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BENJAMIN ALIRE
SAENZ
TUTTO INIZIA E FINISCE AL KENTUCKY CLUB
Sellerio Editore Palermo, 2014, pp246. €16
Il confine tra il Messico e gli Stati uniti, scorre il Rio Grande. A
congiungere i due stati il ponte sul fiume, il Santa Fe, allo stesso
tempo valico inviolabile e labile passaggio. Dalla parte texana si trova
El Paso, da quella messicana, Ciudad Juarez, tra le più violenti città
al mondo. Qui, già negli anni '50 esisteva il Kentucky Club. Mitico
locale ove trovare frescura e compagnia, alcool e hierba buena.Frequentato
allora da grandi scrittori in cerca di storie, avventure e compagnia. Al
suo bancone si appoggiava il buon vecchio Ernestino Hemingway. Al suo
fianco trangugiava Frank Sinatra con la Marilyn. Più in là, ad un tavolo
Elisabeth Taylor con variegata compagnia. Bevevano bourbon, obviously,
anche il margarita andava e scorreva a fiumi. Una leggenda narra che
proprio in questo locale è stato preparato per la prima volta per una
accaldata signora in cerca di novità, da un riccone messicano che aveva
mire sulla biondona assatanata, no, assetata.. Le due città confinanti
sono una unica area metropolitana tagliata da un confine invalicabile,
un profondo taglio che separa due mondi profondamente diversi. Il ponte
separa modi di vita diversi tra loro, destini diversi, e
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diverse speranze. Disillusioni e ineluttabili futuri in agguato. Di questo
narrano i sette racconti raccolti in questo volume. L'autore, che abita ad El
Paso sa bene di cosa parla: le feroci divisioni che dividono le due comunità, al
Kentucky Club, si affievoliscono, gli incontri si fanno possibili e per un
momento è possibile trovare la pace. Sono storie di confine, appunto, di legami
e conflitti famigliari, tragici ed eroici, legami umani di struggente profondità
e fierezza.. Personaggi alla deriva in cerca di approdi. Umanità derelitta tra
possibili riscatti ed inevitabili miserie. Povertà e dipendenze che negano
riscatto e talentuosi ragazzi che vivono opportunità. Che cambieranno la loro
vita anche grazie ad un incontro. Al Kentucky Club! Il Benjamin insegna
scrittura creativa all'università del Texas a El Paso ed ha qualità e
sentimento in abbondanza. I suoi personaggi entreranno nel vostro ricordo e nel
vostro cuore. Leggetelo! |
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GIUSEPPINA TORREGROSSA
PANZA E PRISENZA
Mondadori 2013, pp187 €13
Sulla scalinata del tribunale di Palermo, l'avvocato Maddaloni cerca il
posteggiatore a cui ha affidato le chiavi della sua vettura. Il caldo è
soffocante ed il sole l'acceca. "Beneditto omo, dove ti cacciasti?"
Penza l'avvocatone, nun ci sta nisciuno! Anzi, qualcuno c'é, e si
avanza, benone, penza il Professore. Chisto omo gigante è e tiene na'
mazza in mano! "Che vole chisto fetuso?" Penza il notissimo leguleio.
Chillo sa cosa fare: Piffe e paffe, tricche e tracche, in men che non si
dice riduce il povero Prof. Maddaloni in una aggrovigliata poltiglia
sanguinosa! Provato, il signore con mazza, non visto da niuno(?) si
allontana. La notizia si sparge in un baleno: "Hanno acciso ù
Professore!". Il dr. Prof. Maddaloni assai conosciuto era e omo bono ed
integerrimo! Cu fu? Ah, zaperlo! Subito indagare si deve e chi lo pote
fare meglio de issa? Dottoressa Pajno Maria Teresa, detta Marò. Una
quarantina con minne giganti e tutto il resto anche: bonazza assai è! E
pure in fregola! Benone! Issa si ietta nu travaglio sojo e con l'aiuto
di il su collega, D'Alessandro Rosario detto Sasà. Chisto ci dice:
"Mafia non è, fruga dinta vita soja!". E bravo Sasà, lui sì che
s'intende! Chisto omo anch'isso in perenne fregola, e amico di issa da é
mò, e si piacciuono pure! Così la bonazza recasi nilla dimora di l'avvocatone.
Condominio? No. Villone gigante in parco secuolare. La povirazza vedova
et rattristata è,, ma solo un pochino. Ci sta pure una giovane fimmina,
Caterinedda. |
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Che ci fa costì? No se sa. Marò sospetta et indaga. Ma anca la pulizia ndaga
e trovano a' mazza a casa del posteggiatore! Vualà chi ha acciso! O'
posteggiatore! Macari abusivo. Eh chisti abusivi un problema sono! Sasà ci ha
una soffiata da on soje cumpare: Caterinedda figlia è di Caronia, schifezza
umana, che si abusa di issa. Ma anco o' Professore ci piace a Caterinedda e
siccome salvato ha il losco Caronia, chiesto ha la ricompensa dovutagli, come da
tariffario regionale. Ma... colpo di scena! Da un filmato di telecamera è
provato che il posteggiatore (abusivo) era al super a far la spesa in chillo
momento!! E a macchina del Prof. Chi ce la dava? Se sa no. Insomma, Caronia è
una merda ma col cuore dolze: vuleva la picciredda nella soja casa e in
esclusiva. Ugoista! Finita l'indagine La dottoressa Pajno si jetta addosso al
dottore D'Alessandro e copulano vieppiù selvaggiamente. La grande tensione
dell'indagine? Può essere. Ad ogni incontro tra i due segugi, la Bonazza prepara
leccornie al suo spasimante. Nella
sezione cucina due ricette da lei preparate.
Ci dice Sasà, c'aggio a' portà? Gnent! Panza e prisenza! Bon appetit a todos! |
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GIANPAOLO ANDERLINI
I CALICI DELLA MEMORIA
Il vino nella tradizione ebraicaWingsbert House ed. 2014, pp.90, €)
Racconto colto, appassionato e partecipato della tradizione ebraica,
ed anche cristiana, del vino. Il vino viene posto al centro della
storia dell'umanità. Gli ebrei benedicono il calice del QADDISH, così
come i cristiani benedicono il calice del vino durante la messa.
Con grande piacere ho scoperto un'infinità di storie che riguardano il
vino e la vite. Ne volete sapere una? Ebbene secondo alcuni Maestri,
l'albero da cui Eva colse il frutto proibito, offrendolo ad Adamo, era
proprio una vite. E come Adamo, primo uomo, ha a che fare con la
vite, così anche Noé, primo uomo dopo il diluvio, pianta la vite.
Il primo uomo porta fuori dall'Eden la vite mentre il secondo dona
all'uomo il piacere dell'ebbrezza e le sue conseguenze: l'irruzione
dello spirito dionisiaco nell'umanità, continuando nell'indicazione di
Adamo ed Eva. In più egli si ubriaca e da questo episodio nascono
infinite vicissitudini. Sono poi in definitiva gli effetti del vino e
non il vino stesso ad essere messo in discussione. La Bibbia
ebraica riconosce gli effetti positivi e lo proibisce esplicitamente
solo ai sacerdoti quando sono nel pieno delle loro funzioni.
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E per finire, come non parlare del Cantico dei Cantici? Canto
dell'amore e della passione che lega un lui ed una lei, travolti in un
vortice d'amore. Talmente bello, poetico ed appassionato che debbo
trascriverne qualche versetto qui di seguito, canta l'innamorata:
Come melo tra gli alberi del bosco,
Il mio diletto tra i giovani,
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
Mi ha fatto entrare nella Casa del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
(Ct2,3-4).
P.S. Adesso sapete perché una linea dei miei bicchieri si chiama
Cantico! E l'altra Noé!
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EUGENIO DEL TOMA
IL GOURMET di LUNGA VITA
Edizioni Laterza 1999, pp.157, €6,20
Tutto quello che c'è da sapere per una corretta alimentazione. Senza
banalizzazioni e con approfondimenti di interesse generale. A partire
dai cereali, pasta, riso, pane, patate, e dai legumi, fagioli, ceci,
lenticchie, per finire con la frutta e le verdure. Indispensabile il
ruolo protettivo delle loro vitamine, dei minerali e degli
antiossidanti. Pochi zuccheri e poco sale! Pochi o punti alcoolici.
Fondamentale l'alternanza: cachi ed albicocche forniscono vitamina A
mentre arance, kiwi e fragole vitamina C Per quanto riguarda le
proteine, costituite da amminoacidi, in particolare quelli cosiddetti
"essenziali" bisogna ricorrere alle carni, ai pesci, uova, latte ed i
suoi derivati. Non tralasciate il pesce, ricco di acidi grassi
polinsaturi, da consumare due o tre volte alla settimana. State
tranquilli: la pasta al pomodoro è un alimento dietetico! Infatti gli
enzimi digestivi impiegano più tempo a ridurre il glucosio dei
carboidrati (zuccheri) forniti dalla pasta. Esattamente come per i
legumi il cui lento assorbimento presenta un indubbio vantaggio
dietetico, specie per i diabetici. Insomma, niente di nuovo ma tutto
chiaro e ben spiegato. Non poteva mancare un invito al movimento, fatto
con costanza e, direi, tenacia! Segue un utilissimo Glossario con ben
107 voci esplicative dei termini usati nel testo e non solo. Testo
fondamentale, da tenere in cucina!
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L'ASSAGGIATRICE
di Giuseppina Torregrossa
Ed. Rubettino, 2010, pp.151,
Improvvisamente, l'ingegnere Gaetano, scompare! C'è da pensare al
peggio, siamo in Sicilia: Forse un delitto di mafia? Egli lavora al
comune, ufficio tecnico! Da casa sono spariti i guaddrini e in più tutto
sottosoprs è! Ancilluzza, l'amata sposa disperata è: tiene dò figghie!
Chi penzera ad issa e alle soje criature? Di delitto si trattò?
Povirazza, Ancilluzza, come farà? Cosa farà? Accussi: issa tiene sul
mare nu piccolo magazzino, era del su patri, piscatore. Lo rassetta e a
vendere cibi e vini si mette! E pure un mangiari fa! E bono assaje! E si
scanta: idda è bonazza assai e tiene du minne come montagne de petra!
Odori e sapori se nomina la vendita.
Nù jorno, assai fortunato per Ancilluzza, bussa alla soja porta il
Sign. Hamed, profugo. Benone! Chisto omo bbuono assai e forte e jovine
è! Mangiano e bevono! Beh, Gaetano sparì, forse è vedova... EVVAI!
Ancilluzza ci dà dentro! Cioè l'Hamed ci dà dinto! E ci ha preparato la
caponata, bona. Poi ci capita una soia amica, l'Adele, Eh, c'è caldo,
l'ora pomeridiana, languori e via. Chiude la porta, cartello: CHIUSO, e
via, ci dà dentro, davvero! Ma il meglio deve arrivari, u' Scecco! Chi è
costui? Tiene anch'egli un ristorante, ma è rozzo e sudicio, na
schifezza... Ma... A cosa deve quel soprannome, sceccu e cosa vuol
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dire? Vuol dire che isso tiene a' minchia come o' asino!!! Ed in più
assatanato è! Benone, cartello sulla porta e o' scecco ci dà dentro,
dentrone, a sfare, tre , quattro e più volte, benone! Eppoi magna.
Un brutto giorno, povirazza Ancilluzza, ritorna il
buon ingegnere Gaetano. E chi se lo ricordava chiù? Fece una
scappatella, gli perdonasse! Ennò, merda di un ingegnere! Iddu è pintito,
tornò dalla mujera! E voje anch'isso la sò parte! Ma chilla indiavolata è
e ci fa solo a' polluzione volontaria assistita. Tié. Intreccio tra
gastronomia ed erotismo, ogni incontro è sottolineato da prelibatezze
siciliane
Alla sezione "CUCINA" le ricette che hanno accompagnato gli incontri
d'amocina.
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MASSIMIANO BUCCHI
IL POLLO DI NEWTON
La scienza in cucina
Guanda, 2013, pp175 €14
Il giovane professore Massimiano Bucchi, sociologo, in questo libro si
occupa della trasformazione del rapporto tra scienza e società, ed
in particolare della scienza in cucina. Quest'ultima, regno
incontrastato della donna viene, poco per volta osservato da scienziati
che decidono, con il loro studio, di indagarne i meccanismi onde
comprenderne le trasformazioni dei cibi e possibilmente di migliorarle.
Le cucine, quindi incominciano ad essere frequentate da professori e
professoroni! Bacone, che sembra aver scoperto l'azione benefica del
freddo per la conservazione, Pasteur, che ha svelato i segreti
dell'acidificazione del vino, bisolfito a sfare ed il vostro prezioso
nettare non si trasformerà in aceto. Ora sappiamo che la presenza della
licitina, contenuta nel tuorlo, permette l'amalgama, come e perché si
forma la maionese: servirà ad aiutarci nella preparazione? Non credo. Un
mondo tradizionalmente femminile, incomincia ad essere osservato con
interesse. Il professor Bucchi si occupa anche della pubblicazione
dell'"Annuario Scienza, Tecnologia e Società", e lamenta l'analfabetismo
scientifico in Italia. L'italiano medio non evita le controversie
scientifiche, anzi, ci si getta a capofitto. Naturalmente
infischiandosene della cultura scientifica.
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E dopo il "Manuale di cucina pratica per signore e cuochi professionali,
contenente l'intera scienza e arte della preparazione dei cibi umani" di Pierre
Blat, del 1867 si fanno altri progressi fino ad arrivare alla cucina molecolare
che studia le trasformazioni che avvengono negli alimenti durante la loro
preparazione e quindi di trasformane la cucina da una scienza empirica ad una
vera e propria scienza.
Comunque, fermamente cultore delle scienze, con piacere grande cito la frase di
Brillat-Savarin: "La scoperta di un manicaretto nuovo fa la felicità del genere
umano più della scoperta di una nuova stella!". |
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MARYLINE DESBIOLLES
Qualcosa che non ho mai mai cucinato prima
Sellerio editore, Palermo, 2013, pp 210, €10,44
Bel libro. Un racconto colto ed appassionato sospeso tra autobiografia e
gastronomia. Aspetti che sempre si intrecciano ed avviluppano. Così che
l'evocazione dei gusti e dei sapori dell'infanzia sono legati alle
persone con cui abbiamo condiviso i nostri pasti. Così facendo il
momento della preparazione prima, e del mangiare poi, il filo conduttore
del nascere della storia personale in un amalgama solido ed armonico.
Dunque la narrazione diventa il recupero della propria storia con il
presente: gli aromi ed i profumi che durante la preparazione delle
seppie, nascono e si mescolano, presente e passato. Ed é vera passione,
quella che nasce, che assume connotati erotici. Passione erotica che
nasce in cucina e che poco per volta si trasforma in desiderio di
appagamento. Attraverso il sapiente percorso che trasforma il cibo
attendiamo la giusta ricompensa.. Al volume sono acclusi due brevi
racconti, "Mangiare con Piero" e "Risotto alle fragole". Il primo é il
racconto del viaggio nel triangolo Arezzo-Monterchi-San Sepolcro, fatto
in compagnia del grande John Berger, scrittore, critico d'arte e
pittore, in un pellegrinaggio artistico e non solo, alla ri-scoperta del
sommo Piero.
Qui traspare lussureggiante lussuria e pasti di grande tradizione
toscana. L'ultimo é un inno al risotto, tipico piatto italiano, che
all'Autrice ricorda le sue passate vacanze in Italia presso alcuni
parenti. Leggete questo libro, indispensabile per cultori gastronomici.
P.S. Alla sezione "cucina" la
benedetta ricetta delle seppie. |
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JEAN ROBERT PITTE
IL VINO E IL DIVINO
Sellerio, 2012, pp110, €10
Libro delizioso! E prezioso. Profondo, ricco di pensieri e riflessioni
tenere ed appassionate. Da grande conoscitore della storia e della
culture, esperto di enologia.. Non manca una critica sulla moderna
enologia che esercita un controllo deciso sulla fermentazione e sulla
sua temperatura, nonché sull'uso di lieviti selezionati. Credendo così
di poter comandare l'esuberanza della vite. La vera arte è quella che sa
dare al vino il senso del terreno e dell'annata. Bene. Da buon francese
predilige il vino del mediterraneo che ha venerato Dioniso e Bacco. Che
poi vedrà anche un nuovo culto, quello cristiano. Ed il racconto del
miracolo delle nozze di Cana, primo atto pubblico di Gesù, è fatto con
soave partecipazione. Al di fuori dell'areale della vite vivono i
barbari, che mai potrebbero riconoscere un dio nel vino. I confini
dell'impero romano sono i confini deela vite Ed è per questo che la
Riforma nega la transustanziazione. Ed il divieto musulmano del consumo
di alcoolici, seppure non in atto nel Maghreb, in Libano, Siria,
Giordania ed Egitto. Lodato dal grande poeta Omar Khayyam. Si spazia al
Giappone, con il saké, al pulche, al vino di palma... Leggete questo
libro prezioso, sarete bevitori mistici! |
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MARTIN SUTER
IL TALENTO DEL CUOCO
Sellerio editore 2012, pp 335 € 16
Maravan Vilessam: Tamil, decisamente alto, più di metri uno e ottanta,
naso dritto, baffi piccoli e ben curati, ombra di barba nero-blù,
scriminatura perfetta, aggraziato come un danzatore, sguattero.
Andrea: alta, pallida, lunghi capelli neri pettinati verso destra,
cameriera. Strafiha.
Lavorano nello stesso ristorante: Chez Huwyler. Si conoscono e dopo uno,
due giorni, lei si fa invitare a cena a casa di egli.. Lui cuoco
sopraffino é! Conosce tutte le spezie per trasformare una innocente
ragazza lesbica in una assatanata divoratrice di peni (penis penis).
Regolarmente così avviene. Benone! Da cosa nasce cosa! Cosa? Beh, anche
gli altri hanno diritto di fottere: vecchi derelitti, anziani depravati,
balordi pervertiti, invalidi bavosi. Essi non sono ugoisti! Decidono di
fondare la "FOOD LOVE", catering specializzato. Volilà! A tutti daranno
un aiutino nelle loro relazioni umaniche a condizione che siano
portatori di guaddrini a iosa. Benone! La novella attività va alla
grande, tanti clienti, tutti contenti. Il Sig. Maravan, ogni tanto ha
dei sensi di colpa: cucina per bavosi riccastri nel mentre che nel suo
Paese c'è la
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guerra civile. Presto arriva l'occasione per redimersi nella figura di tale
Dalmann, un loro affezionato cliente. Egli è una merda! Commercia armi e le
vende anche nello Sry Lanca. Ed in più si sollazza la bellissimissima morosa
dell'Andrea. Benone! Quello richiede una cenetta-orgietta: la sua ultima cena.
Lo avvelenano! Così impara! Herr Dalmann parte per tornare alla casa del Padre,
Maravan si trova una Tamil come lui, Andrea e l'altra potranno coronare il loro
sogno d'amore. Lieto fine.
P.S. Alla fine del libro sono riportati due menù speciali della FOOD LOVE. Nella
sezione "cucina" é riportato quello
eiaculatorio. Auguri.
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MAURO CORONA
GUIDA POCO CHE DEVI BERE
Manuale a uso dei giovani per imparare a bere
Mondadori, Le libellule, 2013 pp105 €12
Il grande Mauro Corona! Personaggio poliedrico e di
grande popolarità. Autore di oltre venti volumi, scultore e poeta.
Alpinista estremo ed affascinante conferenziere. Scrive queste pagine
per amore. Per amore dei giovani. Sente urgente il bisogno di mettere in
guardia tutti i ragazzi dal troppo bere, non dal bere. Ben sa che
sarebbe demagogo il tentativo di dissuaderli dal non farlo. Lo fa con
grande partecipazione e con una grande conoscenza del problema
dell'etilismo. Rispetta il desiderio di trasgressione che anima i
giovani ed é consapevole, per esperienza personale, dei pericoli insiti
nel bere. Dall'alto della sua storia personale e gli aneddoti raccontati
sono eloquenti, ben conosce la trasgressione. Sente dunque l'urgenza di
accludere, alla fine del suo racconto, un doppio decalogo di regole da
seguire OBBLIGATORIAMENTE. Tutti devono, o dovrebbero, seguire
puntigliosamente!
Caro Mauro, ti ringrazio per questo volume,
appassionato e sincero. E devoto. Nel retro di copertina un suo
autoritratto dove si racconta nella sua lotta quotidiana per riuscire
nella sua lotta per l'astinenza totale dall'alcol. Al momento della
stampa del libro son diciassette mesi. |
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1)BERE UN SOLO TIPO DI ALCOLICO, PER QUANTO VI E' POSSIBILE VINO, ANCORA MEGLIO SE ROSSO. |
10)BERE ADAGIO E MAI ROBA FREDDA, SOPRATTUTTO MANGIANDO
QUALCOSA. |
2)NON METTERSI ALLA GUIDA DI ALCUN MEZZO E, MEN CHE MENO, FAR GUIDARE SCONOSCIUTI. |
11)MAI PASSARE DAI GRADI ALTI A QUELLI BASSI, BENSI' IL
CONTRARIO |
3)SE AVETE BEVUTO TROPPO, CHIAMATE QUALCUNO CHE VI PORTI A CASA, GENITORI COMPRESI |
13)DURANTE LE BEVUTE FARE MOVIMENTO, FATICARE, BALLARE, CAMMINARE UN
POCO ALL'ARIA APERTA FUORI DAI LOCALI. |
4)NON BERE MAI FINO A PERDERE COMPLETAMENTE
IL CONTROLLO, ALLENARSI A FERMARSI PRIMA |
14)PROVARE, ANZI FARE, OGNI TANTO PERIODI DI ASTINENZA DALL'ALCOL DI
ALMENO UN MESE. |
5)NON SALIRE IN AUTO IN CINQUE O SEI BENSI' IN DUE, MASSIMO TRE. |
15)PENSARE, MENTRE BEVETE, A COLORO CHE VI VOGLIONO BENE E AL DOLORE
CHE POTETE ARRECARGLI IN QUEL MODO. |
6)TENETE SEMPRE IN AUTO UN SACCO A PELO, O QUALCHE COPERTA, E UNA TORCIA ELETTRICA. |
16)MAI FARE L'AUTOSTOP, SOPRATTUTTO LE RAGAZZE, NEMMENO SE PIU' D'UNA. |
7)MAI SCARICARE O LASCIARE SOLO, OVUNQUE SI TROVI, L'AMICO IN DIFFICOLTA'. |
17)DOPO LA SBRONZA DOCCIA FREDDA, DIGIUNO E TAZZE DI ACQUA BOLLENTE
CON ZUCCHERO. |
8)TENERE D'OCCHIO IL BICCHIERE: CHE QUALCUNO NON VERSI DELLE PORCHERIE PER DROGARVI. |
18)PER QUANTO POSSIBILE, MUOVERSI CON MEZZI PUBBLICI, LASCIANDO LE
AUTO IN GARAGE. |
9)NON PORTARE MAI IN TASCA COLTELLI NE' ARMI DI QUALSIASI TIPO. |
19)FARE MOLTA ATTENZIONE A BERE IN LUOGHI PERICOLOSI, RIFUGI SU DIRUPI, COSTIERE, SCOGLIERE ecc |
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20)BERE SOLO OGNI TANTO, SOLO NEL FINE SETTIMANA, IL RESTO REGIME ASSOLUTO AD ACQUA. |
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DAVID GENTILCORE
ITALIANI MANGIAPATATE Fortuna e sfortuna della patata nel Belpaese
Il Mulino 2013, pp 299, €29
L'esplosione del vulcano Tambora, nell'isola
indonesiana di Sumbawa nel 1815, alterò, con le sue emissioni, il clima
mondiale. I raccolti andarono distrutti e si abbatté una gravissima
carestia che colpì particolarmente l'Italia. Il prezzo del mais salì
alle stelle e così anche il grano, la segale, l'orzo e l'avena. L'unica
risorsa sembrò essere la patata, da poco introdotta e diffusa in Europa
in particolare nel nord. Per questo, agronomi, ecclesiasti e possidenti,
impiegarono ogni sforzo per una diffusione capillare del tubero. Non fu
facile. Il mondo contadino era tradizionalista nelle sue colture e
comunque ha sempre privilegiato quelle cereoagricole. Non solo.
Nonostante l'interessamento dei vari esperti non erano chiare le
differenze tra le molte varietà di patate e di vari e differenti
terreni. Nel museo della patata di Lima sono custodite circa 5,000
varietà di patate. Già Alexander von Hunboldt, entusiasta sostenitore
del tubero raccomandava la coltivazione in montagna copiandone l'uso
andino. Ancora eravamo lontani dalla scoperta della predilezione delle
patate per le giornate brevi. Ancora. L'uso in cucina era osteggiato ed
il tubero coltivato solo come foraggio per gli animali.
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Nel 1798 il monaco Vincenzo Corrado, napoletano, dà
alle stampe il suo “Trattato delle patate per uso di cibo”, primo
manuale Italiano di cucina per le patate. Insomma, il consumo incomincia
a prendere piede e si diffonde in tutta la penisola. Dal Nord, sotto
l'influenza degli Austriaci e via fino alla Campania e dalla Calabria.
Ed arriviamo al settembre del 1935 quando venne organizzato il Primo
Convegno Nazionale per l'incremento della produzione della patata;
Essendo questa produzione insufficiente al consumo nazionale. Ancora
oggi l'Italia è costretta ad importare patate nonostante il consumo, pro
capite, sia di 38 Kg. La Bielorussia, campione di consumo 180Kg
mentre l'Irlanda 120Kg.
Attualmente sono in corso nuove campagne di
sensibilizzazione al consumo. Dall'introduzione delle patate irrorate di
selenio sulla cui efficacia il Prof. Garattini, si è sempre dimostrato
scettico. Alla valorizzazione di varietà di nicchia, come la patata
rossa di Cetica in Casentino. Varietà, che secondo gli esperti, non è
altro che la “King Edward”, qualità molta amata e consumata in Gran
Bretagna.
L'Autore dedica ampio spazio alla storia agricola
della montagna Italiana, costatandone il progressivo abbandono e
degrado. Ormai la coltivazione della patata è intensiva ed il maggior
produttore. È bene sottolineare che su quattro patate una sola è
destinata al consumo umano, due a quello a quello animale e una a quello
industriale (Alcool). Quando si parla di consumo sono compresi i vari
sneackers, patatine fritte eccetera. Insomma il buon puree, le
crocchette, le centinaia di
ricette regionali che non fanno parte della gastronomia quotidiana.
Volume ricco di note e con un perfetto indice dei
nomi di ben 76 pagine.
Nella sezione “Cucina” una
ricetta tratta del manuale del cuoco napoletano Vincenzo Corrado del
1798, entrata nella tradizione
campana. Nonché ricette tratte dal manualetto “Patate in cento modi”,
libretto erede dei molti scritti per istigarne la coltivazione. |
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HARRY KRESSING
IL CUOCO
Mondadori, gli Oscar settimanali, 1967, pp. 257. Lire 350
In una fredda e buia notte, in una valle boscosa e persa, sferraglia
una bicicletta. L'inforca una figura svolazzante nel suo nero mantello.
Ecco, si ferma. Il solitario ciclista guarda con attenzione il profilo
di un gigantesco castello che incombe su di un altipiano, Si avvicina
alla scoscesa rupe. Egli è alto e secco, un cappellaccio gli copre il
capo. Cosa penserà questo tristo figuro? Questi è il cuoco del titolo e
che cosa pensava lo scopriremo nel corso della lettura. Riprende il suo
viaggio e raggiunge un borgo, Cobb. Si ferma all'osteria e nonostante la
notte avanzata, nessuno si stupisce di questo arrivo. Pace. Egli scopre
che tutti i colli sono di proprietà dei Hill, e tutte le valli dei Vale,
ovviamente. Nomen omen. Il cuoco prende servizio dalla famiglia Hill. E
la trasforma con la sua arte culinaria. Il padrone di casa diventa
maggiordomo, il suo figlio aiuto cuoco e così via. Questa figura
demoniaca si impossessa in breve del paese, degli abitanti e delle loro
anime. In breve il castello diventa un luogo di perdizione. Cibi e
bevande scorrono dall'alba al tramonto. E tutta la notte. Si debbono
costruire numerosi vomitatoi per convogliare l'incessante produzione di
abominevoli rigurgiti. Il diavolo, probabilmente.
Quando uscì negli Stati Uniti , il libro ebbe un'eco enorme, anche
perché l'autore usò uno pseudonimo che ancora copre il suo nome. Che
volete che vi dica, di cucina non si parla mai, solo che il cuoco è
bravissimissimo. Il tormento della sua arte di sopraffazione delle
coscienze è solo suggerita. Il clima è quello di una sobria vita di
borghesia di provincia.. Io l'ho letto per una curiosa coincidenza,
attratto dal titolo e dall'aria misteriosa che aleggia su questo
romanzo. E' stata dura!
Voto: ¥
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NICOLAS BARREAU
GLI INGREDIENTI SEGRETI DELL'AMORE
Feltrinelli 2011, pp.239, €15 (tit. Originale: Das lacheln der Frauen)
Una tenera e travagliata storia d'amore, per di più a lieto fine. Una
splendida ragazza, proprietaria e chef di un piccolo e graziosissimo
ristorante di Parigi, è brutalmente lasciata dall'infido fidanzato.
Ahimé, il dolore è grande, soffre terribilmente, la nostra Aurélie.
Girovagando per vicoletti parigini, romantici quel tanto da acuire il
suo dolo, entra in una libreria per depistare un seccatore. Il
proprietario, fine psicologo, le consiglia un libro... Questo libro le
cambierà, aspettativamente, la vita. Tornata a casa, ne legge le prime
righe: al mattino lo ha finito di leggere. Occomemai? La protagonista
del libro è lei!!! La descrizione del personaggio è precisissima: lunghi
capelli d'oro, occhi smeraldoni, figura alta e slanciata, insomma, lei.
Addirittura come si veste: con i suoi vestiti! Da non credere. Non solo,
ha un ristorante, che si chiama:"Les temps des cerises", a Saint.Germain
des Prés! E' il suo! Le tovaglie sono le sue! Non è possibile! Bisogna
assolutamente conoscere colui che ha descritto lei ed il suo
ristorante. Si mette in caccia, va alla sede delle edizioni e conosce il
Sig. André: alto, slanciato, belloccio assai. Ma và? Eppure è così.
Questo signore conosce l'autore, eh eh eh, ma si tratta di persona assai
riservata, solitaria e raminga, impossibile contattarlo.
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La bonazza
insiste, il bellone è già innamorato perdutamente. Conosce bene il Robert Miller, l'autore, e glielo presenterà. Benone! C'è un piccolo problema. In realtà non esiste
R. M. In quanto lo ha scritto EGLI! Aurélie cerca disperatamente il suo autore, André cerca disperatamente di avere con lei una conoscenza più approfondita. Bisogna dargli del
tempo. Li aspetta una notte d'amore e di passione che, ovviamente, nessuno dei due aveva mai goduto e sperato. Benone! Lui finirà
lavapiatti nel ristorante? No. Continuerà il suo lavoro alla casa editrice. Avrà una nuova segretaria? No. Lei continuerà a ristorare gli
avventori. L'amore trionfa: la bellezza fa bene a chi c'è l'ha. Agli altri panini e vestiti della caritas!
Arricchisce il volume i vari menù serviti nel corso del romanzo, con descrizione della preparazione. Cosa volete, così impone l'andazzo
attuale, che, tra l'altro, giustifica la presenza di questo libro in questo sito.
P.S. L'autore assicura che il ristorante c'è davvero. Il prossimo
fine settimana che andate a Parigi, cercatelo!
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MAROSIA CASTALDI
LA FAME DELLE DONNE
Manni, 2012, pp190 €17.00
Un grandioso e solenne inno. Inno alle donne, inno alla vita. Inno a Dio. Inno a tutti gli uomini vissuti e che vivranno. Sulla terra e sul
mare, nelle pianure, lungo i fiumi, nelle campagne.Nelle case. Tra nebbie e brume, tra visioni possenti del mare di Napoli e della costa
azzurra. Inno al cibo, di cui la protagonista è ancella e sapiente custode. Inno alla cucina, nutrimento ed appagamento di corpo e anima e mente.
Questa torrenziale narrazione canta della fame , della bramosia, dei desideri e della lussuria. Inno di purezza, inno di saggezza. Nel
suo ristorante, Rosa, celebra un rito antico di condivisione, di cultura, di storie antiche, di sapienze millenarie. Il racconto ci
disvela una passione umana che travalica le storie per aprirci, con grazia, la Storia. Scritto come una salmodia, a volte gridata, altre solo
sussurrata, ci affascina e ci prende per l'anima ed anche per il corpo: pagine e pagine di preparazioni culinarie, dalle più semplici alle più
elaborate e complicate. Leggetelo: è obbligatorio. Amerete di più quello che mangiate e capirete qualcosa di più di queste sante donne. Leggendo
le ultime pagine ho pianto.
P.S. Alla "sezione cucina" alcune preparazioni.
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SAPO MATTEUCCI
C'ERA UNA VODKA
Un'educazione spirituale da 0° a 60°
Editori LATERZA, 2010, pp267, € 16.00
Grande libro! Grande mentore! E lui, Saporoso, grande guida che ci conduce amorevolmente sulle vette impervie e perigliose del bere. Si
parte dal campari, si salgono le birre, chiare e scure, si arrampicano le roccette, in vero non facili, dei cocktail e finalmente siamo alla
bese delle pareti più incombenti con spigoli, camini e tetti, alcuni strapiombanti: sono i super alcoolici: In questo poderoso tomo tutto è
con rigore compulsato. Durante il percorso vi narrerà di assaggi e di incontri, di altre guide e delle alte vette raggiunte. Racconterà dei
vini che ha bevuto e vi consiglierà i migliori per la qualità ed il prezzo. E i single malt e i cognac e i calvados e i rhum... Ma c'è
proprio tutto: anche un dizionario delle "vie" per salire con sicurezza. A questo proposito la nostra guida si dimostra anche comprensiva per i
nostri giovanil impeti, suggerendo il modo migliore per affrontare quelle vie che fin dall'inizio sappiamo che richiederanno tutta la
nostra attenzione e spirito di sacrificio. Per la prima volta ho letto come prepararsi ad una sbronza minimizzando i danni. Tutto raccontato
in prima persona, un vero conoscitore descrive le sue prodezze, grandi prodezze. Comprate questo libro e tenetelo sul comodino. Leggetene una
pagina ogni sera, aprendo il volume a caso: ogni volta vi stupirà e vi divertirà vieppiù. Dall'alto il panorama è bellissimo! Rispettosamente ringraziamo la guida e ci prenotiamo per un'altra via in Dolomiti! |
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ENZO BIANCHI
INGORDIGIA
Il rapporto deformato con il cibo
San Paolo, 2012, pp63, €2,90
Libriccino fondamentale per una rigorosa e necessaria riflessione sulla sacralità del nutrimento mai abbastanza indagata. Si va dal racconto
della tentazione di Adamo ed Eva (Gen 3,1-6) a quella subita dal Cristo ad opera del demonio nel vangelo di Matteo. Mentre nel racconto della
genesi prevale l'interesse personale umano, visione illusoria, tesa a proteggerci dalle delusioni che il reale potrebbe darci. Dice San Paolo
nella Lettera agli Ebrei: Egli è venuto per ridurre all'impotenza con la morte colui che della morte ha il potere, il diavolo, e liberare così
quelli che della morte sono soggetti a schiavitù per tutta la vita (Eb2,14-15). Mosso dalla paura della morte , l'uomo vuole preservare per
sé i beni nella vita ed il risultato sarà il percorrere a perdifiato i sentieri di morte. L'apostolo Giovanni poi presenta questa tendenza
umana: "se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui perché tutto quello che è del mondo non è del Padre " (Gv 2,15-16). E sono tre le
grandi passioni umane: libido amandi, libido possidendi e libido dominandi, che trasformano la condizione essenziale e spirituale dell'uomo. Da
ciò nasce l'ingordigia, rapporto alterato con il cibo, la lussuria, rapporto alterato con il corpo e la sessualità, l'avarizia, rapporto alterato con le cose, la collera, |
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con le persone, la
tristezza, il rapporto con il tempo, la vanagloria, con il fare. L'orgoglio,
l'alterato rapporto con
Dio. La madre di tutte le follie sembra essere la "gastrimarghia", ovvero il
delirio del ventre: quando si chiedono cibi più raffinati, che siano preparati
con cura meticolosa, che siano oltremodo abbondanti... L'atto del mangiare non è
solo nutrimento ma appartiene al registro del desiderio. Il neonato trova
consolazione dall'abbandono del paradisiaco ventre materno nel suggere al seno.
La bocca diventa strumento di conoscenza e piacere. Ed il cibo è nelle relazioni
con gli altri strumento di condivisione e di incontro. La tavola è il luogo per
eccellenza per stringere amicizie e creano cultura, si scambiano parole. Attorno
alla tavola nasce il linguaggio che investe sfera affettiva ed emozionale.
Mangiando l'uomo coglie al pieno il suo legame con la terra, il lavoro, la
società. Mangiando si assume il mondo in noi e lo trasformiamo: noi siamo ciò
che mangiamo!
Ricordatevelo, mi raccomando, la prossima serata che si farà! |
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CAMILLO LANGONE
BENGODI
I piaceri dell'autarchia
Gli specchi Marsilio, 2011. pp.234, €16.00
Langone Camillo tiene una rubrica di "buon vivere sul giornale di
Ferrara Giuliano. Si chiama, appunto, "autarchia". Egli si professa
monarchico e se ne vanta. Non solo. Grande fu Franco Francisco, riuscì a
tenere la Spagna fuori dalla seconda guerra mondiale, per dire!
Il volume raccoglie una scelta di articoli pubblicati. Molti sono sul
vino. Lui si professa amante dei lambruschi. Odia gli chardonnay e i
vini con le bollicine. A parte di quei vini spumantizzati e poco
conosciuti: bombino, fortana, ed altri ancora. Poi racconta di suoi
incontri col violino di capra, con la vézzena, olive, pellegrinaggi,
pasta, mandorle, Le fave di cioccolato. Ma anche incontri col sigaro
toscano, che ci piace assai, col tabarro (egli ne possiede uno con il
colletto di astrakan), che scopriamo essere ancora prodotto in ben due
manifatture. Poi c'è anche l'assanzio, prodotto da due ragazzi di
Bologna. Quindi ci sono notizie interessanti e luoghi da visitare. Il
Langone elenca anche le sue idiosincrasie: il kebab, il cous-cous, la
birra in lattina, il panino formaggio e prosciutto. Ci sono in Italia
delle straordinarie produzioni di grande qualità. Bene farle conoscere.
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PIERANGELO DACREMA
FUMO, BEVO E MANGIO MOLTA CARNE!
Excelsior 1881, 2011, pp. 243 €14,50
Unico nel suo genere, libro imperdibile! Finalmente! Il buon professore
si erge come possente bastione a tutelare i diritti di tutti! Ha fatto
quello che nessuno aveva osato prima: a gran voce ha difeso tabagisti,
bacchisti e mangiatori carnisti. Questi ultimi meno bisognosi di
protezione ma solo... per ora! Quindi difensore mio e di tutti i miei
cari amici. Per quanto riguarda il vino, è il primo che consiglia i vini
non per assurdi accoppiamenti ma per i personali stati d'animo. Grande!
E io che lo vado, invano, predicando da tempo. Dei sommelier parla male.
Finalmente! Parla anche di felicità e di quella che si può avere bevendo
e fumando. E' il primo che sostiene questa sacrosanta verità. Ricorda
che non viviamo di denaro ma per quello che materialmente siamo in grado
di fare, per come lo facciamo. Per la qualità e non per la quantità, non
per il denaro ma per l'umanità stessa. Vi rendete conto? Questo è
rivoluzionario! Si addentra nei meandri della nostra anima di bevitori e
ne scopre la voglia di sublime che la abita, la voglia di accontentarsi
di stupirci per ciò che ci attornia L'autore è profondamente solidale
con gli animali e sopratutto per le loro condizioni di vita. Ha
partecipato alla gestione di un allevamento dove si è preoccupato di
evitar loro ogni possibile sofferenza. Infine un inno alla tolleranza ed
al reciproco rispetto per una condivisione della vita che ci è dato di
vivere. Il professore ha il dono di una scrittura dilettevole, arguta,
profonda e piacevolissima. Leggetelo, ve ne prego! Diverrete delle
persone migliori! |
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QIU XIAOLONG
VISTO PER SHANGHAI
SuperPocket Marsilio, 2012, pp 359, € 6.90
Ritorniamo in Cina con il nostro buon vecchio ispettore Chen Cao, che
noi già conosciamo. L'ispettore-poeta conduce una indagine su di una
sparizione misteriosa. Una signora, il cui marito e clandestinamente
emigrato negli USA. La polizia americana è molto interessata alla
signora Wen, potrebbe testimoniare circa il traffico di immigrati. Per
questo motivo il governo americano spedisce una ispettrice ad affiancare
il compagno commissario capo Chen nelle indagine. Trattasi di vecchia
balorda? Anziana e tritata dal duro lavoro? Nooooooooooooo! L'ispettrice
Catherine Rohn è giovane, è intelligente, è simpatica e, quello che più
conta, è buona assai! Buon per il signor chen! Come sempre la cucina
tradizionale cinese è la vera protagonista: ravioli di gamberi,
bastoncini di tofu fermentato, pappa di riso con uova millenarie,
zucchine bianche, anatra salata, tofu di Guilin con scalogno verde:
questo il menù della prima cena insieme. Il tutto innaffiato da Babao,
un tè per ricaricare le energie! Benon. Tutto il lungo racconto è
farcito di poesie tratte dalla tradizione cinese, molto gradevoli e di
millenaria saggezza. In effetti finita la lettura ci mettiamo anche noi
a comporre poesie su quello che vediamo e su quello che ci accade. Si
beve anche il mitico MAOTAI, distillato di grano e sorgo, prodotto da
oltre duemila anni nel distretto omonimo. Il prodotto commercializzato
raggiunge i 50 gradi ed oltre. Come sempre è una lettura gradevole, per
un viaggio in treno.
Buona lettura. |
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ALEXANDRE DUMAS
LETTERE SULLA CUCINA
a un sedicente buongustaio napoletano
Archinto editore, Milano. 1997, pp. 66. L. 14.000
Scrittore, drammaturgo, romanziere, gastronomo ed abile cuoco. Viaggiò a
lungo in Europa e dovunque andasse provava con gusto e curiosità la
cucina del paese che l'ospitava e ne trascriveva le ricette. Soggiornò
anche a Napoli dove fu nominato direttore degli scavi e dei musei. Qui
scrisse una monumentale storia dei Borboni. Ed assaggiò la cucina
napoletana... Questo lavoro, che ha la forma letteraria di lettere ad un
signore napoletano, si prefigge di rendere pubblica la sua straordinaria
curiosità gastronomica e sapienza culinaria. Con caustico spirito
sostiene i propri gusti personali, contro tutti. Riporta una diatriba
con il M. Rossini a proposito della ricetta dei "maccheroni". Il grande
Dumas sostiene che, non solo a Napoli non li sanno fare, ma che la
ricetta perfezionata da lui stesso è molto meglio di quella, segreta,
seguita da Rossini. Per poterli assaggiare, il romanziere si era fatto
invitare dal maestro restandone assai deluso. Con uno stratagemma, la
complicità della Signora Ristori, riuscì ad avere la ricetta. Riuscì
così a migliorarla ed a renderla irresistibile! Il Signor Dumas si
dimostra anche uomo di azione: nel racconto, pieno di dottissime
citazioni, sono narrate avventure nel deserto del nord Africa, a Mosca,
in Germania, nel corso delle quali ha accumulato ricette varie , modi di
cottura e tecniche di cucina. Nel libretto sono riportate alcune ricette
compresa quella del montone all'uso arabo. Quando morì, nel 1870, stava
lavorando al Grande Dizionario di Cucina, che uscì postumo. Grande Alex!
Alla sezione "cucina" la ricetta dell'omelette al latte di carpa, l'unica
, di Brillat-Savarin. |
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LUIGI VERONELLI -
PABLO ECHAURREN
LE PAROLE DELLA TERRA
Manuale per enodissidenti e gastroribelli
Stampa alternativa, 2003, pp.157, €10.00
Questo volumetto riporta il botta e risposta che i due autori hanno
avuto nel 2002 sulle pagine del settimanale "Carta" di cui entrambi
erano collaboratori. Qui è racchiuso tutto il pensiero eno-gastronomico
di Veronelli. Il fulcro è il progetto delle De.Co., Denominazioni
Comunali. Il 24 ottobre 2002 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
la Legge Costituzionale N°3 che sancisce che il potere agricolo è
sottratto allo Stato ed alle Regioni e viene demandato ai sindaci.
L'idea rivoluzionaria che sta alla base del lavoro che ha portato a
questa legge è che grazie a questa risoluzione è possibile per ogni
sindaco di rilasciare certificazione di De.Co. Certificazione che
assicura la correttezza e l'unicità dei prodotti comunali, siano essi
funghi, frutti, legumi, salumi, vini. In definitiva tutto ciò che da
sempre connota la produzione tradizionale del comprensorio comunale. I
prodotti citati sono centinaia e centinaia: Si va dalla mela Pom Carlo
di Moneu Roero a quella zanca di San Pietro al Natisone, le pere pennate
di Agérola, le albicocche di Cusignano e San Felice di Albenga. |
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Le ciliege testa di serpe e bella Firenze di Conversano, i cetrioli di Corigliano d'Otranto, il salignon di Damaz, le trote del flumendosa di
Gadoni, le cipolle di Mondragone, i mirtilli di Avasinis di Trasaghis,
il maioch di Andrista e Fresine di Cero, i peperoni zafarini di Bonifati ...
Probabilmente nessuno sa cosa siano i prodotti qui trascritti e nessuno
ne ha assaggiato neppure uno. Occomemai? Mistero! Interessi della grande
distribuzione? Indifferenza dei produttori locali? Abbandono costante
dei terreni agricoli? Interessi della globalizzazzione industriale? Le
mele vendute nei piccoli e grandi negozi sono: golden starking,
delicious, granny smith, gala, fuji, florina. Vengono rispettivamente
da: USA, Nuova Zelanda, Giappone e Francia. Dove sono le amarunche di
Marano? Le limoncelle di Prezza, le camparine di Quistella, la zenca di
San Pietro al Natisone? Per non parlare dello zucchero! Attualmente è il
più usato dolcificante al mondo. Ma... lo zucchero provoca un alto
assorbimento della vitamina C ed è sospetto di essere cancerogeno. Nei
paesi dell'America Latina da sempre si usa una pianta, la STEVIA
REBAUDIANA, che ha potere dolcificante maggiore dello zucchero e non
provoca alcun danno. Ora questa pianta millenaria è proibita in Europa
ed in nord America! Occomemai? Il libro è inoltre ricco di notizie di
agricoltura, di storia, di geografia, di gastronomia e, ovviamente. Di
enologia e viticoltura. E olivocoltura, con il protocollo Veronelli:
denocciolatura e frangimento entro le tre ore dalla raccolta.. Nel 2006,
Veronelli è venuto a mancare. Chi porterà avanti i suoi progetti
rivoluzionari, a cui ha dedicato tutta la vita? Ricordiamoci anche delle
battaglie a favore dei centri sociali dove correva ad arringare i giovani per
farli tornare alla natura, al lavoro non come alienazione ma come appagamento...
Onore al Gino 1 |
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ROBERTA SCHIRA Allan Bay
L'AMORE GOLOSO
Come sedurre LUI/LEI a tavola con intriganti consigli per il dopo cena
Ponte alle Grazie, 2005, pp. 99+99, €13.00
Divertente manuale di seduzione, e di questi tempi, più utile che mai! Non
è solo un manuale per la seduzione, peraltro già visto. Qui si parla di
seduzione ero-gastronomica: i piacere della buona tavola per accedere ai
piaceri del buon letto! E giustamente il libro è diviso esattamente in
due parti: una guida per lei ed una per lui. I menù proposti sono ben
quattro per ogni tipo socio-psicologico preso in esame. Lo scopo
esplicito è il raggiungimento della sospirata notte d'amore! Per la
parte dedicata a lei ben cinque le tipologie analizzate: il "coatto", il
"mammone", il "bello e dannato", "l'intellettuale di sinistra", ed "il
principe azzurro". I suggerimenti per lui riguardano: la "materna", la
"pseudo", "la sportiva", l'"etnica", la "competente". Per tutte le
serate, sia che si abbia avuto soddisfazione o meno, ci sono anche i
consigli per la colazione dell'indomani! Le ricette, a parte qualche
ingrediente, sono fattibili. Non banali ma sorprendenti per il risultato
che vi daranno. Non per niente c'è lo zampino del grande Allan Bay. Mi
raccomando: calcolate bene i tempi ed i risultati non mancheranno! Brava
Roberta! P.S. Alla sezione
cucina quattro ricette da provare. Ricordate:
nel libro sono più di cento, compresi vari cocktail "inediti"! |
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SIMONETTA AGNELLO HORNBY
MARIA ROSARIO LAZZATI
LA CUCINA DEL BUON GUSTO
Feltrinelli Editore, Milano, 2012, pp.281, € 16
"Vivevamo nel Sud di Londra in una grande casa vittoriana con giardino,
costruita nel 1860, con portico di stucco bianco e colonne, bovindi
simmetrici ai lati e tetto in ardesia con otto comignoli di mattoni
rossi e camini funzionanti". Simonetta Agnello Hornby. "La zuppiera
di porcellana bianca, uguale al servizio di piatti, dominava solenne sul
vassoio girevole, dominava solenne sul vassoio girevole in mezzo al
grande tavolo. (...) Le seggiole antiche, il grande specchio dalla
cornice dorata appoggiato sopra al camino, il lampadario di vetro
colorato, tutto scompariva di fronte alla maestosità del tavolo".
Maria Rosario Lazzati. E' amore puro quello delle Autrici per il
nutrimento! Inteso come attività umana indispensabile, preponderante ed
appagante. Ed elegante. Cucinare è un particolare: ricerca degli
ingredienti nei mercati e nei ricordi. Preparazioni elaborate che
richiedono tempo, allegria, saggezza, cortesia, compassione,
condivisione, religiosità. Insomma: AMORE! Per tutti? Beh, quasi tutti
Se gli state antipatico può essere che la vostra porzione sia caduta nel
cesso, per caso, oppure recuperata dalla pattumiera. Non abbiate paura,
entrerete nelle loro grazie: loro sono coltissime, molto intelligenti,
professorone, ricche e nobili, sagge e generose, appagate e dolenti. La
vita è dura, anche i quattrinai piangano, almeno quello. A chi piace il
racconto di memorie di solidità antica e di sapienza tetragona, è
imperdibile. Per gli sfigati, la stragrande maggioranza di noi, bevete e
mangiate con il piatto sulle ginocchia, i pantaloni abbassati. Alla
sezione "cucina" la mitica ricetta della minestra, primo cibo
dell'essere umano! |
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ANDREA VECCHIO
RICETTE DI LEGALITA'
Novantacento edizioni, via Libertà 34 Palermo.
Seconda edizione, pp128, €9.90
La vita di un imprenditore siciliano che ha scelto di lavorare nella sua
regione. Un uomo coraggioso, retto ed onesto.
Sottoposto ad ogni genere di soprusi, ricatti, minacce. Ha subito
l'incendio di cantieri, la distruzione di automezzi,
attentati e minacce di morte. Niente e nessuno è riuscito a piegare la
sua forza d'animo, il suo coraggio e la sua
fiducia nella legalità. Come ha potuto sopravvivere lui e la sua
impresa? Grazie al sostegno ed alla solidarietà della
sua famiglia e di tanta gente per bene. Non solo. Anche grazie al suo
amore per le tradizioni e la storia della sua
Sicilia ed in particolare la gastronomia. Ecco allora che nel racconto
della sua vita affiorano le radici della cucina
tipica siciliana. Così alla drammatica vita quotidiana, grande
consolazione viene dalla preparazione di una ricetta
che viene dalla tradizione. Alternate alla narrazione delle vicende,
tragiche, sono riportate in modo dettagliato
le varie preparazioni culinarie. Leggete questo libro di alta moralità
civica e provate a gustarne le preparazioni
descritte. Farete un grande piacere , prima di tutto a voi e
secondariamente anche a lui, Andrea Vecchio!
P. S. Alla sezione "cucina" alcune ricette tratte dal libro.
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ALDO BUZZI
L'UOVO ALLA KOK
Con quattordici disegni di Saul Steinberg
Adelphi 2002, pp.154 € 9
Delizioso libro di gastronomia! Delizioso libro di storia dell'arte!
Delizioso libro di aneddoti! Delizioso libro illustrato da Saul Steinberg! Delizioso libro di civiltà! Delizioso
libro di colta erudizione! Delizioso libro di umorismo sapido! Delizioso libro-manuale di sopravvivenza civile e
morale! Delizioso libro di tappe gastronomiche!
Delizioso libro di ironica eccentricità! Delizioso libro di gran
divertimento! Delizioso libro di ricette! Delizioso!!
P.S. Il sottotitolo così recita: Ricette, curiosità, segreti
di alta e bassa cucina,
dall'insalata all'acqua
alla pastina in brodo della pensione,
da Apicio a Michel Guérard,
da Alexander Dumas a Carlo Emilio Gadda.
dal curato di Bregnier
a san Nicolao della Flue a san Nicolao della Flue
Nuova edizione riveduta e ampliata.
P.P.S. Alla sezione "Cucina" alcune delle ricette descritte nel
delizioso libro!
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NICOLE MARY KEILBY
TARTUFI BIANCHI IN INVERNO
Ed. Frassinelli, 2012, pp 336, €18,50
Biografia romanzata del sommo chef Auguste Escoffier, genio della
cucina, della gastronomia, dell'alta ristorazione e dell'accoglienza
esclusiva. Scritto con grande passione, con vasta cultura ed una
condivisione commovente, questo racconto ci porta nell'Europa di inizio
secolo facendoci partecipare agli eventi che l'hanno segnato in
compagnia dei suoi protagonisti. Dal Kaiser Guglielmo II° al simpatico "Bertie",
futuro Edoardo IV°. Dal disastroso viaggio del "Titanic" dove Auguste
perde la sua squadra di cucina lì imbarcata, alla mitica Sarah Bernhardt,
conosciuta alla mostra degli impressionisti del 15 aprile del 1874.
Tutti si siedono al suo desco e tutti, invariabilmente, ne traggono
meraviglia e soddisfazione celestiale. Frequenta Gustave Doré ed i
pittori conosciuti, Monet, Pissarro, Degas, Cezanne. A Parigi si sta
vivendo una stagione magica e grazie alla sua arte lui ne è il vero
protagonista. Una vita passata al servizio per gli altri e sopratutto al
servizio di se stesso, della sua arte. Che richiede sapienza, conoscenza
e poesia. Lettura godibilissima ed interessante, piene di notizie, di
aneddoti ma anche d'amore e di pathos. Ogni buongustaio lo dovrebbe
leggere. Ammirabile! Alla sezione
cucina, un menù ed una
ricetta, Di Auguste, oramai da voi ben conosciuto!
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MASSIMO DONA'
LA FILOSOFIA DEL VINO
Tascabili Bompiani, Milano 2003, pp230, €8.00
Alla base delle pratiche religiose ed al desiderio, tutto umano, del
superamento del quotidiano vivere, ci sta il vino. In particolare ciò
che esso provoca: l'ebbrezza! Anche i filosofi se ne sono occupati,
anzi, soprattutto loro. Come avrebbe potuto essere altrimenti: gli
immortali valori spirituali essendo profondamente radicati nell'uomo
insieme al desiderio della ricerca filosofica.
Ecco dunque inizia un viaggio attraverso la storia del pensiero
filosofico alla ricerca del rapporto intercorso tra i vari pensatori e
la bevanda di Dioniso. Si incomincia da Platone, padre spirituale del
pensiero occidentale, o meglio, da Socrate, suo Maestro. Famoso per la
sua capacità di bere senza mai ubriacarsi ma di giungere facilmente
all'ebbrezza che gli avrebbe reso possibile il farsi "uno" con l'oggetto
ultimo della sua ricerca. Poi si arriva alla tradizione biblica, a S.
Agostino e a S. Tommaso. Montaigne, Descartes ed il fine
intenditore J. J. Rousseau, appassionato del bianco di Arbois. Leibniz
metteva lo zucchero nel vino e andava in taverna a scrivere di filosofia
e calcolo integrale. Il buon vecchio Kant prediligeva il Medoc pur non
rinunciando, negli ultimi anni al Bischof, sorta di vin brulé. E
Carletto il biricchino? Ha, lui ed il suo amico, nelle bettole erano di
casa! Tra proselitismo e plusvalore, finivano a brindare al sol
dell'avvenire. I filosofi citati sono decine, raccontati nella loro
riflessione perenne e nei gusti enoici. Non mancano aneddoti, storie e
preferenze che rendono la lettura interessante, divertente ed
istruttiva! Leggetelo, per Bacco!
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GEORGE SIMENON
BETTY
Gli Adelphi
Adelphi Edizioni Milano 14° edizione, 2009, pp. 141 €9
Titolo conciso: solo un nome di donna! Nell'abisso di una psiche
femminile siamo accompagnati per mano e con mano ferma dal grande
Simenon. Tra deliri alcolici e desideri inconfessati ed inconfessabili,
mai soddisfatti, precipitiamo! Una discesa all'inferno finalmente
appagante. Un preciso desiderio di annullamento e distruzione. Complici
un angelo caduto ed un diavolo nel pieno del suo quotidiano ed indefesso
esercizio quotidiano. Vi si apriranno, con la lettura, ampie e luminose
finestre di orrida cupezza sulla psiche di una fanciulla. Di una donna
matura e con prole poi, che con rigore, felicemente e rigorosamente ,
persegue la sua scelta dell'orrore come scopo finale di arrivo.
Abbandona la calda e sicura borghesia che a lungo l'aveva,
inutilmente, ed ingenuamente, confortata e corre felice all'abbraccio
del demonio nel suo schifoso antro. Perdizione consapevole ed alcolica.
Simenon di tutto ciò era cultore. Grande romanzo! Leggetelo!
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SIMONETTA AGNELLO HORNBY
UN FILO D'OLIO
Con 28 ricette di Chiara Agnello.
Sellerio editore Palermo, 2011, pp.266, €14
L'autobiografia di un periodo felice: l'infanzia! Il racconto in
particolare delle vacanze estive che la famiglia Agnello, come ogni
anno, passava nella casa di campagna, in contrada Mosé. Dalla casa
avita, in via Atenea ad Agrigento si partiva il mattino presto ed era un
evento. Prima le masserizie e la servitù a preparare la casa poi i
bambini. Il viaggio richiedeva una ventina di minuti, minuti che per i
bimbi erano ore tanta era la trepidazione e l'ansia legata a
quell'evento straordinario. Tanta era l'aspettativa, tante le
promesse, legate a quel felice periodo in campagna che li attendeva. Il
loro arrivo qui coincideva con il risveglio della natura e del
conseguente lavoro, indefesso, che richiedeva la cura dei campi. Anche
il travajo in casa ne veniva segnato, in particolare il lavoro nella
grande cucina. Qui si svolge la narrazione, tra piatti di tuma,
melanzane, cipolle, uova ed ogni altro prodotto della terra. Arrivavano
i mandulari, si raccoglievano le mandorle, si faceva festa e si ballava.
Raccoglievano il cotone. Poi il grano, si curava la vigna e i fichi d'India e
gli ulivi. E si mangiava: tutte preparazioni della tradizione siciliana. La
cucina è la protagonista dei ricordi di Simonetta, il racconto della
preparazione del pane occupa un intero capitolo. Si preparava ogni settimana e
si cominciava già all'alba. Momento fondamentale e sacro, ricco di tradizioni ed
attesa,di attenzione, fatica e godimento: un'autentica |
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pagina di storia! E si capisce come mai il nostro pane quotidiano non giunge ad
essere mangiabile già alla sera!
Il mondo dei piccoli, si sa, è fatto di felicità, quello degli adulti
molto meno: fa capolino anche la mafia sempre presente con la sua
valenza di orrore che ci rammenta la miseria che ci avvolge! Un libro
gentile e ricco che consiglio a tutti. Fondamentale la parte delle
ricette, curata dalla sorella dell'autrice, che ha fedelmente
trascritto, con precisione e limpidezza, le ricette per realizzare quei
piatti di cui nel libro si narra. Nella sezione
"cucina" alcune di queste
ricette. Salutammo! |
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MICHEL LE GRIS
DIONISO CROCEFISSO
Saggio sul gusto del vino nell'era
della sua produzione industriale
Derive-Approdi, 2011 pp.190 € 16.00
Sostanzialmente è un libro sulla storia del vino. Trattato che
analizza gli aspetti economici, tecnici ed estetici dell'evoluzione del
nettare di Bacco. Particolare attenzione e critica è posta sulla realtà
attuale, fabbricata e pianificata dalle potenze finanziarie,
industriali e commerciali che hanno trasformato l'appassionato amatore
in un mero consumatore. Dalla storia dell'utilizzo dell'anidride
solforosa al controllo dell'acidità, il lettore è preso per mano ed
accompagnato nell'evolversi delle attuali produzioni enologiche. Per
tutto valga l'analisi fondata sull'equilibrio tra i massicci tannini,
oggi diventati di moda, per dar gusto al vino, con l'alto tenore
alcoolico, necessario per raggiungere l'equilibrio necessario. I vini
riflettono la loro epoca e la mentalità di chi li fa. In un mercato
globale dove tutti consumano prodotti imposti ed i gusti vengono
repressi e guidati in una scelta obbligata, impossibile risulta un
consumo libero ed una ricerca personale di originalità e particolarità.
Per esempio, l'approccio all'ossidazione del vino. Se da un lato
determina una più o meno marcata riduzione degli aromi fruttati
dell'uva, dall'altro questa stessa ha un'azione sui tannini, che si
compie nel corso degli anni e che contribuisce alla formazione di nuovi
profumi che poi si svilupperanno nel corso degli anni durante il riposo
in bottiglia.
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Le bottiglie non possono aspettare inerti in cantina,
devono da subito dare il risultato atteso nelle degustazioni. Eppoi non
si può immobilizzare un capitale! L'introduzione poi nell'enologia di
lieviti selezionati a fini aromatici, hanno portato stravolgimenti che
si sono trasferiti poi alla vigna, ricercando in questa, uno sviluppo in
quella direzione senza il dovuto rispetto per la pianta. L'introduzione
dell'uso indiscriminato del legno ha fatto il resto: si narra
dell'esistenza di botti in plastica che al loro interno contengono
mazzetti di legnetti! Il gusto si è oramai unificato sotto ad una
pressante azione di marketing che ha puntato ed imposto vini alcoolici e
dal gusto molto fruttato. Libro di assoluta attualità, utile a
professionisti per farli riflettere e agli amanti del buon bere. Grido
di dolore per la deriva sensoriale che ci sta trascinando e sommergendo.
Completa il tutto una critica alla società attuale che ci obbliga a
consumi indotti e ci guida per mano alla rinuncia costante dell'uso dei
nostri sensi una volta compagni fedeli: il gusto e l'olfatto. Tutti
dunque all'enoteca "Le Vinophile"! Qui si può bere veramente bene e vini
fuori dal coro. Peccato che sia a Strasburgo! Affittiamo un pulmino!! |
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ROBERTO CIPRESSO
con Giovanni Negri e Stefano Milioni
IL ROMANZO DEL VINO
presentazione di Robert Parker jr.
Piemme, 2006 pp316
Questo è IL LIBRO DEL VINO!
Appassionato, coinvolgente, profondo, dotto, personale, divertente.
Ricco di aneddoti, di personaggi, di cultura e di storia e di storie.
Storie di passioni e di amori. Di ricerche
instancabili, di prove e riprove. Tutto quello che c'è da sapere
sull'enologia, sui territori di elezione, sulle pratiche di cantina, sul vino, sui vitigni. Il tutto esplorato con cura,
ammirazione e sapienza. Un viaggio totale
nel grande nettare, in tutti i continenti. Con affettuosa partecipazione
e vissuta condivisione, ci affascina e ci
commuove. I suoi gusti personali affiorano con pudore e mi sento di
condividere. Non contento dell'esaustività di
questo libro, alla fine aggiunge un glossario a cura di Stefano Milioni,
esaustivo ed essenziale.
Vi prego, leggetelo. E fatelo leggere. Diventerete colti amanti del vino
e persone migliori. Arriverete a condividere
il rispetto delle persone e l'amore per tutto ciò che vi circonda. A
lettura terminata vi sentirete vicini ed amici
di quest'uomo illustre, capace e generoso che tanto ha dato all'enologia
mondiale. Bravo, Roberto!
La partecipazione di Giovanni Negri è facilmente riconoscibile: è
sufficiente leggere il suo "Il sangue di Montalcino"
qui sotto riportato. Il prode e mite ed entusiasta Candido, nomen omen,
miseramente assassinato, altri non è che il buon
buon Roberto! LIBRON! |
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GIOVANNI NEGRI
IL SANGUE DI MONTALCINO
Una indagine del commissario Cosulich
Einaudi stile libero, pp. 282, €18,50
Bel libro! Avvincente e ben scritto. I ritratti psicologici sono
approfonditi, credibili, a volte dolenti altre
ironiche e divertite. Un tuffo nel mondo del vino e dei più famosi
personaggi che attorno vi gravitano. E son
tutti personaggi reali, tratteggiati con mano lieve a volte non proprio
pietosa. Tutto parte, come d'obbligo, con
un omicidio. All'indagine è designato il commissario Cosulich.
Personaggio indimenticabile, deciso, sensibile,
acuto, solitario e di profonda umanità. Ci è rimasto nel cuore.
L'indagine si snoda da Montalcino alle Langhe
passando per la Franciacorta. Nel racconto sono narrati aneddoti sul
vino e sulla sua storia, data anche l'origine
del racconto. La trama zoppica un po' e la credibilità ne risente. Ma la
scrittura è piena, rotonda, si direbbe,
e lo scopo viene raggiunto. Tra l'altro viene annunciato un nuovo libro
"Roma caput vini" che proprio in questi
giorni viene dato in uscita. Con presentazione in Franciacorta, forse
quella raccontata nel romanzo? Comunque
tutto si perdona ad uno scrittore sensibile e bravo. Leggetelo, in una
serata come questa, di nebbia e freddo.
Davanti al camino, ovviamente! Bravo Giovanni!
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FRANCESCA NEGRI
SEX AND THE WINE
l'altra metà del cielo.
Curc & Genovese 2011, pp 141 € 12
L'altra metà del cielo, come avrete ben
capito, è quella femminile. Cinque amiche, con molti interessi in
comune, decidono di dar vita ad un club all'insegna della degustazione
di vino. Queste simpatiche trentenni si riuniscono per raccontarsi dei
rispettivi amanti, dell'ultimo shopping in centro, delle proposte della
moda e... assaggiano vino! E dove si incontrano? Barretti di periferia?
Mc Donald? Kebabbi? No. Locali esclusivi! Lusso, lussone! Divanetti
Chesterfield, lampade Foscarini. Scarpe Gucci. Borse Vuitton. Cloe è
l'anima del gruppo. Giornalista free lance; si occupa di economia,
gastronomia, life-style, moda, e altro ancora: Alice, famosa costumista
di famosissime opere teatrali: Cats, Jesus Christ Super... Giulia, non
si sa. Alessandra si occupa di cinema e relative public relations.
Infine Zoe, media relations e uffici stampa di ogni hosa. Benon! Come
vedete, cinque giovani ragazze agguerrite, decise, affascinanti. Bevono
champagne Ruinart Rosé e Laurent-Perrier. Un bel giorno si presenta nel
suo ufficio il suo moroso. Attempato, sofisticato, seduttivo,
bellissimo. Esperto di vino e noto artista. Le porta una bottiglia di
Vina Ijalba selection especial '94. Nella guida è così descritto:
sentori di pino, china, terra, polpa fruttata. Lei assaggia e così ne
parla: Sole e afa, caldo d'estate, brezza tra le foglie di un salice. |
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Mi dondolo sotto il portico, di fronte al tramonto. Da questo momento, lei e le
sue amiche descriveranno i vini assaggiati in termini di sensazioni ed emozioni.
Ebbene è questo il nocciolo centrale, il cuore pulsante del libro. Tutto il
resto è una storiellina. Ricordatevi cari amici e colleghi, è così che si
assaggia il vino, ricordatevelo! |
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PAOLO ROSSI
MANGIARE
Bisogno Desiderio Ossessione
Il Mulino, Intersezioni 2011 pp.156 €14
Agile volumetto che percorre il tema del
titolo in tutti i suoi aspetti. Per
chiarire riporto nella sua interezza
tutto l'indice:
I° Idee
II° Natura
III° Cultura
IV° Il mangiare: fra natura e cultura
V° Il digiuno
VI° Digiuno e santità
VII° La fame
VIII° Scioperi della fame
IX° Cannibali
X° Vampiri
XI° Il cibo come ossessione
XII° Apocalittici della globalizzazione
XIII° Primitivismo
XIV° Un tempo il cibo era genuini? |
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XV° Il cervello goloso e l'obesità
XVI° Le malattie epocali
XVII° Il culto di Ana
XVIII° Moda e macilenza.
Da questo indice ben si vede il percorso storico
seguito dall'autore, noto professore specialista in
storia della scienza e delle idee. Ogni aspetto è
trattato in modo rapido ed approfonditamente non
tralasciando, ovviamente, un "gusto" divertito ed
appassionato. Qualche volta, è vero, si fa prendere
un poco la mano, specie nel capitolo: "Apocalittici
della globalizzazione", ma non gli si può fare un
torto. Una divertita rivalsa su di un modo di
pensare difficilmente condivisibile. L'indignazione
dell'autore non sa trattenersi sempre e nell'ultimo
capitolo, quello sulla moda, giustamente si fa
dirompente. I temi trattati sono molti e sviscerarli
in maniera completa sarebbe impresa infinita. Si
suggeriscono temi e spunti di approfondimento che la
ricca bibliografia può soddisfare. I dati e le
notizie sono abbondanti e soddisfacenti. Pensate che
l'indice dei nomi ne riporta ben 259! Leggetelo, è
idispensabile per un primo approccio al tema. Buon
divertimento!
P. S. L'Ana di cui si parla è l'anoressia. |
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GERMANA FABIANO
IN NOME di
DIO E PER MANO DEL DIAVOLO
Vita del
boia Laurent Deville esecutore delle
alte e basse opere a Saint-Germain sulla
Somme dal 1497 al 1504.
Robin
Edizioni, la biblioteca di domani, 2011,
pp.311 € 14
Interessante romanzo storico che intreccia la vita quotidiana del boia
Laurent Deville, a quella degli abitanti del paesino di Saint-Germain, nella
Somme, nell'estremo nord della Francia. Eventi storici e vicende personali sono
accuratamente descritti, aprendoci ampi squarci nella nostra visione e
conoscenza del medioevo. Per mano ci conduce in quel periodo buio e
difficile. Particolare interesse ci suscita la vicenda del prodigioso cuoco
Marcel, nato sulle panche della cucina di un ricco borghese, l'orafo Guillot.
In questo enorme stanzone il fuoco era acceso dall'alba a notte fonda e ci si
affaccendavano numerosi cuochi e sguatteri, costantemente intenti alle
loro mansioni con precisione e lena inesauribile. La descrizione del lavoro
è accurata e precisa ed a noi è dato di assistere al lavoro in quella prodigiosa
cucina. La cucina seguiva l'alternarsi delle stagioni e si cucinavano: carpe,
lucci e trote. Marmotte, scoiattoli, ermellini, donnole e tassi. Gru, beccacce,
fagiani, cigni e quaglie. Polli, vitelli, maiali, cinghiali, caprioli, camosci,
conigli e lepri. Salsicce, lardo, trippa,frattaglie, uova. Cipolle, aglio, estragone, pepe,
menta, cerfoglio, coriandolo, erba cipollina
condivano questi cibi. Eppoi cavoli, rape, verze, piselli, orzo, farro, avena,
ceci, lenticchie, bietole, lattughe, carote. |
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Non mancava il miele, le mandorle, e noci. More, mirtilli, mele, pere, pesche,
ciliegie, albicocche. Si beveva anche, vino, ovviamente, ma anche birra e
idromele. Ogni ben di Dio. Siamo nella cucina di un riccone, ricordiamolo. La
dieta della povera gente era di tutt'altro tenore e ben viene descritta nel
romanzo. Comunque anche il prodigioso cuoco Marcel Fleury, disconosciuto
miglior cuoco di Francia, finirà i suoi giorni,
tutti passati nella cucina, come cliente del Deville.
Grave perdita, per il riccone ed i suoi amici. A
tratti ci ha ricordato il film "VATTEL"
la cui recensione è presente nella sezione "I film
da vedere", buona visione e buona lettura!. |
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HERMAN KOCH
LA CENA
BEAT (Neri Pozza Editore) 2010, pp. 253 , € 9
Una giovane, bella ed elegante signora seduta ad un tavolo apparecchiato. Senza
tovaglia. Lo sguardo inquieto ed
indagatore. Denota un carattere poco remissivo. Le braccia allargate ed
appoggiate sulla tavola la predispongono
alla lotta. Un lampadario barocco, sbilenco, le insiste sul capo. La
presenza di altri bicchieri suggerisce la presenza di altri convitati. Non sarà
una cena conviviale. Questa l'immagine di copertina.
Infatti. Due coppie di amici si ritrovano ad affrontare un destino
comune ai loro figli: hanno saputo che si sono macchiati di un orrido delitto. Il
ristorante è di gran lusso e di prestigio mondiale, ci si prenota con anticipo
di mesi e mesi: fortunatamente uno di loro è il futuro primo ministro.
Incominciano a chiacchierare. Sono persone per bene, casa, lavoro, amici, shopping.
Un poco alla volta si fa strada una vena di acuta follia, di sentimenti ignobili
ben intrecciati al loro comune sentire. L'orrore nel quale sofficemente vivono è
cristallino. Bene ci stanno e bene lo difenderanno, ad ogni costo. |
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I
dialoghi si dipanano e ci raccontano di vite al limite della legalità e della pazzia. Abilmente l'autore, lentamente,
sapientemente, ci fa entrare in queste menti malate. Ma, infine, sono tutti benpensanti, rispettabili esempi della ricca borghesia olandese.
L'assoluzione per l'atroce crimine commesso dai figli sarà totale ed irremovibile. Per completare l'opera bisognerà commettere un altro delitto. Cosa non si
farebbe per i figli!!! Romanzo duro, durone. Comunque... aggiungo il menù, forse può alleviare. Aperitivo, champagne rosé
Antipasti, gamberi di fiume con vinaigrette di dragoncello, cipolline e gallinacci dei Vosgi,
Secondo, filetto di faraona avvolto in listarelle di pregiata pancetta tedesca ed uva
Dessert, parfait di cioccolato artigianale con mandorle, noci grattugiate e more Digestivo, grappa bianca giovane, caffè espresso. |
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PETER MAYLE
IL COLLEZIONISTA di MARSIGLIA
Garzanti 2011 pp.195 €18
Allora. Danny Roth fa l'avvocato, avvocatone! A Holliwood! E' specializzato in attori, attoroni! E' ricchissimo!
Quadri, gioielli, proprietà... E anche vini, vinoni! Lafite-Rothschild del '53, Latour del '61, Margaux dell '83,
Petrus del '70! Bottiglie, bottiglioni! magnum, jéroboam, Mathusalem, Nabuchodonosor, abacuqque! Ma, tranquilli,
sono tutte assicurate: per 3 milioni di dollari! Purtroppo Egli è triste, a nessuno gliene frega nulla. Il mondo
dello spettacolo, si sa, è arido. Bevono, sì, ma uiski, a litri. Che fare, M. Lenin? Idea! Mi faccio un'intervista,
vado su il giornale! Così fa. Paginone, fotone, successone! Ora, finalmente, tutti lo sanno, da tutto il mondo sassi!
Benon! Come si sa, il tempo passa e arriva il S. Natale. Lì, punta neve! Fortunatamente, il leguleio, ha una
casuccia ad Aspen, metri tre di neve. Amici ed amiche, ora Egli è famoso e l'allegra brigata vuol sapere di il vino
:
E' bbono? Di i' che sa? Ecc. Egli è finalmente felice! Ma come voi ben sapete,
la felicità dura poco. Tornato a casa scopre che la sua cantina è stata
saccheggiata! Ahimè. Vabbè, pace, tanto è assicurato, mica per niente fa
l'avvocato! |
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L'assicuratore vuol vederci chiaro. Non
è avvocato ma i quattrini... Pensa e
ripensa, gli viene in mente un nome:
Sam Lewitt. Costui abita al Chateau
Marmont, un alberguccio nei dintorni.
Egli è: Giovane, Bello, Ricco, Erudito.
Amante del bello, del lusso, dell'arte,
delle donne e... DEL VINO! Indagherà
Egli! Da solo? NOOOO, gli si affiancherà
una signora francese esperta in vino.
Vecchia e laida? NOOOO! Strafiha,
giovane, ricca ecc. ecc. A Parigi, primo
lavoro
si fa fare una dozzina di camicie da
CHAVET, in place Vendome, N.28. Poi va a
mangiare a la Coupole e così via.
In due giorni trova il colpevole. E'
ricchissimissimo, possiede giornali e
televisioni, società, villone, barche.
Paga le tasse, vorrebbe entrare in
politica, è un pò bassino, tutti gli
vogliono un bene dell'anima! Giuro, è
proprio così il libro! Comunque, sta a
Marsiglia e gli garba avere una cantina
piena di vino. E' Egli il colpevole! Ma
è tanto buono, lo vogliono come
Presidente, come si può denunciarlo?
Allora glielo rubano e lo ridanno al
Sig. Danny.
Tutti contentoni! Il vino è salvo, il
riccone è ricco, il giovane pure,
l'avvocato anche. Evviva. Presto ne
faranno
un film. Sarebbe il secondo. Ora sapete
tutto. Se volete ve lo presto. |
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MONI OVADIA (con Gianni Di Santo))
IL CONTO DELL'ULTIMA CENA Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico
EINAUDI stile libero, 2010 pp. 135 €16.00
Come sempre l'ottimo Moni Ovadia ci accompagna per mano in un cammino che attraverso il Vecchio ed il Nuovo Testamento,
con cultura sapienziale, ci porta in un mondo ricco di tradizione, insegnamento ed ironia. Tutto il racconto è permeato di condivisione e solidarietà,
compassione ed umorismo, vissuto attraverso i secoli. Consapevolezza di un destino di esilio e sofferenza sopportata con tenacia e senso dell'umorismo. Il libro
è zeppo di storielle, a cominciare da quella che dà il titolo al volumetto, che svelano l'attitudine ebraica all'autoironia e all'arguzia.
Libro divertente, istruttivo, storico, profondo. Imperdibile! Alla fine una ricca appendice di cucina. Povera ma ricca di sapori e profumi.
Semplice ma ricchissima di tradizioni millenarie, che vi darà soddisfazioni a profusione ed accontenterà i palati più esigenti.
Alla
sezione cucina una scelta di ricette: le più facili da realizzare. |
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GEORGES SIMENON
Maigret e il produttore di vino
ADELPHI Milano, 2010. Pagg. 167 €9.00
Oscar Chabut è stato assassinato! All'uscita di un bordello di charme. Quattro pistolettate hanno posto fine alla sua vita. Giace disteso nella neve.
Uno dei più importanti produttori di vino della Francia. La sua società, la Vin des Moines, è presente in tutta la nazione. Le sue chiatte, autobotti,
cisterne, percorrono il Paese in lungo ed in largo. L'indagine si presenta difficile. Il morto ha più nemici che amici. Era un donnaiolo efferato, un
violento, senza scrupoli e rimorsi. Ha distrutto concorrenti e famiglie. Donne, dipendenti, conoscenti. Insomma c'era da aspettarselo. Anche il vecchio padre,
che gestisce un misero bistrot, il Au Petite Sancerre, conferma il giudizio diffuso: il figlio non ha mai guardato in faccia nessuno. La sua carica malefica e mortifera era giunta al suo
limite estremo. Maigret, mezzo influenzato, comincia la sua ricerca. Tra un bicchierino di acquavite ed uno di rum, incontra l'entourage del commerciante. Umanità varia, sfruttati e
sfruttatori. Poveri diavoli vilipesi e ricchi corruttori. Donne offese e violentate. Borghesi tronfi ed amorali.Il commissario mal sopporta questi incontri, complice lo stato di salute precario, e ben lo fa vedere. |
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Si sa come va il mondo: il colpevole, un poveraccio ex
dipendente sadicamente maltrattato, si autodenuncia. Ormai abbruttito dalla
drammatica situazione lo va a trovare in casa sua. Maigret non può far altro che
ascoltarlo e compatirlo. Beve grog con l'assassino e si risolleva. Tornerà a
letto per lenire la sua malattia. In questo breve romanzo, come sempre, il
grande Simenon dà prova di fine conoscitore dell'animo umano, di compassione. E
dell'ineluttabilità della trama umana: nelle sue pieghe ristagnano semi del male
e della sofferenza. Leggetelo, con piacere. Con attenzione: è un saggio di
sociologia. Tenete a portata di mano un bicchierino di rum!
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REDCLIFFE NATHAN SALAMAN
STORIA SOCIALE DELLA PATATA
Alimentazione e carestie dall'America
degli Incas all'Europa del novecento.
Collezione Storica GARZANTI, 1989 pp434
Opera monumentale sulla storia della
patata, coltivazione,uso, diffusione e
della sua influenza nell'ambito del Sud
America, dell'Europa e del resto del
mondo. Opera unica nel suo genere, a
tutt'oggi insuperata per profondità
storica
e scientifica con particolare
approfondimento all'aspetto
socio-economico. La storia della patata
è strettamente
intrecciata alla storia umana. Dalla sua
prima coltivazione ad opera delle
antiche popolazioni che, sospinte dalla
ostilità della giungla amazzonica,
superando le Ande, si stabilirono sugli
altopiani montagnosi delle Ande
atlantiche.
Gli indigeni erano animisti, associavano
uno spirito ad ogni soggetto, vivente o
non vivente. Su tutti il sole, mentre la
foresta era animata di spiriti. Timori, sospetti, crudeltà, mestizia e
rassegnazione sono ritratti dominanti della mentalità dei nativi. Da questo
ambiente ostile, dal terrore che ispirano le foreste, furono costretti ad
allontanarsi compiendo così il completamento del loro viaggio, da mare a mere,
da costa a costa. Arrivati sugli altipiani trovarono condizioni avverse, freddo,
venti gelidi, terreno poco fertile. |
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E
trovarono la patata: solanum andigenum. Cominciarono
la coltivazione con difficoltà e senza
attrezzi adatti a quel nuovo lavoro.
Mangiano il porcellino d'India (cuy) che
si
sono portato dalla giungla e che hanno
addomesticato. Coltivano il mais, che
anche distillano. scoprono la coca e
sfruttano il lama. La vita si fa meno
dura: L'arrivo delle popolazioni del
Nord prima, gli spagnoli poi, ci
penseranno
a ricacciarli alla dura sopravvivenza
pura e semplice. Gli spagnoli
apprezzarono questo tubero, specialmente
i
missionari che ne intuirono le enormi
possibilità. Presto fu importata in
Europa dove veniva propagata sia a mezzo
dei tuberi sia come pianta, usata come
ornamento, cosa che ha facilitato l'ibridazione. L'uso
alimentare non fu facile
essendo un audace taglio con la
tradizione. Non essendo mai stata
vista era come mangiare il frutto
proibito dell'Eden:
nella Bibbia non è nominata. Così come lo
zucchero ed il tabacco. Tutte queste
piante furono bandite in tutte le russie
e nelle Highlands. Infatti in Europa si
aggirò l'ostacolo seminando le patate il
giovedì Santo, per placare il senso di
colpa sviluppato da quel frutto
misterioso. Ma la patata è buona e non
richiede particolari cure. Questo è il
suo merito
ma anche il suo pericolo mortale. Nei
terreni ricchi di torba si propaga in
modo sorprendente ed estrema facilità, e
trova in Irlanda il suo habitat ideale.
La popolazione vive in uno stato di
miseria e degradazione totale. Dal
XIV al XVIII secolo pestilenze, carestie
e lotte sanguinose hanno flagellato le
genti. In Irlanda ci fu la sfida tra
il Rinascimento inglese e l'oscurantismo
dello spirito medievale dissanguato da
secoli di lotte fratricide. Lotte feroci
tra clan rivali. Il capo clan era
designato dallo stesso clan. Alla morte
del capo, la terra era suddivisa tra i
suoi
figli maschi. Avveniva così una
frammentazione delle proprietà eccessiva
che portava all'insufficienza alimentare
di un clan.
Vi erano poi continue lotte tra i clan
celtici ed i feudatari
Normanno-Irlandesi. Le condizioni di
vita erano arretrate,
abitazioni di un locale unico, in cui
viveva la famiglia e gli animali. Tutti
mangiavano da un unico pentolone.
Le case si riempivano di fuliggine ed il
tetto di paglia veniva bruciato per
concimare. Era in uso il piantatoio,
come gli andini, e non l'aratro. Chi lo
aveva lo legava alla coda dei cavalli.
La lana veniva strappata alla pecora con
mani invece di tosarla. Questo fino al
1845. Il grano veniva bruciato con tutta
la paglia, per poi liberarlo dalla
cenere
e macinarlo. In una condizione agricola
così deteriore, l'arrivo della patata fu
benedetto. Presto divenne l'unica fonte
di sostentamento. Patate, un po' di
latte, farina d'avena. Ben presto l'arte
di vivere era ridotta a livelli
animaleschi
data la sudditanza dal tubero. Una
famiglia di cinque persone abbisognava
di 125 chili di patate a settimana!
Quando il
frutto per ben tre anni consecutivi si
ammalò, fu la catastrofe. Lo spettro
della fame si abbatté furiosamente sulla
gente. Vagavano nelle campagne cercando
radici commestibili. Le poche
manifatture, boicottate dagli inglesi,
fallirono.
In un ambiente esacerbato da gelosie
religiose, conflitti politici, attività
produttive frustrate, ridussero il
tenore
di vita degli Irlandesi ai livelli più
bassi mai raggiunti in Europa. Si
calcolano oggi in oltre un milione di
morti per fame.
Parliamo di centocinquanta anni or sono.
Se per un qualche motivo un gruppo
economico forte ha interesse a svolgere
un'azione coercitiva su una parte meno
forte,
se non ha freni di tipo legale, morale,
politico, il metodo migliore è fargli
adottare come fonte principale di
alimentazione
un alimento semplice ed a basso prezzo.
Il risultato è l'abbassamento del tenore
di vita. Più è basso più si sfrutta la
popolazione
più il loro stato sarà simile alla
schiavitù. Insomma, quando la patata
predomina la società, una parte di essa
corre
dei rischi. Proprio perché è nutriente,
è un'arma insidiosa per sfruttare i
gruppi deboli. Nella Gran Bretagna del
XVIII
secolo, la classe imprenditoriale aveva
bisogno di mano d'opera a buon mercato.
La sussistenza a base di patate riduceva
il costo del lavoro al minimo. La patata
è stata usata deliberatamente con lo
scopo preciso di non alzare i salari.
Quando la patate giunse in Irlanda la
società era disgregata ed in brevissimo
tempo divenne il cibo del popolo. Dopo
aver
dimostrato di essere lo strumento più
idoneo a mantenere le masse in stato di
miseria e degradazione, la patata finì
con il causare la rovina degli sfruttati
e degli sfruttatori. E' l'uomo che con
la saggezza o la follia può decidere di
un
prezioso dono della natura: benedizione
o sciagura. Labile è il confine tra il
bene ed il male.
Libro affascinante, scritto benissimo e
straripante di notizie e dati altrimenti
introvabili. Ricchissima bibliografia.
Insomma, lo leggerete
d'un fiato e mi ringrazierete: ora
vedrete con occhi diversi la storia dei
popoli! |
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Tristam Stuart
SPRECHI
Il cibo che buttiamo, che distruggiamo. che potremmo utilizzare. Bruno Mondadori Editore, 2009, pp. 358 € 22,00
Questo libro apre una finestra, una finestrona sul mal uso del cibo. Veramente sul bieco uso di questo bene necessario, primario, fondamentale. Se
ne produce in quantità abnorme, enormemente oltre il fabbisogno. Quindi in gran parte, nel nostro mondo, viene distrutto. Già al momento
dell'inscatolamento dei prodotti cotti un buon 10% viene scartato per lievi imperfezioni estetiche. Aziende agricole, specializzate nella produzione
di carote, per esempio, usano un sensore ottico laser che analizza "al volo" la forma delle carote. Durante il volo le carote non diritte, vengono colpite
durante il loro volo, e precipitano in un deposito che le attende: diventeranno mangime per animali. Fino alla metà degli ortaggi e della frutta prodotti
per i supermercati, viene respinta per irregolarità nell'aspetto. L'agricoltura moderna ha moltiplicato la resa dei
terreni, moltiplicandola resa per ettaro: gli sprechi sono aumentati in modo uguale. La pesca non sta meglio. La legislazione europea prevede, per ogni stato membro, un quantitativo di pescato
diverso e diversificato, che tiene conto della quantità, delle specie presenti nei vari mari. Questo fa sì che il pescato oltre le quote stabilite e di specie
diverse da quelle ammesse, sia rigettato in mare. |
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Una volta raggiunto il quantitativo per una determinata specie,
quello eccedente nelle reti ritorna in mare. In totale, circa il 50% del pescato
torna in mare. Secondo uno studio di "Nature" il 90% dei grossi predatori,
merluzzi, salmoni, tonni, subiscono questo destino. Per la carne è ancora
peggio. Per produrre 1 (uno) chilo di grano servono tra i 500 ei 4000 litri di
acqua. Per un chilo di carne ce ne vogliono da 5000 a 100.000. Per produrre 100
Kcal di cibo vegetale, mediamente 0,5 metri cubi di acqua, Per lo stesso
quantitativo di origine animale otto volte di più. Gli americani consumano 123
Kg. di carne pro capite. Gli inglesi 83, i cinesi 55, gli ugandesi 10 e gli
indiani 5. In Brasile l'esportazione di carne è aumentata negli ultimi anni del
700%, causando un bisogno sempre crescente di soia come alimento animale,
causando deforestazioni ed erosione del terreno. Di conseguenza è aumentato il
prezzo della soia e la deforestazione ha avuto un incremento del 4%. Insomma la
sovrapproduzione di cibo è fondamentale per i paesi ricchi. Occomemai paesi già ad ampia
sufficienza alimentare producono in eccesso? Ma
perché sono buoni! L'eccedenza, il surplus, viene
donato! Beh, i paesi riceventi svilupperanno una
sincera riconoscenza verso i donatori, che in cambio
proporranno semplici accordi commerciali, iniqui,
che serviranno a stringere un po' di più il nodo
della dipendenza. L'invio in Africa e Asia cibo,
spalanca agli USA nuovi mercati, rendendo i paesi
riceventi dipendenti. Così funzionano i
supermercati: un'infinità di prodotti per aumentare
la clientela ed i consumi. Aggiungete la crescita
delle popolazioni, i cambiamenti climatici, la
scarsità di acqua e l'impoverimento dei suoli... La
riduzione degli sprechi alimentari è l'unica
soluzione al problema della deforestazione, del
riscaldamento globale, della fame...Ridurre la
domanda, drasticamente è una priorità essenziale!
Anche noi in Italia, non siamo da meno. Ogni
famiglia butta mediamente 27 Kg. di cibo nella
spazzatura, con una cifra sprecata di 515 euri
all'anno. In totale, in tutto il mondo, finiscono in
discarica circa 17 MILIONI di tonnellate di cibo.
Naturalmente sono gli americani i più spreconi,
gettano il 40% del cibo acquistato. Il libro è
ricchissimo di dati raccapriccianti. Tabelle e
grafici. Notizie e consigli. Insomma vi toglierà il
sonno ma vi farà riflettere, magari cambiare stile
di vita. Prestare più attenzione alle vostre
abitudini, cambiare dieta e sensibilità: tutto si
può fare! |
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MARCO MALVALDI
ODORE DI CHIUSO Sellerio editore Palermo,2011, pp. 198 €13
Bisogna proprio dirlo: il buon Marco ha raggiunto un livello di scrittura ottimo. La trama è molto interessante ed avvincente. Con un tocco di originalità che avvince e ci costringe alla lettura
forsennata. Piacevolissimo, divertente, ben costruito. Eppoi... il grande Pellegrino Artusi! Che da par suo attraversa i vetusti saloni dell'avito castello soffermandosi, naturalmente,
nel salone da pranzo e nella cucina, dove una provetta cuoca, Parisina, regna. Tutti i personaggi sono tratteggiati con acume, ironia e simpatia. Grande umanità. Compratevelo.
Leggetevelo, di questi tempi rara una buona lettura! Naturalmente non poteva mancare una ricetta! Andate alla
sezione cucina. Provatela, come io ho fatto: doppio divertimento! Un riverente ringraziamento a Marco Malvaldi! |
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PEPPE RUGGERO
L'ULTIMA CENA A cena con i boss
Prefazione di Luigi Ciotti
Verdenero inchieste
Edizioni Ambiente - Milano, 2010 pp 180
€14
Il titolo fa riferimento alla cena, alla
vostra cena, magari di questa sera!
Ebbene sì, la criminalità organizzata ha
messo le mani in pasta e non solo su
quella. Anche sugli ortaggi, la carne,
le mozzarelle, il pesce... Gli orti sono
concimati con rifiuti tossici, la
diossina smaltita negli allevamenti di
bufale, il percolato finisce nei
pascoli.. Le bestie destinate al
consumo. infette e gonfiate con ormoni
proibiti, provenienti dalla Corea, le
cozze pescate in acque putride nei
pressi dei collettori fognari. I vari
commerci sono saldamente in pugno alle
varie organizzazioni criminali. Il pane, fatto con farine scadenti e malsane,
viene cotto in circa tremila forni abusivi, usando per il fuoco vecchie bare,
infissi marci e sostanze tossiche. |
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E' noto il fatto di una signora, che notando delle fessurazioni
nella tomba di famiglia, ne richiedeva la riapertura. Al suo interno furono
trovate ben sette salme affastellate. Il burro, venduto in tutta Europa,
costituito da grassi animali e scarti di macelleria, ossa, interiora, cervelli,
strutto e acidi vari. Una volta metabolizzate dall'organismo queste sostanze,
causano gravi
disfunzioni epatiche. Oltre 22.000 tonnellate
di burro sono state prodotte nelle provincie di
Napoli e Caserta. Fortunatamente esiste e sta
crescendo una nuova realtà. Sono le cooperative di
giovani che, grazie alla legge Rognoni-La Torre,
lavorano le terre sequestrate e confiscate alle
cosche. Queste terre vengono riportate alla loro
naturale vocazione, coltivando e producendo con i
metodi dell'agricoltura biologica ortaggi, frutta,
vino, olio ed il tutto nel pieno rispetto
dell'ambiente e della salute.
Questa è la speranza per tutti noi: un mondo
migliore, onesto ed etico, rispettoso dei lavoratori
e dell'integrità della natura. Compito fondamentale
di tutti è sostenere e promuovere i prodotti di
queste cooperative..
Ed ora, per consolarci, alcune ricette di famosi
cuochi professionisti che hanno ideato,
espressamente per questi prodotti, ricette che
esaltano al massimo la loro qualità. Correte alla
sezione cucina. Buon appetito! |
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DIEGO DE SILVA MIA SUOCERA BEVE
Vita, affetti e cause perse di Vincenzo Malinconico, filosofo involontario.
Einaudi anno 2010 Pag.338 € 18.00 In effetti, andando a trovare la suocera, l'avvocato Melanconico Vincenzo, le porta in regalo una bottiglia di una nota marca di uischi.
In una successiva visita nota che la quantità di liquido è diminuita. L'anziana ha gradito. Frizzi e lazzi.
Vicenda trascurabile. |
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QUI XIAOLONG
QUANDO IL ROSSO E' NERO
SuperPocket Marsilio, 2008 pp. 285 € 5,60
L'autore, come il nome suggerisce, è cinese. Vive negli USA dove insegna... cinese. Protagonista dei suoi romanzi gialli è il detective
Chen. Anche costui è un esperto di letteratura cinese. Il romanzo è infarcito di proverbi, poesie e tradizioni cinesi. Non solo, Nel corso della vicenda
il poliziotto si rivela essere amante della tavola e di cibo si tratta piacevolmente e dSo Diffusamente. La vicenda è ambientata ai nostri giorni e narra
l'omicidio di una scrittrice, ex guardia rossa, ex insegnante universitaria, ex amante di un illustre professore.
Professorone. Ma i tempi cambiano. Muore il buon Mao, la vedova finisce in galera, i vecchi ideali vanno a farsi friggere Insomma la signora viene cacciata, il
suo passato di militante rimproverato e gli amici la evitano come la peste. Si affaccia la proprietà privata, l'iniziativa personale, il tornaconto. Una specie di
capitalismo dei poveri. Soldi! Ed è a causa del miraggio di facili guadagni che la ex intellettuale viene uccisa. Ella ha scritto un libro sul suo vecchio prof, forse non politicamente corretto. Fatto sta che qualche copia la vende e qualche soldarello
lo piglia. Ma vive in un lurido tugurio, in un casamento popolare nel
senso di alveare. |
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Chi è colui che la passò nel mondo dove i più risiedono? Il
compagno ispettore capo Chen, tra una citazione ed una mangiatona, risolve
il caso: parenti serpenti! Non ci sono colpi né spari. Ma poesie e massime
di Confucio e Lao Tse. E storia politica della Cina negli ultimi 50 anni.
Divertente ed istruttivo, ironico e caustico. Qui alcune massime:Il coniglio
non bruca mai vicino alla tana. Prima di prendere a calci un cane, bisogna
pensare alla faccia del padrone. Il sentiero
su cui si incrociano due nemici deve essere davvero stretto. Un gentiluomo
può cercare la vendette anche dopo 10 anni. Non è lo stendardo che sventola,
né il vento che soffia, ma il tuo cuore.
Ora delle poesie. Le lacrime di una candela si seccano- soltanto quando si
brucia fino a diventare cenere. LI SHANGYIN
Non puoi vedere il vero volto dei montiLu - se ti trovi ancora tra le
montagne. Su Dongpo. Esiste soltanto un ciclo infinito- di vecchie gioie e
nuovi dolori- un giorno qualcuno- davanti
davanti alla torre gialla di notte-potrebbe sospirare per me. Su Dongpo. Ero
felicissimo di bere assieme a te - mentre la luna affondava tra i salici
cantando. Yan Jidao.
Per quanto riguarda la gastronomia possiamo citare alcuni dei piatti
assaggiati dall'ispettore Chen:
Spaghetti con cavoli verdi sottaceto e germogli di bambù invernali con
maiale xiao.
Spaghetti ruvidi in brodo rosso di pepe macinato, fette di cipolla verde, il
tutto condito con trippa stracotta.
Maiale macinato con vino rosso, fette di cetriolo agro caldo, su fettuccine
verdi di fagioli.
Interiora di passero, dorate e fritte con teste di anitra private del
cranio.
Sauna di gamberi di fiume vivi ma in acqua calda e un po' di vino. Poi si
immergono in acqua resa bollente dalla presenza di pietre roventi.
Cozze sgusciate, mescolate a formaggio e spezie varie e rimesse nella loro
conchiglia.
Gustatevi il tutto: LA CINA E' VICINA! |
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FRANCINE PROSE
GOLA
Raffaello Cortina Editore, Milano. 2006
pp111 €14
Curioso come nel corso dei secoli la
gola sia sempre stata considerata, non
un piacere, una soddisfazione, un giusto
appagamento di un desiderio, di un
bisogno fondamentale, vitale. Sempre è
stata, e lo è ancora oggi, un vizio,
anzi, un vizio capitale! La religione ne
ha fatto scempio! Osservando il digiuno
e la mortificazione del corpo, fino a
giungere stadi di grave denutrimento.
Pensiamo a santa Caterina da Siena e a
santa Chiara. Eppure, Gesù, per la folla
affamata, compie il miracolo della
moltiplicazione dei pani e dei pesci e
sazia quella folla. Preoccupandosi poi
della raccolta degli avanzi: niente
sprechi! Ancora nel Medioevo, periodo
notoriamente di diffusa dieta generale
ipocalorica, si tuonava contro il cibo.
Per non dire del bere! Nei suoi "I racconti di
Canterbury" Di Geoffrey Chaucer c'è questa novella.
Ambientata nelle Fiandre, parla di tre giovani crapuloni dediti al vizio
del bere, del gioco e delle |
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donne. Giunti in un paesino,
vengono a sapere che lì la morte ha
fatto strage! Essi, coraggiosamente, si
impegnano e giurano che la scoveranno e
la trucideranno! Baldanzosi e
barcollanti, iniziano la ricerca.
Incontrano un vecchio misterioso che gli
indica una quercia enorme sotto la quale
è solita stare. Partono rapidi e
risoluti. Giunti all'albero trovano un
tesoro enorme in monete d'oro malamente
nascosto! Grande giubilo! Grande gioia!
Bisogna festeggiare! Decidono dunque di
aspettare la notte per portar via il
tesoro indisturbati . Ma rimane del
tempo ed è bene impegnarlo in qualche
modo: non sono dei perditempo
fannulloni! Che fare? Essendo assai
affamati ed assetati per le forti
emozioni, decidono di mandare uno di
loro all'osteria a comprare cibo e vino
in abbondanza. I due rimasti,
rimuginando, hanno una brillante idea,
in caso di morte accidentale di uno di
loro, bisognerà dividere per due! Più
soldi! Più bottino! La felicità aumenta.
Arriva finalmente, carico di provviste,
il loro amico. Tosto viene brutalmente
assassinato! La felicità aumenta
vertiginosamente! Ah, Ah, Ah, ben fatto!
E' ora di trangugiare. Ma, ma... Anche
il morto, nel suo piccolo, non era uno
stinco di santo. Aveva avuto la stessa
idea Il tesoro non sarebbe stato diviso,
per nulla! E con questa bella pensata
aveva avvelenato il vino! Tutti marti!
Eh, la gola è un brutto vizio!
Ancora oggi è diffuso un sottile
sentimento di sospetto ed alle volte di
orrore, nei confronti dei grandi
mangiatori. Nel corso del tempo si è
sostituita l'equazione piacere = peccato e
quindi dannazione eterna, alla più
semplice e diretta equazione
piacere = morte. Occomemai? Potete
scegliere, con calma e cura:
vasculopatie, diabete, arteriosclerosi,
ictus, epatopatie, demenze eccetera
eccetera. Il ciccione è guardato come un
disadattato, un incosciente da
commiserare: sarà certamente portatore
di scarsità di mezzi materiali ed
abbondanza di stoltezza. Insomma è
cambiato il metro del giudizio ma resta,
pietracea, la condanna sociale dura ed
inappellabile!
Nel volume sono incluse numerose
riproduzioni di opere di quei Maestri
che nel corso della storia si sono
cimentati su questo malefico vizio. Si
va dal Beato Angelico a Hieronymus
Bosch, Pieter Bruegel, Diego Rivera... Finita la lettura concedetevi una lauta
cena ed un paio di bottiglie. Brindate a Dioniso, figlio di Zeus, unico
degli dei dell'Olimpo, che parla direttamente agli uomini! |
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AA VV
LE NUOVE RICETTE DEL CUORE
a cura di Carla Sacchi Ferrero
BLU' edizioni 2008 pp 159 €10
Progetto editoriale encomiabile e di
notevole portata. Ben venticinque autori
hanno scritto il racconto della loro
vita e la ricetta culinaria che
dall'infanzia è stata presente nel loro
cuore come simbolo della famiglia e
delle tradizioni. Gli autori hanno
partecipato a titolo gratuito,
devolvendo i proventi dai diritti
d'autore alla Fondazione Banco
Alimentare, che grazie all'azione di
centinaia di volontari, raccoglie e
distribuisce tonnellate di cibo,
derivanti dalle eccedenze, in tutta
Italia. Ad esse è collegata la giornata
nazionale della colletta alimentare.
Tutti i racconti sono godibili,
interessanti ed istruttivi. Scritti con
grande passione, per la cucina e per ciò
che ancora fa ricordare. Dall'Algeria di
Khaled Fouad Allam alla Sicilia di
Andrea Camilleri. Dal profondo Piemonte
di Giorgio Faletti alla Ferrara di Folco
Quilici. Dalla Napoli di Raffaele La
Capria alla Roma di Rosetta Loy. Tutte
le storie meritano di essere lette, tutte
le ricette meritano di essere provate.
Io ho scelto quella di Giosetta Fioroni e
di Gianola Nonino. Gisetta è romana, scrittrice, poetessa ed artista a tutto
campo. Ha esposto in gallerie di tutto il mondo, la sua pittura è
rappresentazione di sentimento e poesia a cui è legato indissolubilmente
il suo essere: sua l'opera che campeggia sulla copertina del volume. |
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Il quadro dei suoi ricordi famigliari ci mostra un
momento di attesa e di preparazione dell'incontrarsi attorno alla
tavola. Il momento della creazione di una piccola replica del Natale
colma di calore, solidarietà, amore. Il suo piatto, la "sua" minestra:
la pasta e fagioli. Gianola Nonino, friulana, si occupa
dell'omonima distilleria fondata dal
padre. Creatrice delle celebri acquaviti
conosciute in tutto il mondo, è
fondatrice del premio Nonino Risit d'Aur
e dal 1977 il premio di letteratura
Nonino. Ebbene il suo racconto
autobiografico ci narra della permanenza
dello scrittore siciliano Leonardo
Sciascia presso di lei. Periodo in cui
scrisse "Il cavaliere e la morte".
Ebbene, qualche sera l'illustre ospite
si metteva ai fornelli per la cena.
Gianola restò ammaliata dalla caponata,
che rifece infinite volte con sue
modifiche rispetto all'originale: era
stato lanciato un ponte che collegava i
due estremi d'Italia! Richiedete questo
libro: molto più che ricette! Molto più
che racconti!
Alla sezione
CUCINA le due ricette |
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MARK
CRICK
LA ZUPPA DI KAFKA
Storia della letteratura mondiale dalle
origini ad oggi in sedici ricette
Ponte alle Grazie 2006 pp 113, €10
Il titolo tiene fede a questa raccolta
di racconti. Tutti scritti alla moda
di... Dalla ricetta dell'agnello in
salsa di aneto, scritta alla Raymond
Chandler, ai fornelli un detective, che
fumando e bevendo bourbon, aspetta una
bionda. Ai crostini al formaggio,
elaborati, parodiando Harold Pinter, in
una squallida soffitta. Dalle "moules
marinières" alla Italo Calvino,
colloquiali e confidenziali alla "fenkata"
in cui lo pseudo Omero descrive la
preparazione del cibo da parte del prode
Achille. Ci sono citati anche Thomas
Mann, Jane Austen, Jorge Luis Borges,
Graham Greene, Virginia Wolf, Franz
Kafka,Irvine Welsh, Marcel Proust,
Gabriel Garcia Marquez, John Steinbeck,
Geoffrey Chaucer. Libro appassionato e divertente che unisce letteratura e
cucina con umorismo, partecipazione e lievità. Andrebbe letto ad alta
voce, in una cucina tra fornelli e vapori, lasciando agli ascoltatori il
compito dello svelamento dell'autore che descrive il piatto che si
apprestano ad assaggiare! Nella sezione
CUCINA un paio
di ricette, alla moda di J. Steinbeck e
di G. Chaucer. |
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SERGEJ DOVLATOV
IL PARCO DI PUSKIN
Sellerio Editore 2004
pp197 € 9.00
Straordinario racconto! Resoconto di
alcuni giorni passati dall'autore al
famoso Parco Puskin, come guida
turistica. Appassionato, struggente,
lirico, tenero, ironico. La scrittura
trabocca di umanità, quella di una
grande anima, coraggiosa e dolente,
partecipata e solidale. Il buon etilista
Borja, nomignolo dell'autore, descrive
così un breve momento della sua
giornata: "Mi sedetti appoggiandomi ad
una betulla e mi scolai una bottiglia di
vodka. Il mondo non migliorò
immediatamente. Poi, tutto mutò. Il
bosco si schiuse e mi accolse nei suoi
meandri. Le foglie sopra la mia testa
vibravano appena per il ronzio delle
zanzare. Ero pronto a scoppiare in
lacrima, sebbene fossi ancora in grado
di comprendere che era l'effetto
dell'alcol. Evidentemente l'armonia
universale era nascosta sul fondo della
bottiglia..."
L'umorismo che pervade ogni pagina, sorregge ed esalta la sua avventura
umana, con la consapevolezza dell'assurdo. |
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Le
descrizioni dei vari personaggi che
popolano le giornate al Parco Puskin,
sono stupefacenti, profonde ed
affettuose. Siamo immersi in una
confraternita che sentiamo,
irrimediabilmente, di amare oltremisura.
Sono poveri contadini, fattorini, osti,
fannulloni, ognuno con il suo fardello
sulle spalle. Le poche forze le cercano
nel fondo di tasche perennemente vuote,
in letti sfatti, su tavoli consunti. Sergej ha ben chiaro il proprio destino
di scrittore a cui aspira: la
consapevolezza, profonda, che l'essere
umano si affeziona più ai propri
fallimenti che ai propri successi. Ed è
così che il grande talento dell'autore
scava un solco profondo nel nostro
cuore. Nella vita, lo scrittore seguì la
moglie negli USA. Ricomincia una nuova
carriera ed inizia quella notorietà che
in Russia non aveva raggiunto E'
apprezzato e stimato ma gli manca la sua
terra, la sua lingua... Come un
personaggio dei suoi libri, raggiunto un
po' di benessere, muore, non ancora
cinquantenne.
Al volume è acclusa una lunga nota della
traduttrice, Laura Salmon, con note
biografiche, storiche e letterarie, che
impreziosiscono il libro. |
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Joseph Roth
Al bistrot dopo mezzanotte
Adelphi
pp 297, € 19,00
Il grande Joseph, dopo la fuga dalla
Germania, si stabilisce a Parigi. Questo
libro raccoglie i suoi articoli scritti
per la "Frankfurter Zeitung". La prima
parte riporta i reportage scritti dalle
"città bianche", come lui definiva le
città del sud della Francia, per la loro
luce incredibile. Lui è un grande e
queste descrizioni sono affascinanti,
precise nel cogliere lo spirito dei
luoghi e dei suoi abitanti, profonde e
poetiche: molto meglio che andarci di
persona! E la notte ci racconta dei suoi
incontri, delle sue amare riflessioni
sul nazismo e sull'ideologia ottusa e
bieca che lo anima. Lui, ebreo errante,
è un poeta ed il suo spirito,
sanguinante, usa la penna per gridare il
dolore e la pena di quei tempi orrendi.
Gli è di conforto la scrittura ed il
pastis. Con questo strema il corpo, con
quella urla nella notte che tutta
l'Europa sta travolgendo.
Nel suo percorso si affaccerà anche al cattolicesimo, come rifugio e
culla di conforto, ben descritto nel romanzo "La leggenda del santo
bevitore". Non posso non aggiungere un paragrafo dal racconto che dè il
titolo alla raccolta : "Ora sono seduto davanti alla piazza vuota |
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e ascolto scorrere le ore. Si perde una patria dopo
l'altra, dico a me stesso.
Siedo qui con il mio bastone accanto. I
piedi sono escoriati, il cuore stanco,
gli occhi asciutti. La miseria si
accovaccia al mio fianco, si fa sempre
più dolce e grande, il dolore si ferma,
diventa forte e benevolo, la paura
avanza cantando con voce tonante e non
può incutere paura. E proprio questo è
lo sconforto...". Per sua buona sorte
morì nel 1939 e non vide l'entrata di
Hitler a Parigi. Aveva 45 anni. Ha
scritto una ventina di romanzi, decine
di racconti e articoli. |
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ENZO BIANCHI
Il pane di ieri
Einaudi,2008, € 16.00
Testo ricco, no, ricchissimo di storia,
tradizioni, spiritualità. Uno dei
protagonisti, ovviamente è il cibo.
Raccontato attorno alla tavola, luogo
fulcro dello stare insieme, del parlare
e dell'ascoltare. Momento che segna il
passaggio dal trangugiamento del cibo
alla sua condivisione, momento che segna
il passaggio e l'entrata della
preparazione del mangiare, della cucina
e dell'umanità. Qui si sperimentano
tutti i sensi, che si educano secondo le
tradizioni e le storie, fin da bambini
abituati a questo rito collettivo che ci
riunisce. E ciò che mangiamo di per sé è
incontro di civiltà, tra spezie e erbe,
tra radici ed erbe aromatiche. E qui ,
nella sezione CUCINA, è riportata la
ricetta della "Bogna cauda", tipico
intreccio di luoghi e storie.
Ricordatevi sempre che la parola
"sapere", deriva da "sàpere", aver
gusto. Ecco che sapore è sapere. E sul
desco non potrà mancare il vino, con la
sua storia, fatta di sacrifici e duro
lavoro. E qui il
monaco ci ricorda il primo gesto di Noè
quando scese sulla terra ferma: piantò
una vite. Segno del matrimonio tra
l'uomo e la sua terra, il radicamento.
Ed è il momento fondante di un popolo
non più nomade ma che qui metterà le
proprie radici! I ricordi del giovane
Enzo, sono strettamente legati alla sua
terra, il Monferrato, ed alle sue
tradizioni popolari. Svettano gli
incontri umani, i personaggi che hanno
popolato i suoi giorni e che sono
presenti nelle sue meditazioni. Tutto il
racconto è legato dalla spiritualità che
permea come soffio vitale le pagine del
libro. Sfogliatene qualche pagina ogni
sera, vi darà un caldo conforto di cui
tutti abbiamo bisogno. |
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ALEX KAPRANOS
ROCK RESTAURANT
A cena in tournée con i Franz Ferdinand
Illustrazioni di Andrew Knowles
I libri dell'INTERNAZIONALE, Fusi
Orari,2008, € 12,00
Questo giovane cantante chitarrista è
proprio un grande gourmet! Da ragazzo ha
fatto mille lavori compresi quelli
previste nei ristoranti: sguattero,
lavapiatti, aiutante cuoco e tutto il
resto. Alla fine è un esperto, espertone,
di cottura e servizio di ogni cibo. In
più è appassionatissimo di cucina. Eppoi
via, in tournée con il suo gruppo a
suonare il pop inglese in giro per il
mondo: Curiosissimo ed amante del cibo,
prima o dopo un concerto, eccolo alla
ricerca di ristoranti. Tipici, strani
alternativi, specializzati,
tradizionali. E' stato a mangiare, e ne
ah recensito le tavole, per il "Guardian",
in locali tutto il mondo. E' stato a
Osaka e Beverly Hills, Malibù e Utrecht,
Zagabria e Lisbona, Toronto e
Minneapolis, Colonia e Brooklyn, Rio de
Janeiro e Singapore, Melbourne e San
Sebastian, Hong Kong e Monaco, |
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Madrid e Parigi, San
Francisco, Austin, New York, Tokio,
Londra... E' stato anche a Milano,
all'Antica Trattoria della Pesa, Viale Pasubio 10. Di tutti i ristoranti
sono riportati gli indirizzi, i numeri
di telefono, i giorni di chiusura e gli
orari. Le recensioni sono gustose,
divertenti, irriverenti, salaci. Punti
professoroni in giacca e cravatta in
salotti sfarzosi, degustanti silenziosi
preziosi manicaretti. Attorno discreto
personale, cortese e distaccato, che
sussurrano gli ingredienti dei piatti.
Alex si diverte e ci fa divertire, e
molto. Ci si sazia e ci si bea con lui.
Con lui si beve e si mangiano curiosità
alimentari e stranezze varie. Bisogna
osare, quando necessita! Il libro ha una
illustrazione a cena: sono bellissime.
Anche Andrew suona nel gruppo! Non è una
guida ai vari locali: è STORIA! E'
CULTURA del mondo! Leggetelo,
mangiucchiando qualsiasi cosa vi passi
per la mente. La colonna sonora? Ma i
Franz Ferdinand a volume antivicino: ne
vale la pena! |
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JUAN BAS
VORACITA'
Ed. Alacran, Milano 2009, pp.208, €
15,00
E' un noir, eccessivo, straripante,
ossessivo, debordante, in tutti i sensi!
Cibo e sesso e potere e perdizione, sono
i protagonisti, E ironia e ferocia.
Ferocia nel descrivere questi tempi cupi
che sta attraversando la Spagna e ironia
per questo popolo bistrattato e
vilipeso. Ma anche sentimenti di
solidarietà e tenerezza per i suoi
miseri personaggi stritolati da una
politica avida e gretta.E la storia di
un giovane che si sveglia
miracolosamente da un lungo coma, frutto
di un perfido avvelenamento generale: è
uno dei pochi fortunati sopravissuti. La
vita ricomincia, peggio che mai. Pacho
Murga è un buongustaio che alterna
momenti di sana ingordigia
enogastronomica a momenti di insana
depravazione cibareccia, passando dalle
ostriche allo zampone precotto e
scaduto, divorato freddo, accompagnato
da tre cartoni di vino da due litri.
Ebbene, così è la vita, come ben sapete!
Altrettanto ferocemente è attratto dal
sesso. Ed il degrado ci viene incontro a
braccia aperte! Beh, sono i tempi che
viviamo, cari bevoni. C'è
anche una trasmissione alla grande
fratello, tra obesi, tentati da cibi
sopraffini e dileggiati cinicamente, con
controlli di peso e conseguenti atti
vomitatori: EVVIVA! |
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C'è anche un morto, morto di fame. Beh,
vi divertirete a leggerlo, il testo è
infarcito di dotte citazioni letterarie
e cinematografiche. Così è la vita di
oggi. Auguri! |
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CLAUDE LEVY-STRAUSS
LE ORIGINI DELLE BUONE MANIERE A
TAVOLA
Edizioni Il Saggiatore, 1981, 445 pp
Volete sapere qualche cosina sulle
regole da seguire a tavola? Beh, qui non
ci sono. Ci sono però e ben descritti,
centinaia di miti e leggende,
specialmente delle popolazioni native
d’America, che riguardano il mangiare,
il cucinare, l’ospitalità. Durante le
feste per la caccia, le donne erano
vestite di sole pellicce, per essere
pronte ad offrirsi ai cacciatori. Ai
bianchi erano attribuiti poteri
sovrannaturali, quindi a loro le spose
venivano offerte, nella speranza di
ottenere benedizioni. Bisognava
mangiare, però, carne di bisonte
putrefatta, considerata predigerita. A
La digestione infatti ha una funzione
mediatrice simile a quella della cucina. Gli alimenti erano crudi, solo le
verdure, cotti, putridi o affumicati. Il più crudo era il miele, il più cotto il
fumo. Il crudo non era condito e neanche macerato, come fanno oggi i francesi.
E veniamo alla cottura, arrosto e bollito. |
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L’arrosto non abbisogna di nulla, il fuoco non è
mediatore, come invece è l’acqua nella bollitura. Quindi l’arrosto fa
parte della natura e la bollitura fa parte della cultura. Infatti
l’arrosto era offerto agli ospiti mentre il bollito era riservato al
gruppo, è un procedimento interno, alla pentola, al villaggio. Anche nel
nostro medioevo, la gallina bollita era riservata alla famiglia e
l’arrosto ai banchetti. Ancora oggi il bollito è ad elezione femminile e
l’arrosto maschile. L’affumicatura, non richiede mediazione, tra la
carne ed il fuoco c’è solo l’aria. Richiede però un trespolo per tenere
sollevata la carne, quindi è culturale, come la pentola, che veniva
conservata di generazione in generazione. Anche la masticatura segue
delle regole. A bocca chiusa, semi aperta, aperta. Tanto che in Europa
si poteva capire da che paese provenisse una persona dal suo modo di
masticare, tipico della cultura di appartenenza. Così i bambini non
potevano bere il vino, non per ragioni sanitarie ma perché essendo loro
stessi di natura vivace abbisognavano di calma . per frenare le forze
interne Mentre i vecchi avevano bisogno di essere stimolati. E qui
arriviamo alle giovinette. Perché ci sono regole così rigide
nell’educazione? La ragazza modello è quella che ben controlla i propri
impulsi e desideri. Quando arrivava il mestruo le ragazze venivano messe
in un amaca fino a due mesi. Non potevano toccare nulla, esse erano
preda di violente agitazioni interne. Mangiavano cibi inerti e
stabilizzanti, ora scatolette e precotti. Noi portiamo il cappello per
farci caldo e per la pioggia, usiamo la forchetta per non sporcarci le
dita. Per altre culture, guanti, cappelli, cannucce per bere servono per
contrastare un’infezione emanata dal corpo. Non proteggono la purezza
interna contro l’impurità esterna: le buone maniere servono a proteggere
la purezza degli esseri e delle cose dall’impurità del soggetto. Ma
pensa te! Noi in compenso gli abbiamo sterminati. |
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VINO DENTRO
Fabio Marcotto
Edizioni Oppure 2001, pp62, L. 10.000
Bel libriccino del giornalista
altoatesino. Il protagonista è Mariano
Cuttin, insignificante impiegato
bancario. Un bel giorno, invitato dai
colleghi al bar Baccus, assaggia un
calice di vino bianco, sauvignon della
cantina trentina di La Vis, e decreta:
“Profuma di ortica!”. Bene, è il suo
primo assaggio. In breve diventa un
infallibile sommelier, stimatissimo e
richiestissimo in tutto il mondo. Non
solo. Ha delle doti di scrittore, anzi,
sorpassa qualsiasi altro giornalista
enoico: è veramente prodigioso nelle sue
accurate descrizioni dei vini degustati.
Non solo, le sue degustazioni sono
raccontate in modo originale, poetico,
futurista. Diventa popolarissimo ed
i suoi giudizi sono, nel mondo del vino,
considerati Vangelo. La sua nuova carriera è stratosferica! Beh, qualche
problemino comincia ad averlo. |
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Il fegato tende alla
cirrosi, il cuore si indebolisce e, non
ultimo, ha dei problemi al caro
attributo. No, non di erezione, tutt’altro.
Anzi, da pendaglio innocuo e docile, si
trasforma, poco alla volta, in una scura
e dura bottiglia! Non ci perderà certo
la testa. Continua imperterrito sulla
sua strada. Le sue descrizioni entrano
nella leggenda. Eccone una a proposito
del lugana di Sirmione;” questo vino è
il ricordo alato di un airone che si
posa sull’erba bagnata in riva al fiume
e si alza in volo nella pioggia verso il
mare che è un mare d’inverno nel porto
di Chioggia, vola sopra gli attracchi,
tra i pescherecci, accanto a una giovane
coppia che nell’alba cerca l’aria di
cozze e di nafta, sola e padrona del
giorno; questo è il lugana di Sirmione.”
Al Weine Meeting del millennio a New
York è nella giuria. Assaggia un
Sainte-Julien e così lo descrive:” E’ il
potente salto di un Sergeij Bubka in
menomate condizioni fisiche ai Mondiali
di Atene. Alla fine, al settimo
bicchiere in assaggio, si stiracchia,
muove le mani e la bocca, estrae il
pene-bottiglia ed emette un prolungato
scroscio di barolo! Bel finale. Libro
divertente, ironico e garbato. Scritto
molto bene e da chi se ne intende.
Cercatelo e compratelo: è indispensabile
per voi cultori! |
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ANDREA CAMILLERI
GOCCE DI SICILIA
Edizioni dell’Altana, 2008, pp94,€8,
Come suo solito, Camilleri non scrive
cose banali. Questi racconti riuniti in
elegante volumetto lo confermano. In
ogni racconto c’è una storia siciliana,
come ambientazione ed anche come
personaggi. Nel racconto: “Piace il vino
a San Calò” c’è la descrizione,
sorridente e precisa, della festa di San
Calogero, patrono di Agrigento. Ho
vissuto quella festa ed ho partecipato a
quella processione, con grande rischi
per la mia incolumità. Veramente il vino
corre a rivoli per le ripide viuzze
della città. I consumatori più accaniti
sono gli stessi devoti preposti a
portare il catafalco. Consegue che,
all’inizio c’è relativa sicurezza, col
passare del tempo e con le vie sempre
più strette, il periglio tangibile è! Vi
divertirete molto e comincerete a
studiare la possibilità di un viaggetto
ad Akragas. Mi raccomando: prima
domenica di settembre! Bon voyage! |
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DAVIDE OLDANI
LA MIA CUCINA POP L’arte di caramellare i sogni
RIZZOLI, 2009, pp.222, €16.00
Ecco il primo libro dell’astro nascente della gastronomia. Autobiografico ma anche ricco di suggerimenti e “trucchi” per diventare chef. C’è la sua storia di ragazzino
lombardo, curioso della cucina ed attento osservatore delle movenze della madre tra pentole e fuochi. La scelta è obbligata, la scuola alberghiera! Poi
l’apprendistato presso i numi della ristorazione mondiale, primo fra tutti Gualtiero Marchesi. Ma anche Michel Roux del “Le Gavroche”, eppoi New York,
Tokio, Montecarlo, al-Bahrain … Davide è un creativo, fare lo chef non gli basta. Tutto quello che ha imparato lo
soddisfa, anzi no. E allora inventa stoviglie e posate. Inventa il “D’O”, il suo ristorante. Si circonda di persone talentuose e parte per la grande
avventura. Un bel giorno arriva l’ispirazione ed un assaggiatore di rango: Bruno, buongustaio ed inoltre padre suo! Sarà lui la cavia. Gli prepara la, ormai ben nota, Cipolla
caramellata con parmigiano caldo e freddo.
Il commento è: “L’è bun”.E’ fatta! Nel giro di poco il ristorante
il “D’O” diventa luogo di culto. |
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Il
libro è pieno dei ricordi e dei desideri
del giovane Patron, e di amicizie. Per
non smentirsi, nella seconda parte
acclude una lunga serie di ricette
suddivise per stagioni. Nella sezione
cucina ne sono riportate una per ogni
stagioni. Non poteva mancare anche la
preziosa ricetta del risotto alla
milanese, in onore di Gualtiero
Marchesi, che, riverendolo, non aggiunge
la foglia di oro. Per palati curiosi
alla ricerca del nuovo, anzi, del pop! Le ricette si trovano in
CUCINA |
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ERICA BAUERMEIST
LA SCUOLA DEGLI INGREDIENTI SEGRETI
Amicizie, amori, promesse: Una scuola di cucina un po’ speciale. La ricetta segreta della felicità.
GARZANTI, 2009, pp.212 € 20
Tutto ruota attorno a quella parolina del sottotitolo:”FELICITA’”.
Fin da piccola, Lillian, si dedica alla cucina. La mamma, presa completamente dalla
lettura, passando direttamente dalla lettura delle fiabe ad alta voce, alla solitaria lettura di romanzoni. Ne è completamente assorbita: leggere diventa
assillante ed invasivo della vita delle due. La piccola dapprima sviluppa un interesse per il suono delle parole. Il loro senso musicale l’affascina.. La
mamma è ormai preda totale della lettura, la sua unica ragione di vita. La bimba rivuole la sua mamma, bisogna mangiare!Mentre quella, indefessa legge, Lillian si dedica alla cucina: è
sicura di recuperarla alla vita.
Allora deve usare tutta la sua capacità e sensibilità nella preparazione del cibo. Infinite sono le prove ed infiniti sono gli
ingredienti usati e sperimentati per risvegliare la madre dalla sua strana letargia.
Trova un valido aiuto in un’anziana messicana, Abuelita, che ha un
chiosco di spezie e specialità alimentari assai curiose. Le prove si
moltiplicano, |
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la mamma mangia e legge, non si accorge neppure
cosa contiene il piatto che ha davanti. Uffa! La piccola
non demorde! Continua la sua ricerca di
sapori che la ridestino alla vita reale. Piano, piano,
qualcosa avviene. Alle volte un commento
o una domanda arriva. Sono ricordi che,
vaghi, si vanno risvegliando. Per essere
felice devi sapere chi sei! La
consapevolezza: questo è il segreto. Poi
lo scoprirai negli altri. Diventata
ormai grande, Lillian ha un’abilità
diabolica in cucina, cosa c’è di meglio
che metterla al servizio di tutti? Apre
un ristorante, piccolo, grazioso ed
accogliente. Non si accontenta, vuole
mettere al servizio degli altri l’arte
che lei ben conosce. Risvegliare, con il
cibo, la felicità che ognuno ricerca!
Apre una scuola di cucina, corsi serali
per gruppi di quindici persone alla
volta, e la cucina sarà a loro
indirizzata.
Il romanzo è questo
racconto, di sapori, odori, ricordi,
gusti, immagini creati per ognuno degli
“studenti”.
Di ognuno la Chef si prende
cura e cura sentimenti e corpi, ne cura
l’anima. Ogni capitolo è
dedicato ad un allievo, ne racconta la
storia, le vicissitudine, le difficoltà
e gli entusiasmi. Conoscenza e
consapevolezza. Mangiare non solo per
vivere ma per vivere meglio. Certo noi,
meglio degli americani siamo abituati,
niente vassoi surgelati già pronti,
paninacci in piedi al bar. La scrittrice
ha abitato per due anni in Italia e ciò
le ha letteralmente cambiato la vita.
Leggetelo e divertitevi, alla sezione
“cucina” alcune delle preparazioni
proposte agli allievi. Ricordatevi
sempre: CONSAPEVOLEZZA! Mangerete e
vivrete meglio! |
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CHIARA FRUGONI
DA STELLE A STELLE
Memorie da un paese contadino
Editori Laterza, 2003, pp. 172 €18
Questo è un libro di storia. Storia
delle tradizioni popolari, storia delle
devozioni, storia dell’agricoltura,
storia di una comunità quasi
completamente isolata. Storia di persone
che sono nate, cresciute e morte a Solto,
un piccolo paese a mezza costa, sopra il
lago d’Iseo, dove è nata l’autrice,
insigne medievalista.
Economia di sussistenza, sopravvivenza:
una mucca o due per il latte ed il
formaggio, a volte un maiale. Poca terra
da coltivare, a granoturco e frumento,
castagne da raccogliere. In tutto due o
tre pertiche, una pertica circa 2000
metri, la fienagione. Si mangia polenta
con il latte. Alle volte qualche
pescetto, il pane solo alla domenica, e
fichi secchi e noci. E lavorare,
lavorare: il titolo si riferisce
all’inizio ed alla fine della giornata
lavorativa, sempre col buio. Pagine
struggenti. C’è tenerezza e
partecipazione e incredulità per quella
vita durissima a cui tutti
quotidianamente erano abituati. La Grande Guerra
fu la tragica occasione per questi
montanari di allontanarsi ed incontrare
altre persone ed altre usanze.
E veniamo alla vendemmia: pensate un po',
i padroni volevano che tutti cantassero
durante quel lavoro. Occomemai? |
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Ma perché
così non potevano mangiare l’uva! I
cesti pieni di uva venivano rovesciati
su di un graticcio, le donne più anziane
controllavano e ripulivano i grappoli. E
cantavano. Poi i mastelli venivano
portati in cantina, ogni giorno il
raccolto era di 7 o 8 quintali, qui
iniziava subito la spremitura. Piedi
scalzi e braghe fatte su. Ci voleva
mezz’ora per ogni tino. Le uve pigiate
venivano messe a fermentare nelle botti
a cui via via si aggiungevano le nuove
uve. Restavano nella botte una decina di
giorni. Le vinacce venivano
ulteriormente strizzate per non lasciare
nulla. Poi il loro succo andava a
mescolarsi con quello della botte dove
rimanevano a fermentare fino a dicembre
quando finalmente si poteva assaggiare
il vino nuovo .Il prodotto finale era un vinellino
a basso tenore alcolico. Sette od otto
gradi, con forte sentore di aceto. Non
si badava alla qualità ma alla quantità
e sulla porta della cantina si metteva
una frasca: segno che c’era il vino! Con
le vinacce si faceva anche la grappa con
pentoloni ed alambicchi molto
artigianali. Alla fine la grappa doveva
essere, per essere buona, profumata,
limpida ed avere una corona di bollicine
sulla superficie. Veniva usata con gran
parsimonia, per scaldarsi e come
medicina, anche per i bambini, e chi
poteva pagare un dottore, che veniva
chiamato solo in caso di prossimo
decesso.
Questi erano i nostri padri, afflitti da
perenne povertà e miseri achea leggere
oggi sembra impossibile. Come
riscaldamento una pecora nella stanza
comune, un paio di sedie e al mattino,
alla cinque, la prima Messa, che quando
c’era la caccia, si anticipava alle
quattro:i il Prevosto gran cacciatore! E
tutti in chiesa, perno della vita
sociale. Beh, si ha un bel dire sui bei
tempi andati, leggere per credere.
Secondo gli storici nel medioevo
l’apporto calorico pro capite era
maggiore! La guerra pensò bene di
sterminare questa meravigliosa umanità
che stava risollevando la testa. In ogni
paese d’Italia, anche nel più piccolo,
leggete le lapidi con i nomi dei caduti
in guerra, sono liste, divise
rigorosamente per grado, interminabili:
una strage mai abbastanza ricordata. |
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MARINO NIOLA
SI FA PRESTO A DIRE COTTO
Un antropologo in cucina
IL MULINO 2009, pp147 €12
Il primo concetto fondante è che ogni
cucina ha la sua gastronomia. E’
completamente assurdo confondere la
gastronomia, che specialmente in
occidente ha assunto forme di
specialisti assurdi ( fois gras, coulis
di crostacei,sorbetto di carota ed
ostriche …) con la cucina, sempre basata
su di una fisiologia del gusto che nulla
ha ad invidiare ai tavoli coperti di
broccati ed impreziositi da cristalli ed
argenti. Ricordiamo la trasformazione di
umili ingredienti trasformati da mani
sapienti in prelibatezze oggi ricercate:
la minestra di pane, la pappa col
pomodoro, gli spaghetti all’amatriciana,
il baccalà mantecato. La nostra
coscienza culinaria, l’imprinting,
incancellabile, della nostra memoria.
Questa memoria continuerà a rievocare
questi antichi sapori che ci
riporteranno al desco infantile,
saziandoci, deliziandoci e
rallegrandoci,ogni volta come se fosse
la prima. Come diceva il
vecchio Nietzche, prima di rincoglionirsi definitivamente, “il buono della
memoria è dimenticare” |
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ed il piatto di minestra
di pane è lì proprio per rinnovellarla! Che dire poi del
pane, base della civiltà. I romani
chiamavano “barbari” coloro che non ne
facevano uso. Tutte le culture antiche
celebravano la primavera come rinascita
della “Madre Terra” che avrebbe ridonato
all’uomo i cereali. L’etimo della parola
compagni derivava dal latino “cum panis”
proprio per sottolineare l’importanza
della condivisione di questo basilare
alimento. Via di questo passo,
divertente ed erudito, l’Autore fa una
carrellata sui vari cibi e sulla loro
storia, sociale ed economica. Ed ecco,
nel 1585 l’arrivo dei semi della
cioccolata, usati, data la loro
importanza, come monete. E la cioccolata
cambierà la vita, prima delle corti
europee e poi, fattasi democratica
grazie alla permissione del suo uso nei
periodi di astinenza da Pio V, di larga
diffusione e somma soddisfazione. Dà
energia, fortifica il morale ed è anche
afrodisiaca! Oggi purtroppo, è uno degli
alimenti messi all’indice: fa male!
Sebbene sia piena di flavoinoidi,
antiossidanti e teobromina,
euforizzante. Il buon Linneo, nella sua
classificazione la chiama teobromina
cacao che è esattamente la traduzione
dell’antico nome che i popoli amerindi
gli davano: “cibo degli déi”. Non manca
la storia del sale, anche lui,
poveretto, attualmente all’indice. Ha
accompagnato l’umanità nella sua storia,
per la conservazione ed il consumo dei
cibi, pesci e carni, condimento e
prezioso medicamento Ricco di valenze
religiose e sociali, la parola “salario”
deriva dal sale, poteva essere di buon
auspicio medi cattivo il suo cattivo
uso, versare il sale. Plinio, nella sua
“Historia naturalis” prescrive l’uso
degli antidoto “cum grano salis. Senza
sale non c’è gusto, e bisogna averne
anche nel capo! E serviva per la
salatura e la stagionatura del maiale,
all’indice anche lui! Ma pensate al
Carnevale, alla festa di S. Antonio
abate, protettore del porco, da cui i
monacelli estraevano lo strutto per
l’unguento per curare “il fuoco di S.
Antonio” Salsicce, sanguinaccio,
prosciutti esalami: non si butta niente,
beh, buttava. Si parla di frittura, di
cipolle e carciofi, peperoni e
maccheroni, limoni e cotture varie.
Pieno di dissacrazioni, ricchissimo di
notizie ed aneddoti, di umorismo e
saggezza. Tenere sempre sul comodino e/o
sulla tavola! |
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IL GUSTO DEL DELITTO
VARI AUTORI
LEONARDO PUBLISHING 2008, pp238 €15
Pubblicato da un’idea e con il sostegno
dell’Assessorato all’agricoltura della
Regione Emilia Romagna. Sono racconti
gastronomici, nel senso che delle varie
prelibatezze regionali ogni autore ne
descrive con cura ed amore le
peculiarità, i gusti, le tradizioni e la
storia. Ogni specialità alimentare è
descritta nel contesto di un racconto
giallo: delitti ed efferatezze
condiscono piadine e mortadelle, l’odore
della cordite degli spari si mescola al
profumo degli sbuffi del lambrusco. Non
manca l’aceto balsamico ed il
parmigiano, sangiovese e salame Felino.
Tutti gli autori. Sono insigni
giallisti, rigorosamente emiliani e con
alle spalle produzioni di tutto
rispetto. Così si imparano a conoscere
specialità alimentari di nicchia, tipo
le patate di Tolé, francamente mai
assaggiate, la cui “morte sua” è la
cottura sotto la brace. Trattandosi di racconti
di autori molto diversi, non sempre si
raggiunge suspense e brividi ma una gran
voglia di mangiare i veri
protagonisti.
Per amore al libro ed ai
prodotti amorosamente raccontati,
riporto i nomi dei partecipanti: |
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Eraldo Baldini, la piadina.
Danila Comasta Montanari, il parmigiano
Marcello Fois, il formaggio di fossa
Licia Gianquinto, le pesche
Carlo Lucarelli, il salame Felino
Loriano Macchiavelli, l’aceto balsamico
Valerio Massimo Manfredi, l’aceto
balsamico
Gianni Materazzo, le patate di Tolé
Maurizio Matrone, il sangiovese
Giampiero Rigon, la mortadella
Sandro Toni, il pignoletto
Valerio Varesi, il maiale
Grazia Verasani, l’albana
Simona Vinci, i maiali
Francesco Guccini, il lambrusco |
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ROBERTO CIPRESSO –
GIOVANNI NEGRI
VINOSOFIA
Una dichiarazione d’amore in 38
bicchieri
PIEMME 2008, pp. 398 € 19,50
Ebbene, ecco un libro che racconta la
storia del vino, dei vini, dei vigneti.
Delle persone che amorevolmente e
duramente se ne sono occupati ed hanno
trasmesso questo amore, questa passione
a tutti gli uomini, giacché l’uso del
vino è pressoché universale. Ogni
capitolo tratta di un vino diverso e
quindi di una diversa storia, di luoghi
diversi e di persone diverse. Alla base
della VINOSOFIA sta il concetto che il
vino va bevuto non per dimenticare bensì
per ricordare. La terra stessa apre a
noi, curiosi ed attenti la sua grande
diversità, armonia, capacità e
misterioso cambiamento, ricco di
fascino. E’ da questa profondità e dal
rispetto che ne consegue che devotamente
ci accostiamo a questo volume. Ogni capitolo narra di
un vino, della sua storia ed origine,
del lavoro e sacrificio che ha richiesto
il suo nascere nel corso della storia: i
suoi travagli, cambiamenti, sofferenze e
riconoscimenti. |
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Si comincia con il TEMPRANILLO gustato
da un giovane Hemingway alla festa di
San Firmino.
Segue la FALAGHINA che deve
il suo nome alla lunga asta che sorregge
la vite, simile alla “phalanx” dei
soldati romani. Non manca il COGNAC con
il motto di Sir Winston Churchill: “La
mia regola di vita è berne prima,
durante e dopo”! Lo SYRAH, che è alla
base del potente Hermitage, vino
prediletto dagli Zar, ribattezzato in
Australia SHIRAZ. Il BARBARESCO, nome
del paese delle Langhe dove viene
coltivato, da bere in assoluto silenzio.
L’AMARONE con dedica all’amore eterno
come quello narrato da W. Shakespeare
proprio a Verona, quella zonache già i
romani chiamavano Vallis-polis-cellae
per le numerose cantine presenti. Lo
CHAMPAGNE, con il suo consolidato
connubio con l’eros, e la religiosa
attenzione che richiede. Come i vini di
FRANCIACORTA, cresciuti attorno
all’Abbazia cistercense di Rodengo
Saiano, fondata nel 1050. Pensate un
po’: lo champagne è a 4,5 atmosfere,
queste bollicine sono a 6! Il MOSCATO,
da muschio, il vino più esportato
d’Italia. La parte dei vini frizzanti si
chiude con il PROSECCO, vino veneto per
eccellenza. Arriva, dopo lungo viaggio,
lo ZINFANDEL, che deve la sua fortuna
all’enologia americana ma già presente
nel vecchio continente, conosciuto come
PRIMITIVO DI MANDURIA. Il MADERA, amato
da Rossini e Napoleone. Sempre dal mare
arriva il CINQUETERRE, con il suo
prodigio di paesaggio architettonico e
la dura fatica della vendemmia.
L’avventurosa storia del PINOTAGE,
impiantato nelle terre del Sud Africa da
profughi ugonotti, Il MALBEC e la sua
fortuna in Argentina. Il BARBERA, o la
BARBERA? Il LAMBRUSCO, champagne rosso,
amato e bevuto a tutte le tavole,
celebrato da un monumento alto 12 metri
e largo 6, con 240 chicchi di vetro di
murano. Arriviamo al CABERNET SAUVIGNON
che nella terra del bordolese raggiunge
le sue vette più alte. Ed il MERLOT,
proprio lì vicino, con il Chateau Petrus
a 24.000 euri
alla bottiglia
d’annata. Il PORTO spagnolo e la MARSALA
siciliana. Il VIN SANTO toscano
accompagnato dal CHIANTI col suo mitico
fiasco impagliato. Il SAUVIGNON BLANC
che deve alla Nuova Zelanda il luogo
d’elezione grazie al lavoro di Romeo
Bragato da Conegliano. Il TOKAJI,
attenti a come si scrive, ormai solo
ungherese. Il RIESLING, la cui quantità
di zuccheri determina la qualità, il
massimo l’ Eiswein, fatto con grappoli
lasciati ad appassire sulla vite e
vendemmiati d’inverno. AGLIANICO,
prediletto da Federico II di Svevia.
Ed
il NERO D’AVOLA, culla tra Avola e Noto.
Il PORTO che va bevuta a tavola.
Garibaldi.
E cosa c’entra costui? Ma è
grazie alla presenza dei magazzini
stracolmi di porto a Marsala che gli
inglesi riuscirono a convincere i
Borboni a non cannoneggiare la navi al
porto. Lo CHARDONNAY, prodotto in tutto
il mondo: all’ultimo concorso erano
presenti 953 campioni di 39 nazioni. Il
CABERNET FRANC, ovvero Cheval Blanc,
vedi il film Sideways. Il re dei vini,
il vino dei re: il BAROLO! E il
BRUNELLO, Biondi-Santi, il nume
tutelare. Si finisce con il PINOT NERO,
su tutti la tenuta Romanèe Conti
Qui si concludono
in magnificenza i nostri assaggi. Ma
mille sono gli aneddoti, i racconti, i
personaggi di questo insaziabile tomo, e
noi con lui! Finiamo con una citazione
dai “Carmina” di Orazio: “ Nessun albero
pianterai prima della sacra vite!”
Naturalmente la citazione è tratta dal
libro! Talmud e Sumeri, Bonifacio VIII e
Ippocrate, Fibonacci ed Hammurabi…
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ANTHONY BOURDAIN
AVVENTURE AGRODOLCI
Vizi e virtù del sottobosco culinario
Feltrinelli-Traveller 2006, pp 295 €
16,00
E’ uno CHEF! Il Tony! Bravissimo!
Ricercatissimo! Ristoranti di ultra
lusso lo adorano. Eppoi va in TE-VE, ci
ha una rubrica di cibi e di come si
cucinano, che sapete fare anche voi. Ma
iddu fa il fegato della rana pescatrice,
il Pho, il Sushi Edomal, il Teriyaki,
midollo di tonno al caviale, cannelloni
ripieni di tartufo nero, midollo di
vitello ripieno di cervello di coniglio,
pollo tikka, montone mysore! Eh, eh, chi
capace è? Eppoi che cosa sono? Se sa no.
El trabajo è duracino ed isso deve bere
assaje. Vodka, wisky,martini, tequila,
sakè, vermouth… Tutti gli vogliano bene!
Dice le parolacce, cazzo, culo, fregna e
anche delle altre. E’ bello, bravo e
buono, beh, buonino:
La TE-VE lo manda a giro par magnar!
Brasile, Messico, Ecuador, Spagna, G.B.,
Francia, Malesia, Singapore, Cina, New
Orleans, Thailandia, Vietnam. (No, alla
Penna no, per ora…). Tutto bello che pagaho:
albergo, viaggio, cibi, ciboni. Liquori, sigarette, carta igienica, aspirine,
preservativi. |
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Eh, è una bella vita! Ci
ha una erezione quando mangia ventresca
di tonno e wasabi. Una cena tipo: astice
saltato con cetrioli e tempura di
granchio. Un disco di toro denso come
una purea con sopra una montagnola di
caviale osetra, poi un boniz in germogli
di ravanelli, indi brodo per intingere
fette di fois gras e aragosta. Poi il
resto non se lo ricorda, era bell’e
briaho. Una volta gli pagano una
settimana su una nave per miliardari,
ResidentSea, lunga 196metros. Cabina da
300 metri quadri. Vi è il teatro, 4
ristoranti, bar tantissimi, biblioteca,
centro congressi, casinò. E ci deve
scrivere un articulo! Poi va da Andrià.
Per fare un ovo ci vogliano 65 minuti,
poi va laccato al caramello e poi
rivestito con una foglia di oro, no di fiho. Caro el nostro Tony, ha trovato,
pur essendo una mierda,la sua via! Noi
siamo merdosissimi eppure solo
sentierini fangosi e/o acciottolati
accidentati. Noi hamo bruciori allo
stomaco, steatosi epatica, la capa che
sembra un balon … E abbiamo mangiato una
pizza cartonosa e una birretta tiepida.
Ve la fate portare a casa che così
quando piangete non vi vede nessuno!
Grande paese l’Ammerica, quasi quasi..
Alla voce
cucina c’è qualche ricetta,
prima il mutuo, me raccomando! |
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JAMES
HAMILTON-PETERSON
CUCINARE COL FERNET BRANCA
e/o edizioni 2005, pp 286 - € 16,50
Lettura molto
divertente, libro che leggerete,
dall’inizio alla fine, in una di queste
caldissime notti.
La trama: Gerald
“Gerry” Samper è uno ghostwriter
inglese.
Si guadagna da vivere scrivendo
le autobiografie di famosi sportivi,
ovviamente incapaci a farlo da soli,
forse a scrivere la data, si. In più si
diletta di cucina creativa e/o lenitiva
e demenziale (english tradition?).Per
poter lavorare in tranquillità acquista
un casolare disperso sulle alpi Apuane,
sopra Forte dei Marmi. Ahimè, la
delusione è grande! Scopre che il
casolare accanto è abitato. L’ha
comperato Marta, un essere informe e
larduto, proveniente da un piccolo Paese
dell’ex Unione Sovietica., la Voynovia.
Fa la musicista di mestiere, oltre che a
tracannare il Fernet, ed ha avuto
l’incarico dal famosissimo regista
italiano, tale Pietro Pacini di scrivere
la colonna sonora del prossimo film. Gerry canta a squarcia gola delle arie da
lui ritenute di Puccini: fanno schifo. |
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Ma la vita riserva
qualche sorpresa: saranno proprio queste
stornellate stonate a dare l’ispirazione
alla strana profuga. Il Pacini è
entusiasta! Vuole che visiti il set, una
villa abbandonata, sulla spiaggia,
risalente ai tempi del duce. Il titolo è
“Arrazzato”, e dopo vi spiego perché. E’
la storia di una comunità di hippies,
ecologisti,che vogliono ritrovare nella
pesca antichi valori di fratellanza,
condivisione e felicità.
La vicina
convivenza tra i due strampalati eremiti
è resa possibile solo dal consumo
industriale del Fernet.
La vita di Marta si
ammanta di mistero con via vai di
elicotteri, solo di notte, e macchine di
gran lusso. Anche Gerry partecipa alle
riprese del film. Nota, con sagacia, che
la critica sociale all’ambientalismo dei
giovani trattasi in realtà di poter
esplorare, collettivamente, le proprie
zone erogene per poi agire alla grande
E’ un film porno!
Durante le riprese
notturne, tra orge e fuochi d’artificio,
succede il disastro. Esplode un deposito
di fuochi in un boato terrificante: le
comparse sono quasi incenerite, il set
distrutto. Al buon Gerry, non resta
altro che il ritorno a casa, ha sempre
la sua vicina balorda armata di fernet!
Al mattino si svegliano insieme. Oddio!
Cosa sarà successo? Chissà …
Alla sezione
cucina
alcune ricette del travagliato Gerry,
per decenza ho tralasciato le “Cozze al
cioccolato”, la “Lontra in salsa di
scampi” e la “Torta aliena” a base di
gatto affumicato!Indicazioni circa
la comprensione del titolo del film.
Cito
testualmente:”Le ragazze entrano in uno
stato di esaltazione erotica e si
mettono ad usare i razzi di segnalazione
nei modi più sconci (donde il titolo del
film). Un gabbiano morto trovato per
caso viene messo allo spiedo sul cazzo
eretto di qualcuno, con le ali aperte da
entrambi i lati a simboleggiare il
volo”.
Pag. 271.. |
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RUTH REICHL
CONFORTATEMI CON LE MELE Ponte alla Grazie 2005, pp344 € 15
Lettura divertente, irriverente ed
istruttiva. Siamo in una comune della Repubblica
Popolare di Berkeley, California. Mobili accuratamente sfondati,
altri riciclati altri ancora demoliti. Per gli abitanti
due fortune insperate: affitto quasi gratis e la
magnifica Ruth Reichl. Lei si occupa del pranzo e della
cena, del bucato e delle pulizie. Rigoverna e
apparecchia la tavola (?). Il marito, c’è anche lui, fa
lo scultore. Ha diritto al micro garage ma in compenso
fa un macro rumore di seghe. Gli altri fanno lavoretti:
tagliare erbette sul terreno, piantare chiodi, sedere,
stare, bere aiosa calcedonio boccioni di vino velenoso.
Però mangiano solo cibi biologici, macrobiotici,
ayurvedici, vitaminici, mineralici, evacuantici,
tantrici. Per quei quattro smandruppati di bona bontade
cibi prepara. La cara Ruth contenta non è! Jssa è cuoca
di grande valore!
Ma anche gli sfigati ve la possano
far: veglia su lei Padre Poldo. Ma nulla resta impunito! Un giornale locale, la Literatura Gazeta, ha bisogno di
esperta fur pagina de recension nutrimental, popolar, proletariat, plebea. |
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Ella accetta el trabajo ma i flore
sons no i vol: sunto borghese t sfruttator che vant a
magnar in trattoria! Ma issa la dixe:”Yesse!” Sunt in
Ammmerika! E la vida cambia! Kompagna Ruth! Guattrini,
trattorie con seggiole e/o tavolini. Ma eppoi? Incontra
un panzone magnone lubrico, critico di cibo e la fa
scrivere su la Pravda!! Angoris plus guattrini e… l’AMOUR
TOUJOUR! Lei ama el vecio marxista-leninista! Et codesto
hosty la porta dinto osteria de LUXO et no fumose e
tossiche usine cum omani all’opra chini: essi si chinino
su cibus de aristocrazia antiqua!.Cambia journal! Ora va
a SVEDA de San Petersburgo Petersburgo! Pagine
platinate! Ma…anche los ricos piangano cumme agnellini
sgozzatiet sanguinosi! L’infido panzone trotskista si
sposa con femmina ripiena de guattrini. Ke dolore al
petto! Et anche giù per el bracio (a pugno chiuso).
Capitalista di mmierda! Chiddu fimmina la continua ad
scrivere di toki de porco in gratella (el mus, i bal, la
coa).E tocheti de can e lucertoloni bolliti, nella sacra
terra di Sigr. Mao! Anche di insalata, rognoni, trippa,
coda alla vaccinara, lampredotto al sugo di pontego. Tuti content, contenton! El successo el xe ni il mundo
nella sua interezza. Dalle stalle allo stallatico!E
todos mundos el vol jssa, anche la TeVe! Felicità tiene
copiosa! En plus tromba come on armadillo cum omo
guattrinosone! Scribe libri et dictionnari e tomi e
biglietti: hogni hosa!
Leggete el libro el xe pleno de
ricette, provatele.
Alla sezione cucina alcune!
P.S. Il titolo completo del libro è
“confortatemi con le mele, sostenetemi con focacce di
uva passa, confortatemi con le mele, perché io sono
malata d’amore”. E’ una citazione dal CANTICO DEI
CANTICI.
P.P.S. el vecio trippone
ex-leninista che fine fece? Non ci è dato sapere.
Indagherò! |
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BEPPE SEBASTE
PANCHINE
Come uscire dal mondo senza uscirne
Pp 177 € 9,50 - Editori Laterza 2008.
Di vino non c’è traccia. Di vino ne scorre un fiume! Questa è la panchina, segno
di cultura, di intelligenza, di tenerezza, di ospitalità. Avamposto di civiltà,
cura dell’utopia, viaggio immobile. Riparo all’ingiuria, aiuto devoto,
accoglienza e ristoro. Nel nostro cuore, immancabile, alberga o più. Nel nostro
ricordo panchine punteggiano come stelle, notti. E giorni. Nel ricordo quante
panchina, quanti panini, quanto vino. Quanti giornali, quanti libri. Sedersi
sulle panchine è gratis! E’ una vacanza, è un osservatorio privilegiato sulla
società, così si fa sociologia. Così si poesia. E qui Beppe riporta alcuni versi
dell’”INFINITO” di Leopardi, già il titolo.
Tutti sappiamo dell’arrivo dei barbari ma meglio chiamarli distruttori di
civiltà.
Hanno iniziato la
devastazione a Trieste (Trst), città di antica cultura e di confini. Hanno
segato le panchine!!! |
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Si è rischiato la sollevazione
popolare! Ragazzi dei centri sociali e
borghesi incravattati hanno
protestato duramente. Anche l’attore Marco Paolini
si è unito alla protesta: “Non credo che sia
un caso che tolgano le panchine dove stare a
gratis e le mettono nei centri commerciali”. Le panchine sono l’unico
posto gratuito delle città: hanno un valore
d’uso per tutti e per ciascuno, dice Beppe e
come contraddirlo? A Roma la sua preferita è
nel Giardino degli Aranci all’Aventino. Poi
all’Orto Botanico ed il cimitero acattolico,
seduto tra John Keats e Gregory Corso. Eppoi: a Parma,
spocchiosi eredi di Maria Luigia non gliene importa.
Meglio Reggio Emilia, consigliate quelle di piazza
Fontanesi, dove c’è il progetto di installare le stufe a
fungo e prese elettriche ad energia solare per i
computer. E quelle lungolago a Como? Frank Nuovo,
responsabile del design dei telefonini Nokia, gli
chiedevano: come nasce la creatività. Lui suggerisce di
lavorare all’aperto, magari seduti su una panchina in
riva ad un lago. Il libro ha formato tascabile, da
leggere seduti su una panchina. Fortunatamente ce ne
sono ancora tante: fotografatele! Aggiungete i vostri
pensieri che lì avete avuto. La compagnia che avevate…
Un abbraccio a Beppe per questa amorosa, partecipata,
brillante, dottissima e un po’ nostalgica guida
spirituale. Andiamo a sederci su una panchina, magari
qualcheduna segnalataci dal grande Beppe. Un panino ed
un fiasco di vino. Chianti. Impagliato si protegge dagli
imprevedibili urti. Eppoi ha la base larga, si appoggia
bene! |
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Yasuda kan |
Venturino Venturi |
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L'infinito
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare »
(Giacomo Leopardi)
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DOMENICO PAQUARIELLO ANTONIO TUBELLI
Leopardi a tavola Pp 190 € 18
Fausto Lupetti Editore
James Leopardi da il borgo nativo,
Rehanati, ii in Nappule Stad with amiho
suje, Tony Ranieri in tel 1833. Malaho
erat et aire du mar fait bon assez! The
salud por esser bona el gà da magnar: Salumos, jambon, hapihollo,
hasciohavallo, provulon, happeri. Hogni
hosa! El magnava comme on suin! El gera
content! Contenton! Dinto o libro
ricette and istoria di autores and amigo
cuogo. Tuti i magna at facias of James,
qui at house of Vater soje ii when
stabat in seggietta for facere hosa si
faciet kosty! Cibus von Nappule non
bonus pur jss!
At cucinas ricette di I Leopardus, no
stè a provarle, pour vous reientro in
hasa fhater est facile, mais de morto!
Di el bon Leopardo ligè le so mots: fur
corazon el xe life und Leben! Nos somos
ennamorados di Kompagno Jacob! Tuti i dì
Trinkspruch por the big poetry. Cum wein
Lacrima Christi, nous llorar et fur
Giahomino it erat el megio!
Prosit Pronobis! Alla
cucina le
ricette del bon G.L.
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Biografia sentimentale dell’ostrica
Neri Pozza Editore 2005 €12 pp127
Siete amanti delle ostriche? Non ve ne
frega nulla delle ostriche?
Ebbene per entrambi questo libro è stato
scritto, è fatto per voi!
Ricette a iosa, anche aneddoti
culturali, sociali, storici, tutti
divertenti assaje. Par example
sapevatovi che una ostrica ingurgita da
5 a 25 litri di liquido acquatico
all’ora!!!! Ma quale FERRARI di merda!
Solo acqua pulita e a 25° gradi, meno
dell’angolo retto. E così mangia. Noi
invece le mangiamo crude o in zupponi,
in brodo. Con pane nero imburrato e una
goccia di limone, come io le preferisco.
Al forno.
Fritte. Sono nutrienti! Sono strapiene
di O, H, N, vitamine, fosforo che fa
bene per quel cerebro che vu vi
ritrovahe! Louis XI, re regnante di
Franchreich suol, obbligava, siamo ni il
anno 1461, che tutti i professori di la
Sorbona magneno almeno 100 ostriche al
dì. Vanno adagiate su il
ghiaccio e eppoi afroditiche son! I Signori professori trombavano emettendo parole
in sanscritto e/o in greco. Voilà!Cicerone
ne era ghiotto, anzi gli facevano
schifo, ma per una orazione una cosa non
si fa!
Ma cosa ci beviamo con codesti frutti di
il mare? Gli Mericani ci |
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bevano la birra. Noi no. Ci beviamo un cabernet franc d’
Aujou, il rosè più longevo di il mondo,
ma c’è qualcuno che lo sa? Non
credo. Ci beviamo anche una grappa alla
torba, come aperitivo. Et allora dotte
concioni und argute elucubrazioni per
tutta la cena. Arte, filosofia, storia,
metamatematica, cosmologia saranno gli
argomenti di gran lunga più approfonditi
e sezionati. Godel, Gay-Lussac e C.
Lombroso. Il giusto sonno che seguirà ci
colmerà di viaggi e sogni …. Che è la
vita? Un’illusione, solo un’ombra, una finzione … La vita è un sogno e i sogni …
sogni sono.
Pedro Calderon De La Barca (1600-1684)
P.
S. La barca, di il nome, serviva per
andare ad ostriche!
iche son |
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Gaetano Cappelli
STORIA CONTROVERSA DELL'INARRESTABILE FORTUNA DEL VINO AGLIANICO NEL MONDO
Marsilio Editore 2007, pp
189 - € 16
Un bel romanzo, scritto
bene.
Eppoi, finalmente, c’è una
storia ed anche bella.
Purtroppo il grande vino Aglianico salta fuori solo
dopo pag. 145.
Il buon Riccardo è
stretto da un paesino
sperduto e da studi
antropologici di cui a
nessuno importa un fico. Da
una moglie presa da
tutt’altro e da ben tre
figlie da accudire. Ma il
destino è in agguato!
Incontra un suo vecchio
compagno di scuola, oramai
diventato multi-miliardario.
Come ha fatto?
Beh, ai tempi
dell’appropriazione
proletaria, lui scassinava
le casse…
Poi investimenti
vari… |
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Mah! Costui lo incarica di far
mettere i vini da lui
prodotti nella empirea lista
dei top wines del fetuso R.
Parker: i cento vini
migliori del mondo! Niente
di più facile: il buon
Riccardo, in età giovanile,
ha avuto una travolgente
storia d’amore con Chatryn
Wally Triny! Di chi trattasi
costei? Ma è Magister
Bibendi del truce R. Parker!
Basta dunque una
telefonatina ed una DS
spider procurata dal riccone
con cui andare all’aereoporto
ed accogliere la bellissima
avvinazzata. Tutto va per il
meglio. La Signora è affetta
da una forma estrema di
ninfomania, ottimo. Ma alla
lunga anche gli eroi Greci
debbono rinfoderare la
spada, per ora. Gite per
cantine a trangugiare e
pellegrinaggi ai luoghi
della giovanil passione. Tra
una rara pausa e una feroce
copula inventa il nome per
il vino del non meno trucido
riccone vinaiolo. Ebbene:
CARATO FEDERICIANO! In onore
del grande imperatore
Federico II°, detto stupor
mundi, che proprio qui in
Basilicata aveva uno dei
suoi numerosi castelli,
quello di Melfi. Ma il
diavolo fa i bottiglioni e
non i tappi: di plastica o
di sughero o a corona o a
vite. Insomma punti tappi!
Cosicchè la fedifraga,
avendo mangiato la foglia di
vite ed un vigneto intero,
mette si l’Aglianico nella
lista dei top 100, ma quelli
della concorrenza. I sogni
di Riccardo vanno a farsi
friggere e l’amico ricco gli
dà nel cul pedata
tremenda. Fine del suo
tentativo di fuga dalla sua
bella, bellina, regione. E
qui tornerà con occhi
diversi e sguardo sognante.
I colli, i castelli, gli
affetti gli appaiono nuovi e
desiderabili, impossibile
rinunciarci. Al supermercato
ci compriamo un cartone di
Aglianico, è buono e non
costa caro. La prima la
sorseggiamo. Pensiamo a
Riccardo.
Infine del mondo sappiamo
qualcosa di più: l’Aglianico
è proprio buono!
Prosit Pronobis!
P.S. Per saperne di più sul
demonio R. P. leggere qui
sotto la recensione a “I
nuovi barbari” di Alessandro
Baricco.
Tra l’altro, l’anno scorso si era
assegnato la vittoria un
Brunello di Montalcino, Cà
de Neri. Quest’anno nei 100
vini punti brunelli …Occomemai???
Eppure sono assaggi alla
cieca … |
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Maria Angela Rossi
Teoria e tecnica della pappa col
pomodoro
Mauro Pagliai Editore
2008, pp61, € 61
Manuale di antropologia
gastronomica toscana. L’autrice si
diverte e ci diverte con i suoi racconti
d’infanzia in una numerosa famiglia
fiorentina. Si diverte e ci diverte con
filastrocche, scenette di vita di
quartiere e pensieri che ruotano attorno
ad un tavolo di marmo con tovaglia
bianco e rossa attorniata da moltitudine
di bocche vocianti presto zittite dalla
pappa che arriva. Naturalmente è
riportata anche la ricetta, quella
canonica ed anche alcune varietà che
bisognerà provare (vedi cucina). Non
poteva mancare il personaggio di Gian
Burrasca, inventato da Vamba. E la
trasposizione televisiva di Lina
Wertmuller con le musiche di Nino Rota. E’ del 1964!! Tutti ricordano l’inno:
Viva la pappa col pomodoro, viva la pappa pappa col pomo, pomo, pomo, pomodoro, viva la
pappa pappa ch’è un capo po po po po po lavoro!Cantata da una giovinetta Rita
Pavone! |
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La cucina è un luogo di creazioni dove l’immaginazione
deve essere lasciata libera … c’è anche la ricetta della pappa
con le cozze!
Anche noi mettiamoci di buzzo buono,
chissà. Il libro è imperdibile e lo
sguardo che getta in una cucina
fiorentina non può non stimolarci a
nuove incursioni in quelle ricette.
Magari la minestra di pane … L’
abbinamento con il vino non è facile. Io
ci metto un vin rosè, in Toscana non ne
mancano di strepitosi! Prosit Pronobis! |
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Muriel Barbery
ESTASI CULINARIE
Edizioni e/o 2008, pp145 € 15,00
Trattato, per dire,sulla memoria. In particolare quella
olfattiva e gustativa. Veniamo alla
trama. Monsieur Arthens è il critico
gastronomico più famoso ed importante di
il mondo! Ed è anche il più stronzo uomo
mai esistito sul globo terracqueo! Ha
condotto la sua vita senza affetti,
senza donare un sorriso, una carezza a
chicchessia, a parte al suo gatto.
Moglie e figli, amanti e cuochi, sono
solo esseri di contorno. Meno dei veri
contorni che ingurgita. Ormai sul letto
di morte, ripercorre tutti i sapori
della sua gloriosa carriera. Ricorda le
ostriche, le sardine cotte alla griglia
fatte dalla nonna, le torte di mele alla
pasta brisée, gli asparagi al prosciutto
affumicato, il sashimi preparato per lui
da un vecchio cuoco giapponese, in
Giappone, ovviamente. E ancora, ancora.
Disprezza quel povero minchione di Proust con la sua spugnosa madeleine
mangiucchiata in un lugubre pomeriggio, inzuppata in una tisana "capace
di rievocare un’emozione". Ricerca però spasmodicamente un sapore
a cui non riesce a dare un nome. |
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Il romanzo, come il successivo e più
fortunato della scrittrice "L’eleganza
del riccio" è costruito a capitoli, in
ognuno di essi è presentato un narratore
diverso: colleghi, famigliari,
conoscenti, servitù, animali di casa. Alla fin fine si scopre che tutti gli
vogliono bene. Occomemai? Non ci è dato
di sapere. Ormai è alla fine,
finalmente. Proprio adesso arriva
l’illuminazione! Il tanto ricercato
gusto è quello dei bignè ricoperti di
glassa collosa che mangiava avidamente
da un sacchetto di plastica quando
usciva da scuola: è stato bambino anche
lui! Altrochè madeleine di merda, sono i
bignè che l’hanno assillato durante
l’agonia, questa ricerca ha fine ed egli
anche: muore felice!
E veniamo al "trattato".
Che l’odore ed il sapore permangano a
lungo a sorreggere lo stupendo edificio
della memoria, si sapeva. Che il potere
evocativo del gusto e dell’olfatto sia
superiore ai sensi, si sapeva. Più
plastico e che l’
atto di richiamarli alla memoria li
modifica, come genialmente aveva intuito
M. Proust nel 1900. Ed è per via che
questi due sensi sono collegati
direttamente con lì ippocampo, struttura
del cervello che controlla il centro
della memoria a lungo termine. Gli altri
sensi sono prima elaborati nel talamo.
Però anche l’udito… (vedi blog "le
patatine) Leggerlo? Non leggerlo? Per un gastroamante forse sì. Se non altro per
pag. 57, sul concetto di "terroir" che demolisce, e su cui non si può
obbiettare, e dove ammette candidamente che il vino non gli è mai piaciuto: ha
amato solo birra e whisky!
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Paolo Roversi
TACCUINO DI UNA SBRONZA
Kowalski Editore
2008, pp.187 - €11.00
Cominciamo dalla trama. Amici milanesi, due,
volano a Dublino:
hanno a far bisboccia! Uno di loro, Harlo, si
sposerà al più presto! La bisboccia chiama la
boccia, qui Guinnes, quello dei primati.
Trangugia e tracanna e viceversa. L’assunzione
reiterata e massiccia di alcol ha effetti
primari e secondari. UNO, non si capisce più una
mazza ne ove trovasi la propria. Due, brusca
perdita della conoscenza con sfracello sul
pavimento. Anche sull’isola esistono le bulanze.
L’eroico bevitore in una di queste ne prova
l’uso. Trattasi del prode, prodino, Harlo. Ma le
boccie di flebo anche fan miracoli, miracolini.
Al risveglio infatti dimostra una subitanea
trasformazione. Sostiene di non chiamarsi Harlo!
Si chiama Charles Bukowski e lo è davvero,
davverone! Durante l’aereo viaggio del ritorno sul
giornale la feral notizia: lo scrittore americano è tornato alla casa del padre
o di un altro. |
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All’aeroporto di Milano folla
di amici ad aspettarli. Nefasto esito, non
riconosce nessuno, solo bottiglie amiche al
barr. Bevi e ribevi. Sempre briaco.
Lascia la morosa e il lavoro di custode pimpante
d’argent, e ingolla.
Come andrà a finire? tiremmm innanzzz... Bottiglie
sul capo, frequenta bar balordi e personaggi
equivoci, trova qualcheduna che gliela dà, legge
le sue poesie in pubblico e finisce regolarmente
pestato come tambur, giustamente, giustamentone!
Dorme, barcolla di qui e di qua.
Scrive, scrivino. Ma è proprio come C. B. !!
Proprino. Non risponde al nome di Harlo! Ma di
BUK! Poi dopo mesi in cui il uischi non gli fa
nulla, punta capoccia ripiena di cenci merdosi,
viene assunto alle poste!! postino!! Ma
l’agguato si avvicina! Al suo amico gli viene in
mente una questione da sottoporgli: ma cosa
c’era scritto sul bancone dublinese dove
lasciasti il sen?? Facile risponde Buk:
PROHIBIDO EL JUEGO DE PELOTA. Ma è vero! Tutto
il bevibile bevuto gli ha lasciato memoria d’acciar!
Ma come puote, tuona l’antico amico, C. Bukowski
ricordar di un’oscuro d’Irlanda bar la scritta
al bancon? Egli, C.B.
abita a San Pedro, California, in attesa del
decesso che puntual arriverà dopo pochi
secondi.. L’ex Harlo protesta: sono me, cioè IO!
Il grande C.B.! Alla fine siam giunti. Uno si
sposa con la ricca, riccona, ex di Harlo,
l’altro per la desiata terra parte. Fine. |
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Alessandro Baricco
I BARBARI, SAGGIO SULLA MUTAZIONE
Fandango Libri,
2006, pp. 213, € 12.00
Già uscito a puntate su “Repubblica” arriva ora
in volume il saggio di Baricco sulle
trasformazioni.
Allora, innanzitutto,
chi sono i barbari del titolo? Sono coloro che
arrivano nei vari campi e si impossessano delle
varie culture. Trasformandole, saccheggiandole
inesorabilmente, piegandole hai propri interessi
e benefici. Nel saggio sono analizzati alcuni di
quei campi che sono stati già preda dei barbari.
L’interesse è particolarmente attratto dai due
capitoli sul vino ma bisognerebbe leggerlo tutto
per apprezzare completamente il piano dell’opera
e le tesi sostenute.
Nel campo del vino e della viticoltura in
generale, l’arrivo dei barbari è stato
particolarmente devastante. Tutto ha inizio nella tenuta di
Oakville, California, di proprietà di Robert Mondavi, produttore di vino di chiara origine
italiana. Decide, questo signore, di
convertire gli americani al vino, da consumatori
di cocktail, bibite gassate e super alcoolici. |
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L’ impresa non è facile: bisogna creare un prodotto
ritagliato sui loro stili di vita e sulle loro preferenze. Si mette al
lavoro. Il vino deve essere forte, da usare come aperitivo; privo di
asperità al gusto e di facile beva. Insomma una bevanda di larga
diffusione, un Hollywood wine, come lo chiama Baricco. Ebbene è proprio questa l’azione dei
nuovi barbari. Il vino viene svuotato della sua
cultura millenaria, del lavoro umile di migliaia
di agricoltori che hanno dedicato passione e
forze alla creazione del vino. Diventa un
liquido anonimo, sempre uguale, comunque
accessibile. Gli americani ora consumano più
vino degli europei, la quantità aumenta a
discapito della qualità. Tutto ciò è reso
possibile dall’innovazione tecnologica: in ogni
parte del globo è possibile permettere la
fermentazione! Ora grazie al raffreddamento
anche nel deserto si può vinificare, si può
controllare sempre la temperatura! Ma la grande
innovazione riguarda il linguaggio: non più
astrusi termini adatti ad un gruppo di
specialisti ma una cosa molto più semplice,
all’americana. Dare i voti! E qui entra in campo
Robert M. Parker, fondatore e direttore della
rivista “Wine Spectator” la più diffusa al
mondo. Numeri, non parole! E’ così semplice
affidarsi ai numeri, per tutti è semplicissimo!
Questo, naturalmente come tutto quello che
arriva dall’America, ci ha invaso. Non c’è
nessuna guida che non riporti questi voti, siano
“bicchieri”, “stelline”, “pallini”, eccetera.
Non solo, l’assalto non è finito! Ora sotto la
spinta di questa diffusa commercializzazione
spinta i nuovi barbari accorrono all’
occupazione delle terre! Del mitico “terroir”,
come dicono i francesi.
E’ del 1995 la prima uscita vinicola della joint
venture tra R. Mondavi e la famiglia
Frescobaldi, aristocrazia toscana vecchia di
oltre sette secoli, nasce il “luce” ed il “luce
della vite”. Beh, direi che il cerchio si è
chiuso! Tristezza a iosa calcedonio! In quarta
di copertina Alessandro Baricco riporta la
seguente frase:
“Perché ciò che
ci salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto
al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato
mutare, perché ridiventasse se stesso in un
tempo nuovo”.
Allora abbaiamo ancora una speranza! |
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WWW.ILDUE.IT
Presentazione di Renato Vallanzasca
Avanzi di galera, le
ricette dei poco di buono Guido Tommasi Editore, 2005, pagg. 190, €13.00
Incominciamo da “ILDUE”. Occomemai? E’ che il
carcere di Milano, San Vittore, è in piazza Filangeri al 2.
Un punto fermo è stato messo. Ora
l’altro. Siamo abituati, grazie ai film americani, a
pensare che i detenuti mangino tutti insieme in un
mega self-service. Invece no! Ognuno mangia nella sua cella, con i compagni. Ci
sono celle da quattro, ed è orro, da sei, da otto et
caetera. All’ora dei pasti, orari come negli
ospedali, passa il carrello del vitto. Non è
termico, è malandato e scoperchiato. Al suo interno
la famosa sbobba: sempre uguale, sempre fredda,
sempre immangiabile. L’alternativa è il “pacco”
cioè la possibilità di farsi portare da parenti od
amici cibi dall’esterno. C’è anche la possibilità di
acquistare il necessario in carcere
ma costa di più ed è di qualità
pessima. Allora
si cucina nella cella. Certo bisogna
organizzarsi ed avere una buona
inventiva. |
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Coltelli fatti con il fondo delle bombolette del
gas, grattugie costruite bucherellando barattoli,
riscaldare l’acqua con i fili della luce (!),
insomma chi più ne ha più ne metta. Si riesce a far
bollire l’
acqua per il caffè con un foglio di giornale:
sapientemente piegato però. Ogni pasto è una
rincorsa al poco che si ha: l’aiuto della fantasia è
essenziale! Insomma il cibo diventa il collante tra
questi reclusi specie ora che i penitenziari
ospitano persone di culture e tradizioni diverse. Un
momento di convivialità in un tempo che si ferma
inesorabile. Alla sezione
cucina alcune ricette di
questi “chef” che certamente vi stupiranno! La popolazione carceraria in Italia raggiunge le
60.000 persone, stipate in 207 carceri. Il livello
di sovraffollamento è di oltre il 50%. Nelle carceri è permesso solo il
vino in cartone. Ci beviamo, alla loro salute un
Amarone della Valpolicella, no, non quello
sequestrato nel porto di Livorno, 40.000 bottiglie
in attesa di partire per gli U:S:A: adulterato. Un
caloroso brindisi ai nostri sfortunati compagni!
Prosit Pronobis! Ma quelli della truffa dell’amarone, ci andranno in galera? |
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MASSIMO MONGAI
MEMORIE di UN CUOCO di UN BORDELLO SPAZIALE Robin Edizioni s.r.l. 2003, pagg. 297, € 15
Libro di “fantascienza”, per dire. Il nostro autore, dopo il grande successo di
“Memorie di un cuoco di astronave”, ritorna alla narrazione delle imprese di
Rudy “Basilico” Tuturro, ambientate nel XXVI secolo. E’ solo un pretesto per una
chiacchierata a ruota libera tra cucina, poca, e bordelli molti. Si racconta di
prostitute, di cui si vanta di essere profondo conoscitore. Beh,
psicologicamente parlando. Gli uomini, dice, cercano, nell’amore a pagus,
rassicurazione materna. Il protagonista, il cuoco, al contrario, cerca solo
sesso puro! Lui è un MACHO! Vi raccomando la dissertazione sulla capacità, a
comando, di avere erezioni poderose. Il tutto è arricchito da schede
segnaletiche di ristoranti sparsi per il cosmo, vedi esempio. Pensate un po’ il
Tuturro è capace di raccontare della cucina piccante dei LEEMAEJAW di
GUHRBUHTAELLUH. Giuro! E’ proprio scritto così!
Ma sarà possibile? Ebbene sì.
Leggiucchiatelo qua e là se non avete sotto mano un quotidiano vecchio di un
paio di mesi. Sicchè conviene comprarsi un giornale in data odierna. Un euri.
Ci beviamo un single malt: non bisogna farsi sempre del male!
Prosit Pronobis! |
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GARY PAUL NABHAN
A QUALCUNO PIACE PICCANTE Codice Edizioni, Torino 2005 pagg. 161 -
€ 16,00
Saggio di antropologia alimentare, indaga i rapporti tra eredità
genetica, la dieta e malattie correlate. Si inizia con la tolleranza
all’alcol che è influenzata da otto geni. La produzione dell’alcol
deidrogenasi e dell’aldeide deidrogenasi nel fegato, organo in cui
l’alcol si ossida, dipende da individuo a individuo. Chi produce
molti di questi enzimi tollera forti dosi di alcol. Generalmente si è
visto che le popolazioni che producono in eccesso questi enzimi hanno
alle loro spalle storie di stanzialità agricola. L’ipotesi è che mandrie
di animali causando con le feci l’inquinamento delle falde acquifere,
abbia spinto le persone, affette da dissenteria cronica, alla
realizzazione e all’utilizzo di bevande fermentate. Bevi oggi e bevi
domani, un po’ alla volta si selezionano i geni “buoni”.
I nativi americani, abituati alla caccia ed a mangiare piante non
coltivate, sono molto più sensibili agli effetti dell’alcol. Così la
relazione tra malaria e l’anemia falciforme. Quest’ultima protegge dalla
malaria ma comporta la riduzione dei globuli rossi che espone al
favismo Malattia data da una carenza di un enzima. |
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La malattia è, appunto, diffusa nei territori malarici.
Chi mangia fave rischia un rapido ritorno alla casa del Padre. Se non le
mangia campa più di me … La dieta mediterranea pur essendo stata
selezionata in precise aree geografiche, riesce a dare benefici a tutte
le popolazioni, principalmente però là dove da secoli è seguita. Il
caso più esemplare è l’isola di Creta i cui abitanti sono i più longevi
del mondo: olio d’oliva, cereali, verdure, frutta. E veniamo al
peperoncino del titolo. Ebbene è di gran lunga più usato nei paesi
caldi. Insieme ad altre spezie hanno il potere di uccidere particolari
batteri e funghi che causano il deterioramento della carne e quindi la
maggior tolleranza ai cibi piccanti di queste popolazioni. Ma veniamo a
noi. L’introduzione della macina ad alta velocità ha portato farine e
cereali ad essere più digeribili e quindi ad assorbimento rapido con
conseguente aumento dello zucchero e dell’insulina di 2-3 volte.
Aggiungete che il cibo industriale ha introdotto additivi poveri di
fibra e sciroppi zuccherini. La vita è diventata sempre più
sedentaria … Insomma è un libro che si legge come un romanzo pur avendo
rigorosità scientifica. Leggendolo vi si abbasserà la glicemia!
Brindiamo con Tequila e peperoncino, chi ci riesce! Prosit Pronobis! |
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MONTSE CLAVE'
MANUALE PRATICO di CUCINA NOIR & CRIMINALE
Guido Tommasi Editore, 2006, pagg. 160, € 13.00
Delizioso libro che abilmente intreccia
autori famosi di gialli e noir con i loro personaggi. Non solo, per ogni
investigatore sono segnalate le preferenze alimentari e culinarie con
relative ricette. Si va dal crepuscolare Pepe Carvalho del grande
Vazquez Montalban, al sommo Georges Simenon con il commissario Maigret,
per noi italiani l'indimenticabile Gino Cervi. L'ultra depresso
Jean-Claude Izzo con il suo marsigliese Fabio Montale. Dashiel
Hammett e Raymon Chandler con il suo disilluso e mesto Philip Marlowe. E
ancora la mitica P D. James con il suo compassato Adam Dalgliesh di
Scotland Yard. E ancora Ed Mc Bain del mitico 187° distretto, Ruth
Rendell, Agatha Christie, come poteva mancare proprio lei nei cui
romanzi non mancano mai tè e torte. Anche Conan Doyle, con Sherlock
Holmes ed il dottor Watson accuditi dalla signora Hudson. Tanti
altri personaggi ed autori affollano queste pagine. La lettura
assicura godimento assai e tanta voglia di provare i piatti preferiti
dei nostri investigatori-gourmand. Alla sezione
cucina alcune di queste ricette.
Buon appetito! Prima di incominciare a mangiare..... guardatevi alle spalle! |
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PIERO SORIA
IL PAESE DELL'UVA NERA Edizioni La Stampa
2007 Pagg. 317. € 17,50
Da non crederci!!!!! Non ci crederete
mai!!!!!!! La trama: una suora bellissima, bionda, occhi azzurri, va in
Lousiana. USA. L’abito non lo veste (chissà perché?). E’ laureata in cinema,
botta di culo! Qui trova un piemontese, come lei, che le chiede di scrivere una
sceneggiatura per un film thriller!! Alla suora!! Le dà 50.000 dollari di
anticipo! Potrà restaurare il suo convento!! Ma chi scrive la sceneggiatura?
Lei e le altre tre vecchierelle suore, in divisa, del convento. Ma sarà? Non
contenta, vuole fare il vino per la messa, vino moscato (uve bianche). C'è
anche un prete suo antico amore (!!!!) A pagina 163 ho ceduto, impossibile
continuare con questa boiata! Nell’ultima pagina una perla: “ La suora riceve
un invito. E’ richiesta la sua presenza alle 11 esatte In via MERTUZIO 21
Roma . “tailleur” (ma non fa la suora ??? E l’abito religioso???) ( Nota di me).
Lei ne trova uno. Il resto è la trascrizione esatta dal libro. “Incontra un
signore attempato vestito completamente di bianco. Le porge la mano. E le
sorride. – Buonciorno Zuor Mozcato… E’ un po’ che dezideravo cognoscerla…”
Ditemi voi come si può scrivere queste s… Per consolarci? Uve nere del titolo
NO. Il moscato poi ci fa schifo. Un bottiglione di Marsala di Trapani,a morte i
piemontesi! Per dire! Prosit Pronobis! |
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L'autore |
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JOSE' MANUEL FAJARDO
Il SAPORE PERFETTO Guanda Editore 2005 Pagg.
315 16 Euro.
La storia di Omar prende il via da Gijon. porto delle Asturie. E l'acqua
sarà sempre presente, dal paese natale, al Messico, alla piattaforma
petrolifera fino al Jolie Paname, bateau-mouche sulla Senna. Prima
marinaio poi cuoco, il percorso è d'obbligo. Lo struggente ricordo
del padre, rivoluzionario, buongustaio ed allegro filosofo, occupa la
prima parte del romanzo e ne segna tutto il corso. L'immaginazione ed
i sogni fanno parte della realtà, insegna al figlio. Così per Omar
cucinare diventa tangibile realtà ma anche sognare, immaginare,
inventare. Alla fine del suo viaggiare approda come capo cuoco all'Arc-en-ciel
ristorante night con musica e cucina ispano americana. Si
intrecciano storie d'amore e di cucina.
Nella post-fazione la frase che riassume lo spirito del romanzo, tratta
dal Don Chisciotte: TUTTO ACCADRA' COME PIU' CI PIACE! |
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Romanzo piacevole e divertente a tratti tragico (la
rievocazione della guerra dei Balcani). Si vive bene anche senza
leggerlo, magari ve lo racconto. In appendice una lista dei
ristoranti preferiti dall'autore tra Francia, Messico, Italia e Spagna.
P.S. Alla sezione
cucina la ricetta dei PICADILLOS,
specialità cubana. |
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Di Nico Orengo
DI VIOLE E LIQUIRIZIA EINAUDI 2005 pagg. 155 Euro 15,50
Racconto la trama. Un francese esperto di vino, viene chiamato ad Alba
per tenere un corso di degustazione all'enoteca "tastevin". Prima
serata: ben 20 persone. Amalia, proprietaria dell'enoteca e single (ma
và?), ha un fratello grullo che si gioca la sua parte di cascina e
terreno con il vile Barravale. Perde! Come recuperare l'avita magione?
Si propone l'esperto degustatore con una scommessa: saprà riconoscere i
vini scelti dal perfido baro. In palio la GINOTTA: la tenuta dei
fratelli sfigati.. Saprà riconoscere i vini scelti il nostro eroe? Bien
sur!
Ecco di seguito la soluzione dell'arcano: |
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I°) "Colore granato, riflessi aranciati, unghia rosata
tendente al bianco. Al profumo è vino selvaggio, con note di animale,
direi pelli conciate, cuoio, caligine di vecchio camino, ha goudron,
catramato, che finisce con virgole di pepe e chiodi di garofano. Questo
è un Barolo del 1978 della cantina Beppe Rinaldi. II°) Colore granato
con riflessi aranciati da mattone di chiesa. Sentori pieni, invitanti,
note di liquirizia, di menta, di canfora. Vino caldo, armonico, grande
struttura e tannicità: Barolo 1978 Aldo Conterno di Bussia Soprana di
Monforte.
III°) Sentore di frutta cotta, ciliegie sotto spirito, muschio, buccia
d'arancia caramellate, cuoio, tisana di tiglio, fondi di caffè, cacao, lacca,
olive taggiasche in salamoia, candela, cannella, noce moscata, miele di
corbezzolo, legno d'acacia, zolfanello spento e tela cerata.
E' un Sorì Tildìn 1989 di Gaja.
IV°) Colore granato con brillantezza di tramonto, quando il sole color di
arancia da spremere se ne va a morire tra una collina e l'altra, come se stesse
ballando un tango con un'allegria melanconica. "..." C'erano viole e liquirizia.
E' un Barbaresco 1989 Asili prodotto da Bruno Giacosa.
V°) Colore cupo, mattone molto cotto. Profumo primaverile: ancora viole, ma
scure, poi ciliegia, le "marada" e poi rose sfatte e fumo di falò e anche
castagne bianche, quelle che si mangiano nei giorni dei morti. "..." C'è sabbia
e conchiglie di mari caldi, subtropicali. "..." E' un Roche d'Ampsej del
1986 di Matteo Correggia. Tutti
indovinati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Non ho parole. Si va in galera a
dire che Nico Orengo avrebbe dovuto bersi una tanica di vino dei fratelli
Ciaravegna?
O forse lo ha fatto a suo tempo?
Libro noioso oltre ogni limite. Scontato. Stupido.
Resta un dubbio: e se il vino da indovinare fosse stato Barbera d'Asti 2005
Francesco Capetta? |
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DAVID MADSEN
CONFESSIONI DI UN CUOCO ERETICO
Meridiano Zero 2006 Pagg216 Euro 13,50
L'antropofagia è pratica naturale quanto antica. Ancora oggi è praticata.
Non solo in remoti ed inaccessibili luoghi ai più sconosciuti ma anche in
sibaritici odierni ristoranti. Consolami la notoria scarsità cronica di
liquidità dei miei sodali: mai andrebbero in siffatte mense. Dei cuochi
diffidar si dovrebbe. Ben vengano le cucine alla Vissani. O meglio dire alla
Jeremy Bentham: l'operatore sotto palese ed inclemente sguardo, attiene solo
al consentito.. Il nostro chef, Orlando Crispe, divinamente cucina.
L'attesa per accedere alla sua mensa e lunga assai. Il premio però sarà
ricco assai! E' un racconto che raccontar è poco.
Inizia lento e banale, prosegue allucinato poi febbricitante poi
terrificante. Accorate perizie del Dottor Enrico Balletti inviate al
Direttore del carcere di Regina Coeli, si alternano a resoconti sul
piacere della disciplina totale. Nella piazza di Roma, su un alto
terrazzo, delizie orgiastiche! Finita la lettura ricominciar è obbligo. |
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Colpi di scena, ardita ironia, allegra demenza, simpatia
per la gente con le gambe .sotto la tola: per
piacere, leggetelo!
Colonna sonora: gli ABBA in MAMMA MIA, repeat! P.S. Alla sezione
cucina ben tre ricette del sommo chef,
attualmente operante al PLAT D'ARGENT GINEVRA
SVIZZERA |
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TOM STANDAGE
UNA STORIA DEL MONDO IN SEI BICCHIERI Codice Edizione, Torino
2005 Pagg. 220 Euro 22I sei bicchieri sono pieni di: Birra, Vino,
Distillati, Caffè, Tè, Coca Cola. Parleremo dei primi tre, ovviamente. Il primo bicchiere ad essere bevuto, è quello d'acqua, qui nasce la storia
dell'uomo, presso le fonti, i fiumi ed i laghi. La storia inesorabile procede.
Dalla pietra si arriva alla lavorazione dei metalli. Così questo dotto manuale
segue passo passo l'archeologia nelle tappe ideali delle sue scoperte. L'età
della birra inizia attorno all'anno mille a.C. in medio oriente. La culla della
civiltà è esattamente nella Mesopotamia, oggi tristemente ridotta in un inferno.
L'uomo diventa stanziale, allevatore e agricoltore. Nascono i primi villaggi
vicino a zone dove i cereali crescevano spontaneamente. Questi possono essere
stoccati , per soddisfare bisogni alimentari, senza problemi. Anzi, qualche
problema possono averlo: a contatto dell'acqua germogliano diventando dolci.
Questo pappone, grazie ai lieviti presenti nell'aria, incominciava a fermentare,
gli zuccheri diventano alcool... il pappone diventa birra! |
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Probabilmente era già stata scoperta la fermentazione di
succhi di frutta, compresa l'uva e l'idromele. Arriviamo al nostro
amico vino. Che storia! Nella Bibbia è nominato innumerevoli volte. I
Greci ne fecero un dio, Dioniso. In quel caos che dominava il monte
Olimpo, questo era l'unico Dio che parlava direttamente agli uomini
senza bisogno di oracoli ed indovini: bevendo il vino ad ognuno il dio
parlava. La dispersione del sapere greco-romano portò l'Europa alla
barbarie. Grazie agli Arabi sopravvisse e ritornò a noi dalla Spagna
conquistata. La capitale del sapere è ora Cordoba, nell'Andalusia. Qui
nasce la distillazione. L'ebollizione del vino permette all'alcool di
evaporare a 78°, l'acqua invece a 100° e l'angolo retto a 90°. I vapori
si raffreddano e ci ritroviamo con tanto alcool e poca acqua: il gioco è
fatto!Nasce l'alambicco, parola che viene dall'arabo al-ampiq che
viene dal greco ambix: e andìì! Nasce l'aqua vitae. Gli alchimisti
si scatenano. Da presidi medico chirurgico, l'acquavite nel XV
secolo diventa bibita popolare. Viene prodotta ed esportata
specialmente nei paesi del Nord Europa data la penuria di vino.
Arriviamo ai moderni distillati. Tutti figli e fratelli: Rum, Gin,
Grappa, Whisky, Vodka, Calvados, Armagnac, Saké, Tequila, Sambuca,
Cognac, Mezcal, Pisco, Pernod, Raki, Assenzio, Bourbon,
Cointreau, Genepì, Sliwowitz, Zwack, Cachaca, Boukha, Okolehao, Barack
Palinka... Libro documentatissimo, notizie curiose, riflessioni
sociali ed antropologiche, concetti profondi come le Marianne. Correre
ad acquistarlo. Leggerlo con bicchiere di acquavite di frutta in mano::: |
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JERZY PILCH
Sotto l'ala dell'angelo forte
Fazi Editore 2005, Pagg. 212 - Euro 13,50Ricordiamo il grande VENEDIKT
EVROFEER ed il suo "La Mosca sulla vodka". La salvezza, qui; arriva.
La salvezza dell'amore! Che si presenta in camicetta nera e gonna verde.
Il nonno, il babbo e tutti gli antenati da amati e rispettati etilisti
cronici eroici, diventano disgraziati prodotti di una vita disperata.
Esiste la salvezza! Ed ora è festa. Sorseggiamo un tè con calma e
gratitudine: del mondo siamo dolcemente partecipi.Grande ed epico
romanzo etilico! Fantasmagoriche lotte quotidiane di incredibile
difficoltà. Incontri e desideri, mancati appuntamenti e rincorsi
tardivi. Allucinato desiderio di un destino che mai risponderà alle
richieste. Sopra a tutto la bevanda che tutto può!
Accudire,coccolare, ascoltare,carezzare,assopire... Bevendo non si
può vivere a lungo e felicemente: Ma come è possibile vivere senza bere?
Attraversando ricoveri, allucinazioni, ricordi, si snoda il racconto su
di un fiume di vodka Attorno una Polonia che segue suo malgrado
Solidarnosch, il muro di Berlino abbattuto, in una società che non sa
trovare una sua salvezza. |
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DON CALO'
VENTI RACCONTI INTORNO AL VINO Ci.Vin. Editore
Società Editrice dell'Associazione Nazionale città del Vino, Via
Massetana Romana 58/B 53100 Siena. Tel. 0577 2715 79 fax 0577 271595
Marzo 2005. Pag. 226 - € 10
La scommessa di riuscire a parlare
di vino e umanità, di uomini e viti, di terra, aria e sentimenti è
sicuramente vinta. Scritto in modo piano, mai banale, riesce a farci
toccare con mano aspetti legati al vino profondi, sorprendenti ed
insospettati. Nel racconto poi "Il pittore di Chatillon" si racconta la
storia del successo di un disegnatore di etichette. Da questo successo
anche la sua vita acquista umanità e profondità, scusate l'interesse
personale... Ricordo che ad ogni racconto è associato un bel disegno
di Rosario Mazzella. Il volume merita certamente una diffusione
nazionale adeguata al talento dell'autore ed al profondo godimento che
si riceve dalla lettura. Assolutamente impedibile! |
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Autori Vari PASTA KILLER Sottotitolo: Il sapore
giallo-noir della pasta. Morganti Editore Verona 2005 pagg. 364 euro
14.00
Dodici racconti di pasta e morte! Alcuni più gialli, altri virano al nero
tenebra. Alcuni divertenti altri virulenti. Tutti sanno che la pasta, ricca di
carboidrati, è potenzialmente pericolosa. Qui è qualcosa di molto peggio! Da ora
non sarà innocuo un piatto di lasagne alla bolognese destinata ad un concorso o
la pasta fatta a mano condita abbondantemente... La triste pasta al burro e
parmigiano descritta da Marco Vichi ed i pici all'anatra che sanciscono
drammaticamente la fine di un'aggrovigliata storia d'amore. Ci sono anche i
bucatini all'amatriciana (ricetta alla sezione
cucina) e le trenette al pesto di
Nino Filastò. Mettete su l'acqua, abbondante, salate... Assaggiate con cura la
pasta con un pò di condimento... In bocca al lupo. Crepi! |
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VIL'JAM VASILEVIC POCHELEBKIN
IL LIQUORE CHE VIENE DAL FREDDO Slow Food Editore 1995 pag 255 -
18 euroStrabiliante! La parola "VODKA" deriva da VODA', acqua. Idea
di semplicità, purezza e perfezione. Un balsamo, una medicina in grado
di alleviare le ambasce quotidiane.
Le bevande alcoliche presenti sui nostri deschi sono numerose assai.
La differenza, assolutamente totale, è che in questo elisir c'è l'acqua
dei purissimi fiumi della sconfinata tundra russa. Ed è proprio questo
il motivo dell'eccellenza di questa bevanda.
Caterina la Grande era solita regalarne una bottiglia a parenti ed
amici:
la Regina d'Inghilterra, l'imperatore di Germania ecc.
Tutti parenti erano, anche se , parenti serpenti!!
Prosit.
La vodka russa non è riproducibile. Gli impianti possono essere uguali e
lo schema tecnologico idem ma l'acqua dolce dei fiumi delle foreste
russe come la Vazuza o il clima ed il terreno della regione di Niznij
Novgorod sui cui campi continua a crescere la mitica segale russa. |
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Solo la vodka proveniente dalla Grande Madre Russia è la
vera VODKA. Nel 1986 grazie alla "Perestrojka" avviene la riconversione
degli stabilimenti di vodka in produzioni non alcooliche. Disastro! Le
condizioni di vita del popolo peggiorano: distillazioni clandestine,
sofisticazioni e speculazioni. Nel 1990 viene abolita la legge dell'86.
Riprende la produzione statale con standard qualitativi elevati.
Attualmente, novembre-dicembre 2006, l'allarme è ancora più alto. Il
progressivo inpauperamento della popolazione ha portato alla diffusione
tra pensionati, reduci, invalidi, disoccupati, di alcool di pessima
qualità, di origine non alimentare. Si usano prodotti chimici vari:
solventi, detergenti, antigelo... Questi beveroni tossici portano alla
morte circa 30.000 persone all'anno alle quali vanno aggiunte le
"normali" vittime da alcoolismo cronico: cirrosi, incidenti,
assideramenti. Si chiede a gran voce l'intervento dello stato. Boris
ryzlov, speaker della Duma, ha sollecitato la completa nazionalizzazione
della produzione e vendita della vodka. E' stata anche proposta la
riapertura dei locali statali in cui è possibile mangiare e bere vodka
con 20 rubli (circa 20 centesimi). Potrà il monopolio salvare queste
anime? Mah!? |
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ENOKILLER
Antologia
Il sapore giallo-noir del vino. Morganti editore 2005 - € 12.00
Quattordici racconti di vino, cantine ed osterie. Rosso vino, rosso sangue.
Inquietanti e dannati. Bicchiere pieno e libro in mano. Chissà, qualche volta vi
andrà di traverso, qualche altra vi strozzerà. E più bevete e più sentirete alle
vostre spalle rumori sospetti... Provate a leggerli ad alta voce, ognuno un
racconto diverso. Sempre accompagnato ad un vino diverso... Più leggete e più
bevete e maggiore sarà la soddisfazione. Magari entrerete direttamente in una
storia, magari un bel splatter che vi coinvolgerà direttamente! Il successo è
assicurato!
P.S. Consiglio di procurarsi un solido alibi prima della serata di lettura!
Prosit! |
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IL PROFUMO
Sottotitolo: Colui che domina
gli odori, domina il cuore degli uomini.
Longanesi Superpocket 1997 pagg. 259 L. 65 00
Ritorna al grande pubblico Jean-Baptiste Grenouille! Il romanzo da cui il
film è tratto, ebbe un grande successo negli anni '80. Trattandosi della
storia di un profumiere, un maledetto talento dell'olfatto, il romanzo
riposava da anni nella mia libreria. Questo giovane cencioso, nato a
Parigi nel 1738, nel luogo più puzzolente che si possa immaginare, il
Cimitière des Innocents, scopre di possedere un olfatto infinitamente
infallibile. Decide dunque quale sarà la sua missione: creare il profumo
perfetto, in grado di creare amore in chi lo fiuta! Riuscirà nell'impresa
ma a che costi! Il libro di Süskind è godibilissimo. Straordinaria la
ricostruzione dell'epoca e dei suoi effluvi. Storia sociale, antropologia
dell'olfatto e, non ultimo, l'intreccio noir. Più e più volte hanno cercato
di farne un film ma Süskind aveva sempre rigettato le offerte.
Forse ha finito i soldi intascati con il libro...
Il libro, dalla pubblicazione nel 1985, ha venduto oltre15 milioni di
copie. Mi dicono che il film è mortalmente noioso. Nei panni del primo
maestro profumiere frequentato da Grenouille il grande Dustin Hoffman.
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Patrick E. McGovern
L'ARCHEOLOGO E L'UVA
Vite e vino dal neolitico alla Grecia arcaica.Carocci, 2004 € 24,50
Fondamentale studio sulla diffusione del vino. Basato
sull'archeologia e la chimica.;'autore dirige il Museum Applied
Science Center for Archaeology dell'Università della Pennsylvania e
si occupa in particolare di archeologia biomolecolare. I vari
recipienti ritrovati, grazie a moderne tecniche di analisi. che
vanno dalla biologia molecolare all'analisi del DNA, ci possono
raccontare molte cose. Dalla composizione del loro contenuto al
luogo di produzione del manufatto. La lunga strada del vino parte
dal vicino oriente. Forse 500 milioni di anni or sono. Con la
rottura di Pangea e la deriva dei continenti,la pianta
dell'AMPELOPSIS, una pianta rampicante considerata la progenitrice
della "vitis" si distribuisce e si creano specie diverse.
L'archeologia ci fa conoscere le caratteristiche del vino. Dalla
tomba del Faraone Scorpione I° datata 3150 a.C. circa, vengono
ritrovati circa 360 orci. |
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Tutti con il sigillo del Faraone e con l'indicazione del vigneto di
produzione. Nella tomba di Re Mida, a Gordio, l'odiernaYassihöyük presso
Ankara, 157 recipienti in bronzo, il più grande servizio da tavola dell'età
del ferro. I vasi di bronzo, una volta ripuliti, sembrano davvero d'oro!
I residui hanno dimostrato la presenza di birra e idromele nel vino.
Libro ricco di informazioni, aneddoti, approfondimenti. Anche le parti
più tecniche sono rese accessibili ed affascinanti: leggetelo, divertimento
assicurato!
PROSIT PRONOBIS! |
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Roberto Giardina
PIZZA CON CRAUTI
Colorado Noir Pag.355 € 15 - 2006
Storia di un siciliano che emigra a Berlino per aprire un
ristorante-pizzeria. Il romanzo è di tipo "noir". Di cibo si parla
spesso.
Nell'ultima parte del libro la vicenda si sposta in Sicilia. Il racconto è
un pò confuso ed arrovellata. Riporta però la ricetta del gelo di mellone:
da non perdere! Da leggere alla sezione
P.S. Nel mese di giugno, durante un mio girovagare nella Tuscia laziale, mi
sono imbattuto nel ristorante del camping " IL CLUB DEGLI AMICI" in quel di
Pesci Romana. Ho mangiato la pizza ai crauti, la specialità. Veramente
ottima! Andateci, ne vale la pena! Da bere con un Santa Maddalena. Prosit
pronobis!
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Henry Cristopher Bailey
IL MISTERO DEL MENU' FRANCESE
I Bassotti POLILLO EDITORE Pag. 58 Euro 5.50 2005
Un pittore inglese, alquanto dotato, sparisce misteriosamente.
Incaricato della ricerca è il Signor Reggie Fortuna, abile investigatore
e appassionato gourmet. Nella stanza del pittore volatilizzato viene
trovato il disegno di un volto satanica. In realtà è il retro di un
menu:"DINER Artichaut à l'Huile Pomme de terre à
l'Huile
Porc frais froid aux Cornichons Langouste Mayonnaise
Canard aux Navets Omelette Rognons Filet Garni Fromage à la Crème
Fruits, biscuit" |
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l commento di Mister Fortune è tassativo: morto
d'indigestione!
Carciofi, patate all'olio, maiale freddo, aragosta, anitra e rape, omlette
di rognoni, arrosto guarnito... Naturalmente l'indagine arriverà a
scoprire le vera ragione della sparizione. P.S. Bevendo una bottiglia
di Mouton-Rothschild, Pauillac, del 1900 consiglia di accompagnarlo con
le nespole, questi inglesi, ne sanno una più del diavolo! Il romanzo è
del 1935, quindi quel chiaretto era piuttosto anzianotto! |
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IL DIO DELL'EBBREZZA
Elémire Zolla
Antologia dei moderni Dionisiaci, come recita il sottotitolo, va da Friedrich
Nietzsche, il lamento di Arianna, a Federico Garcia Lorca, il duende. Dal
grande Bulgakov, noto morfinomane, al piccolo D'Annunzio, noto morfinomane.
Dal grande Sigmund Freud, noto cocainomane, al piccolo Carlos Castaneda,
noto peyotlomane. Quindi c'è veramente di tutto. Alti e bassi.
All'inizio dotta introduzione del Prof. Elémire Zolla: LA FIGURA MITICA
DI DIONISO DALL'ANTICHITA' AD OGGI. Da leggersi bevendo un buon calice
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IL GIARDINO DEGLI ORRORI
Il giallo Mondadori
2006 pag. 178 euro 3,60
Occomemai un libro giallo nella nostra rubrica di libri
enologic-gastronomic- edonistic-goderecci? Presto svelato l'arcano è: il
giornalista investigatore si chiama Maxime Lisbonne. Chi è questo
carneade? Un giornalista free lance. Nel corso del romanzo salta
fuori che è omonimo di un generale combattente della Comune di Parigi. E
qui di questo generale conviene parlare. Nominato il D'Artagnan della
Comune si batté come un leone sulle barricate dal marzo al maggio del
1871. Amico fraterno di Louise Michel, il cuore tenero e forte della
comune, divise con lei la prigionia nella Nuova Caledonia. Dopo
l'amnistia del 1880 torna a Parigi e che fa? Rileva un bel localino, lo
chiama "Le Divan Japonais" e rivitalizza le notti parigine. Sono
attrazioni varie, balletti. E' qui che Jane Avril danza ed è
immortalata dai manifesti di Toulouse-Lautrec, di lei innamorato. Arriva
poi Yvette Guilbert, il primo streep tease al mondo e la canzone "Madame
Arthur", l'ambiguità di una sessualità liberata. Tutto questo è
Maxime Lisbonne: combattente glorioso per la rivincita dei derelitti,
per l'eguaglianza, la libertà e ... la gioia! Raro caso di felicità
anarchica e felicità personale. La fantasia salì al potere e, per
poco, gioì in libertà. Lode a Maxime Lisbonne! E lode a Didier
Daeninckx per averci ricordato questo personaggio fondamentale della
storia. |
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Benoît Noël
L'ASSENZIOVolete sapere tutto sull'assenzio??!!! Ma proprio
tutto!!??? Dalle modalità d'uso alla sua storia, dalla sua diffusione alla
sua proibizione.. Dalla fabbricazione alla filmografia ("Absinthe makes the
hearth glow...", dice Jack Nicholson nel famoso Easy Rider del 1969).
Sono comprese varie ricette per la fabbricazione e l'elenco dei più noti
consumatori, da intendersi: straforti consumatori. Si va da Ernest Hemingway,
Premio Nobel 1954, a Van Gogh, da Auguste Strindberg a Edvard Munch......Ricco
di notizie, aneddoti e curiosità, comprende un gran numero si siti web che si
occupano della vendita della "fée verte" e di tutto ciò che la riguarda,
compresa tutta l'attrezzatura di antiquariato e moderna. Obbligatorio per chi
è interessato. Molto probabilmente si farà presto una bevuta. Ma di assenzio,
parbleu !!!!!!!!!!
P.S. Il disegno di copertina ben rende l'effetto
dell'assenzio dopo il primo sorso... già il bicchiere e fuori squadra e non
solo! Prosit |
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MARIO LUNETTA
FIGURE LUNARI
Robin Edizioni Roma 2004 pagg 198 € 11
Romanzo giallo che
già nel titolo ci anticipa l'ambientazione. Siamo in una Roma desolata e
solare, malavitosa e superba. Un truculento omicidio ci inghiotte nel degrado
disperato di vite offese. Il protagonista, il commissario Vauro ci si muove
con dolore e disgusto. Isola felice la compagna Selvaggia, la buona tavola e le
corroboranti discettazioni con il giudice ......... (non mi ricordo il nome,
Wondt? Woltzar?, Wolkul?). Scrittura barocca e difficile dapprima poi si
trasforma in armonia e godimento.
Consigliato a tutti!! |
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JEAN-MARIE LACLAVATINE
IL ROSSO E IL BIANCO
MERIDIANO ZERO 2004 Pag. 187 Euro 12 Affascinante e
divertente. Ricco di suspense e brio. Sono dieci racconti legati tra loro da un
filo rosso... o bianco dell'italianista e prode enofilo Laclavetine. Sempre è
il vino protagonista di questi ottimi racconti. Racconti che toccano tutti i
generi: quello giallo nel primo racconto, Mosche sommerse. Quello
rurale-sociologico nel secondo, Vendemmia tardiva, quello romantico-erotico,
Accessori. Ad alto tasso alcoolemico l'angosciante In cantina, psicoanalitico il
quinto, Questioni di etichetta. |
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Un giallo a carattere famigliare, La coppa dell'oblio, nome di un'osteria.
Djinn è etilismo spinto. Non manca il racconto partigiano nella Francia
occupata, Morte per trasparenza ed uno horror, alla maniera di Stephen King
sui destini ed i richiami dei morti, Amici. Per finire, il tenero racconto
di due giovani amanti legati in vita da una comune passione che li lega
anche ora in Paradiso. Ogni racconto ha un finale sorprendente che
spinge alla rilettura! La scrittura è veloce e profonda, ricca e precisa. I
vini francesi sono molti e ben spiegati. Naturalmente, alla fine, bevuta di
vini francesi!
Obbligatorio! |
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GIAN CARLO FUSCO
L'ITALIA AL DENTE
SELLERIO EDITORE 2002 Pag. 108 euro 8
Altro libro di racconti, altra scrittura elegante, barocca, fantasiosa. Un
vero grande talento dalla forza irresistibile! Bionda, socialista e
risottara, è il primo racconto. Il marito napoletano non può soffrire il riso
della moglie lombarda. Non resta che il ricatto dell'astinenza per farle
imparare a fare la pasta. Il secondo, La chitarra dell'immaginifico, racconta di
un pranzo del giovane Fusco al Vittoriale, spaghetti alla chitarra serviti da
ancelle in tunica corta e trasparente. Mentre il Vate racconto dell'uso
della "chitarra", il giovanetto si interroga sull'origine di quel boschetto? un
gattino accovacciato? un segno di lutto insolito?
Trenette ai datteri per Ras Tafari, racconta della visita nel 1928 di Hailè
Salassiè, futuro Negus Neghesti all'Arsenale di La Spezia. |
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Al sontuoso banchetto offerto a lui ed al suo seguito, al momento
dell'arrivo delle trenette, gli etiopi si mangiano tutti i datteri di mare
lasciando agli altri le trenette scondite. La pasta fritta del colonnello
Vagliacof, si svolge nella guerra di Spagna. Due nobili franchisti, arrestati
dai miliziani, si salvano grazie alla conoscenza del colonnello, nobile
siciliano, loro amico. Da buon siciliano riserva loro un trattamento
gastronomico superbo. La "norma" della vigilia, siamo in Albania alla vigilia
della guerra. Militari siciliani vengono sorpresi dai loro ufficiali a mangiare
gli spaghetti con le melanzane fritte, alla "Norma" appunto, quella di
Bellini, suprema. Peccato che tutti gli ingredienti fossero rubati.
Condivisione generale! Il lutto si addice alle zite, racconta del profondo
dolore che prova Renato Simoni, autorevole critico teatrale del Corriere della
Sera, alla notizia della morte di Italo Balbo. Frande dolore! Non tale da
impedirgli di rinunciare al valpolicella ed al gratin di zite. Matriciana con
l'eco per donna Nadia, ancora in Albania, ad una cena nella casa del
Luogotenente di Vittorio Emanuele III: Essendo il suo compleanno, la moglie,
donna Nadia, chiede a l'ex spasimante di cucinare per loro, Questi si vendica
facendo capire al Luogotenente che lei è l'amante di Ciano. Il cuoco finisce
alle isole Tremiti. Infine l'ultimo: Le lasagne al forno con gli uccelli alla
Merlin. Siamo nel 1948 e la malavita è preoccupata per la possibile entrata in
vigore della legge Merlin. Di cosa si occupava la legge Merlin? La maitresse
dice Le lasagne al forno con gli uccelli, d'ora in poi le chiamerò "alla
Merlin". Vi dispiace?. E perché? Ci vedi un rapporto tra le lasagne e gli
uccelli? Fra le lasagne e la Merlin no! Fra la Merlin e gli uccelli! Nel
senso che lei può impedirvi di mangiare sugli uccelli, ma non di mangiare gli
uccelli!... Stupendo. Obbligatorio! |
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Luis Fernando Verissimo IL CLUB DEGLI ANGELI Ponte alle Grazie
2002 Pagg 116 - Euri 9.00
Entrare nella morte ad occhi aperti |
.... e a stomaco
pieno. |
ADRIANO (?) |
Si può vivere con un solo senso? A questo si può dedicare la
vita intera? CERTO!!!! Specialmente
quando questo senso è il gusto. Ammargioppiù quando questo senso, spinto al
massimo, ci apre le porte dell'Ade. Qui ci accompagna, con la nostra
ricetta preferita, il nostro massimo appagamento..... Cosa c'è di meglio?
Tuffiamoci allora nel mare amico della nostra perdizione, nel piacere assoluto:
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E' il nostro io che profondo ci accompagna tutti i giorni ed al quale ora
possiamo dare completa soddisfazione. Questa è la storia di dieci amici che
della perfetta gastronomia hanno fatto l'unico scopo della loro vita.
L'incontro con l'eccelso cuoco Lucidio, appartenente all' esclusivissimo
circolo degli assaggiatori di FUGU, cambia la loro "vita".
Questo è un pesce superbamente eccellente ma velenosissimo. La preparazione
richiede una rara perfezione che non ammette errori: una piccolissima
imprecisione porta a morte certa l'assaggiatore. In questo attimo è
racchiusa la più grande emozione che permette l'estasi del gusto.
Allora per ognuno ci sarà il piatto preferito con la conseguente estasi
definitiva: la massima appagazione totale, estasi ontologica.
Daniel, anfitrione delle cene fatali, estimatore del Saint Estèphe *, ci
conduce tra canard à l'orange (fondamentale il Calvados!) e lo gigot
d'agneau proprio come una delle tante guide oggi a disposizione.
E nel finale di necessità virtù: bisogna pur campare!
Gli dei sono giusti, e dei nostri voluttuosi vizi
fanno strumenti per torturarci.
W. Shakespeare Re Lear
* Saint Estèphe, un Bordeaux della zona sinistra della
Gironda. Particolare, ricco di tannini e di acidità. A base Cabernet S.
Ora cercano di ammorbidirlo con iniezione di Merlot. Ahimè!
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TORGNY LINDGRENLA
RICETTA PERFETTA
IPERBOREA 2004 pp223 13,50 euroIl racconto si apre con una lettera
di licenziamento per il cronista di provincia. L'accusa è di aver
riempito per molti anni, di bugie le pagine del giornale. Solo storie
inventate. E proprio a lui è affidata la narrazione che ci apprestiamo a
leggere.
E' la storia di due persone, l'uno dalla falsa e raccapricciante identità,
l'altro dalla salute invulnerabile in zone ad altissima mortalità per
tubercolosi. Con paziente solerzia, di casolare in casolare, vanno alla
ricerca della ricetta perfetta: quella della PÖLSA.
Un bollito di interiora di vari animali che ognuno prepara a modo suo.
Come oggi critici ed enoturisti corrono per le stelle delle guide,
ossessionate dalla ricerca del cibo genuino.
E così i due protagonisti a questa ricerca dedicano il loro tempo: storiche
frequentazioni che ci parlano di cucine, di uomini e di donne. Questa
ricerca li porterà, inesorabilmente, all'incontro finale, che tutti attende,
quello con il loro destino. Lettura che dalla prima pagina ci avvince e
teneramente ci lega all'anziano cronista. Avvinti dalla scrittura soavemente
umoristica ed esaltati dalla comprensione del percorso, anche noi
ricerchiamo la ricetta perfetta. Ricetta che è diventata la sintesi tra
identità e memoria, tra desiderio ed illusione. In questa corsa verso il
proprio destino accompagniamo affettuosamente i nostri personaggi fragili ed
austeri, sentendo di condividere la loro ricerca.
Allora avviamo la nostra
DIAMANT e corriamo in questa desolata regione del
Vasterbotten, fatta di boschi, stagni, fiumi ed acquitrini
L'UNICA MEMORIA POSSIBILE E' LA FANTASIA !!!!! P.S: Per la
PÖLSA si consiglia: Lambrusco Reggiano V.Q.P.R.D. Venturini Baldini
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Christophe Bataille
ASSENZIO
IL MELANGONO 1995 pp 107 9,30 euri
Racconto
di un'infanzia in Provenza. Ricordi che ci ammaliano, incontri, paesaggi,
percorsi, sensazioni, emozioni. Su tutto domina la figura di Josè, da pirata a
montanaro. Il gran mago capace di racchiudere in boccioni di vetro la misteriosa
forza dell'artemisia, arthemisia absenthium, l'assenzio. Ed
allora le lunghe camminate per raggiungere l'isolato ed incantato laboratorio
dello stregone. Stregone prodigo con il ragazzo di storie che nel racconto
continuano a rivivere. Bruscamente il divieto alla fabbricazione e vendita
dell'assenzio interrompe questo PARADIS. E l'orrore della guerra
incombente ricopre con il suo sudario questa epoca di illusioni, speranze ed
innocenza. Occorre leggere queste dolci e vive memorie in un momento di
rinascita di questo liquore che ha ispirato Baudelaire e Modigliani, Degas
e Verlaine, Poe e Zola.
L'assenzio ha segnato profondamente la fine dell'ottocento lasciando
testimonianze di cui questo libretto è la tenera narrazione di un intimo
ricordo.
P.S. Il
PARADIS riguarda un altro liquore di cui si riparlerà! |
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CONFESSO CHE HO BEVUTO
Racconti sul vino e sul piacere del
bere Derive/Approdi
Prima edizione marzo 2004 - 13,50 euro
Trenta racconti che
dovrebbero essere sul vino ma poco ci hanno a che fare. Farraginosi, melensi ed
inutili. Mah! Probabilmente sono tutti astemi, gli autori. Su tutti svetta
Gianni Mura con il racconto che da il titolo alla raccolta: piacevole e
divertente. Tommaso Giartosio ci regala un bel racconto su di un bicchiere
speciale. Antropologia nel racconto di Franco Alasia, resoconto di memorie
dal paese di Nole Canavese che risvegliano racconti simili ascoltati da piccini.
Infine merita menzione Paolo Nori per il racconto "Trallallà" che così termina:
Soffrirò... morirò... Ma intanto Sole, vento, vino, trallallà P.S. La
copertina, da E. Munch, promette emozioni e situazioni. Invan! |
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LA MUSICA DEL VINO
Sottotitolo: Diciassette racconti etilici. Editore EFFEQU, Orbetello -
Euro 7 - Per informazioni:
www.effequ.it
Allora, in copertina un bellissimo ritratto: Il bevitore, di
Francesco Presenti. Volumetto bello e curato. Contiene un' antologia di
racconti, alcuni ambientati in Maremma, che hanno al centro il vino. Si parla
del vino, qualche volta di un vino. Inteso come medicamento dell'anima e come
viatico nel nostro peregrinare quotidiano. Alcuni racconti sono veramente
splendidi, tutti di grande godimento. Da leggere in compagnia di una bottiglia
di vino. Farà passare la sete che comunque vi verrà. Complimenti Prosit
P.S. Obbligatorio, almeno per la citazione di De Filippo posta
all'inizio!!!!!!!!!!!!!!!! |
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John Fante
LA CONFRATERNITA DELL'UVA
Titolo originale: The brotherhood of grape. Einaudi Stile libero -
Euro 9
Nato in Colorado nel 1909, figlio di immigrati italiani, è ormai diventato
autore di culto. Non molto noto in vita negli USA è stato riscoperto dal
trangugia Charles Bukowski che, letto per caso un suo racconto, se ne innamorò
perdutamente. Nel giro di qualche giorno e qualche decina di bottiglioni, ne
lesse tutti i racconto. Bukowski era al massimo della fama e nel suo "Donne"
del 1978 raccontò al mondo della sua strepitosa scoperta. L'interesse per il
buon Iohn esplose: Francis Ford Coppola lesse la "Confraternita" e ne fu
entusiasta tanto da progettarne la riduzione cinematografica. Il romanzo,
edito per la prima volta nel 1977 è un omaggio alla figura del padre, qui Nick
Molise, alla sua italinità ed ai suoi amici, compagni di bevute e di sventure.
Consideratosi il più grande scalpellino d'America, accetta l'incarico di
costruire un essiccatoio completamente in pietra. Più che fare calcina, il
vecchi con l'aiuto del figlio, trinca a più non posso. In questa nuova
realtà l'antico abruzzese volge l'orgoglio residuo in grandiose bevute condivise
dal figlio. Il risultato finale da queste dipenderà. Obbligatori. Fraterne
bevute. |
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Di Enrico Remmert e Luca Ragagnin. Prefazione di Bruno
Gambarotta
ELOGIO DELLA SBRONZA CONSAPEVOLE Sottotitolo: Piccolo viaggio dal bicchiere alla
luna. Gli specchi Marsilio. L'alcool, in tutte le sue
forme, è il protagonista assoluto di questa antologia-enciclopedia che raccoglie
centinaia di brani letterari in cui viene citato. In tutte le epoche e in tutte
le lingue, vino e cocktails, rum e vodka, sono al centro di storie a noi vicine
e care: un delirio alcoolico! Dalla Bibbia in cui il buon vecchio Noé, dopo
centinaia di anni, si degna di concedere il suo nome ad un bicchiere, ai lirici
greci deferentemente citati in etichette di vino, il percorso è lungo ed appassionante.... Diciamolo
dunque: l'uomo lo ha sempre bevuto e sempre continuerà a farlo. Non certo
come alimento del corpo. Come noi lo beviamo insieme. Per inebriarci, noi
naviganti nel gran mare della vita che così tanto ci affascina! Obbligatorio!
PROSIT! |
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Buona lettura ... Paolo |
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