDAGE
UNA STORIA DEL MONDO IN SEI BICCHIERI
Codice Edizione, Torino 2005 Pagg. 220 Euro 22

I sei bicchieri sono pieni di: Birra, Vino, Distillati, Caffè, Tè, Coca Cola. Parleremo dei primi tre, ovviamente.

Il primo bicchiere ad essere bevuto, è quello d'acqua, qui nasce la storia dell'uomo, presso le fonti, i fiumi ed i laghi. La storia inesorabile procede. Dalla pietra si arriva alla lavorazione dei metalli. Così questo dotto manuale segue passo passo l'archeologia nelle tappe ideali delle sue scoperte. L'età della birra inizia attorno all'anno mille a.C. in medio oriente. La culla della civiltà è esattamente nella Mesopotamia, oggi tristemente ridotta in un inferno. L'uomo diventa stanziale, allevatore e agricoltore. Nascono i primi villaggi vicino a zone dove i cereali crescevano spontaneamente. Questi possono essere stoccati , per soddisfare bisogni alimentari, senza problemi. Anzi, qualche problema possono averlo: a contatto dell'acqua germogliano diventando dolci. Questo pappone, grazie ai lieviti presenti nell'aria, incominciava a fermentare, gli zuccheri diventano alcool... il pappone diventa birra!

Probabilmente era già stata scoperta la fermentazione di succhi di frutta, compresa l'uva e l'idromele.
Arriviamo al nostro amico vino. Che storia! Nella Bibbia è nominato innumerevoli volte. I Greci ne fecero un dio, Dioniso. In quel caos che dominava il monte Olimpo, questo era l'unico Dio che parlava direttamente agli uomini senza bisogno di oracoli ed indovini: bevendo il vino ad ognuno il dio parlava. La dispersione del sapere greco-romano portò l'Europa alla barbarie. Grazie agli Arabi sopravvisse e ritornò a noi dalla Spagna conquistata. La capitale del sapere è ora Cordoba, nell'Andalusia. Qui nasce la distillazione. L'ebollizione del vino permette all'alcool di evaporare a 78°, l'acqua invece a 100° e l'angolo retto a 90°. I vapori si raffreddano e ci ritroviamo con tanto alcool e poca acqua: il gioco è fatto!
Nasce l'alambicco, parola che viene dall'arabo al-ampiq che viene dal greco ambix: e andìì! Nasce l'aqua vitae. Gli alchimisti si scatenano. Da presidi medico chirurgico, l'acquavite nel XV secolo diventa bibita popolare. Viene prodotta ed esportata specialmente nei paesi del Nord Europa data la penuria di vino. Arriviamo ai moderni distillati. Tutti figli e fratelli: Rum, Gin, Grappa, Whisky, Vodka, Calvados, Armagnac, Saké, Tequila, Sambuca, Cognac, Mezcal, Pisco, Pernod, Raki, Assenzio, Bourbon,
Cointreau, Genepì, Sliwowitz, Zwack, Cachaca, Boukha, Okolehao, Barack Palinka...
Libro documentatissimo, notizie curiose, riflessioni sociali ed antropologiche, concetti profondi come le Marianne. Correre ad acquistarlo. Leggerlo con bicchiere di acquavite di frutta in mano:::
 

 
JERZY PILCH

Sotto l'ala dell'angelo forte

Fazi Editore 2005, Pagg. 212 - Euro 13,50Ricordiamo il grande VENEDIKT EVROFEER ed il suo "La Mosca sulla vodka". La salvezza, qui; arriva.
La salvezza dell'amore! Che si presenta in camicetta nera e gonna verde. Il nonno, il babbo e tutti gli antenati da amati e rispettati etilisti cronici eroici, diventano disgraziati prodotti di una vita disperata. Esiste la salvezza! Ed ora è festa.
Sorseggiamo un tè con calma e gratitudine: del mondo siamo dolcemente partecipi.

Grande ed epico romanzo etilico! Fantasmagoriche lotte quotidiane di incredibile difficoltà. Incontri e desideri, mancati appuntamenti e rincorsi tardivi. Allucinato desiderio di un destino che mai risponderà alle richieste. Sopra a tutto la bevanda che tutto può! Accudire,coccolare, ascoltare,carezzare,assopire...
Bevendo non si può vivere a lungo e felicemente: Ma come è possibile vivere senza bere?
Attraversando ricoveri, allucinazioni, ricordi, si snoda il racconto su di un fiume di vodka Attorno una  Polonia che segue suo malgrado Solidarnosch, il muro di Berlino abbattuto, in una società che non sa trovare una sua salvezza.

 

 
DON CALO'
VENTI RACCONTI INTORNO AL VINO
Ci.Vin. Editore Società Editrice dell'Associazione Nazionale città del Vino, Via Massetana Romana 58/B 53100 Siena.
Tel. 0577 2715 79 fax 0577 271595
Marzo 2005. Pag. 226   -  € 10

La scommessa di riuscire a parlare di vino e umanità, di uomini e viti, di terra, aria e sentimenti è sicuramente vinta. Scritto in modo piano, mai banale, riesce a farci toccare con mano aspetti legati al vino profondi, sorprendenti ed insospettati. Nel racconto poi "Il pittore di Chatillon" si racconta la storia del successo di un disegnatore di etichette. Da questo successo anche la sua vita acquista umanità e profondità, scusate l'interesse personale...
 Ricordo che ad ogni racconto è associato un bel disegno di Rosario Mazzella.
Il volume merita certamente una diffusione nazionale adeguata al talento dell'autore ed al profondo godimento che si riceve dalla lettura.
Assolutamente impedibile!
 

 
Autori Vari
PASTA KILLER
Sottotitolo: Il sapore giallo-noir della pasta.
Morganti Editore Verona 2005 pagg. 364 euro  14.00

Dodici racconti di pasta e morte! Alcuni più gialli, altri virano al nero tenebra. Alcuni divertenti altri virulenti. Tutti sanno che la pasta, ricca di carboidrati, è potenzialmente pericolosa. Qui è qualcosa di molto peggio! Da ora non sarà innocuo un piatto di lasagne alla bolognese destinata ad un concorso o la pasta fatta a mano condita abbondantemente... La triste pasta al burro e parmigiano descritta da Marco Vichi ed i pici all'anatra che sanciscono drammaticamente la fine di un'aggrovigliata storia d'amore. Ci sono anche i bucatini all'amatriciana (ricetta alla sezione cucina) e le trenette al pesto di Nino Filastò. Mettete su l'acqua, abbondante, salate... Assaggiate con cura la pasta con un pò di condimento...
In bocca al lupo. Crepi!

 

 
VIL'JAM VASILEVIC POCHELEBKIN

IL LIQUORE CHE VIENE DAL FREDDO
Slow Food Editore   1995 pag 255  -  18 euro

Strabiliante! La parola "VODKA" deriva da VODA', acqua. Idea di semplicità, purezza e perfezione. Un balsamo, una medicina in grado di alleviare le ambasce quotidiane.

Le bevande alcoliche presenti sui nostri deschi sono numerose assai.
La differenza, assolutamente totale, è che in questo elisir c'è l'acqua dei purissimi fiumi della sconfinata tundra russa. Ed è proprio questo il motivo dell'eccellenza di questa bevanda.
Caterina la Grande era solita regalarne una bottiglia a parenti ed amici:
la Regina d'Inghilterra, l'imperatore di Germania ecc.
Tutti parenti erano, anche se , parenti serpenti!!
Prosit.
La vodka russa non è riproducibile. Gli impianti possono essere uguali e lo schema tecnologico idem ma l'acqua dolce dei fiumi delle foreste russe come la Vazuza o il clima ed il terreno della regione di Niznij Novgorod sui cui campi continua a crescere la mitica segale russa.
Solo la vodka proveniente dalla Grande Madre Russia è la vera VODKA. Nel 1986 grazie alla "Perestrojka" avviene la riconversione degli stabilimenti di vodka in produzioni non alcooliche. Disastro! Le condizioni di vita del popolo peggiorano: distillazioni clandestine, sofisticazioni e speculazioni.  Nel 1990 viene abolita la legge dell'86. Riprende la produzione statale con standard qualitativi elevati. Attualmente, novembre-dicembre 2006, l'allarme è ancora più alto. Il progressivo inpauperamento della popolazione ha portato alla diffusione tra pensionati, reduci, invalidi, disoccupati, di alcool di pessima qualità, di origine non alimentare. Si usano prodotti chimici vari: solventi, detergenti, antigelo... Questi beveroni tossici portano alla morte circa 30.000 persone all'anno alle quali vanno aggiunte le "normali" vittime da alcoolismo cronico: cirrosi, incidenti, assideramenti. Si chiede a gran voce l'intervento dello stato.  Boris ryzlov, speaker della Duma, ha sollecitato la completa nazionalizzazione della produzione e vendita della vodka. E' stata anche proposta la riapertura dei locali statali in cui è possibile mangiare e bere vodka con 20 rubli (circa 20 centesimi).
Potrà il monopolio salvare queste anime? Mah!?
 

 
ENOKILLER

Antologia
Il sapore giallo-noir del vino.
Morganti editore 2005   -  € 12.00

Quattordici racconti di vino, cantine ed osterie. Rosso vino, rosso sangue. Inquietanti e dannati. Bicchiere pieno e libro in mano. Chissà, qualche volta vi andrà di traverso, qualche altra vi strozzerà. E più bevete e più sentirete alle vostre spalle rumori sospetti... Provate a leggerli ad alta voce, ognuno un racconto diverso. Sempre accompagnato ad un vino diverso... Più leggete e più bevete e maggiore sarà la soddisfazione. Magari entrerete direttamente in una storia, magari un bel splatter che vi coinvolgerà direttamente! Il successo è assicurato!
P.S. Consiglio di procurarsi un solido alibi prima della serata di lettura!
Prosit!
 

 
IL PROFUMO

Sottotitolo: Colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini.
Longanesi Superpocket 1997  pagg. 259 L. 65 00

Ritorna al grande pubblico Jean-Baptiste Grenouille! Il romanzo da cui il film è tratto, ebbe un grande successo negli anni '80.
Trattandosi della storia di un profumiere, un maledetto talento dell'olfatto, il romanzo riposava da anni nella mia libreria.
Questo giovane cencioso, nato a Parigi nel 1738, nel luogo più puzzolente che si possa immaginare, il Cimitière des Innocents, scopre di possedere un olfatto infinitamente infallibile. Decide dunque quale sarà la sua missione: creare il profumo
perfetto, in grado di creare amore in chi lo fiuta! Riuscirà nell'impresa ma a che costi! Il libro di Süskind è godibilissimo.  Straordinaria la ricostruzione dell'epoca e dei suoi effluvi. Storia sociale, antropologia dell'olfatto e, non ultimo, l'intreccio noir. Più e più volte hanno cercato di farne un film ma Süskind aveva sempre rigettato le offerte.
Forse ha finito i soldi intascati con il libro...
Il libro, dalla pubblicazione nel 1985, ha venduto oltre15 milioni di copie. Mi dicono che il film è mortalmente noioso.
Nei panni del primo maestro profumiere frequentato da Grenouille il grande Dustin Hoffman.
 

 
Patrick E. McGovern

L'ARCHEOLOGO E L'UVA
Vite e vino dal neolitico alla Grecia arcaica.
Carocci, 2004     € 24,50
Fondamentale studio sulla diffusione del vino. Basato sull'archeologia e la chimica.;'autore dirige il Museum Applied Science Center for Archaeology dell'Università della Pennsylvania e si occupa in particolare di archeologia biomolecolare. I vari recipienti ritrovati, grazie a moderne tecniche di analisi. che vanno dalla biologia molecolare all'analisi del DNA, ci possono raccontare molte cose. Dalla composizione del loro contenuto al luogo di produzione del manufatto. La lunga strada del vino parte dal vicino oriente. Forse 500 milioni di anni or sono. Con la rottura di Pangea e la deriva dei continenti,la pianta dell'AMPELOPSIS, una pianta rampicante considerata la progenitrice della "vitis" si distribuisce e si creano specie diverse. L'archeologia ci fa conoscere le caratteristiche del vino. Dalla tomba del Faraone Scorpione I° datata 3150 a.C. circa, vengono ritrovati circa 360 orci.
Tutti con il sigillo del Faraone e con l'indicazione del vigneto di produzione.  Nella tomba di Re Mida, a Gordio, l'odiernaYassihöyük presso Ankara, 157 recipienti in bronzo, il più grande servizio da tavola dell'età del ferro. I vasi di bronzo, una volta ripuliti, sembrano davvero d'oro!
I residui hanno dimostrato la presenza di birra e idromele nel vino.
Libro ricco di informazioni, aneddoti, approfondimenti.
Anche le parti più tecniche sono rese accessibili ed affascinanti: leggetelo, divertimento assicurato!
PROSIT PRONOBIS!
 

 
Roberto Giardina

PIZZA CON CRAUTI


Colorado Noir  Pag.355    € 15     -  2006
Storia di un siciliano che emigra a Berlino per aprire un ristorante-pizzeria.
Il romanzo è di tipo "noir". Di cibo si parla spesso.
Nell'ultima parte del libro la vicenda si sposta in Sicilia. Il racconto è un pò confuso ed arrovellata. Riporta però la ricetta del gelo di mellone:
da non perdere! Da leggere alla sezione
P.S. Nel mese di giugno, durante un mio girovagare nella Tuscia laziale, mi sono imbattuto nel ristorante del camping " IL CLUB DEGLI AMICI" in quel di Pesci Romana. Ho mangiato la pizza ai crauti, la specialità. Veramente ottima! Andateci, ne vale la pena! Da bere con un Santa Maddalena. Prosit pronobis!
 

 
Henry Cristopher Bailey

IL MISTERO DEL MENU' FRANCESE

I Bassotti POLILLO EDITORE
Pag. 58  Euro 5.50  2005

Un pittore inglese, alquanto dotato, sparisce misteriosamente. Incaricato della ricerca è il Signor Reggie Fortuna, abile investigatore e appassionato gourmet. Nella stanza del pittore volatilizzato viene trovato il disegno di un volto satanica. In realtà è il retro di un menu:

"DINER
Artichaut à l'Huile
Pomme de terre à l'Huile
Porc frais froid aux Cornichons
Langouste Mayonnaise
Canard aux Navets
Omelette Rognons
Filet Garni
Fromage à la Crème
Fruits, biscuit"

l commento di Mister Fortune è tassativo: morto d'indigestione!
Carciofi, patate all'olio, maiale freddo, aragosta, anitra e rape, omlette di rognoni, arrosto guarnito... Naturalmente l'indagine arriverà a scoprire le vera ragione della sparizione.
P.S. Bevendo una bottiglia di Mouton-Rothschild, Pauillac, del 1900 consiglia di accompagnarlo con le nespole, questi inglesi, ne sanno una più del diavolo! Il romanzo è del 1935, quindi quel chiaretto era piuttosto anzianotto!
 

 
IL DIO DELL'EBBREZZA

Elémire Zolla

Antologia dei moderni Dionisiaci, come recita il sottotitolo, va da Friedrich Nietzsche, il lamento di Arianna, a Federico Garcia Lorca, il duende.  Dal grande Bulgakov, noto morfinomane, al piccolo D'Annunzio, noto morfinomane.
Dal grande Sigmund Freud, noto cocainomane, al piccolo Carlos Castaneda, noto peyotlomane. Quindi c'è veramente di tutto.
Alti e bassi.

All'inizio dotta introduzione del Prof. Elémire Zolla:
LA FIGURA MITICA DI DIONISO DALL'ANTICHITA' AD OGGI.
Da leggersi bevendo un buon calice




 

 
IL GIARDINO DEGLI ORRORI

Il giallo Mondadori
2006 pag. 178 euro 3,60

Occomemai un libro giallo nella nostra rubrica di libri enologic-gastronomic- edonistic-goderecci? Presto svelato l'arcano è: il giornalista investigatore si chiama Maxime Lisbonne.
Chi è questo carneade? Un giornalista free lance.
Nel corso del romanzo salta fuori che è omonimo di un generale combattente della Comune di Parigi. E qui di questo generale conviene parlare. Nominato il D'Artagnan della Comune si batté come un leone sulle barricate dal marzo al maggio del 1871. Amico fraterno di Louise Michel,  il cuore tenero e forte della comune, divise con lei la prigionia nella Nuova Caledonia.  Dopo l'amnistia del 1880 torna a Parigi e che fa? Rileva un bel localino, lo chiama "Le Divan Japonais" e rivitalizza le notti parigine. Sono attrazioni varie, balletti.
E' qui che Jane Avril danza ed è immortalata dai manifesti di Toulouse-Lautrec, di lei innamorato. Arriva poi Yvette Guilbert, il primo streep tease al mondo e la canzone "Madame Arthur", l'ambiguità di una sessualità liberata.
Tutto questo è Maxime Lisbonne: combattente glorioso per la rivincita dei derelitti, per l'eguaglianza, la libertà e ... la gioia!
Raro caso di felicità anarchica e felicità personale.
La fantasia salì al potere e, per poco, gioì in libertà.  Lode a Maxime Lisbonne! E lode a Didier Daeninckx per averci ricordato questo personaggio fondamentale della storia.
 

 
Benoît Noël

L'ASSENZIO

Volete sapere tutto sull'assenzio??!!! Ma proprio tutto!!???  Dalle modalità d'uso alla sua storia, dalla sua diffusione alla sua proibizione..
Dalla fabbricazione alla filmografia ("Absinthe makes the hearth glow...", dice Jack Nicholson nel famoso Easy Rider del 1969). 
Sono comprese varie ricette per la fabbricazione e l'elenco dei più noti consumatori, da intendersi: straforti consumatori. Si va da Ernest Hemingway, Premio Nobel 1954, a Van Gogh, da Auguste Strindberg a Edvard Munch......Ricco di notizie, aneddoti e curiosità, comprende un gran numero si siti web che si occupano della vendita della "fée verte" e di tutto ciò che la riguarda, compresa tutta l'attrezzatura di antiquariato e moderna.
Obbligatorio per chi è interessato. Molto probabilmente si farà presto una bevuta. Ma di assenzio, parbleu !!!!!!!!!!

P.S. Il disegno di copertina ben rende l'effetto dell'assenzio dopo il primo sorso... già il bicchiere e fuori squadra e non solo! Prosit

 

 
MARIO LUNETTA

FIGURE LUNARI

Robin Edizioni Roma 2004   pagg 198   € 11

Romanzo giallo che già nel titolo ci anticipa l'ambientazione.
Siamo in una Roma desolata e solare, malavitosa e superba.
Un truculento omicidio ci inghiotte nel degrado disperato di vite offese.
Il protagonista, il commissario Vauro ci si muove con dolore e disgusto. Isola felice la compagna Selvaggia, la buona tavola e le corroboranti discettazioni con il giudice .........
(non mi ricordo il nome, Wondt? Woltzar?, Wolkul?).
Scrittura barocca e difficile dapprima poi si trasforma in armonia e godimento.

Consigliato a tutti!!

 

 
JEAN-MARIE LACLAVATINE

IL ROSSO E IL BIANCO

MERIDIANO ZERO 2004  Pag. 187 Euro 12
 
Affascinante e divertente. Ricco di suspense e brio. Sono dieci racconti legati tra loro da un filo rosso... o bianco dell'italianista e prode enofilo Laclavetine.
Sempre è il vino protagonista di questi ottimi racconti.
Racconti che toccano tutti i generi: quello giallo nel primo racconto, Mosche sommerse. Quello rurale-sociologico nel secondo, Vendemmia tardiva, quello romantico-erotico, Accessori. Ad alto tasso alcoolemico l'angosciante In cantina, psicoanalitico il quinto,  Questioni di etichetta. 
Un giallo a carattere famigliare, La coppa dell'oblio, nome di un'osteria. Djinn è etilismo spinto.
Non manca il racconto partigiano nella Francia occupata, Morte per trasparenza ed uno horror, alla maniera di Stephen King sui destini ed i richiami dei morti, Amici. Per finire, il tenero racconto di due giovani amanti legati in vita da una comune passione che li lega anche ora in Paradiso.
Ogni racconto ha un finale sorprendente che spinge alla rilettura! La scrittura è veloce e profonda, ricca e precisa. I vini francesi sono molti e ben spiegati. Naturalmente, alla fine, bevuta di vini francesi!
Obbligatorio!
 

 
GIAN CARLO FUSCO

L'ITALIA AL DENTE

SELLERIO EDITORE  2002 Pag. 108 euro 8

Altro libro di racconti, altra scrittura elegante, barocca, fantasiosa. Un vero grande talento dalla forza irresistibile!
Bionda, socialista e risottara, è il primo racconto. Il marito napoletano non può soffrire il riso della moglie lombarda. Non resta che il ricatto dell'astinenza per farle imparare a fare la pasta. Il secondo, La chitarra dell'immaginifico, racconta di un pranzo del giovane Fusco al Vittoriale,
spaghetti alla chitarra serviti da ancelle in tunica corta e trasparente.
Mentre il Vate racconto dell'uso della "chitarra", il giovanetto si interroga sull'origine di quel boschetto? un gattino accovacciato? un segno di lutto insolito?
Trenette ai datteri per Ras Tafari, racconta della visita nel 1928 di Hailè Salassiè, futuro Negus Neghesti all'Arsenale di La Spezia.
Al sontuoso banchetto offerto a lui ed al suo seguito, al momento dell'arrivo delle trenette, gli etiopi si mangiano tutti i datteri di mare lasciando agli altri le trenette scondite. La pasta fritta del colonnello Vagliacof, si svolge nella guerra di Spagna. Due nobili franchisti, arrestati dai miliziani, si salvano grazie alla conoscenza del colonnello, nobile siciliano, loro amico.  Da buon siciliano riserva loro un trattamento gastronomico superbo.  La "norma" della vigilia, siamo in Albania alla vigilia della guerra.  Militari siciliani vengono sorpresi dai loro ufficiali a mangiare gli spaghetti con le melanzane fritte, alla  "Norma"  appunto, quella di Bellini, suprema. Peccato che tutti gli ingredienti fossero rubati.  Condivisione generale! Il lutto si addice alle zite, racconta del profondo dolore che prova Renato Simoni,  autorevole critico teatrale del Corriere della Sera, alla notizia della morte di Italo Balbo.   Frande dolore! Non tale da impedirgli di rinunciare al valpolicella ed al gratin di zite. Matriciana con l'eco per donna Nadia, ancora in Albania, ad una cena nella casa del Luogotenente di Vittorio Emanuele III: Essendo il suo compleanno, la moglie, donna Nadia, chiede a l'ex spasimante di cucinare per loro, Questi si vendica facendo capire al Luogotenente che lei è l'amante di Ciano. Il cuoco finisce alle isole Tremiti. Infine l'ultimo:  Le lasagne al forno con gli uccelli alla Merlin. Siamo nel 1948 e la malavita è preoccupata per la possibile entrata in vigore della legge Merlin.
Di cosa si occupava la legge Merlin? La maitresse dice Le lasagne al forno con gli uccelli, d'ora in poi le chiamerò "alla Merlin". Vi dispiace?.  E perché?  Ci vedi un rapporto tra le lasagne e gli uccelli?
Fra le lasagne e la Merlin no! Fra la Merlin e gli uccelli! Nel senso che lei può impedirvi di mangiare sugli uccelli, ma non di mangiare gli uccelli!... Stupendo. Obbligatorio!
 

 
Luis Fernando Verissimo
IL CLUB DEGLI ANGELI

Ponte alle Grazie  2002   Pagg 116 - Euri  9.00

  Entrare nella morte ad occhi aperti

 .... e a stomaco pieno.

ADRIANO (?)

Si può vivere con un solo senso?
A questo si può dedicare la vita intera?       CERTO!!!!
Specialmente quando questo senso è il gusto.
Ammargioppiù quando questo senso, spinto al massimo, ci apre le porte dell'Ade.  Qui ci accompagna, con la nostra ricetta preferita, il nostro massimo appagamento..... Cosa c'è di meglio? Tuffiamoci allora nel mare amico della nostra perdizione, nel piacere assoluto:
E' il nostro io che profondo ci accompagna tutti i giorni ed al quale ora possiamo dare completa soddisfazione. Questa è la storia di dieci amici che della perfetta gastronomia hanno fatto l'unico scopo della loro vita. L'incontro con l'eccelso cuoco Lucidio, appartenente all' esclusivissimo circolo degli assaggiatori di FUGU,  cambia la loro "vita".
Questo è un pesce superbamente eccellente ma velenosissimo. La preparazione richiede una rara perfezione che non ammette errori: una piccolissima imprecisione porta a morte certa l'assaggiatore.
In questo attimo è racchiusa la più grande emozione che permette l'estasi del gusto.
Allora per ognuno ci sarà il piatto preferito con la conseguente estasi definitiva: la massima appagazione totale, estasi ontologica.
Daniel, anfitrione delle cene fatali, estimatore del Saint Estèphe *, ci conduce tra canard à l'orange (fondamentale il Calvados!) e lo gigot d'agneau proprio come una delle tante guide oggi a disposizione.
E nel finale di necessità virtù: bisogna pur campare!

Gli dei sono giusti,
e dei nostri voluttuosi vizi
fanno strumenti per torturarci.

W. Shakespeare      Re Lear

* Saint Estèphe, un Bordeaux della zona sinistra della Gironda.
Particolare, ricco di tannini e di acidità. A base Cabernet S.
Ora cercano di ammorbidirlo con iniezione di Merlot. Ahimè!

 

 
TORGNY LINDGRENLA

RICETTA PERFETTA

IPERBOREA 2004 pp223 13,50 euro
Il racconto si apre con una lettera di licenziamento per il cronista di provincia.
L'accusa è di aver riempito per molti anni, di bugie le pagine del giornale.
Solo storie inventate.
E proprio a lui è affidata la narrazione che ci apprestiamo a leggere.
E' la storia di due persone, l'uno dalla falsa e raccapricciante identità, l'altro dalla salute invulnerabile in zone ad altissima mortalità per tubercolosi.
Con paziente solerzia, di casolare in casolare, vanno alla ricerca della ricetta perfetta: quella della PÖLSA.
Un bollito di interiora di vari animali che ognuno prepara a modo suo.
Come oggi critici ed enoturisti corrono per le stelle delle guide, ossessionate dalla ricerca del cibo genuino.
E così i due protagonisti a questa ricerca dedicano il loro tempo: storiche frequentazioni che ci parlano di cucine, di uomini e di donne. Questa ricerca li porterà, inesorabilmente, all'incontro finale, che tutti attende, quello con il loro destino. Lettura che dalla prima pagina ci avvince e teneramente ci lega all'anziano cronista. Avvinti dalla scrittura soavemente umoristica ed esaltati dalla comprensione del percorso, anche noi ricerchiamo la ricetta perfetta. Ricetta che è diventata la sintesi tra identità e memoria, tra desiderio ed illusione.  In questa corsa verso il proprio destino accompagniamo affettuosamente i nostri personaggi fragili ed austeri,  sentendo di condividere la loro ricerca.
Allora avviamo la nostra DIAMANT e corriamo in questa desolata regione del Vasterbotten,  fatta di boschi, stagni, fiumi ed acquitrini
 
  L'UNICA MEMORIA POSSIBILE E' LA FANTASIA    !!!!!

P.S: Per la PÖLSA si consiglia: Lambrusco Reggiano V.Q.P.R.D. Venturini Baldini

 

 
Christophe Bataille

ASSENZIO

IL MELANGONO 1995 pp 107 9,30 euri
Racconto di un'infanzia in Provenza. Ricordi che ci ammaliano, incontri, paesaggi, percorsi, sensazioni, emozioni.  Su tutto domina la figura di Josè, da pirata a montanaro. Il gran mago capace di racchiudere in boccioni di vetro la misteriosa forza dell'artemisia, arthemisia absenthium,  l'assenzio.
Ed allora le lunghe camminate per raggiungere l'isolato ed incantato laboratorio dello stregone.  Stregone prodigo con il ragazzo di storie che nel racconto continuano a rivivere.
Bruscamente il divieto alla fabbricazione e vendita dell'assenzio interrompe questo PARADIS. E l'orrore della guerra incombente ricopre con il suo sudario questa epoca di illusioni, speranze ed innocenza.  Occorre leggere queste dolci e vive memorie in un momento di rinascita di questo liquore che ha ispirato Baudelaire  e  Modigliani,  Degas  e  Verlaine,  Poe e  Zola.

L'assenzio ha segnato profondamente la fine dell'ottocento lasciando testimonianze di cui questo libretto è la tenera narrazione di un intimo ricordo.

P.S. Il PARADIS riguarda un altro liquore di cui si riparlerà!
 

 
CONFESSO CHE HO BEVUTO

Racconti sul vino e sul piacere del bere
Derive/Approdi
Prima edizione marzo  2004  - 13,50 euro

Trenta racconti che dovrebbero essere sul vino ma poco ci hanno a che fare. Farraginosi, melensi ed inutili. Mah! Probabilmente sono tutti astemi, gli autori.  Su tutti svetta Gianni Mura con il racconto che da il titolo alla raccolta: piacevole e divertente.
Tommaso Giartosio ci regala un bel racconto su di un bicchiere speciale.
Antropologia nel racconto di Franco Alasia, resoconto di memorie dal paese di Nole Canavese che risvegliano racconti simili ascoltati da piccini.
Infine merita menzione Paolo Nori per il racconto "Trallallà" che così termina: Soffrirò... morirò...
Ma intanto
Sole, vento, vino, trallallà
P.S. La copertina, da E. Munch, promette emozioni e situazioni. Invan!
 

 
LA MUSICA DEL VINO

Sottotitolo: Diciassette racconti etilici.
Editore EFFEQU, Orbetello  - Euro 7  - Per informazioni: www.effequ.it

Allora, in copertina un bellissimo ritratto: Il bevitore, di Francesco Presenti.
Volumetto bello e curato. Contiene un' antologia di racconti, alcuni ambientati in Maremma, che hanno al centro il vino.  Si parla del vino, qualche volta di un vino.  Inteso come medicamento dell'anima e come viatico nel nostro peregrinare quotidiano.  Alcuni racconti sono veramente splendidi, tutti di grande godimento.  Da leggere in compagnia di una bottiglia di vino.
Farà passare la sete che comunque vi verrà.
Complimenti Prosit
P.S. Obbligatorio, almeno per la citazione di De Filippo posta all'inizio!!!!!!!!!!!!!!!!
 

 
John Fante  

LA CONFRATERNITA DELL'UVA

Titolo originale: The brotherhood of grape.
 Einaudi  Stile libero - Euro 9

Nato in Colorado nel 1909, figlio di immigrati italiani, è ormai diventato autore di culto. Non molto noto in vita negli USA è stato riscoperto dal trangugia Charles Bukowski che, letto per caso un suo racconto, se ne innamorò perdutamente. Nel giro di qualche giorno e qualche decina di bottiglioni, ne lesse tutti i racconto.  Bukowski era al massimo della fama e nel suo "Donne" del 1978 raccontò al mondo della sua strepitosa scoperta.  L'interesse per il buon Iohn esplose: Francis Ford Coppola lesse la "Confraternita" e ne fu entusiasta tanto da progettarne la riduzione cinematografica.
Il romanzo, edito per la prima volta nel 1977 è un omaggio alla figura del padre, qui Nick Molise, alla sua italinità ed ai suoi amici, compagni di bevute e di sventure.   Consideratosi il più grande scalpellino d'America, accetta l'incarico di costruire un essiccatoio completamente in pietra. Più che fare calcina, il vecchi con l'aiuto del figlio, trinca a più non posso.
In questa nuova realtà l'antico abruzzese volge l'orgoglio residuo in grandiose bevute condivise dal figlio.  Il risultato finale da queste dipenderà.
Obbligatori. Fraterne bevute.

 

 

 

 
Di Enrico Remmert e Luca Ragagnin. Prefazione di Bruno Gambarotta

ELOGIO DELLA SBRONZA CONSAPEVOLE

Sottotitolo: Piccolo viaggio dal bicchiere alla luna.
Gli specchi Marsilio.


L'alcool, in tutte le sue forme, è il protagonista assoluto di questa antologia-enciclopedia che raccoglie centinaia di brani letterari in cui viene citato.  In tutte le epoche e in tutte le lingue, vino e cocktails, rum e vodka, sono al centro di storie a noi vicine e care: un delirio alcoolico!  Dalla Bibbia in cui il buon vecchio Noé, dopo centinaia di anni, si degna di concedere il suo nome ad un bicchiere, ai lirici greci deferentemente citati in etichette di vino, il percorso è lungo ed appassionante....
Diciamolo dunque: l'uomo lo ha sempre bevuto e sempre continuerà a farlo.
Non certo come alimento del corpo. Come noi lo beviamo insieme.
Per inebriarci, noi naviganti nel gran mare della vita che così tanto ci affascina!
Obbligatorio! PROSIT!
 
 
Buona lettura ...
Paolo