IN TABERNA QUANDO SUMUS

(dai Carmina Burana del XIII secolo)

I carmina burana sono una raccolta di 300 composizioni goliardiche medioevali contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis, proveniente dal convento di Bura Sancti Benedicti, un convento della Baviera e attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera.
Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto.
I temi più frequenti dei Carmina Burana sono la celebrazione del vino, delle donne, del gioco, dei piaceri della vita e un’acuta satira sociale.
Tale codice comprende 315 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con miniature.


 

Questa che ascoltiamo è la versione diretta da Riccardo Muti della raccolta EMI Classics, della Philarmonia Orchestra.  


In taberna quando sumus
non curamus quit sit humus,
sed ad ludum properamus,
cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna,
ubi nummus est pincerna,
hoc est opus ut queratur,
si quid loquar, audiatur.

Quidam ludunt, quidam bibunt,
quidam indiscrete vivunt.
Sed in ludo qui morantur,
ex his quidam denudantur
quidam ibi vestiuntur,
quidam saccis induuntur.
Ibi nullus timet mortem
sed pro Baccho mittunt sortem.

Primo pro nummata vini,
ex hac bibunt libertini;
semel bibunt pro captivis,
post hec bibunt pro captivis,
quater pro Christianis cunctis,
quinquies pro fidelibus defunctis,
sexies pro sororibus vanis,
septies pro militibus silvanis.

Octies pro fratribus perversis,
nonies pro monachis dispersis,
decies pro navigantibus,
undecies pro discordantibus,
duodecies pro penitentibus,
tredecies pro iter agentibus.
Tam pro papa quam pro rege
bibunt omnes sine lege.

Bibit hera, bibit herus
bibit miles, bibit clerus,
bibit ille, bibit illa,
bibit servus, cum ancilla,
bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger,
bibit constants, bibit vagus,
bibit rudis, bibit magus.

Bibit pauper et egrotus,
bibit exul et ignotus,
bibit puer, bibit canus,
bibit presul et decanus,
bibit soror, bibit frater,
bibit anus, bibit mater,
bibit ista, bibit ille
bibunt centum, bibunt mille.

Parum sexcente nummate
Durant, cum immoderate
bibunt omnes sine meta.
Quamvis bibant mente leta,
sic nos rodunt omnes gentes,
et sic erimus egentes.
Qui nos rodunt confundantur
et cum iustis non scribantur.

 

Quando siamo all’osteria,
non ci importa della morte,
ma ci lanciamo nel gioco
che sempre ci fa sudare.
Cosa accade all’osteria
dove sono i soldi a offrire da bere,
questo occorre sapere,
e sentite ciò che vi dirò.

Chi gioca, chi beve,
chi si dà alla pazza gioia.
Ma fra chi indugia a giocare
c’è chi resta in mutande,
chi si riveste a nuovo
e chi deve coprirsi di sacchi.
Qui nessuno teme la morte,
ma in nome di Bacco si sfida la sorte.

Prima si beve per chi deve pagare,
e poi bevono i libertini;
poi si beve una volta per chi sta in galera,
e tre volte per chi è vivo;
quattro volte per i Cristiani,
e cinque per i fedeli defunti;
sei volte per le sorelle vane,
e sette per i soldati nei boschi,

Otto volte per i fratelli perversi,
e nove per i monaci dispersi;
dieci volte per chi è in mare,
e undici per chi litiga;
dodici volte per i penitenti,
e tredici per chi è in viaggio.
E per il papa e per il re
Bevon tutti senza freni.

Beve la dama, beve il signore,
bevono soldati e sacerdoti,
Beve questo, beve quella,
beve il servo con l’ancella,
beve lo svelto, beve il pigro,
beve il bianco, beve il nero,
beve il forte e lo svagato,
beve il rozzo, beve il mago,

Bevon poveri e ammalati,
beve l’esule e il forestiero,
beve il presule e il decano,
beve il bimbo con il vecchio,
beve il fratello con la sorella,
beve la nonna, beve la madre,
beve questa, beve quello
bevon cento, bevon mille.

Duran poco sei monete d'oro
se senza freno
e senza fine bevon tutti:
ma in allegria!
Così tutti ci disprezzano
E diventeremo poveri:
ma chi disprezza sia punito
e il suo nome non sia fra i giusti!


Indietro